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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . bugiardo seriale e poco informato, te lo prendi .....
. . . bisogna perlomeno arrivare al sole di maggio .....
. . . il fatto che È l prima volta che viene presentata .....
. . . che il senatore Matteo Renzi dice e fa quella .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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passano gli anni
cambiano i volti belli
ma i tuoi occhi sono rimasti
quelli di allora
ed è nei tuoi occhi che vedo
l'amore che non è mutato

e .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
OSWIECIM (Polonia)
Un nome e una fiaccola. La Toscana ricorda i deportati che non sono tornati

28/1/2013 - 23:40

Un nome e una fiaccola. La Toscana ricorda i deportati che non sono tornati

 

Scritto da Walter Fortini lunedì 28 gennaio 2013 alle 19:18

 

OSWIECIM (Polonia) –

 

Un’interminabile litania di nomi apre la cerimonia al monumento internazionale del campo di Birkenau, dove un tempo c’erano i quattro forni crematori e le camere a gas capaci di inghiottire duemila persone per volta. Sono i nomi dei toscani deportati ed uccisi.

Raimondo Calò, 4 anni. … Rossella Antigoli, 4 mesi … Giulia Noxas 20 anni … Ogni ragazzo li sussurra sotto la neve che cade dal cielo e non si ferma un attimo, un nome e una storia custodita fin dalla partenza, ed una fiaccola accesa in mano per non dimenticare.

Così alla fine, con più di cinquecentociquanta nomi, sono gran parte dei quasi settecento ebrei toscani identificati e inghiottiti dai lager. Anche le sorelle Bucci ne hanno due: uno è il cuginetto Sergio De Simone, entrato nel lager a quattro anni e mai uscito. Nomi di giovani deportati, molti bambini e neonati. Cognomi che si ripetono con insistenza e che danno bene l’idea di intere famiglie sterminate.La cerimonia toscana inizia attorno alle una, aperta dal corteo con gli striscioni contro il razzismo e il negazionismo portati dai ragazzi, con le chiarine di Firenze e i gonfaloni della Regione, dell’Associazione deportati e di qualche Comune e Provincia.

Due corone vengono deposte a terra. Alla fine le tre preghiere – quelle in lingua rom, quella cattolica e quella cantata in ebraico – e poi l’inno nazionale.I ragazzi si stringono gli uni agli altri. Chinano lo sguardo e si incamminano verso i pullman, passando di fianco alla tristemente nota porta della morte che affiora dalla nebbia.



Toscana Notizie

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