L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Marson: “Il paesaggio come opportunità per una diversa strategia di sviluppo
“Andare oltre i tanti casi di contrasto tra ambiente, paesaggio e sviluppo che sono presenti anche in Toscana, acquisendo maggiori capacità di qualificare le scelte pubbliche e trasformando i conflitti in soluzioni avanzate, in occasioni di sperimentazione.
Da sempre del resto i limiti rappresentano degli stimoli per l’innovazione, il che significa sviluppare politiche in stretta relazione con i singoli luoghi, anziché applicare modelli standard”.
Questo, nelle parole dell’assessore Anna Marson, il senso del lavoro in atto nel campo del governo regionale del territorio, da lei illustrato al termine della giornata di studio sulla “qualità del paesaggio come fattore di attrattività per il territorio”, parte del progetto di cooperazione territoriale “Pays.med.urban” di cui la Regione è partner.All’iniziativa, che si è svolta oggi nell’auditorium di Sant’Apollonia, sono intervenuti tra gli altri Fabio Iraldo dell’Istituto di management della Scuola superiore Sant’anna di Pisa, Antonia Pasqua Recchia del Ministero per i beni e le attività culturali, Paolo Baldeschi in rappresentanza del Cist, il neo-costituito Centro interuniversitario di Scienza per il territorio, e Paolo Ermini, direttore del Corriere fiorentino, che ha moderato la tavola rotonda conclusiva.“Il paesaggio può e deve essere visto come opportunità – ha ribadito l’assessore – per una diversa strategia di sviluppo. Cogliamo il momento attuale di crisi per provare a costruire insieme ai diversi attori istituzionali e sociali politiche che sappiano rafforzare la Regione Toscana come sistema, anche a partire dal punto di forza che è il suo paesaggio.
I momenti di crisi offrono infatti un’opportunità potenziale per ripensare le politiche di sviluppo verso politiche place-based, cioè legate alle specificità dei territori, per incentivare politiche intersettoriali e ridefinire norme e regole più chiare, meno ‘stiracchiabili’”.L’assessore Marson ha anche parlato della necessità “non solo di perfezionare le norme ma anche di far crescere la cultura di ciò che è patrimonio paesaggistico e delle regole utilmente applicabili per trasformarlo senza distruggerne gli elementi di valore, ma possibilmente consolidandoli e accrescendoli. Un percorso che deve coinvolgere tutti gli attori, non solo quelli istituzionali e economici, ma anche cittadini e associazioni. Solo così riusciremo a impostare al meglio – e in Toscana grazie alla legge sulla partecipazione e alla figura del garante della comunicazione istituita dalla legge 1/2005 ne abbiamo tutte le premesse – le azioni di trasformazione del territorio”.
Lorenza Pampaloni
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