Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
ATO2: Da rivedere il prolungamento della concessione al gestore Acque SpAMartedì 6 dicembre l'assemblea dei sindaci dell'ATO2 dell'acqua, convocata in seduta straordinaria, ha deciso di allungare la concessione al gestore Acque SpA, in scadenza il 2021, di altri 5 anni portandola al 2026. Questa decisione stride in modo evidente con la vittoria dei SI ai referendum sull'acqua.
Deve essere rivista, per recuperare la necessaria conformità con il quadro giuridico delineato dai referendum e la volontà espressa dalla maggioranza degli italiani. Partiamo dalla raccolta firme per la richiesta dei referendum “dell'Acqua” che è stata una delle più partecipate di sempre. In pochi mesi sono state raccolte il triplo delle firme richieste. Ai banchetti la gente firmava con convinzione e si lamentava di questo modello di gestione. Lo spirito referendario era ampiamente condiviso e tutti riconoscevano che l'acqua deve essere un diritto e non un bene o un servizio su cui fare lucro. Questo chiaro segnale, è stato ampiamente riconosciuto e sottoscritto, nel voto del 12 e 13 giugno da circa 26 milioni di cittadini. Un successo senza precedenti.
Agli uffici elettorali, abbiamo incontrato persone che andavano a chiedere la tessera elettorale, dichiarando che erano stati assenteisti cronici alle urne, ma per questi referendum, sarebbero andati a votare, perché erano troppo importanti. E' indubbio che c'è stato un segnale democratico fortissimo, che vuole una gestione totalmente pubblica nell'erogazione di un servizio che sia prima di tutto garante di un diritto vitale. Sul piano degli effetti giuridici, questo referendum, ha portato alla cancellazione dell'obbligo di alienazione al privato e dell'obbligo di remunerazione del capitale investito.
E' evidente che questo richiede un cambio di modello di gestione non indifferente e non possiamo ignorare che questo coinvolge anche il piano politico nella scelta della nuova modalità. In Regione, si è iniziato un percorso per andare incontro a questo cambiamento, con il processo legislativo per la costituzione di un ATO unico regionale per l'acqua con nuove caratteristiche di “terzietà” come dimostra la nomina del direttore non più lasciata all’esclusiva responsabilità dei Sindaci, che sono anche azionisti, insieme al privato gestore. Non riteniamo corretto che in una fase di chiusura di una gestione e di traghettamento verso un nuovo modello, si possa prolungare un modello di concessione che appartiene al passato.
Se ci sono degli investimenti effettuati o in corso, questi hanno sicuramente un controvalore patrimoniale, che verrà riconosciuto al momento del passaggio. Non si può non riconoscere, i punti fissati in modo inequivocabile dal risultato referendario. Si deve partire da quello spirito, che ha spinto 26 milioni di italiani ad andare a votare, invece di andare al mare, il 12 e 13 giugno scorsi. Si può e si deve trovare un modo condiviso per il raggiungimento di un obiettivo comune. C'è un percorso politico di rispetto degli esiti referendari, oltre che giuridico, che impegna i politici e le amministrazioni rappresentate nell'ATO.
Pisa, 12 dicembre 2011Italia dei Valori, Luigi Buoncristiani
-documento condiviso tra Italia dei Valori, SinistraEcologia Libertà e Partito Rifondazione Comunista.