Nella prestigiosa Sala Gronchi del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, il 20 ottobre alle ore 16, avrà luogo la cerimonia di premiazione della dodicesima edizione del concorso artistico-letterario "Area Protetta", organizzato da MdS Editore, Associazione La Voce del Serchio e Unicoop Firenze Sezione Soci Valdiserchio-Versilia.
“Quante volte, nell'esistenza quotidiana, abbiamo il coraggio di staccare metaforicamente i piedi da terra? Riflettere sul salto rappresenta un ottimo punto di vista per riflettere sulle nostre azioni nella vita di tutti i giorni. Già, perché il salto, oltre a costituire concretamente il movimento tramite cui ci si stacca da terra, per estensione e metaforicamente può anche essere considerato come il simbolo di una variazione, un repentino cambio di idea, un'improvvisa mutazione”
Trovo questa frase gironzolando sul web e ed è stranamente in sintonia con quello che sto rimuginando. Penso a quanto bisogno avremmo di staccare i piedi da terra, come comunità e anche come popolo. Penso a quanto bisogno c'è di una politica che stacchi i piedi da terra. Piedi troppo ingessati e bloccati in un mare di necessità, di continue emergenze, di mancanza di alternative.
Staccare i piedi da terra, nel mio rimuginare vuol dire progettare, pensare al futuro, averne una visione, immaginarlo.
Saltare da un fare solo per fronteggiare, saltare da una fase che sembra solo capace di mettere cerotti, per approdare ad una fase che oltre ai cerotti pensa anche a qualcosa di più.
Per saltare e staccare i piedi da terra serve coraggio, assumersi dei rischi, serve uno slancio, che sembra che abbiamo perduto.
Di certo è più facile rimanere fermi, magari in bilico tra ciò che vogliamo e ciò che abbiamo, tra ciò che pensiamo di essere e ciò che siamo realmente. La nostra rassicurante quotidianità, intesa come abitudine è la maggior nemica del coraggio; la voglia di cambiare che talvolta è tanta da smorzare il respiro, viene facilmente messa a tacere nel nido della staticità, mediocre, ma sicuro. E così rinunciamo e ogni volta perdiamo un pezzo di noi stessi.
Da sempre ci insegnano ad avere paura, le cose da non fare perché pericolose, quante volte sento me stessa ripetere: non farlo, non andare, non correre, non saltare è pericoloso.
Il seme della paura viene impiantato prima di quello della libertà. Perché è più facile insegnare una paura, che dare le radici di un valore in cui credere ed è più comodo, in quanto una persona impaurita è più facilmente controllabile.
E nel bailamme di questi pensieri prende piede una languida frustrazione, legata ad una muta rassegnazione: ormai è andata così. Vorrei riuscire a staccare i piedi da terra ed essere anche solo per un attimo come mi immagino guardandomi da fuori, ma ancora una volta mi perdo dentro a tutti i miei farò, sarò, cambierò e rimango qui...forse salterei, se fossi sicura che nel caso di rovinosa caduta verso terra, mi succedesse come nei sogni: mi sveglio un attimo prima di toccare il suolo, così ho provato l'ebrezza del salto e del volo, senza aver rischiato nulla.
Non funziona così, il rischio c'è sempre e comunque.
A volte staccare i piedi da terra può essere necessario per ridare quel senso alla vita che solo uno sguardo più attento e coraggioso verso il cielo può donare. L’importante è partire, muoversi, un po’ come nel salto che, specie se il muro da cui si salta è troppo alto, richiede coraggio, ardire per spiccare il volo, ma una volta che ci si è riusciti si è soddisfatti. L’importante, forse, è saper di poter contare su dei punti fermi , su cui saldare e ancorare la tua vita, qualunque cosa succeda.
Ps. ognuno nel suo piccolo può staccare i piedi da terra e compiere un salto verso un sé ignoto. Anche questa avventura delle Madamadorè rappresenta un piccolo salto, che ci porta a conoscere parti di noi che erano nascoste, che ci porta a condividere pensieri e sensazioni con le tante persone che leggono la Voce. Questa poesia ne è un esempio, non è trovata sul web, è stata scritta da una Madamadorè: Lara.
Cammino avanti e indietro, sul filo dei pensieri
incerta se mirare il cielo o il precipizio
la tentazione forte è di guardare giù
perdendomi in un buio, profondo sempre più
Ma poi dal cuore arriva un guizzo di coraggio
mi estendo verso il cielo, salto
e comincia un nuovo viaggio