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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
. . . quanto ad essere informato, sicuramente lo sono .....
Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
da SGT, Alessio Pierotti
Il ritorno alla lira? no grazie: siamo già sufficientemente poveri

13/12/2014 - 17:09

IL RITORNO ALLA LIRA ? NO GRAZIE: 
SIAMO GIA’ SUFFICIENTEMENTE POVERI


L’Italia fuori dall’euro è un motivo molto caro a Grillo.

Nel suo blog Grillo, l’anno scorso, Grillo scriveva: “Ci vuole per forza, dopo cinque lunghi anni, la svalutazione monetaria, la Banca Centrale emettendo più moneta la svaluta, le esportazioni aumentano e con loro aumentano i posti di lavoro, diminuendo la disoccupazione, i lavoratori con i loro salari potranno riacquistare beni di consumo dal paniere, aumentare il PIL e far tornare a crescere il Paese”.

La tesi di Grillo quindi, e di tutti quelli che come lui auspicano il ritorno alla vecchia lira, è semplice: tornando padroni della nostra moneta possiamo monetizziamo il debito a avviare politiche di svalutazione competitiva per stimolare la domanda dei nostri beni da parte dei mercati esteri.
Una tesi che in questi momenti di crisi può affascinare ma che presenta non pochi problemi. Il primo è di natura tecnica: nella Costituzione Europea non sono infatti indicati meccanismi legali per abbandonare l’euro.

Questo non significa ovviamente che sia impossibile uscire dalla moneta unica: significa però che questa uscita è un’avventura in una terra a dir poco misteriosa la cui traversata può durare diversi anni.  Un’avventura che probabilmente ci porterebbe fuori dall’Unione Europea, con l’abbandono quindi di tutti quei trattati che permettono oggi la libera circolazione delle merci, dei capitali e delle persone.
Ma mettiamo anche di volerci imbarcare in questa avventura: sia sicuri che poi la prevista svalutazione della lira sia veramente un vantaggio ? Secondo alcuni studi, la lira si svaluterebbe subito dal 30 al 50% rispetto all’euro.

Questo potrebbe darci sicuramente un guadagno di competitività dei nostri prodotti ma innescherebbe ben presto quella spirale svalutazione/inflazione che già conosciamo e che avrebbe conseguenze difficilmente immaginabili. Inoltre difficilmente gli altri paesi accetterebbero volentieri la nostra concorrenza: penso che non sia molto lontano dalla realtà pensare all’imposizione da parte di questi stati di pesanti tariffe doganali alle nostre merci per compensarne i prezzi più bassi. Ricordiamoci che, ad esempio, l’Italia quanto dipende per il suo fabbisogno energetico dall’estero: vi immaginate l’impatto della svalutazione della nostra moneta sulle bollette? E le conseguenze della svalutazione sulle attività produttive che hanno debiti verso banche straniere o che devono comprare all’estero materie prime (oltre che dipenderne energeticamente) ?
Il ritorno alla lira ridurrebbe il potere di acquisto delle famiglie italiane in maniera drammatica: secondo uno studio dell’Unione Banche Svizzere la perdita media di reddito per cittadino sarebbe stimabile in 9.500-11.500 euro. Dato che il reddito pro-capite degli italiani è circa 23.000 euro (!), l’unica strada sarebbe quella di portare i pochi risparmi che ci restano nel più vicino paese dell’area euro…prima ovviamente che questo metta dazi !
Quanto allo Stato….Tutti i titoli di debito pubblico oggi sono logicamente in euro. Se tornassimo alla lira lo Stato avrebbe due scelte: convertire tutti questi titoli in lire oppure lasciarli in euro. Quest’ultima ipotesi sarebbe un’operazione di masochismo puro: considerando una svalutazione del 50% e facendo una semplificazione, il nostro debito raddoppierebbe ! L’unica ipotesi reale sarebbe la conversione dell’intero debito in lire: cosa che porterebbe a lunghe contrattazioni e contenziosi infiniti con la sicura rivalutazione del debito per compensare la svalutazione.

Convertire i debiti contratti in una valuta forte, l’euro, in una più debole, la lira, significa di fatto non pagarne una parte (sempre considerando una svalutazione del 50% e sempre semplificando per intenderci, accettereste voi di ridurre di fatto della metà il debito che altri hanno con voi ?). M’immagino la fuga degli investitori  le difficoltà che avremmo a trovare, per anni e anni, finanziamenti.
Il riappropriarci della sovranità monetaria e la ‘monetizzazione’ del debito pubblico significherebbe forzare la Banca nazionale a comprare titoli pubblici. Potrebbe essere una via, ma ci sono dei ma. L’aumento della moneta circolante finisce infatti, prima o poi, per determinare l’inflazione; inoltre il ruolo di calmiere, diciamo così, della Banca nazionale sul debito pubblico potrebbe suggerire a qualche governo politiche disinvolte con una scarsa attenzione a questo debito….tanto può costringere la Banca a comprare titoli pubblici !
Il vero problema non è l’euro: questa è una visione populistica. L’euro non è un progetto economico: è un progetto politico ! L’euro doveva servire per forzare i paesi europei ad una maggiore integrazione fiscale necessaria a rendere più ‘omogenee’ le economie: un progetto che purtroppo, anche a causa della crisi e delle cattive scelte fatte per affrontarla, è rimasto sospeso. Il problema non è il nome della moneta (euro, lira, sesterzio…) ma la politica economica dell’Europa: dobbiamo lavorare per un cambiamento di cultura che porti al centro della discussione la sostenibilità finanziaria delle politiche fiscali, economiche e del welfare.

