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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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di Giacomo Sanavio

Il processo alla scienza e le responsabilità d...

23/1/2013 - 20:31


Dopo la trasmissione di Iacona sulla condanna di primo grado dei membri della Commissione Nazionale Grandi Rischi per i fatti del terremoto de L'Aquila.

Ho avuto modo di esprimermi sul significato della sentenza di primo grado all’indomani della sua lettura (ottobre 2012), non ho cambiato opinione: ritengo semplicemente assurdo mettere sotto processo la scienza, in termini generali. Nel caso specifico, per l’impossibilità ad esprimere quello che e resta un parere tecnico su di un evento naturale da tutti ritenuto imprevedibile.
Sulla vicenda giudiziaria e sul ruolo della pubblica opinione: mi spaventa l’inclinazione irrazionale che gli esseri umani riescono a seguire quando gli vengono indicati un “colpevole predestinato” ed alimentata la sua sete di “giustizia sommaria”. Mi spaventa ancora di più, quando questi sentimenti vengono agitati ad arte per far cadere nell’oblio altre e più certe responsabilità…  E qui irrompe la parte politica: non dimentichiamo infatti l’intera vicenda del terremoto de L’Aquila: le risate telefoniche notturne dei membri della “cricca”, che si fregavano le mani pensando agli affari d’oro della ricostruzione; alla voluta spettacolarizzazione del terremoto come palcoscenico internazionale su cui rilanciare in grande stile il “berlusconismo di governo”, sentendo lo scricchiolio della grande crisi che non si poteva più tenere nascosta.
Si, credo che gli scienziati siano una sorta di “vittime del sistema”. Un sistema malato e corrotto alla vigilia del suo decadimento che cerca di gettare il fango su incolpevoli servitori dello Stato. Dispiace che opinione pubblica e pubblici funzionari si possano esser lasciati “convincere” dalla messa in scena…
Credo che ci possa essere il tempo e la “ragione” per rimediare a questo grosso danno nei livelli successivi di giudizio. Me lo auguro e lo spero. A noi compete tenere alta un’attenzione critica ed un dibattito pubblico:facciamolo!
Credo anche che l’occasione non possa che farci ragionare su quanto sia urgente e non rinviabile una riflessione pubblica più ampia su questo nostro Paese, sul suo futuro, sulle reali priorità. Proprio la campagna elettorale in corso dovrebbe servire a questo, ma, come da troppo tempo, non accede neanche in questa occasione. Eppure il tema sta tutto lì, nell’idea di territorio che abbiamo, nel suo uso e nella sua cura. Il piano nazionale per la messa in sicurezza degli edifici a rischio sismico ne è una parte fondamentale. La messa in sicurezza dal rischio sismico e da quello idrogeologico E’ L’UNICA GRANDE OPERA di cui abbiano bisogno questo paese e la sua economia! E’ un serio governo del territorio (con al centro la sua pianificazione) ciò che serve all’Italia. Anche per provare a guarire da un sistema politico-economico “ammalato” che si nutre unicamente della speculazione che sgorga dalla mammella di un’economia basata su un’edilizia di rapina, connivente e distruttrice di vite umane e di paesaggio.

Giacomo Sanavio


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23/1/2013 - 23:00

AUTORE:
C.R.

Meno male è arrivato un "Punto di vista" meno povero.