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La proposta del Comitato Parco per la sponda

1/6/2008- Il Comitato per il Parco di Migliarino ha proposto un nuovo progetto per la sistemazione della sponda

PROPOSTA DI RIORGANIZZAZIONE DELLA SPONDA DEL COMITATO PER IL PARCO DI MIGLIARINO (1/6/2008)



GIUSTIZIA E SALVAGUARDIA


La riorganizzazione della sponda destra e di tutta la foce del Serchio è urgente e necessaria per due ragioni di fondo.


In primo luogo è necessaria perchè tutta l'area di Bocca di Serchio, una delle più preziose del parco e di tutta la regione Toscana, è sottoposta a numerosi vincoli ambientali, anche se spesso purtroppo disattesi.Nel piano di gestione vigente, la zona finale di Bocca di Serchio viene individuata come Riserva naturale orientata e la fruizione è ammessa solo in maniera disciplinata nel tempo e nella quantità.

La Bocca di Serchio è poi sottoposta ad altri tre tipi di tutele. La prima riguarda la convenzione di Ramsar sulle zone umide; la seconda riguarda la protezione dell'avifauna, i cosiddetti Sic (siti di importanza comunitaria) e Zps (zone di protezione speciale); infine la terza riguarda il suo inserimento nell'elenco delle Riserve mondiali della biosfera.

Bocca di Serchio è quindi protetta anche con vincoli di carattere internazionale, recepiti tramite accordi sottoscritti dalla Regione Toscana e a tutto questo bisogna aggiungere che a ridosso della sponda si trova anche una seconda riserva naturale, quella del Bozzone, che confina con il parcheggio di Case di Marina.


In secondo luogo una riorganizzazione dell’area è necessaria anche per una questione di giustizia sociale. La completa privatizzazione della sponda impedisce di fatto a molti cittadini di avere un rapporto con il fiume. La sponda è stata infatti pressoché interamente chiusa con recinzioni e strutture che non lasciano nessuna possibilità di accesso all’acqua. E' dunque necessario un intervento per consentire che un'area così preziosa venga di nuovo restituita a tutta la comunità per un effettivo uso sociale in modo che tutti i cittadini abbiano la possibilità di godere di questo ambiente, di usufruire di questa parte del loro territorio.



STAZIONE MARITTIMA


Il piano di gestione vigente prevede la possibilità di realizzare accosti per le imbarcazioni nel comparto di Case di Marina. Solo una parte di questo tratto potrà essere gestito direttamente dai Comuni di Vecchiano e S.Giuliano, mentre la parte restante, a monte, sarà gestita direttamente dai proprietari e cioè le famiglie Centurione - Salviati. Gli attracchi che si potranno realizzare nella parte pubblica non potranno che essere in numero molto limitato, considerando che questo stesso comparto si trova praticamente inserito all'interno di due riserve naturali. La funzione di porto, insomma (come appare chiaro dai vincoli che riguardano gran parte della foce) non potrà essere prevalente rispetto al progetto di riordino generale dell’area che è quella di recuperare e tutelare l'ambiente. Il porto non potrà che essere quindi del tutto marginale rispetto a questo obiettivo prioritario, chiaramente evidenziato dal Piano di gestione.

In questo breve tratto di sponda dovranno essere previsti degli ormeggi, che non potranno tuttavia accogliere tutte le barche attualmente presenti alla foce.



Ormeggi. Gli ormeggi, a nostro avviso, dovrebbero essere realizzati in modo da evitare la distruzione della sponda, così come sta accadendo adesso. Siamo quindi favorevoli alla soluzione individuata da alcuni professionisti, ai quali il Comune aveva dato un incarico alcuni anni fa, e cioè dei pontili posti parallelamente alla sponda, ai quali potrebbero essere attraccate le barche con un semplice ormeggio. Ai pontili si potrebbe accedere con passaggi ricavati tra la vegetazione della sponda, ogni trenta - quaranta metri, in modo da consentire il ritorno della sponda alle sue caratteristiche originarie con recupero e conservazione della flora e della fauna native. Non dovrebbero essere previsti e consentiti cassoni o altri contenitori per favorire l'uso dei motori e di attrezzature sofisticate poco compatibili con il rispetto del luogo in cui ci troviamo.