Dobbiamo attivare strumenti che aumentino la nostra capacità di concorrere e la nostra competitività sui mercati e che riducano – almeno in certi settori- il ruolo dello Stato, con regole più semplici e semplificando i processi burocratici. 

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6/1/2015 - 13:23

AUTORE:
Nonna Befana

Da Euro a Lira . . . non c'è Felicità . . . figuriamoci . . .
ulteriore . . . povertà . . .

4/1/2015 - 16:15

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

....non sarebbe meglio provare a svalutarlo? Pensate ai benefici economici ed ai posti di lavoro che ne scaturirebbero.
Ho detto una bestialità?

4/1/2015 - 12:12

AUTORE:
Alessio Niccolai

Al correttore su cell non piace la parola "rating" che diventa "rafting"... meglio così: stanno sulle scatole anche lui le agenzie!

4/1/2015 - 11:23

AUTORE:
Ultimo.

............. all'economia quel poco o tanto che riguarda i miei interessi ..... e non ho la pretesa di sbandierare competenza macroeconomica, come molti nel forum, mi preoccupo.
Mi preoccupa l'incapacità di sapersi rimboccare le maniche e di affrontare i problemi guardandoli negli occhi senza paure ........ con il coraggio e la forza degli onesti.
Mi preoccupa l'ostentazione del sapere anche l'ignoto ....... e quel piangersi addosso dondolando la testa.
Mi preoccupa l'abitudine di molti di criticare tutto e tutti per partito preso ......... quel voler trovare sbagliato anche quello che è giusto. Mi preoccupa l'arrendevolezza ......... perchè non risolve niente. .......... Ultimo.

4/1/2015 - 9:22

AUTORE:
man in black

le agenzie di rafting non declassano i titoli finanziari, semmai i gommoni inaffondabili che nei corsi d'acqua impetuosi, scendono a valle

4/1/2015 - 8:28

AUTORE:
Gianni

Fra poco arriverete a capire qual'è il vero male del nostro Paese, altro che uscita dall'euro ed altre amenità: il problema è la giustizia che non funziona, forse per un eccesso di tutela democratica dell'individuo. Volete togliere gli stipendi d'oro? Fate una legge in tal senso e subito si innescherà una serie di denunce e si comincerà a parlare di incostituzionalità, di diritti acquisiti, etc.. Arrestiamo veramente chi delinque e facciamolo lavorare gratis per la comunità che ha danneggiato, licenziamo chi fa il furbetto con i certificati, medici compresi, ripristiniamo il carcere di Pianosa e mettiamoci dentro tutti i mafiosi e camorristi a zappare la terra e a pascolare capre. Instauriamo una sana "dittatura democratica", mi si consenta l'ossimoro, che tout-court tolga i vitalizi a chi ha fatto una legislatura, impedisca ai magistrati di fare i politici, si faccia restituire le liquidazioni milionarie da chi ha condotto, e male, le varie aziende,....ne volete ancora? E che questa dittatura sia di destra o di sinistra poco importa, l'importante è che si attui.

