Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
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Sabato 21 e Domenica 22 maggio il Centro espositivo e museale di San Michele degli Scalzi ospita un programma di incontri intitolato "Esodi dalle passioni tristi", organizzato dalla Casa della Donna di Pisa. Domenica chiuderà i lavori Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, sul tema “Pensieri per il futuro del lavoro”.
Associazione Casa della donna
"Esodi dalle passioni tristi"
Pisa, 21 - 22 maggio 2011
Centro espositivo e museale SAN MICHELE DEGLI SCALZI
Spinoza, nel XVII secolo, ha posto un problema morale e politico fondamentale: come mai coloro che detengono il potere, in ogni campo, hanno bisogno di infliggerci passioni tristi?
L’esercizio del potere e il despota hanno bisogno della “tristezza” dei sudditi.
Da più parti la nostra epoca è stata descritta come l’epoca delle passioni tristi, quelle passioni che, nel linguaggio spinoziano, corrispondono a una diminuita capacità di agire, all’impotenza singolare e collettiva, alla disarticolazione delle soggettività, corpi e menti.
Nella nostra società è facile incontrare sentimenti di resa o una frammentazione dei progetti e delle identità tale da indebolire la forza immaginativa di un agire collettivo. Eppure è proprio nelle esperienze che si muovono lungo le linee di fuga dello scoraggiamento che troviamo forme di esodi possibili dalle passioni tristi. Esperienze politiche, artistiche e di pensiero non rinunciatarie, che sembrano aprire a una nuova mappa delle passioni.
Sebbene possa apparire una metafora efficace della nostra condizione, l’epoca delle passioni tristi non è e non può essere una narrazione totalizzante. Piuttosto va inserita in una lettura più ampia delle dinamiche degli affetti e dei corpi. Vogliamo dunque restituire a questa espressione il dinamismo che la caratterizzava nel quadro di una teoria per cui le passioni sono esiti possibili e contingenti di incontri e scontri di una molteplicità in movimento. Le passioni tristi sono solo uno dei poli nella variazione continua degli affetti, della forza di esistere che ha l’altro polo nelle passioni gioiose, quelle che aumentano la potenza di agire.
Ci siamo chieste quali passioni siano oggi in grado di orientare e rafforzare la nostra capacità di agire, quali affetti siano performativi di un altro mondo possibile, spinte di liberazione dalle condizioni della nostra subordinazione.
Ci siamo chieste se e in quale modo parole come futuro lavoro politica desiderio sessualità libertà - parole forti della tradizione politica - possano diventare punti di orientamento in una possibile mappa di esodi dalle passioni tristi.