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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Saltare è un po' come volare
Le Madamadorè

15/12/2013 - 16:20

“Quante volte, nell'esistenza quotidiana, abbiamo il coraggio di staccare metaforicamente i piedi da terra? Riflettere sul salto rappresenta un ottimo punto di vista per riflettere sulle nostre azioni nella vita di tutti i giorni. Già, perché il salto, oltre a costituire concretamente il movimento tramite cui ci si stacca da terra, per estensione e metaforicamente può anche essere considerato come il simbolo di una variazione, un repentino cambio di idea, un'improvvisa mutazione”
 
Trovo questa frase gironzolando sul web e ed è stranamente in sintonia con quello che sto rimuginando. Penso a quanto bisogno avremmo di staccare i piedi da terra, come comunità e anche come popolo. Penso a quanto bisogno c'è di una politica che stacchi i piedi da terra. Piedi troppo ingessati e bloccati in un mare di necessità, di continue emergenze, di mancanza di alternative.
Staccare i piedi da terra, nel mio rimuginare vuol dire progettare, pensare al futuro, averne una visione, immaginarlo.
Saltare da un fare solo per fronteggiare, saltare da una fase che sembra solo capace di mettere cerotti, per approdare ad una fase che oltre ai cerotti pensa anche a qualcosa di più.
Per saltare e staccare i piedi da terra serve coraggio, assumersi dei rischi, serve uno slancio, che sembra che abbiamo perduto.


Di certo è più facile rimanere fermi, magari in bilico tra ciò che vogliamo e ciò che abbiamo, tra ciò che pensiamo di essere e ciò che siamo realmente. La nostra rassicurante quotidianità, intesa come abitudine è la maggior nemica del coraggio; la voglia di cambiare che talvolta è tanta da smorzare il respiro, viene facilmente messa a tacere nel nido della staticità, mediocre, ma sicuro. E così rinunciamo e ogni volta perdiamo un pezzo di noi stessi.

Da sempre ci insegnano ad avere paura, le cose da non fare perché pericolose, quante volte sento me stessa ripetere: non farlo, non andare, non correre, non saltare è pericoloso.

Il seme della paura viene impiantato prima di quello della libertà. Perché è più facile insegnare una paura, che dare le radici di un valore in cui credere ed è più comodo, in quanto una persona impaurita è più facilmente controllabile.


E nel bailamme di questi pensieri prende piede una languida frustrazione, legata ad una muta rassegnazione: ormai è andata così. Vorrei riuscire a staccare i piedi da terra ed essere anche solo per un attimo come mi immagino guardandomi da fuori, ma ancora una volta mi perdo dentro a tutti i miei farò, sarò, cambierò e rimango qui...forse salterei, se fossi sicura che nel caso di rovinosa caduta verso terra, mi succedesse come nei sogni: mi sveglio un attimo prima di toccare il suolo, così ho provato l'ebrezza del salto e del volo, senza aver rischiato nulla.
Non funziona così, il rischio c'è sempre e comunque.


A volte staccare i piedi da terra può essere necessario per ridare quel senso alla vita che solo uno sguardo più attento e coraggioso verso il cielo può donare. L’importante è partire, muoversi, un po’ come nel salto che, specie se il muro da cui si salta è troppo alto, richiede coraggio, ardire per spiccare il volo, ma una volta che ci si è riusciti si è soddisfatti. L’importante, forse, è saper di poter contare su dei punti fermi , su cui saldare e ancorare la tua vita, qualunque cosa succeda.
 
Ps. ognuno nel suo piccolo può staccare i piedi da terra e compiere un salto verso un sé ignoto. Anche questa avventura delle Madamadorè rappresenta un piccolo salto, che ci porta a conoscere parti di noi che erano nascoste, che ci porta a condividere pensieri e sensazioni con le tante persone che leggono la Voce. Questa poesia ne è un esempio, non è trovata sul web, è stata scritta da una Madamadorè: Lara.


Cammino avanti e indietro, sul filo dei pensieri
incerta se mirare il cielo o il precipizio
la tentazione forte è di guardare giù
perdendomi in un buio, profondo sempre più
Ma poi dal cuore arriva un guizzo di coraggio
mi estendo verso il cielo, salto
e comincia un nuovo viaggio
 
 
 

 
 

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21/12/2013 - 22:23

AUTORE:
Mauro Parducci

Una poesia, una riflessione profonda, toccante, vera.
Dai facciamoci coraggio e cominciamo a saltare, a staccare i piedi da terra per diventare il futuro che vogliamo immaginare.

16/12/2013 - 20:14

AUTORE:
Spes

Sento invece elucubrazioni, grida, offese e polemiche. Per fare un salto di qualità bisogna in primis crescere, e non solo di altezza...ma rinunciare e lamentarsi è sempre stato più facile!