3/1/2015 - 21:18

AUTORE:
Alessio Niccolai

La tua lettura Walter - per quanto interessante ed in parte realistica - affronta la questione soltanto in superficie, dimentica del fatto che il denaro non vive di vita propria.
La cosa terrificante è che ad aver compreso l'analisi marxista e ad averne fatto un uso strumentale, sono proprio i grandi capitalisti, anziché le avanguardie delle masse popolari: in Confindustria anche l'ultimo baucco sa che - per farla breve - la massa di moneta da produrre è un - e sottolineo "un" - corrispettivo di tutte le ore di lavoro salariato conferite nell'intera produzione nazionale.
Il problema è semmai capire quanta di quella rappresentazione di lavoro (in termini percentuali) finisca effettivamente nelle tasche dei lavoratori ma, soprattutto, secondo quale schema di redistribuzione.
A livello planetario e per effetto di intricatissimi meccanismi finanziari oggi quella percentuale si attesta mediamente sull'1%: il che può significare che - almeno fino all'entrata in vigore dei dispositivi del Jobs Act in ragione dei quali si ridurranno sensibilmente i valori presunti - in Italia questo ammontare - corrispondente alla parte del frutto del lavoro di cui i lavoratori si riappropriano - può attestarsi tra il 5 ed il 10%.
Diminuendo la quantità di moneta in circolazione e costruendo meccanismi fiscali che comprimono il lavoro salariato e una parte del profitto commerciale, poiché tutti i prodotti finanziari derivati in qualche modo sono collegati ai debiti sovrani, il profitto finanziario si riduce in termini assoluti, ma in termini relativi aumenta in modo esponenziale.
Se ci sono 100 monete in circolazione e ne detengo staticamente 25, mi basterà che qualcuno ne trattenga una cinquantina in qualsiasi modo perché il mio potere d'acquisto raddoppi senza che ne abbia incamerata una di più.
Non so se è chiaro! Se poi le agenzie di rafting declassano ma nessun prodotto finanziario è collegato ai debiti sovrani, i Parlamenti possono continuare ad esercitare la loro funzione, anziché trasferirla nelle segrete di qualche CdA...

3/1/2015 - 20:22

AUTORE:
XXXL

Il tutto era partito da li!
Il "famoso" Valentini era "accusato" di vendere lo stesso cavolo dell'anno prima anzichè a millelire lo vendeva a lire 1936,270.
Quindi filiera o filo corto oppure lungo come è stato scritto: che per tirar fuori mille euri al mese lui era ed è li nel campo da mane a sera e...
..e quanto più lo allungate il brodo, più date ragione all'Ultimo.

3/1/2015 - 18:58

AUTORE:
Walter

La crisi del dollaro è stata deviata ed è diventata la crisi dell'euro.
La produzione di dollari della Fed, stampando moneta, è sempre stato un problema americano. Gli Stati Uniti ogni anno avevano bisogno di oltre 400 miliardi di dollari per finanziare le loro guerre, il loro impero sui paesi e sulla finanza del mondo. Con il tempo si è persa fiducia per la moneta americana, perché il dollaro non era più garantito e i paesi esportatori di materie prime, come la Russia, non accettavano più il dollaro in pagamento delle loro merci e preferivano l’euro sul dollaro causando disaffezione verso gli Stati Uniti. Per evitare questa disaffezione è stata creata la crisi dell'euro: hanno fatto annunciare dalle loro banche e dalle agenzie di rating, che esiste una crisi nei paesi dell'euro provocata dal debito dei paesi indebitati nell'area dell'euro (Grecia, Irlanda, Portogallo ecc). In questo modo hanno potuto stornare l'attenzione dalla crisi del dollaro. La crisi dell'euro adesso si trova al centro dei problemi finanziari e lo scenario della crisi si è spostato dagli Stati Uniti all'Europa.

3/1/2015 - 18:44

AUTORE:
Alessio Niccolai

L'Euro è il simbolo di una sovranità politica, economica e monetaria svenduta agli interessi di pochi, è la rappresentazione di un sistema che nessuno ha richiesto e in favore del quale nessuno ha espresso un consenso.
Lo si utilizza per degradare popoli e territori, anziché per valorizzarli, per distruggere un tessuto sociale anziché per rafforzarlo, per ridurre la democrazia a un colabrodo e per trasformare gli stati in bancomat della finanza creativa: ha voglia il Valentini di stare nel campo, se non esistono prescrizioni a favore della filiera corta!

3/1/2015 - 13:37

AUTORE:
Mastro Lindo

..possono mettersi le mani nei capelli (forza maggiore).
..però possono: rigovernà, zappà, vangà, potà, ramà, 'nzorfà, 'ncannà, legà, seminà, piantà, frullanà, pescà, remà, nnacquà? no perchè è umida; ma "scrivà" si perchè è concesso a tutti; anche quando è "notta" dighino a Lucca e..se piove e tira vento? si lassa fa come a Marina di Pisa direbbe la Zoppa di Montinero.

..poi uno dice: cosa non si farebbe per battere il Guinness dei primati dei 43 (con questo 44) interventi sulla VdS che riguardano le monete che funno ite senza rimpianto alcuno.
..una prece.

3/1/2015 - 12:47

AUTORE:
Ultimo.

............. che nel forum esistessero dei pozzi di scienza in materia economica? C'è da mettersi le mani nei capelli a vedere " i nostri " affannarsi a cercare i luminari di economia.
Se avessero letto " La Voce " sarebbe stato più facile trovare veri luminari e la crisi sarebbe stata superata da tempo. ...... Ultimo.

