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di Madamadoré



5/11/2008- PENSIERO E MEMORIA

Ottimismo, pensiero positivo…sono strategie suggerite per fronteggiare la crisi economica, sociale e politica.
Il bicchiere mezzo pieno,....


PENSIERO E MEMORIA



Ottimismo, pensiero positivo…sono strategie suggerite per fronteggiare la crisi economica, sociale e politica.

Il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto è il pensiero principale delle persone che ogni giorno fanno del loro meglio per andare avanti.

Fare di necessità virtù è stato il modo per moltissima gente di salvarsi dalla depressione, e non parlo solo di quella emotiva!

Ma tutto questo negli ultimi anni è stato sempre più difficile, i modelli veicolati andavano contro il reggere di questi pensieri, hanno ribaltato in modo esagerato gli sforzi fatti per darsi dignità aldilà dell’apparire o del possedere e dell’acquistare. Oggi si fa una fatica enorme a reggere all’urto mediatico, oggi si fa fatica noi “quasi vecchi” a tenere per noi stessi, a tenere per i figli e per i nipoti, ci mancano le forze.

Ma oggi più di ieri è importante avere un pensiero positivo e ottimista, ma non nel senso demagogico che sta passando, non nel senso roseo e patinato della tv, che alla pagina 777 di televideo ti sottotitola: ti stiamo fregando il presente e il futuro per non si sa quante generazioni.
Il pensiero positivo, l’ottimismo quello vero e autentico deriva dalla ragionevolezza, dall’avere i piedi per terra, dal misurare forze e risorse, dal fare appunto di necessità virtù, nel senso che si fa un passo alla volta e mai più lungo della propria gamba.

Bisogna tornare esperti di economia familiare, bisogna tornare a fare i conti con i soldi veri e con le carte di credito gestite come strumenti, e non come bacchette magiche. Bisogna tornare a ricordare come siamo arrivati fino a qui, quali passi, quale strada abbiamo fatto per trattenere quello che ci serve, per continuare ad andare avanti e cambiare, correggere quello che ci ha stonato, che ci ha deviato.

Il pensiero positivo per molti di noi è determinante, essenziale. E’ quello che ti fa dire che il mondo è un posto da costruire giorno dopo giorno, nonostante tutto, nonostante, come in un gioco del domino, spesso una tessera che cade ne fa cadere mille altre.

Il pensiero positivo è un pensiero sociale, collettivo, difficilmente ha caratteristiche individuali, solitarie. Al contrario la solitudine richiama sentimenti di introspezione, di malinconia…

Il pensiero positivo si nutre di convivialità, di condivisione, di confronto, di dialogo.

Il pensiero positivo deriva dall’avere contatto con la realtà, dal riguadagnare il ruolo di protagonisti, di persone dotate di senso critico, di memoria.

La memoria, il recupero della capacità di ricordare è una questione importante, è sorella stretta della capacità di costruire legami di senso e di significato, tra le azioni e le reazioni. Un arco è fatto di mattoni, ma come sta insieme un arco? La memoria ci serve per fare luce sulla legge che fa stare in piedi quell’arco, ci rende capaci di capire dove si può agire, cosa puntellare.

La metafora della rana bollita è esemplare, ci si accorge delle cose quando tutti i sintomi sono manifesti, quando si grida all’emergenza. Ogni cosa ha una storia, la memoria ci deve aiutare a ricostruire quella storia, solo così potremo essere in grado di far luce anche sulle possibili evoluzioni, soluzioni, o stabilire quali ammortizzatori.

Tutto il sistema va contro questa necessità che ha l’essere umano di interpretare, di costruire storie, di dare senso alle cose, alle proprie azioni, agli accadimenti. Un sistema spezzettato, un sistema che come in un labirinto di specchi rimanda immagini confuse, distorte, divergenti e noi come Arianna dobbiamo recuperare il nostro filo. Il filo della memoria, il filo del significato delle azioni, dei comportamenti.

La potenza della nostra memoria dipende dalla capacità che noi abbiamo dimostrato di esserci, di non essere distratti, dalla qualità del vivere, dell’osservare.

Oggi siamo sempre distratti e affollati da una miriade di impulsi, bombardati da informazioni, documenti, simulazioni, realtà virtuali… che non fanno bene alla nostra memoria, inoltre le ricostruzioni più o meno veritiere si sostituiscono alla realtà vera, la potenza delle alterazioni tecnologiche spesso ci fanno dubitare della veridicità di quello che vediamo. Da una fotografia storica può sparire un personaggio e comparirne un altro o per dirla con Milan Kundera restarne solo il cappello.

La memoria può venir assassinata, termine usato dagli storici per indicare quel processo attraverso cui il potere ha spesso tentato di cancellare i ricordi, di emendare una verità, costringere il pensiero entro una immagine irrigidita e artefatta del mondo.

La narrazione della memoria degli anziani contribuisce a creare l’immagine che abbiamo di noi stessi e del mondo, contribuisce a indicare dove va il mondo, dove potrebbe o non potrebbe andare.
Gli anziani raccontano storie preziose, la loro memoria è preziosa, connettono il presente con il passato.

I racconti della memoria ci aiutano a costruire un pensiero positivo, perché ci ricordano che ci sono stati altri periodi bui, difficili, ma ce l’abbiamo fatta e se ce l’abbiamo fatta una volta ci dà speranza che ce la faremo anche stavolta. Uno dei metodi è pescare le strategie, le buone pratiche che ci hanno aiutato, rispolverarle e riadattarle per quello che ci serve oggi. La memoria non è solo nostalgia dei bei tempi andati, la memoria ci può servire per trovare il bandolo della matassa e iniziare a dipanare.

Madamadoré
 
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