Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
Giornata di contrasto e prevenzione alla violenza maschile sulle donne.
VECCHIANO - Siamo a dicembre...ma credo che sia proprio questo il momentoo giusto per parlare di Marina di Vecchiano, ora che non c' è l'urgenza di arrivare al mare, e ora che i vancazieri non premono, perchè distratti da altri interessi.
Il punto. L'attuale organizzazione dell'arenile risale a molti anni fa. Tutta la spiaggia appartiene al Comune di Vecchiano ed è lunga circa quattro chilometri. Durante il periodo estivo, circa due chilometri di arenile vengono attrezzati con sdraie e ombrelloni. La gestione della spiaggia e delle strutture ricettive (le famose "Oasi", tre in tutto, anch'esse di proprietà del Comune) viene affidata periodicamente a privati da parte dell'amministrazione, a seguito di un bando di gara. Due delle "Oasi" dispongono anche di parcheggi coperti, gestiti in modo diretto, mentre il resto dei posti macchina (circa 1200 posti) viene gestito da una società di Pisa, che ha avuto l'incarico dal Comune.
Cosa non va. Dirò subito che l'attuale assetto della spiaggia non mi covince. Per due ragioni.
La prima è che "manca" il parco. Quando si imbocca la via del Mare (dove grosso modo inizia il parco), in realtà non abbiamo l'impressione di trovarci in un'area protetta. Le auto viaggiano a tutta velocità, entrano ed escono quando vogliono, senza alcuna regolamentazione; lungo l'arenile si fa quello che si vuole, nonostante la legge preveda, ad esempio, il parcheggio soltanto dall'una di notte alle sei di mattina; tralascio la triste vicenda della sponda destra del Serchio, per decenni occupata abusivamente e solo di recente parzialmente risolta grazie all'intervento della magistratura..
La seconda ragione per cui non mi piace l'attuale assetto di Marina di Vecchiano, è perchè si tratta di un modello di gestione degli anni '60, ormai largamente superato dai tempi. Si tratta del classico modello alla viareggina, con gli ombrelloni collocati in buon ordine, le spiagge sempre lisciate, il mare prospiciente vietato a chi non affitta almeno una sdraia. C'è persino una piccola rotonda sul mare, che fa tanto Fred Bongusto. Certo per quell'epoca questo assetto fu quasi "rivoluzionario", basti dire soltanto che venne deciso di lasciare due chilometri di spiaggia libera, e di salvaguardare tutte le dune. Ma oggi, credo che sia giunto il momento per fare qualcosa di più, per eliminare la discriminazione tra i cittadini, che implica l'attuale modello di gestione.Mi spiego. Con questa organizzazione, attualmente, una parte della spiaggia (i primi due chilometri, proprio quelli di fronte ai parcheggi) è accessibile soltanto a coloro che prendono in affitto almeno un ombrellone, e quindi di fatto devono pagare una onerosa a tassa di accesso. Come è noto, infatti, per legge, sulla spiagge date in concessione, coloro che non sono clienti dei bagni, possono solo passeggiare lungo la battigia, ma non possono sostare. Pertanto chi non possiede adeguate risorse economiche deve per forza andare sulla spiaggia libera, (tra l'altro la più scomoda, perchà lontana dai parcheggi) che è così diventata una sorta di spiaggia per i poveri, una specie di "terza classe", come esisteva sui treni tanti anni fa.
Credo che questa discriminazione basata sul censo nell'uso della spiaggia sia intollerabile all'interno di un Parco nato, è bene ricordarlo, per finalità certamente ambientali, ma soprattutto sociali (come dice la legge istitutiva), e quindi rivolto alla crescita di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione
La mia proposta - Ritengo che sia possibile una gestione alternativa. Di seguito illustro la mia proposta, suddivisa per punti.
1) Spiaggia libera - L'intero arenile dovrebbe avere le caratteristiche di una spaggia libera. Niente più bagni privati ma una spiaggia accessibile a tutti allo stesso modo. Le tre oasi dovrebbero solo garantire il servizio di ristorazione ed eventualmente fornire (a chi li chiede) gli ombrelloni a noleggio.
2) Introiti - Gli introiti del Comune non dovrebbero derivare dall'affito delle Oasi (o almeno solo in piccola parte), ma soprattutto dai parcheggi. Anzi, più precisamente dovrebbe essere istituito un ticket di accesso al Parco, comprensivo anche della possibilità di sostare. Questo anche per una questione educatva, e cioè per far capire ai frequentatori che si entra in un luogo protetto, il cui mantenimento ha un costo per la collettività. Naturalmente dovrebbe essere mantenuto un costo differenziato tra i residenti e i vacanzieri esterni, e questo in ragione del fatto che i residenti, all'epoca, rinunciarono a uno sviluppo economico, in cambio della savaguardia del territorio.
3) Rispetto della legge - Deve essere rispettata l'attuale legge del parco che impone il divieto di sosta lungo l'arenile dall'una di notte alle sei di mattina, e questo per consentire agli animali di avvicinarsi alla spiaggia. Deve essere rispettata anche la legge che vieta le luci e la musica ad alto volume, anche per impedire le feste notturne che vengono organizzate da alcuni locali in modo abusivo.
4) Parcheggi - Per quanto riguarda i parcheggi, dovrebbe essere stabilita una quota massima di posti, confermando quelli già esistenti (i posti macchina a disposizione sono cica 1200), impedendo però l'ingresso alle auto che sono in numero superiore. Adesso molte auto entrano lo stesso, come una specie di assalto alla diligenza, anche se non ci sono più posti, creando grossi problemi di transito e sicurezza. Ecco, quando nel periodo estivo si raggiunge questo tetto, le auto dovrebbero essere bloccate all'altezza di case di Marina e fatte tornare indietro. Anche in questo caso bisognerebbe dare la prelazone di accesso ai residenti, che altrimenti rischiano di essere espropriati del loro mare (e soluzioni tecniche esistono, e sono facilmente attuabili).
5) Chiusura invernale - Nel periodo in cui non c'è la stagione del mare, diciamo da ottobre a maggio, l'accesso alla via del Mare dovrebbe essere chiuso all'altezza di Case di Marina (dove c'è il primo parcheggio) e andrebbe consentito solo il sabato e la domenica. In ogni caso resterebbe sempre la possibilità di arrivare a Marina di Vecchiano in qualsiasi momento passando dal percorso pedonale lungo il fiume. Questo con lo scopo di ridare respiro al parco, e dare modo alle persone di vedere come era questo pezzo di costa tanti anni fa. Non è una scelta da estremisti "verdi", ma un'operazione di carattere culturale, per dare modo anche alle nuove generazioni di riscoprire una Toscana che non c'è più.
6) Percorso ciclabile - Infine bisognerebbe aprire - il durante il periodo estivo - una pista ciclabile che, dalla fine del viale dei Pini, sbuchi direttamente al Mare, attraverso la pineta. Questo anche per dare un'alterntiva alle auto nei momenti di massima affuenza, e quando i parcheggi sono esauriti. La cosa è facilmente realizzabile perchè si potrebbe usufruire di finanziamenti regionali per la riduzione dell'uso delle auto nei parchi. La proposta - a suo tempo - era già in fase avanzata, poi è tutto naufragato per ostacoli di varia natura.
Paolo Magli
direttore de La Voce del Serchio