L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
Abolite le quote di anzianità, aumento dell'età pensionabile per uomini e donne, tassa sulla prima casa, ulteriore aumento dell'Iva +2%, nuovi tagli a enti locali e sanità. Eccovi la stangata di natale, la macelleria sociale.
Monti lo aveva chiamato decreto Salva-Italia ma a scorrere i punti principali sarebbe stato meglio chiamarlo Salva-Banche, Salva-ricchi, Salva-speculatori
Per il momento per farsi un'idea della manovra sono più che sufficienti le facce nei tg: la Marcegaglia (confindustria) è più che sorridente, entusiasta. La ministra Fornero, bontà sua, piange in diretta mentre spiega la riforma delle pensioni. Lacrime e sangue dunque: le lacrime le ha già messe il Governo, ai cittadini tocca il sangue. Secondo l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese (Cgia) di Mestre, la manovra «salva-Italia» costerà altre 635 euro medi a famiglia.
I segretari dei sindacati, compresi gli amici di Marchionne e Berlusconi, adesso sono infuriati e invocano scioperi: meglio tardi che mai.
Imbarazzo dal mondo della politica: quasi tutti (tranne i centristi del terzo polo) adesso criticano la manovra. In tarda serata passano le interviste sui tg regionali dei vari sindaci, presidenti di provincia e di regione, che devono gestire la ricaduta della manovra sui territori, e consapevoli di ciò che ci aspetta, con estrema difficoltà trattengono il fumo dal naso. Peccato però che tra distinguo, puntalizzazioni e “dobbiamo salvare l'italia” i loro segretari dei partiti di appartenenza annunciano l'approvazione della manovra in parlamento.
La minaccia è nota e l'ha ribadita oggi il presidente del consiglio Monti: o così oppure l'Italia fallisce. Ma ovviamente non è così. Se a guidare il paese anzichè un banchiere, rappresentante di chi la crisi l'ha materialmente creata, uomo sostenuto dai poteri del capitalismo e espressione diretta della 'troika' (Fmi, Bce, Ue), ci fosse un rappresentante di altre classi sociali la strada diversa da percorrere ci sarebbe.
Patrimoniale vera, recupero dall'evasione fiscale, riduzione delle spese militari, blocco delle inutili "grandi opere", tetto ai compensi, riduzione dei costi della politica ma con allargamento della rappresentanza istituzionale, sono tutte iniziative che porterebbero realmente all'avvio di una ripresa economica del nostro paese.
Per chi chiedeva tempo, per coloro che "aspettiamo", anche nel centrosinistra, adesso il percorso è tracciato. Ora non ci sono più dubbi, il copione per l'Italia è come quello seguito per la Grecia. Monti e i suoi continuano l'opera di Berlusconi appesantendola ulteriormente (i 2/3 della manovra sono coperti da casa e pensioni) a danno dei lavoratori, dei pensionati e in generale dei ceti sociali medio-bassi, e tutto questo sorretto da tutto l'arco parlamenare, compresi coloro che, come il PD e IDV, si ergono a difensori di altri interessi. Rifondazione comunista da tempo ha lanciato l'appello per la costituzione di un polo alternativo della sinistra e nel frattempo saremo parte e solleciteremo tutte le lotte sociali che si ribellano a questo Governo, a questi parlamentari.
Luca Barbuti
Rifondazione Comunista Pisa