3/1/2015 - 9:25

AUTORE:
stefi

Tutti questi mediocri, parassiti, trombati, lacchè, e baronetti della politica, dirigenti pubblici, corrotti e mafiosi, "CHE SONO MOLTI, E CHE LE IMPRESE E LAVORATORI NON RIESCONO PIU' A MANTENERE" li mandiamo a lavorare i campi a 6 euro l'ora dal Valentini, il quale lavora 10 ore tutti i giorni, e quando arriva a fine mese, è oro colato se gli rimangono nelle tasche 1000 euro! L'Italia va avanti perché ci sono ancora milioni di "Valentini Imprenditori" non perché amministrata da quelle figure sopradescritte. Quindi LIRA o EURO non farà differenza sino a quando non daremo un giusto riconoscimento a chi lavora!!!!!!!!!Capitoooooo

2/1/2015 - 23:20

AUTORE:
Alessio Niccolai

Giustissimo Stefi. Con la mensilità di tutti i supermanager, si potrebbero assumere nel pubblico impiego tutte le professionalità mancanti, corrispondere loro uno stipendio dignitoso e restituire alla PA la funzione che le è propria. Ma poi addio svendite, profitti privati sui beni comuni, socializzazione delle perdite aziendali, lottizzazioni & affini.
Tu chiedi uno Stato che tuteli l'interesse collettivo: e i poveri parassiti, mediocri, trombati della politica, lacchè dei grandi interessi finanziari, baronetti di partito dove li mettiamo? Se le cose funzionano, per qualcuno che lucra sul male comune è la fine!

2/1/2015 - 21:22

AUTORE:
stefi

nel nostro ex bel paese, ci possiamo ancora permettere di garantire poltrone e alti stipendi a chi non lavora, e bassi salari a chi lavora, posso assicurare che negli anni 60 più uno lavorava BENE più guadagnava, oggi chi più lavora, più fa la fame! Mettiamo uno stop al milione di dirigenti che vantano dai tripli incarichi ai quadrupli vitalizzi e vedrete che potremo creare milioni di posti di lavoro, innalzare tutte le pensioni minime e mandare a casa tutti quelli che non fanno il proprio DOVERE!!"ULTIME VIGILI SU ROMA LIRA O EURO"!!!

2/1/2015 - 21:07

AUTORE:
Alessio Niccolai

Mi riferivo a ciò che uno Stato funzionale agli interessi della collettività e non a 10 s.....i dovrebbe fare, non ai proventi "altri": io dico che uno Stato dovrebbe provvedere una pensione minima di quel genere a chi non abbia altre fonti di reddito; ma anche che da quell'ammontare detragga eventuali entrate accessorie.
In altre parole: un pensionato ha diritto ad un emolumento minimo di... (ad esempio 1500 € al mese), ma se possiede un reddito privato accessorio di 850 €, lo Stato gli riconosce soltanto quanto manca a quella cifra.
Se il reddito accessorio è uguale o superiore, nisba. Se superiore di almeno tre volte un'imposizione fiscale tale da fargli desiderare di non possedere un bel niente. Fine della fiera.
Se ti piace bene, XXXL, altrimenti tieniti pure una società in cui vecchi e bambini sono considerati roba da Rupe Tarpea!

2/1/2015 - 20:19

AUTORE:
XXXL

..di moda i vecchi discorsi sentiti la sera dopocena nel canto der foo di 40/50 anni fa.
Quando si smette di lavorà si dovrebbe aver la pensione tutti uguali: sosteneva Rocchino.
Sie...! rispondeva il Moro del Tabucchi.
Cosa ci farebbe il professor..(non faccio il nome) ma il celeberrimo prof. si dice che avesse un'intera fila di palazzi ed altri beni da cui riceveva gli affitti e ricavi tutti i mesi e quindi all'oggi i 1500 euri di pensione "tuttuguali" a che gli servivano? forse per un pacco dei sigari Cubani, una boccia del miglior shock whisky scozzese e una brancata di tartufi di San Miniato, ma non a sostenere i figli disoccupati come succede purtroppo a molta gente reale.

