L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
Bilanci comunali al tempo della crisi. Pochi giorni fa il presidente del Consiglio Mario Monti ha illustrato i contenuti della manovra “salva Italia” che chiede importanti sacrifici agli italiani ed incide pesantemente anche sulle finanze dei comuni con ulteriori tagli per 1,5 miliardi di euro.
Tagli che si aggiungono a quelli già effettuati con le quattro precedenti manovre che si sono succedute dall’inizio del 2011. La nostra provincia, i nostri comuni, i nostri territori non sono esentati dagli effetti di quanto richiesto dal governo centrale creando problemi di non poco conto soprattutto nei comuni medio-piccoli. Certo serve un’azione importante e significativa che, nel rispetto delle leggi, dia il senso della volontà di reazione da parte dei nostri amministratori.
Sindaco Panattoni ma ci sono risposte concrete che le amministrazioni possono dare in questo momento?
“Credo che questo momento di straordinaria difficoltà richieda scelte ed azioni straordinarie. Sicuramente stiamo vivendo la crisi più difficile dal dopoguerra sia per i contenuti che per la durata della stessa .Saranno soprattutto i comuni medio-piccoli, sotto i 50.000 abitanti, che risentiranno oggi ed in futuro delle difficoltà della finanza pubblica. Ma credo che se saranno perseguiti il prima possibile gli obiettivi del piano strategico dell’area pisana si potranno conseguire vantaggi importanti per un futuro dignitoso dei nostri territori”
Spieghi meglio cosa vuole dire
“I comuni così come li abbiamo conosciuti non esisteranno più. Saranno interessati da importanti cambiamenti condizionati dalle minori risorse a disposizione. I 6 comuni dell’area pisana nel 2007 si sono dotati di uno strumento di indirizzo e programmazione che è il piano strategico dell’area pisana. A distanza di quattro anni è arrivata l’ora di una forte accelerazione per attuarne velocemente gli indirizzi che sono stati approvati dai sei consigli comunali. Diventa fondamentale attivare economie di scala e dimensione nell’interesse delle nostre comunità e costituendo un modello di eccellenza per tutta la Toscana. Bisogna rompere gli indugi, discuterne in tempi rapidi, pianificare i tempi di attuazione e lavorare con pari dignità fra le sei amministrazioni per quegli obiettivi”
Quali sono i primi passi che possono essere attuati in questo senso?
“ Penso ad azioni assolutamente concrete e di rapida attuazione. Per esempio un piano della cultura unico per i sei comuni, con un solo programma ed un solo marchio distintivo che eviti sovrapposizioni ed ottimizzi le minori risorse future a nostra disposizione. Avere tariffe uguali per i servizi di varia natura che vanno dai servizi scolastici allo smaltimento dei rifiuti , aziende di area vasta per riordinare ed uniformare qualità e quantità dei servizi erogati, uno stesso quadro di esenzioni ed agevolazioni, un solo piano strutturale, un solo piano regolatore, un unico regolamento edilizio che disciplinino uniformemente lo sviluppo dei territori nel concetto di una città unica di 200.000 abitanti. Le questioni attinenti il trasporto pubblico, la mobilità, i servizi sociali e sanitari vanno aldilà dei singoli confini morfologici dei comuni. Dobbiamo arrivare a costruire e consolidare in pochi anni un bilancio unico dei sei comuni. Insomma costruire una grande casa comune con regole condivise dove i sei comuni esercitino autonomamente il loro mandato amministrativo”
Si tratterebbe di una grande rivoluzione amministrativa. Secondo lei è possibile?
“Credo che sia necessaria. Diventa e diventerà sempre più difficile nei prossimi anni gestire singolarmente le necessità manifestate dalle nostre comunità. Rilanciamo con forza questo progetto cambiando mentalità per non essere travolti dagli effetti di una crisi che troppo spesso è stata negata o sottovalutata. Le forze progressiste che governano i nostri territori hanno il dovere politico di guardare avanti e costruire un modello di governance territoriale diverso da quello usato ad oggi. L’inerzia positiva delle esperienze che abbiamo finora vissuto ha finito i suoi effetti positivi in presenza di un forte arretramento della nostra capacità di spesa. Dobbiamo uscire da alcuni vincoli campanilistici, conservare e valorizzare le identità dei nostri territori ma saper confluire verso nuove esperienze adeguate ai tempi che ci aspettano.”
Pensa che i cittadini siano pronti per questo percorso?
“ Credo che i cittadini devono esser coinvolti in questo percorso spiegando loro cosa vogliamo costruire e prendendo atto di ciò che stiamo vivendo. Credo che sia l’unica direzione da intraprendere per praticare le nostre sensibilità politiche non limitandosi ad applicare indirizzi sovraordinati e coercitivi.”