Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
La storia di Pisa non è proprietà di Forza Italia
“Pisa con la sua torre pendente, il suo Duomo che somiglia a quello di Santa Sofia, mi dà l’idea d’una città orientale”- Byron, 1821
Leggiamo che per Forza Italia il fatto che una moschea sorga nelle vicinanze di piazza dei Miracoli significa”svalutare la nostra storia e i nostri luoghi di culto e di cultura”. Ma di quale storia stanno parlando? La storia di quella piazza e della sua cattedrale, nata da quello straordinario crogiolo che era il Mediterraneo dell'XI-XII secolo, mescolando insieme lo stile europeo, quello islamico, quello bizantino e anche quello armeno? La storia che è iscritta in tutte le altre chiese della città, nei bacini islamici di ceramica che hanno eguali in poche altre città europee? Oppure la storia di Fibonacci, che iniziò a studiare matematica in Algeria? Questa è la storia della nostra città, che da sempre è un intreccio inestricabile di culture e di tradizioni, che ancora oggi continua ad essere un luogo di accoglienza e integrazione, anche grazie alla sua importante università e ai suoi luoghi di eccellenza accademica.
Non si tratta solo di ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, l'articolo 8 della costituzione che sancisce la libertà e l'uguaglianza di tutte le confessioni religiose davanti alla legge. Si tratta di preservare l'identità profonda della nostra città. Proprio in un momento come questo, in cui torna la minaccia dell'integralismo e sul Mediterraneo e in Medio Oriente soffiano venti di guerra, si deve valorizzare la presenza a Pisa di una comunità islamica rispettosa delle leggi e delle differenze tra persone di fede diversa, e che quindi merita lo stesso rispetto. Agitare lo spettro del fondamentalismo islamico significa fare il gioco dei fondamentalisti, lasciarci trascinare sul terreno dello scontro tra culture e identità non può che alimentare la spirale dell'emarginazione, della guerra e del terrorismo.
In un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando diviene facile per le forze populiste e razziste conquistare consensi additando un nemico, come dimostrano i pericolosi consensi ricevuti da movimenti xenofobi e nazionalisti in tutta Europa.
Il dovere di tutte le forze politiche democratiche è quello di ribadire che Pisa vuole essere una città di Pace e di cultura della Pace, un ponte tra le complesse identità del Mediterraneo e dell'Europa.
Francesco Cecchetti, Coordinatore Provinciale Sel Pisa
Paolo Fornai, Coordinatore Comunale Sel Pisa
-- Sinistra Ecologia Libertà - Pisa