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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Comunicato stampa comitato "In difesa di San Rossore"
Anche il Comitato “Salviamo San Rossore” fa sentire la propria voce

17/8/2014 - 8:03

Anche il Comitato “Salviamo San Rossore” fa sentire la propria voce


Nei giorni occupati dal maxi-raduno degli scout a San Rossore e in quelli successivi, la stampa locale, ma non solo, ha dedicato all’evento e ai suoi protagonisti – gli scout, le rappresentanze delle varie istituzioni politiche, religiose, delle forze dell’ordine, eccetera – molto spazio, privando i lettori di informazioni da parte di coloro che, definiti “ambientalisti”, avevano paventato danni al patrimonio naturale della Tenuta, in considerazione del grande numero dei partecipanti, delle strutture realizzate (tende, bagni, docce, lavabi, tubazioni, pozzetti, tenso-strutture, palchi, eccetera), del luogo scelto  (i 74 ettari di praterie termo-xeriche mediterranee tra Cascine Nuove e Cascine Vecchie), ricco di biodiversità vegetale ed animale, compresi i numerosissimi  gruccioni e  la popolazione dell’importante Lycosa tarantula, ragno terricolo presente solo in quella zona.

Non ci è stato possibile fino ad oggi -  e non lo sarà fino al 24 agosto, per un’ordinanza del direttore del Parco, datata 23 luglio 2014 - verificare con indagini sul campo i possibili danni e le conseguenze dell’impatto antropico su questa parte della Tenuta.

Solo dopo tale data potremo fornire un quadro sufficientemente definito di quanto accaduto su basi scientifiche, ma anche riferendoci alle sole documentazioni fotografiche messe in rete, aeree e non, possiamo anticipare che le dichiarazioni magniloquenti e trionfalistiche fatte dal direttore e dal presidente del Parco sembrano fuori luogo.

Sorprende che questa Dirigenza, sulla base di due poiane in volo durante la grande messa domenicale e della occasionale presenza di qualche daino incuriosito o “affamato”, possa dire che la natura di San Rossore non “si è accorta di nulla”: non si riesce a capire come tali affermazioni, ascientifiche e superficiali, possano essere state espresse da persone con un ruolo tecnico specifico, dimenticando l’incontrovertibile impatto che oltre trentamila persone e diecimila tende e decine di giorni di lavori preparatori hanno avuto con il terreno, con la vegetazione e le sue componenti floristiche, con le decine di nidi di gruccioni e di conigli presenti, con la già richiamata popolazione di Lycosa e con la microfauna del sito, che nell’insieme rappresentano un biòtopo unico nel Parco. Aggiungiamo che in un libretto distribuito a tutti i partecipanti, un decalogo dettato dal Direttore e dal Presidente del Parco consigliava norme di comportamento, tra le quali il  parlare a bassa voce per non disturbare gli animali. Risibile (e ipocrita) invito, sapendo dal programma che sarebbero stati organizzati almeno due grandi concerti notturni che, come è possibile verificare in rete, sono andati ben oltre i decibel consentiti, in deroga alle norme previste dal Regolamento del Parco.
Al di là dei danni ambientali, emerge una forte preoccupazione derivante dalle dichiarazioni pubbliche più volte espresse dai dirigenti, dagli amministratori e dai politici sul proscenio della Route, secondo le quali San Rossore sarebbe il luogo ideale per ulteriori manifestazioni di massa (come avevamo sin dall’inizio di questa vicenda ipotizzato e temuto), trasformando di fatto un’Area protetta in un parco pubblico, cancellando le finalità per le quali il Parco naturale regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli è stato istituito.
Con l’impegno di fornire indicazioni esaurienti non appena completate le indagini, i cui risultati saranno oggetto di un “Libro bianco”, invitiamo tutti gli organi di stampa in indirizzo a pubblicare questa nota sul dopo Route Agesci, convinti che anche la voce di scienziati, naturalisti, ambientalisti e cittadini che avevano manifestato il loro dissenso sul luogo scelto per la manifestazione, abbia diritto ad essere ascoltata.


Fabio Garbari
Alessando Spinelli
Mauro Nozzolini

Fonte: Foto red. del pomeriggio del 15 Agosto c.a
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20/8/2014 - 16:47

AUTORE:
Lara

Dissentire senza incatenarsi è diventato ipocrisia? Per me l'ipocrisia è quella che fa parlare in un modo e ti fa razzolare in un altro. E' quella cosa stupida che ti spinge a dire una cosa e poi farne un'altra. Dissentire in qualsiasi modo, è più che legittimo ed in tanti lo hanno fatto prima, durante e dopo questo raduno, rammarica il fatto che non tutti se ne siano accorti, forse presi dalla bellezza dell'evento. La preoccupazione più grande oggi, una volta contati i danni, è l'aver sfondato una porta verso qualsiasi altro tipo di manifestazione, in un luogo nato per essere protetto e non violato. Chissà cosa avrebbe risposto o risponderà la Dirigenza ad un'eventuale richiesta di un mega concerto o di un Gay Pryde......la porta è ormai aperta e per un principio d'equità, chiunque potrà volerla varcare!

17/8/2014 - 18:17

AUTORE:
Alessio Niccolai

Purtroppo - caro concittadino - in itinere (o, se preferisci, in corso d'opera) c'è l'attitudine a sopprimere i dibattiti (come già detto altrove, non è stato del tutto il caso di questo giornale) e a volgere le proprie attenzione al potere costituito nel suo esercizio di auto-magnificazione (fiato alle trombe).
Qualche «ambientalista» si sarebbe dovuto incatenare? La collettività, i territori e la società civile avevano già espresso il loro «niet» alla cosa e avrebbe dovuto essere più che sufficiente: di martiri che si immolino per una pur giusta causa non c'è bisogno. Prima o poi però sarà esibito un conto salatissimo dall'oste: a quel punto qualcuno pagherà profumatamente.

17/8/2014 - 10:39

AUTORE:
pisano

Un forte rumore assordante c'e' stato al momento che e' stato deciso questo maxi raduno a mio avviso tra i piu' belli d' Italia.
Successivamente la protesta si e' affievolita come ad assecondare l' evento..
Perche'?
Non ho visto nessun ambientalista legato alla sbarra d'ingresso alla tenuta al momento di innalzare il dissenso......
Poi quando l'evento e' terminato, allora si riparte con il denunciare tutte queste belle cosine che avete pubblicato..
Io un giudizio me lo sono dato!!