In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia
Domenica 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica Italiana, per il secondo anno consecutivo e con cerimonia pubblica, l’Amministrazione Comunale conferirà la cittadinanza onoraria a circa 100 fra bambini e bambine da zero a cinque anni nati da genitori di diversa nazionalità residenti nel territorio comunale.
“L’azione è del tutto simbolica – precisa il Sindaco Paolo Panattoni – e non ha alcun valore giuridico ma è importante per il messaggio che intende trasmettere: i bambini e le bambine di diversa nazionalità che crescono, giocano e studiano insieme ai figli dei sangiulianesi sono anch’essi cittadini sangiulianesi.” “Inoltre – continua Panattoni – con questo gesto il Comune di S. Giuliano, come tanti altri Comuni italiani, vuole sottolineare l’urgenza della riforma della cittadinanza che renda italiani anche per legge i figli degli immigrati.”
“Alla base di questa iniziativa – interviene anche l’Assessora alle Politiche Sociali e Vicesindaca Fortunata Dini – c’è un nuovo approccio all’integrazione che deve essere intesa come arricchimento, un vantaggio della differenza che veda i migranti come risorsa per l’economia locale e per lo sviluppo sociale e culturale della comunità e non solo come gruppi vulnerabili che necessitano di assistenza e servizi o, peggio, come una minaccia alla coesione sociale”:
“E’ per questa convinzione – conclude Fortunata Dini – che il nostro Comune è entrato a far parte del Network delle città del dialogo interculturale il cui programma è promosso dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea; si tratta di una rete di 23 città italiane con base a Reggio Emilia che collaborano e si scambiano buone prassi sui temi e sulle politiche dell’immigrazione perché per rinforzare la democrazia non esiste una sola strategia ed è fondamentale che l’integrazione avvenga con il coinvolgimento e la partecipazione delle Associazioni e di tutta la cittadinanza”.