Da valutare l’esposizione dei natanti a eventuali ondate di piena. I pontili potrebbero comunque essere posizionati molto a ridosso della riva e le barche salpate alla fine della stagione estiva. Potrebbero rimanere in acqua solo quelle utilizzate per la pesca o per le altre piccole attività invernali.


La sponda La sponda potrebbe così tornare ad essere un ambiente naturale, con l'eliminazione di tutte le strutture abusive esistenti, come baracche, pontili, gabinetti, tavoli, ricoveri per natanti e così via dando inizio al fenomeno virtuoso della progressiva rinaturalizzazione dell'area.


Servizi. Il Comitato è nettamente contrario alla realizzazione di servizi e strutture di qualunque genere e tipologia lungo la sponda del fiume. Sponda che deve restare un ambiente naturale, come testimonianza di un ambiente che è ormai quasi interamente scomparso. La Bocca di Serchio è l'equivalente di un monumento e dobbiamo preservarlo così com'è per dare modo anche alle future di generazioni di conoscere com'era un tempo l'arenile toscano. Per la realizzazione di eventuali servizi igienici, e/o come piccolo punto di ristoro per i visitatori e per l'eventuale sede di altri piccoli servizi (come il noleggio dei natanti) riteniamo possa essere utilizzata la struttura in muratura già esistente nei pressi del Muraglione.

Il Comitato è fermamente contrario alla trasformazione della foce del Serchio in una specie di parco urbano con tavolini, tettoie, strutture per pic nic.

Per quanto riguarda il parcheggio delle auto, deve essere utilizzato unicamente lo spazio già esistente a Case di Marina ed essere proibita e rigorosamente sanzionata la sosta lungo l'argine del fiume.



FINALITA'


Lo scopo della stazione marittima non deve essere quello di realizzare un porto per le barche sul modello di Viareggio e di Marina di Pisa, e cioè non deve diventare un ricovero per le barche che vogliono prendere il mare. Gli ormeggi ricavati lungo la sponda devono servire essenzialmente per le barche destinate all'uso sociale del fiume, come la pesca dilettantistica, le escursioni naturalistiche lungo il fiume, il passaggio fino alla spiaggia. Così infatti è sempre stato fino dal primo utilizzo della Bocca di Serchio come luogo ad uso ricreativo e sociale.


Partendo da queste considerazioni, riteniamo di aver individuato una soluzione alternativa a quella presentata dall’Amministrazione Comunale e scaturita dalle linee programmatiche del programma elettorale. Una soluzione che ci appare più adeguata, sia per la salvaguardia dell'ambiente, che deve rimanere obiettivo primario, sia per una equa fruizione sociale della sponda da parte di tutti i cittadini.

E’ infatti importante ribadire che qualunque tipo di organizzazione della sponda dovrebbe mirare ad un obiettivo alto e cioè la riqualificazione dell’area e non alla semplice sistemazione degli attracchi sulla sponda.



Il Comitato ritiene che sulla parte finale della sponda, sia nella parte privata che in quella pubblica, debbano essere allestiti e consentiti attracchi solo, ed esclusivamente, per barche di carattere pubblico, da dare a noleggio, fatto salvo naturalmente uno spazio limitato da lasciare ai pescatori professionisti.




L'allontanamento delle barche private potrebbe essere procrastinata nel tempo, anche per alcuni anni, in modo da evitare un brusco cambiamento di abitudini, da molto tempo radicate nei fruitori, e di cui l’Amministrazione, il Partito Democratico (ex DS) e il Parco, si debbono sentire in qualche modo responsabili.