2/1/2015 - 15:42

AUTORE:
Alessio Niccolai

Di fronte alle reiterate digressioni rispetto allo spinoso tema del ritorno alla Lira, mi sembra che si renda necessaria qualche inevitabile considerazione preliminare finalizzata a riportare la discussione sui giusti binari.
1) Il denaro è una rappresentazione dell’economia reale o - per essere più puntigliosi - del lavoro salariato conferito per conseguire la produzione: ciò rende ogni altra redditività strutturalmente parassitaria (a maggior ragione, se di natura finanziaria), indi per cui - sostanzialmente - un’appropriazione.
2) Il denaro nell’ambito del Modo di Produzione Capitalistico consta di un potere di capitalizzazione (ovvero della capacità di ingenerare altro reddito, indi per cui di determinare “profitti”) variabile sulla base di fattori sempre più inscindibilmente planetari, poiché tende - per sua stessa natura - alla produzione di nuovi mezzi di produzione (dunque alla fagocitosi di proprietà privata altrui).
3) La “finanza creativa” su scala mondiale trascina nel baratro interi settori dell’economia - non per effetto di un’escalation finanziaria, per un effetto-domino di un particolare evento (il crollo di certuni titoli, più che il declassamento da parte di un’agenzia di rating, o chissà che altro) ma, - perché la maggior parte dei cosiddetti “derivati” è stata appositamente collegata ai debiti sovrani degli stati maggiormente esposti, trasformando uno strumento - appunto l’indebitamento pubblico - principe nell’esercizio della sovranità politica, in un’incognita nelle mani di pochi trafficanti, capaci di trasformare la vocazione a soggiacere agli interessi collettivi degli Stati in un ostaggio di pochi interessi privati.
4) Nella fase più avanzata (o “deponente” come già qualcuno ha iniziato a chiamarla) del Capitalismo, è sufficiente che un salariato non aumenti per 3 mesi consecutivi per perdere potere di acquisto rispetto a chi si appropria del frutto del suo lavoro.
5) Nel Modo di Produzione Capitalistico non è dato a chicchessia arricchirsi, ne’ è garantito a ciascuno uno stesso ventaglio di opportunità per poterlo fare: i figli di un ricco e/o di un potente - ancorché non meritevoli, non capaci o non bravi quanto il padre, godono dei suoi stessi privilegi.
6) La caduta tendenziale del saggio di profitto, può essere pilotata - attraverso una combinazione devastante fra politiche monetarie di stabilizzazione e inclinazioni deflazionistiche - per far levitare i profitti finanziari nonostante la recessione o l’azzeramento della produzione (è il caso della “moneta unica” dietro cui si è nascosto il progetto pan-tedesco di riduzione del Sud-Europa ad una mera appendice semi-coloniale).

Detto ciò - e la questione sarebbe ancora molto, molto lunga da discutere - bisogna ricordare un principio assolutamente indifferibile: il grado di evoluzione di una civiltà si misura dal benessere dei bambini e degli anziani di cui è composta.
E questo a scanso di equivoci: la nostra è una società in cui una pensione minima - 480,00 € mensili - non vale più nulla per chi la detenga se non accompagnata da altre fonti di reddito accessorie, annesse o - in ogni caso - fruibili; prova ne siano i tre settori chiave nella querelle - la scuola, la sanità e il trasporto pubblici - ridotti ad un colabrodo… un anziano che necessiti di una visita medica, può oggi permettersi di prendere un autobus e gestire la cosa in tutta autonomia? No: nel caso della madre ultra-novantenne di Stefi - non bastassero altri ostacoli imputabili all’età - prendere l’autobus per recarsi ad esempio al poliambulatorio di Via Garibaldi, equivarrebbe ad investire circa il 2% della propria pensione.
Ma questo ancora ci apre scenari apocalittici soltanto a livello “quantitativo”: lasciamo perdere quello qualitativo… mi spiace dire che alla soglia della pensione, sarebbe giusto prefigurare una Terza Età fondata su basi solidamente solidaristiche e mutuali, piuttosto che sulla perpetrazione all’infinito della differenza sociale ad ogni costo: 1.500 € per tutti e indennità crescenti - fino ad un massimo di 1.000 € - per chi abbia condotto attività usuranti nel corso della propria vita lavorativa. Perché? Titoli e carriere non sono motivo sufficiente per far soffrire ad un anziano meno fortunato un supplemento di sperequazione: se hai guadagnato 4.000 € al mese in età lavorativa, hai già avuto abbastanza occasioni!
Il vero problema è però un altro: se il potere di capitalizzazione (vedere premessa N° 2) di tredici/quattordici mensilità da 480 € è quasi certamente negativo, negli ultimi cinque anni anche quello ascrivibile ad una pensione di 2.600 € al mese è stato ridotto pressappoco a nulla: e questo fatto è straordinariamente contraddittorio, poiché colloca un pensionato come Gianni - in virtù dell’incapienza dei propri figli - nello stesso segmento sociale dell’ultra-novantenne madre di Stefi.
Ovviamente le opzioni tra cui ogni mese può scegliere Gianni sono assai di più e generalmente più favorevoli poiché - volendo ad esempio corrispondere ai propri figli un emolumento per l’acquisto di un qualche mezzo di produzione - potrebbe senz’altro riscrivere una storia che alla signora pensionata non sarebbe possibile per la propria discendenza.
Il problema è dunque assai più indigesto da capire: il denaro non si misura per il lifestyle che è in grado di garantire a chi lo possiede, ma per la sua capacità di mutarsi - secondo la propria natura - in capitale; in altre parole, se quindici anni fa la pensione di Gianni sarebbe stata sufficiente per creare un’impresa in cui far lavorare proficuamente i propri figli, oggi non lo è più o non lo è del tutto; la cosa certa è che sicuramente la pensione minima non avrebbe garantito questa opportunità neanche venti anni fa!
Ora, come detto altrove, l’Euro è stato utilizzato per neutralizzare gli effetti della riduzione tendenziale del saggio di profitto, facendoli ricadere sulla collettività e sulla sua tenuta sociale: se i profitti finanziari si assottigliano - venendo però meno quelli commerciali e spazzando via il potere di acquisto del lavoro salariato - sostanzialmente il loro peso percentuale sull’intera economia non diminuisce ma, al contrario, finisce per aumentare insieme a quello politico.
Tutto lascia pensare che l’Europa persegua questo obiettivo di massima: il potenziamento di un minuscolo club di eletti a danno di tutti gli altri e l’Euro è il mezzo principale con cui lo sta perseguendo forsennatamente!
Dunque anche la tiritera della liquidità mancante è abbastanza pretestuosa: se decidi di investire le pur poche risorse che hai nell’indotto finanziario di quel club esclusivo, è ragionevole pensare che tutto possa andare per il meglio… altrimenti non c’è ascensore sociale che tenga!

