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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Pisa, 17 marzo
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Comune di Vecchiano
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"250 giorni dall’apertura del Giubileo 2025: le .....
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Vallo a far capire al cavolo riscaldato e garzone ritornato .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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di Paolo Fontaneli

..stiamo lontani da soluzioni fondate solo sull’equilibrio fra le correnti

7/5/2013 - 12:02


Il Governo guidato da Enrico Letta ha iniziato a lavorare. Anche le commissioni parlamentari, quindi, da domani saranno nel pieno delle loro funzioni.

Sul piano politico, nonostante la formazione di un Governo Pd-PdL-Scelta Civica, voluta o necessitata dalla vicenda sulla rielezione del Presidente Napolitano, i rapporti nella maggioranza non sono dei migliori.

È palese la volontà del PdL di far sì che il Governo resti appeso ad una fragilità permanente, all’idea che è costantemente sottoposto ad un condizionamento che ne può determinare la caduta. Ma non è questo l’interesse del Paese che ha, invece, assoluto bisogno di una fase di stabilità per affrontare la grave emergenza economica e sociale.
Tuttavia anche nel PD il clima politico non è dei migliori. Anzi, ciò che prevale nettamente è un sentimento fortemente critico sui passaggi che hanno portato alla formazione di un Governo con il PdL. Nelle assemblee a cui ho partecipato negli ultimi giorni, in quattro circoli della realtà pisana, emerge un disagio molto forte, una incomprensione sul come si sia arrivati ad una soluzione politica che è il contrario di ciò che avevamo sostenuto in campagna elettorale e dopo, con il tentativo di Bersani di fare un Governo del cambiamento.

E la spiegazione che si cerca di dare ricostruendo i fatti, al netto della denuncia sull’ingiustificabile e inaccettabile comportamento dei franchi tiratori, se certamente aiuta la discussione alla fine lascia comunque un alone di incomprensione. Non è così semplice riassorbire un trauma, perché questo e’ stato per i nostri iscritti e, forse, lo è ancora di più per i nostri elettori.
Sono iniziate in questi giorni anche una serie di riflessioni critiche in vista dell’Assemblea Nazionale di sabato 11 maggio. Ieri Bersani su l’Unita’ con il titolo “Il PD ha mancato la prova.

Ora diventi davvero un partito”. Si tratta di quello che chiedono anche gli iscritti: superare decisamente la logica della correntizzazione e della personalizzazione che ha stravolto il progetto del Partito Democratico, che doveva essere quello di un soggetto politico plurale, radicato sul territorio, basato sulla partecipazione degli iscritti e degli elettori e fondato sulla funzione nazionale e sul l’obiettivo di rinnovare il sistema politico italiano.

Finora non ci siamo riusciti.

La dinamica che ha caratterizzato il PD, imperniata sulla pratica delle primarie, non è riuscita a farlo percepire come una forza di cambiamento.

Eppure si pensava che, attraverso le primarie, potevamo affrancarci da quel “tanto sono tutti uguali” che da qualche anno domina la scena i commenti politici, nei media e tra la gente comune. Evidentemente quando la scelta politica si concentra più sulle persone che sui contenuti diventa più difficile far capire la sostanza reale delle differenze.
Per quanto riguarda il mio punto di vista sulla crisi del PD ho già detto, qui e altrove, che il problema principale è la debolezza sul piano dell’autonomia politica e culturale determinata da una eccessiva subalternità alla politica dell’immagine.

Una carenza di cultura politica che ha pesato e pesa in modo diffuso. Comunque ora siamo ad un momento davvero difficile di questa crisi di credibilità e l’Assemblea di sabato prossimo può segnare una certa volontà di recupero così come può determinare una ulteriore fase di scivolamento verso forme di abbandono o di disimpegno.
Il problema non è solo quello di dare una guida al partito dopo le dimissioni di Bersani e di discutere con quali regole si va al congresso. Per questo penso che ci sia bisogno di un segnale chiaro in direzione del rinnovamento, recuperando soprattutto la dimensione del confronto politico-culturale sul futuro dell’Italia in Europa. In tal senso non servono, anzi possono essere percepite negativamente, soluzioni anche transitorie che appaiono come il prodotto di un equilibrio volto a garantire le aree o le correnti.

E ciò è pienamente verificabile dal clima e dalle cose che si dicono nelle tante assemblee del PD che si tengono in questi giorni.

Certo, nessuno si auspica una rottura o una divisione che spacchi il partito. È giusto e necessario operare per dare uno sbocco il più possibile unitario all’Assemblea Nazionale.

Ma se ciò implica una soluzione solo di garanzia è opportuno definire subito i tempi del congresso e avviare un ampio dibattito che permetta di mettere subito sul tavolo i temi di fondo del confronto congressuale. In questa fase dobbiamo tutti avvertire il grado di preoccupazione e di critica che ci viene dal corpo vivo del partito.

Una sottovalutazione può essere esiziale per la tenuta del PD.

Fonte: Fonte: www.paolofontanelli.it
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