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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Franco Marchetti SPI CGIL
Applichiamo l'art 46 della costituzione se non vogliamo un italia ancora piu povera

4/10/2013 - 19:27

Applichiamo l'art 46 della costituzione se non vogliamo un italia ancora piu povera
 
Susanna Camusso ha chiesto l'applicazione dell'articolo 46 della costituzione, il quale prevede che i lavoratori concorrano alla gestione delle aziende qualora si trovino in difficoltà,
e' una grande assunzione di responsabilità che rientra nello spirito fondamentale della carta costituzionale.

Oggi è una grande proposta che come era prevedibile viene largamente ignorata da tutta la stampa destra e sinistra, anche da questo si vede quanto siamo sudditi.
I padri costituenti di tutte le forze politiche, comunisti, socialisti, cattolici, quando scrissero e votarono tale articolo, fecero prevalere il senso dello stato ed il bene della nazione, non anteposero problemi ideologici o di parte, ma fecero un ragionamento semplice, proprio perché semplice è efficace, dicendo che qualora, ed in quel periodo eravamo nella fase della ricostituzione post bellica, ci fossero aziende o settori che andavano male, anche i lavoratori dovevano concorrere al loro salvataggio, assumendosi responsabilità in prima persona.. una grande intuizione che se fosse stata applicata oggi non avremmo settori strategici in mano a capitale straniero.
Ma sopratutto non perderemmo quel patrimonio di saperi e conoscenze accumulato in tanti anni.
Come sia possibile farlo? Anche qui si tratta di ragionare su quali siano le priorità del paese. Abbiamo la disoccupazione giovanile (18/24 anni) al 40% della forza lavoro, senza considerare che c'è una forte emigrazione dei giovani che hanno studiato perché qui non hanno futuro.

Abbiamo i salari più bassi a livello europeo, le pensioni ugualmente. Non vengono fatti investimenti in innovazione e ricerca, e tutta la nostra discussione è volta a come tagliare ulteriormente le protezioni sociali dei più bisognosi. Si dice che è la crisi e non possiamo farci niente. Sarebbe un ragionamento comprensibile anche se non condivisibile, se tutti ne subissero le conseguenze, invece vediamo che non è cosi.
Dai dati della banca mondiale, vediamo che dal 2007 ad oggi 1% della popolazione mondiale possiede 87%delle ricchezze e questi non hanno risentito della crisi ed oggi stanno migliorando i loro introiti, questo vale anche per l'Italia dove poco meno del'8% della popolazione possiede oltre il 50% di tutta la ricchezza nazionale, e questi signori oggi vedono ulteriormente migliorare i loro conti mentre i divario col il resto della popolazione si è ampliato.
Nonostante questa crisi si continua sulla solita strada, basti vedere cosa succede a Telecom o nelle siderurgia, altro settore tuttora strategico che rischia di essere venduto.
Allora se oggi avessimo ragionato con lo spirito di allora, alla FIAT, alla IRIBUS, alle acciaierie, avremmo detto ai padroni, voi non portate fabbriche strategiche fuori dal paese,ogni uno si assume la propria responsabilità e si tutela un patrimonio nazionale.

I lavoratori non chiedono di essere esodati o cassaintegrati, chiedono di essere rispettati. I giovani sono disponibili a mettersi in discussione, basta dargliene l'opportunità, nessuno vuole fare un paese di assistititi. Ma questo deve valere per tutti.
Le politiche attive sul lavoro si fanno investendo in innovazione ricerca, miglioramento delle realtà che abbiamo e scambio con gli altri paesi alla pari. Se davvero non vogliamo ritrovarsi ancora piu in fondo di quanto siamo arrivati in questi trent'anni dobbiamo davvero ed in modo deciso cambiare strada.

Per questa ragione la proposta della CGIL unitamente al piano per il lavoro ha un grande valore, perchè si pone una alternativa , e non da ora,  alla deriva a cui sta andando il nostro paese.
Ogni giorno leggiamo sui giornali, ma lo vediamo anche nel nostro territorio, con la distribuzione dei pacchi di prima necessita o la richiesta di aiuto che viene rivolta ai centri umanitari come la caritas. Il grande impegno e grido di dolore che viene da chi è impegnato in prima persona con le difficoltà delle persone, e non mancano mai le dichiarazioni di sostegno anche da parte di chi potrebbe fare qualcosa. Ecco ora è proprio il momento che deve essere fatto qualcosa, non possiamo fermarci a contare quante e chi sono le persone che chiedono aiuto. Ma a queste persone dobbiamo dargli una speranza, ma non nella vita futura, adesso.

E adesso è possibile farlo e gli strumenti democratici ci sono, basta volerlo, è un problema di scelte. Se ora come nel 1946 la priorità sono le persone e la ricostruzione del paese, allora possiamo uscire da questa crisi, se invece a prevalere sono gli interessi di pochi, il futuro è davvero ancora piu grigio, comunque noi non ci rassegniamo.
 

 
Franco Marchetti

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