2/1/2015 - 15:38

AUTORE:
Silvano Rucci

Di cervello se ne può avere anche a quintali ma se non esiste rispetto per gli altri,
compreso il Signor Gianni che
ampiamente ha descritto la propria attività personale, fra l'altro encomiabile, il valore della persona umana è ben poco!
Saluti!

2/1/2015 - 13:47

AUTORE:
Maunvorpiove

Maunvorpiove, (conosciuto s'immagina anche) dalla Zoppa di Montinero.

Mi sono solo attenuto alle disposizioni deontologiche della Redazione della VdS che io ho letto cosi come di seguito copio/incollo e specifico che sono totalmente daccordo con quella impostazione adottata anche dai maggiori giornali (locali) online di successo; altri che volevano nome-cognome, indirizzo mail veritiero dell'inviante la propria opinione, hanno già chiuso da parecchiotto tempo e, e...forse la Red. VdS le ha chiesto sig. Silvano Rucci se il Rucci Silvano che ha inviato i testi da pubblicare è veramente lei? Ha ricevuto telefonate dalla Red. VdS per conferma che è veramente lei il Rucci Silvano in questione?

Leggo come può leggere lei qui di seguito che lo spirito del giornale online "La Voce del Serchio" è di fare la lotta sulle idee e non sulle persone.
Buona lettura e buona comprensione di quanto allego, copiato nella sez. Documenti della VdS.

nb, se poi di seguito a queste interlocuzioni di tipo "spassoso" lei vorrà aggiungere il suo indirizzo mail, sappia che: per ora l'indirizzo mail è visibile ai lettori tutti solo sulle Opinioni indirizzate a Forum VdS e non su "Rispondi" in altre sez. del giornale e poi, ripeto: Perchè siamo interessati più alla persona che alle sue idee? forse per combatterla con altri mezzi!? suvvia! siate buoni e realmente competitivi con le idee e...le idee buone possono essere espresse anche da un mingherlino od un nulla/tenente lauree; quindi, vincere sul confronto non su il peso degli ammennicoli: quali pezze d'appoggio varie: son più anziano, son trilaureato, son più di un quintale di peso e quindi, anche il mio cervello sarà di più (a peso) ma...
Buona lettura e buon cammino.
................................................................
http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=18621&page=0&t_a=le-regole-di-forum-e-commenti-sulla-voce-del-serchio

2/1/2015 - 12:14

AUTORE:
Silvano Rucci

@ Maunvorpiove

La faccia però non ce la metti!
Come mai ti nascondi dietro un dito? In quanto ad opinioni contano solo quelle tue? Rispondi ed esci allo scoperto!

2/1/2015 - 11:24

AUTORE:
cittadino indignato

e continuano a menarla sulla mancanza di liquidità, se così fosse le banche offrirebbero dei tassi ben superiori a quelli attuali e continua ad ignorare (solo per fare un esempio dei molteplici che si potrebbero fare) che pagare due o tre vitalizi a politici di medio cabotaggio solo per il fatto che hanno rivestito cariche di consigliere regionale, parlamentare, euro parlamentare oltre che vergognoso ed immorale toglie risorse
destinate al welfare e quindi al benessere collettivo.
Ma si sa, meglio dare la colpa della crisi all'evasione, alla bilderberg, alla finanza internazionale e continuare a riempirsi le tasche agitando spettri marginali e inesistenti.
Basta con le menzogne, smettetela di prendere in giro i lavoratori, è negli altissimi ed ingiustificati stipendi che si alimenta la crisi.

2/1/2015 - 9:24

AUTORE:
Maunvorpiove

...non stanno mai da una sola parte.

