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LA BATTIGIA
di Trilussa



19/7/2009- NAO BEBA
E’ la strana scritta che si legge su un cartello lungo le strade portoghesi per invitare i cittadini a non bere se devono guidare l’auto. Non so esattamente la traduzione, ma il senso è sicuramente quello..


NAO BEBA

E’ la strana scritta che si legge su un cartello lungo le strade portoghesi per invitare i cittadini a non bere se devono guidare l’auto. Non so esattamente la traduzione, ma il senso è sicuramente quello.
Perché ogni nazione cerca di affrontare in qualche maniera il problema della guida in stato di ebbrezza alcolica, responsabile della maggior parte, se non della totalità, degli incidenti automobilistici mortali che accadono durante la notte a causa della guida irresponsabile dei giovani che tornano dalle discoteche.

La morte per incidente stradale è infatti al primo posto fra tutte le cause di morte, e di grave invalidità permanente, dei giovani in tutta Europa.

La scarsa attenzione alla guida è data dalla assunzione contemporanea, da parte dei giovani frequentatori dei locali notturni, di alcool e stimolanti che sono in grado di annullare vicendevolmente i loro effetti negativi. Quando, fuori dalla discoteca, l’effetto degli stimolanti finisce rimane solo l’effetto sedativo dell’alcol (fino a quel momento contenuto dai farmaci) con improvvisi colpi di sonno che uniti alla forte velocità e alla imprudenza diventano responsabili dell’incidente.

Sono veramente dispiaciuto per la scomparsa di questi ragazzi un po’ incoscienti che si vanno a sfracellare con l’auto, spesso troppo potente e costosa, ma lo sono ancora di più per quei poveracci che spesso si trovano sulla loro strada, magari operai che si alzano all’alba per andare al lavoro od insegnanti donne fuori sede, povere disgraziate che devono fare ogni mattina all’alba i molti chilometri che le separano dalla scuola.

L’80% dei ragazzi e il 60% delle ragazze, dicono le statistiche, in discoteca bevono, e la maggior parte di loro arrivano già “bevuti” come si dice, oppure portano con se il necessario per non spendere acquistando i liquori al bar per contenere la spesa (specie i più giovani) per cui ogni divieto di somministrazione appare assolutamente inutile. Chi non beve viene guardato con sospetto e dileggiato per cui appare praticamente impossibile bonificare questi luoghi di sballo se non affrontando il problema con strumenti diversi e un ben diverso impegno finanziario.

Il milione di euro programmato per il contrasto all’alcolismo da discoteca diventa subito ridicolo se lo paragoniamo ai 170 milioni di euro spesi solo in pubblicità televisiva per le bevande alcoliche.

Chi ha studiato il problema riferisce di una scarsa utilità delle forme repressive, anche se i divieti naturalmente ci vogliono, come pure i controlli per fare deterrenza, ma paiono molto più utili gli esempi positivi. Praticamente il metodo più efficace di contrasto è rappresentato dalle stesse armi di tipo pubblicitario di chi vuol vendere le bevande alcoliche responsabili degli incidenti.

In Francia ad esempio è partita una grande campagna pubblicitaria che cerca di fare diventare l’alcolismo in discoteca fuori moda, per squalificare chi usa droga ed alcol ed elogiare invece chi se ne astiene.

E’ evidente che il problema è complesso ed investe in pieno la nostra società a partire dalla educazione impartita a questi ragazzi che per divertirsi hanno bisogno sempre di nuovi stimoli come musica ad alto volume, alcol e droga. Mentre per la generazione precedente già avere la possibilità di stare a contatto con una donna era appagante per questi nuovi giovani, tecnologici e solo apparentemente in contatto col mondo intero, il rapporto con l’altro sesso sembra addirittura imbarazzante e per affrontarlo con una certa disinvoltura hanno bisogno dell’effetto disinibente dell’alcool o della droga. Lo stesso vale per la moda assurda di andare in discoteca a mezzanotte e fare mattina, affogando magari la noia dell’attesa con un bel po’ di alcol in qualche bar. Quindi il problema parte da lontano, già dalle educazione che diamo ai nostri figli.

Perché, è bene precisarlo, non tutti i giovani sono patiti della discoteca e viaggiano con l’autoradio che si sente a 50 metri di distanza, non tutti i giovani bevono o si drogano, non tutti i giovani fanno le corse notturne con le auto. Fortunatamente ci sono altri giovani, e ricordo proprio un servizio televisivo di qualche anno fa, e anche, forse, di un'altra televisione, che contrapponeva a questi sballati in discoteca un gruppo di giovani che passavano la serata in una sede di quelle organizzazioni di volontariato sanitario che abbondano, fortunatamente ancora, nel nostro paese.

Un problema complesso quindi, che parte dalla famiglia ma non si esaurisce in essa. Dovrebbe cioè continuare nella scuola con programmi specifici di educazione, convincimento e di deterrenza, passare poi nei media per il grande pubblico con esempi di comportamento positivo di personaggi amati dai giovani e capaci di scatenare modelli di comportamento. Contemporaneamente si impone una drastica riduzione degli spots televisivi su alcolici e un severo controllo censorio sul loro contenuto spesso veramente diseducativo. Infine, ma solo come parte finale di un progetto organico, forme serie di repressione e controllo che non sono la sciocchezza del tasso zero di alcool in chi guida, ma sono invece controlli stringenti fuori da tutte le discoteche, pene più severe e inflessibili fino all’affidamento ai servizi sociali al primo riscontro di guida non idonea, consapevolezza nei giovani dell’elevato rischio di incorrere in controlli fuori dalla discoteca, che al momento appare come unico criterio di contenimento del fenomeno.

Più che generici annunci di maggiore severità servirebbe un grande sforzo economico che si potrebbe tradurre, in tempi abbastanza rapidi, addirittura in un risparmio per lo stato considerando i costi sociali ed economici di tutti questi incidenti che vedono coinvolti soprattutto dei giovani.

Purtroppo da noi è difficile fare grandi progetti e quando non si sa cosa fare, o non si hanno i fondi, ci si limita semplicemente ad agire sul versante legislativo, con nuove leggi, nuovi regolamenti, che vanno ad aggiungersi ai mille altri già presenti con scarso o nullo effetto, specialmente se poi non si hanno i mezzi perché queste leggi vengano fatte rispettare.

Trilussa
 
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