Tuttavia la decisione forte, decisa, convinta e condivisa, andrebbe presa e propagandata come inevitabile in un futuro quanto più possibile prossimo.

Potrebbero essere poi istituite tavole rotonde, gruppi di studio, assemblee pubbliche con i cittadini e l'Amministrazione atte a stabilire modalità e tempi di realizzazione del progetto, ma l’obiettivo finale dovrebbe essere ben chiaro:


il recupero naturalistico della riva destra del Serchio con accesso limitato alle sole barche a remi, nel più assoluto rispetto del valore ambientale dell’area.


Perchè è da questo valore che si deve partire, è questo l’obiettivo, un obiettivo di alto valore che sarebbe facilmente difendibile e comprensibile dai cittadini e non una semplice regolamentazione di una diffusa e permanente illegalità.




I VANTAGGI DEL PROGETTO



1)Tutta la sponda verrebbe posta sotto il controllo pubblico (anche nella parte privata) e resa accessibile indistintamente a tutti i cittadini senza distinzioni di classe o di possibilità economiche. Ne beneficerebbero in particolar modo quei cittadini che fino ad ora ne sono stati completamente esclusi non riuscendo ad avere un accesso all’acqua, pur essendo loro diritto.



2)Le barche da noleggiare potrebbero essere in numero sufficiente a soddisfare tutte le necessità. Sia per l’attraversamento verso la spiaggia, che per la pesca dilettantisstica, sia per escursioni lungo l’alveo del fiume.
Nel caso di esclusive barche di proprietà pubblica oltre che a remi potrebbero essere dotate di motore elettrico per il fiume e anche di motore a scoppio per il mare. Essendo il loro numero limitato e controllato il loro impatto sull'ecosisistema sarebbe limitato ed eventualmente ed opportunamente modificabile a seconda delle necessità e delle circostanze.



3)Questa soluzione comporterebbe anche un vantaggio economico per i cittadini poichè il costo del noleggio (stabilito dall’Amministrazione con quote sociali e i soliti vantaggi per i meno abbienti e pensionati) sarebbe nettamente inferiore al costo necessario all’acquisto e al mantenimento permanente di un natante sul fiume. L'utilizzo della sponda diventerebbe sul serio un fatto sociale, senza più discriminazioni tra ricchi e e poveri.



4)Il maggior vantaggio si avrebbe comunque sul problema dell'assegnazione degli attracchi poiché si eliminerebbe il problema della necessità di una selezione, e quindi una discriminazione, tra coloro che presentano la richiesta di un posto barca sul fiume. Ciò perchè molto probabilmente la domanda supererà l'offerta, se non altro per la doverosa e annunciata sistemazione dei cittadini che verranno esclusi dalla parte finale della riva che dovrà tornare ad essere riserva integrale.
In un fase transitoria potrebbe anche essere consentita la permanenza dei natanti privati già presenti, con l’obiettivo finale però del progressivo e inevitabile passaggio alla completa gestione pubblica.
Con il sistema dell’attribuzione degli attracchi infatti, qualunque sia il metodo scelto, ogni tre-quattro anni si dovrebbe procedere ad una nuova attribuzione con nuovi malumori e contrasti sia personali che con l’Amministrazione.
Il problema dell’attribuzione degli attracchi quindi non si risolverebbe una volta per tutte ma si perpetuerebbe nel tempo ad ogni cambiamento di assegnazione.
Alla prova dei fatti questa non appare quindi la soluzione ideale perchè finirà per scontentare tutti, sia coloro che avranno il posto e che magari dopo tre-quattro anni dovranno lasciare, sia coloro che resteranno esclusi dato il limitato numero dei pontili concessi.
Con questa proposta, invece si scontentano una volta sola i proprietari delle barche attuali, ma certamente si faranno contenti tutti gli altri cittadini che vivono come un'ingiustizia l'attuale privatizzazione della riva.



