Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
Domenica 16 settembre si terrà l’apertura generale della stagione venatoria 2012-2013.
Desidero rivolgere ancora una volta a tutti i cacciatori della nostra provincia alcune riflessioni. Lo faccio nella certezza che gli appassionati dell’arte venatoria sentano la responsabilità che sta sulle loro spalle: contribuire a costruire le condizioni della caccia del futuro! Una caccia sostenibile, un prelievo commisurato alle capacità dell’ambiente di riprodurre la risorsa faunistica, un impegno nella gestione del territorio che sappia conciliare le esigenze dei cacciatori con le ragioni, prioritarie, della conservazione della biodiversità naturale. La possibilità di conservare un’attività venatoria popolare, socialmente gestita, non privatizzata, passa dalla maturità e dall’intelligenza degli appassionati. Rifuggire da ogni impostazione egoistica, che veda il prelievo venatorio impostato unicamente in chiave consumistica, è l’unico modo per pensare di preservare un’attività venatoria aperta a tutti. Il futuro ci chiede un di più d’impegno per salvaguardare questo tipo di caccia.
Fauna ed ambiente rappresentano quel bene comune e quel patrimonio pubblico sancito costituzionalmente e principio cardine della legge 157 “per la protezione della fauna e la regolamentazione della caccia”, una norma ancora oggi tra le più avanzate e innovative in materia. E’ nell’alveo della conservazione faunistica e nella gestione del territorio, in stretto collegamento con la preziosa attività delle imprese agricole di qualità e multifunzionali e il lavoro congiunto tra ambientalisti, agricoltori e cacciatori che l’attività venatoria improntata alla sostenibilità del prelievo può trovare una nuova legittimazione sociale.
Stiamo lavorando, tutti insieme, a costruire il prossimo Piano faunistico-venatorio provinciale su queste basi, entro questo autunno lo sottoporremo all’approvazione del Consiglio provinciale nonostante la fese di incertezza che si è aperta con la scelta del “riordino delle Province”. Non sappiamo ancora quali saranno i soggetti istituzionali che dovranno occuparsi della gestione faunistico venatoria in futuro e di questo siamo preoccupati. Ma, intanto, con l’approvazione del nostro Piano garantiremo alla nostra comunità la possibilità di continuare a conoscere (o riconoscere) una caccia socialmente e ambientalmente sostenibile per i prossimi anni. L’attuazione dei nuovi indirizzi dovrà essere la priorità per il mondo venatorio. Altrimenti, il fine della caccia popolare sarà segnata anche da noi, nel nostro territorio.
L’impegno sin qui garantito dovrà essere rafforzato ed accresciuto anche nel denunciare ed emarginare quelle frange più inclini ad atteggiamenti egoistici e sconsiderati. Da noi dipende il recupero di senso etico all’attività venatoria e la reputazione sociale dei suoi appassionati seguaci.
Un appello lo rivolgo a tutti voi sul tema della massima attenzione al rispetto delle norme di sicurezza. Troppo spesso momenti di svago e di esercizio di una passione rischiano di trasformarsi in tragedie per disattenzioni od eccessi.
Che sia un’apertura nel segno della responsabilità!
Con attenzione ed impegno,
l’Assessore Provinciale alla Difesa Fauna