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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
MAGGIO MIGLIARINESE
CENA-INCONTRO CON GiPi

16/5/2012 - 18:40


Io Gipi lo conosco. Ma non da tanto. Strano.

In una città come Pisa si è sempre convinti di conoscersi tutti, e io ci ho passato i primi 35 anni della mia vita, e lui i primi 40. E in effetti poi è venuto fuori che frequentavamo le stesse persone, gli stessi posti, facevamo le stesse fesserie da giovani (no, lui ne faceva di più, come vi dirò tra poco).

Però ci siamo incontrati solo molto dopo, e siamo diventati molto amici. O almeno credo: Gipi ha un’inclinazione instancabile a raccontare e raccontarsi per cui dopo una sera non puoi non pensare che siate molto amici.Gipi, secondo il Wall Street Journal, “non ha rivali nella raffigurazione delle pose e delle svogliatezze dell’adolescenza”: lo hanno messo il mese scorso tra i sei più interessanti autori di graphic novel in Europa.

Ma gli altri non gli legano le scarpe.

Gipi, secondo me, è l’autore del più bel romanzo uscito nel 2008. Si chiama “La mia vita disegnata male” – e già il titolo è formidabile – ed è appunto un romanzo disegnato. E’ in edicola per Fusi Orari (la casa editrice di Internazionale).

 

Gipi si chiama GianniPacinotti, cognome molto pisano, e la gente si ricorda di lui perché è quello che illustra spesso le pagine centrali di Repubblica con i suoi acquarelli e che ha una striscia fissa su Internazionale: non si guadagna una notorietà nazionale facendo solo grandi romanzi disegnati.

Neanche se poi vincono premi e critiche eccellenti in molti posti del mondo. Ma in molti posti del mondo hanno portato le pose e le svogliatezze dell’adolescenza pisana – lo dico con orgoglio – e anche la geniale capacità di raccontare di Gipi.

Dentro “La mia vita disegnata male” c’è la sua vita fino a oggi, una specie di seduta psicanalitica disegnata, alternativa a quelle tradizionali e fallimentari a cui si è sottoposto per superare i suoi traumi infantili (il maniaco che entrò nella sua casa al mare quando era piccolo) e i suoi malanni di salute.

“Gianni, ma sei sicuro di raccontare tutte queste cose di te?”, gli chiede la sua fidanzata.

“Perché? Sto solo parlando del mio problema al pisello”, spiega candidamente lui.

 “È che non mi hanno fatto il pudore”, dice: ma è un limite che diventa una dote straordinaria agli occhi dei lettori.

Che vengono travolti da un ipnotico repertorio di casini giovanili: droghe, problemi con le ragazze, sensi di colpa, maldestri tentativi di suicidio, omosessualità latenti, pentole lasciate sul fuoco, dieci giorni in galera.

 “E sapessi quante ne ho lasciate fuori: potrei farci un altro libro”.

 

Anni addietro Gipi incontrò Andrea Pazienza, che gli disse di cercare di scoprirsi e di capirsi, e di essere sincero: e se ne vedono spesso le tracce, nelle tavole di “La mia vita disegnata male”. Ci sono momenti di genio narrativo, alternati a momenti di poesia, a momenti di cinismo ribelle, a scarti formali improvvisi. E c’è l’idea, che sta alla base dei più bei romanzi disegnati recenti, che tutte le nostre vite rimangano poi sempre attaccate e aggrovigliate a quando avevamo dieci, quindici, vent’anni: sia che li ricordiamo con nostalgia o con raccapriccio, viene tutto da lì.(Wittgestein)

 

 

Gipi, all'anagrafe Gianni Pacinotti (Pisa, 1963), è un fumettista e regista italiano.

Per il film L'ultimo terrestre si è accreditato come Gian Alfonso Pacinotti, ma ha anche affermato che quello non è completamente il suo vero nome. Gipi punta su una ricerca pittorica, esprimendosi con fumetti ad olio e poi ad acquerello, in un'epoca in cui il fumetto italiano guarda perlopiù al computer e all'estero; si caratterizza come fumettista per la sintesi tra l'avventura ed il realismo sia di cronaca che di vissuto personale.

Autore di poche pubblicazioni, si afferma in pochi anni, vincendo numerosi premi, tra cui, nel 2006, il "Premio Goscinny" e come"miglior libro" al Festival International de la Bande Dessinée d'Angoulême, assegnato in precedenza solo a due italiani, Hugo Pratt e Vittorio Giardino.

Le graphic novel di Gipi sono pubblicate in Italia da Coconino Press, e sono tradotte in molti paesi, tra cui Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti. Gipi continua inoltre la sua collaborazione con il quotidiano la Repubblica, per il quale illustra racconti e articoli, e con il settimanale Internazionale, sul quale pubblica una striscia intitolata La settimana di Gipi. Sue sono le illustrazioni del libro di Alessandro Baricco I barbari, pubblicato a puntate su Repubblica e poi edito in volume.

Ha disegnato la copertina del primo disco di Le luci della centrale elettrica, intitolato Canzoni da spiaggia deturpata, pubblicato nel 2008.

 

Nel 2011 esordisce dietro la macchina da presa con il film L'ultimo terrestre prodotto da Fandango in concorso alla 68ma mostra del cinema di Venezia.
Prenotazioni per la cenaGraziella 335.7150229 (euro 15 da pagare sul posto)
 

 

 

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