I maggiori sostenitori della moneta euro furono il Presidente Ciampi e Romano Prodi.
Poi come succede a chi "adotta" cosa non sua e non voluta, è chiaro che non le rivolge attenzione e con il governo Berlusconi figuriamoci se lui si metteva a controllare se il costo del cavolo del Valentini ed il caffè della Odetta da millelire fù = un euro.
Quando la Pascale, nuova fidanzata del più ricco di tutti noi Italiani si accorse che i fagiolini in casa Berlusconi venivano pagati la bella sommetta di euro n° 78 al chilo al chilo, cercò poi di porvi rimedio e da li fu chiaro che l'anziano fidanzato sapeva un sembola a quanto l'ormai "famoso" Valentini vendeva i suoi cavoli se a millelire o a 1936,270 (un euro).

Un suo Ministro, ricco anche lui perchè dichiarò all'universo mondo che a fare il Ministro della Repubblica Italiana, rimetteva di suo tanti soldi perchè a fare il fiscalista per conto terzi, prima guadagnava molto, ma molto di più che "amministrare noi" ed a noi ci scassò gli zibidei per mezza annata proponendoci quella baggianata dell'euro di carta per farle sembrare come le "dumilalire" perchè le mille ormai non eran più 1.000.

Silvano e Gianni si rigirano nella questione finta dell'euro causa dei nostri (a loro dire) mali, ma si risvoltolano come i biacchi in una damigiana vuota che erano entrati a due a due come i tre re magi per prendere un topolino caduto nella damigiana piena d'aria solamente e...non ne uscirono più.

Lavoro-lavorooooo....! anche Orso Grigio chiedere lavoro per tutti....
Anche Susanna Camusso...fermare per un giorno tutti i lavori per chiedere lavorooo....!
Il Ministro Fornero ha fatto e fà lavorare i vecchi per dar lavoro ai giovani(?).
L'articolo n°1 della Nostra Costituzione stabilisce che la nostra Nazione è fondata sul lavoro.
"si sente dire" che nella "ricca" Italia 2015 il sig. Tronchetti Provera continua nella sua "percipienza" di euro n°1800 l'ora anche quando dorme e la seconda moglie del fidanzato della Pascale percepisce tutti i giorni (anche quando piove) euro n° 100.000.
(centomila).

Quindi a dare una "sciambrottatina" a tutti gli euro che girano in Italia e suddividere tutti i lavori e..quelli faticosi-rischiosi ormai li fan le macchine che abbiamo inventato noi: si arriverebbe ora a lavorare mezza giornata o mezzo mese ed avere nelle nostre tasche o banche gli stessi soldi dei nostri giorni pre/crisi e siccome la nostra crisi è generata dal surplus di cose prodotte, la soluzione non sarebbe poi così drammatica a patto però che trovandoci mezza mesata liberi non ci offrissimo come fanno tanti pensionati benestanti che li pagano per non far niente, invece si fanno riassumere con altro contratto e fregano il lavoro ai loro figli/nipoti.

La nostra ricchezza è dovuta quasi totalmente al taglio dei tempi di lavoro ed alla creazione di servizi e mestieri prima sconosciuti. Vedasi l'impegno di "impiegati" della vanga e della zappa all'inizio dei secoli precedenti al nostro attuale; dal 90% di quel personale ne sono usciti poi: gli industriali, i dentisti, l'aviatori& (pittori e scultori c'erano già anche prima e forse più bravi e "richiesti" degli odierni).

Al fin della "breve" reprimenda voglio "raccomandare" al sig. Gianni ed a troppissimi come lui.
Guai!! uccidere la speranza di un mondo migliore.
Se volessimo far come il sig. Tafazzi (lui si rompe gli zibidei a bottigliate) noi, noi se vogliamo rompere tutti quegli automatismi (macchine moderne)che abbiamo inventato per sollevarci dalle fatiche atavice; ebbene, rompiamole tutte e ritorniamo all'età della ruota di pietra....ma...ricordo nel lontano /53 i sette componenti della mia famiglia contadina (di tredici che eravamo) impegnati di questi tempi e fino a febbraio a togliere vecce, rosoline e mollagra con le zappe nei campi di grano per non rischiare la fame tutto l'anno.

...lunga è la storia, lunga è la via, dite la vostra che io ho detto la mia.
Buon cammino mondo.

