Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
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Amo il mio territorio, vi abito da sempre ed ho scelto di costruire qui la mia famiglia.
Sono orgogliosa delle mie origini e profondamente affezionata al mio paese tanto delicato e fragile quanto ricco di eccezionalità paesaggistiche, riconosciute anche a livello europeo, che lo rendono particolare e ne rappresentano delle potenzialità uniche da coltivare e scoprire.
In questo senso il turismo, se ben pianificato e gestito, può giocare un ruolo molto importante per lo sviluppo del nostro territorio non solo in termini economici ma anche da un punto di vista ambientale e sociale. Può infatti diventare uno strumento importante per aumentare le opportunità di lavoro, migliorare la qualità della vita di chi vi abita, generare reddito che non voli oltre confine ma rimanga a disposizione della nostra collettività.
Ma per scommettere su queste sfide occorre sapere chi siamo, conoscere la nostra storia, riconoscere ai cittadini il merito di aver lottato con forza e determinazione perché quel paesaggio, oggi da molti dato per scontato, mantenesse le caratteristiche storiche e culturali che ci fanno sentire appartenenti ad una stessa comunità.
Leggo nell’intervento di un candidato di TeF, e francamente ne rimango esterrefatta, il riferimento al Parco e al litorale dicendo che sono “…un patrimonio che non abbiamo creato ma che ci è stato donato dalla natura” : questo significa non sapere che quel patrimonio in tempi neanche troppo lontani è stato oggetto di una enorme operazione speculativa che, se si fosse realizzata, avrebbe portato alla distruzione di interi ettari di pineta e dunque non ci sarebbe stato il Parco(che è nato solo dopo e proprio per tutelare quel paesaggio), né tantomeno 3 km di spiaggia libera ma, semmai, uno stravolgimento totale della nostra storia.
Fu solo grazie a quell’ampio movimento di cittadini (e tra l’altro alcuni storici ritengono che il primo movimento ambientalista organizzato italiano abbia da noi le sue radici) e alla capacità e all’interesse delle precedenti amministrazioni che oggi noi giovani generazioni abbiamo ancora la possibilità di scegliere e di godere di un ambiente ancora integro nelle sue fondamentali bellezze e che in molti ci invidiano.
Io credo che chi ama davvero il suo territorio debba anche saperlo apprezzare e conoscerne la storia : ritengo che le principali sfide con cui dovrà confrontarsi la futura amministrazione saranno proprio la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio e penso che in questo senso ci sia ancora molto da fare e tanto su cui investire. In primis dare corpo attraverso azioni concrete a quella che per me finora è rimasta solo un’idea e che si ritrova nell’espressione “Vecchiano, Comune del Parco”.
Su questo dobbiamo investire risorse, idee ed energie, puntando su un tipo di turismo che sempre più sta diventando la nuova tendenza del mercato e che può riassumersi in una formula di turismo verde e “familiare” incentrato sulle attrattive territoriali, su strutture medio piccole, sulle tipicità gastronomiche, sugli aspetti culturali e sugli eventi anche sportivi che possono creare attrattività importanti.
C’è ancora tanto da fare e da costruire ma è chiaro che in questa mia idea del Comune che vorrei svolge un ruolo fondamentale anche la pianificazione territoriale e dunque gli interventi che noi produciamo sul territorio: pensare che alla porta del Parco possa essere inserito il più grande centro commerciale del centro Italia, con una superficie superiore all’intera frazione di Migliarino (che ne diventerebbe la periferia), con una ricaduta drammatica in termini di traffico e soprattutto di inquinamento e di ripercussione sulla nostra salute, e per giunta su un’area agricola (prestando il fianco ad una enorme speculazione fondiaria e urbanistica), secondo me significa non amare il proprio paese e di sicuro non tutelare la vita delle nostre comunità e dei nostri figli.
La sola Ikea nell’area industriale…bene quella è un’ altra storia che già conoscete: una scelta responsabile che coniuga lavoro, rispetto della legge e scelte di programmazione territoriale.
Questa per me è la buona politica : credere che un’altra strada sia possibile, cercando compromessi accettabili che non mettano a rischio la qualità della vita di un’intera comunità e tenendo fermi i propri valori, senza farsi abbindolare da facili promesse.