5)Con un'organizzazione delle barche solo a noleggio, potrebbero essere creati dei posti di lavoro. Una cooperativa di giovani si potrebbe occupare della gestione delle barche, della loro manutenzione, del loro ricovero.



6)Non ci sarebbe più il problema o il rischio di una graduale trasformazione della riva in uno chalet, perchè non ci sarebbe più la pressione dei singoli cittadini, difficile da tenere sotto controllo e che spesso condiziona anche le scelte politiche.
Verrebbe eliminato anche il pericolo della trasformazione della foce in un porto sul modello di Viareggio e la sponda, specie la parte privata dove più difficile sarebbe imporre un controllo dei prezzi (aggravato dal fenomeno del subaffitto, già presente), perderebbe valore economico impedendo il progressivo allontanamento dei residenti per l’inevitabile lievitare dei prezzi per il posto barca che l’autorizzazione di qualunque tipo di struttura inevitabilmente può comportare.



7)Si potrebbe procedere alla progressiva reintroduzione delle classiche barche del fiume, uniformando i modelli, e rendendo quindi all'ambiente anche un significato di recupero storico delle vecchie tradizioni.



TRAGHETTO


Attualmente la stragrande maggioranza delle barche viene utilizzata solo per pochi giorni l'anno per accedere alla spiaggia di S.Rossore. Siamo convinti che se ci fosse un servizio di traghettamento pubblico nel periodo estivo molte persone che utilizzano la barca solo per recarsi sulla spiaggia potrebbero decidere di utilizzare il traghetto considerando i costi e l’impegno rappresentato dal mantenere un natante sul fiume. Bisognerebbe cercare di disincentivare l'uso del mezzo privato, che tra l'altro penalizza le fasce più deboli e provoca una discriminazione tra i cittadini. Attualmente infatti l'accesso alla spiaggia non è consentito a chi non possiede un mezzo proprio. Riteniamo che per rispondere a questo diffuso e generalizzato bisogno (che è poi quello che provoca la moltiplicazione della barche private) il sistema migliore sia quello di realizzare nel periodo estivo un sistema di attraversamento pubblico, da realizzare nei pressi del Muraglione. All'osservazione di chi sostiene che, in questo modo, si provocherebbe un aumento eccessivo di persone sulla spiaggia di S.Rossore, è facile rispondere che, semmai è vero il contrario. Con un servizio di traghettamento pubblico nel periodo estivo, gli accessi potrebbero essere contingentati, con priorità, tramite una preventiva prenotazione, per i residenti di Vecchiano e San Giuliano.





In conclusione questo modello di organizzazione della riva destra del Serchio è una storica, e forse ultima, occasione per rimediare agli errori del passato. Errori riconosciuti, sia pure tardivamente, e che in qualche modo vanno pagati.
Si può scegliere di agire in due modi molto diversi fra loro e la scelta dipende dall’obiettivo che ci vogliamo porre.
C'è un obiettivo di basso profilo che si basa essenzialmente su una riorganizzazione della sponda del fiume, parziale, problematica, costosa, di difficile gestione per i diversi interessi che entrano in gioco.
C'è invece un obiettivo ben più alto, importante, che noi caldeggiamo vivamente e che si basa invece su una riqualificazione di Bocca di Serchio.



Perchè Bocca di Serchio non solo è protetta dalla legge e da numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, ma è anche un luogo speciale, dove un tempo la natura si toccava con mano e non era tenuta discosta da motori, rumori, inquinamento, confusione. Dove l'uomo entrava in punta di piedi col silenzio dei remi e non con il rumore estraneo del motore fuoribordo che banalizza il luogo, lo trasforma, lo rende simile a tanti altri nel nostro paese, lo allontana da quella bellezza che molti di noi hanno conosciuto e che molti altri cittadini avrebbero il sacrosanto diritto di conoscere.

 
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