2/1/2015 - 0:02

AUTORE:
Silvano Rucci

La tua descrizione rispecchia perfettamente la situazione di tutti gli italiani che in quindici anni si sono visti decrescere il potere di acquisto della propria sudata pensione.
Questa era stata commisurata, lira su lira, con calcoli matematici, a seconda dei contributi versati. Inoltre era rapportata: alla propria attività svolta nella scala sociale delle retribuzioni, alla anzianità raggiunta, nonché al titolo di studio a suo tempo conseguito. Che sia “meglio di quando si stava meglio” è sacrosanto per coloro che sanno adattarsi immediatamente alla nuova situazione. Invece è gravissimo che non esista lavoro per i giovani. Lo possiamo paragonare ad un castigo, ad una prigione obbligata! E’ come se una bella vettura tipo Ferrari avesse perso il motore! Perdere il lavoro è la vicenda più disonorevole che possa capitare ad un Popolo, destinato così a diventare povero, ma anche a rasentare la dignità umana! La nostra economia è bloccata dalla crisi finanziaria. La maggioranza delle nostre Aziende italiane ha sempre lavorato attraverso le Aperture di Credito da parte delle banche. Se questi rubinetti però vengono improvvisamente chiusi inevitabilmente i fallimenti sono conseguenti! La causa di questa carenza di liquidità non è dovuta tutta all’avvento dell’Euro, ma solo in parte! Con il raddoppio dei prezzi dei beni in quanto ciò che si scambiava con mille Lire poi richiedeva un Euro, avvenuto senza alcun controllo da parte dello Stato, una buona fetta della valuta si è spostata dalle tasche dei consumatori in quelle dei venditori. Questi ultimi l’hanno fatta sparire ad esempio portandola all’estero o togliendola dalla circolazione in Italia! Altra carenza di liquidità l’ha portata la crisi finanziaria scaturita dalla emissione di titoli tossici da parte di Stati Uniti in particolare. Queste emissioni si sono propagate in tutti gli altri Paesi. Titoli di credito privi di garanzia, cioè moneta senza valore che mescolatasi con quella reale ha prodotto la sfiducia globalmente! La crisi che viviamo in Italia è originata in parte dall’Euro emesso senza controllo ed in parte dalla sfiducia dovuta ai titoli di credito fasulli che esistono ancora presso le banche, ma anche presso gli investitori che a suo tempo li avevano acquistati e che oggi nessuno vuole perché privi di valore. La Banca Centrale Europea ha provato ad aprire i rubinetti della liquidità per far ripartire l’Economia, ma le banche, sapendo che la carenza di moneta è molto elevata, non hanno voluto rischiare di perderla e piuttosto hanno preferito investire questi fondi in titoli invece di destinarli alle Aziende per ricreare lavoro. Gli USA, caduti in crisi finanziaria prima di noi, hanno provato invece a stampare dollari in misura tale da non essere in carenza di liquidità ed il risultato è stato che già da cinque anni la disoccupazione è diminuita e l’Economia si è ripresa. In Europa ora si è compreso che occorre una politica espansionistica dello stesso tipo, per modo che la mancanza di liquidità vada a sparire completamente! Auguriamoci che nel 2015 ed anni successivi questa strada porti anche noi ed i giovani in particolare ad un futuro dignitoso! Ricambio gli Auguri per un prospero Nuovo Anno!

1/1/2015 - 20:22

AUTORE:
Errori Salvo

...990 milioni (di vecchie lire) ma, farebbe a cambio lei 22enne con la fortunata vincitrice 99enne?

E' no eh....! e fa il paio con questa affermazione del Sig. Gianni:
...ma se mi riducessero la pensione perchè considerata troppo alta, so che non mi mancherebbe la forza di reagire e mi farei venire in mente qualcosa.
E' sicuro certamente che fra o tra 30/40 anni la sua reazione di farsi venire in mente qualcosa sarà intonsa, ma fra reazione ed azione..ci manca una "re" e l'azione è altra cosa e chi come il sottoscritto è nato prima della metà del secolo scorso...alle volte fa "uppela" con la bocca, ma non salta e purtroppo succede a tutti.

Però se lei inculca tutto questo anche ai suoi figli, la vedo bigia sostenendo:
Ma in attesa di un mondo migliore che tutti voi sapete che non vedrete in questa vita, almeno io ne sono certo...
Quindi, il Sig. Gianni è liberissimo di aggiustarsi la scaletta a pro suo, ma sui tempi e sulle certezze poi va a finire come in quel film con Mariangela Melato (ricchissima) e Massimo Giannini (povero diaviolo) che gli faceva orrore mangiare il conigliolo cotto non proprio bene su quell'isoletta sperduta...poi per fame, ciucciava anche gli ossi.
Non sarò esaustivo con i riferimenti fatti, però con lo studio e la carriera dei tempi andati si cenava abbondantemente, ora "sostiene" un mio stretto parente che se invece di due lauree in chimica ed in fisica, "deteneva" due botti di autospurgo...si, forse puzzava 'mpoininino di + però gni ci 'ncastrava 'ndassi a lavà gli zibidei alle Maldive 'mpopò di +

...dice Stefano:.povero e' colui che desidera ancor di piu' di quello che non ha gia'..

1/1/2015 - 19:09

AUTORE:
stefi

Caro sig. Gianni, visto che ha riscoperto un nuovo "tenore più gratificante del primo, della solidarietà nel bisogno" perché non adotta una pensionata come mia madre che pur non avendo studiato e fatto carriera, ha lavorato come casalinga, madre e moglie non certo meno di lei. Le Donne come mia Madre hanno permesso ad uomini come lei di fare carriera e non credo si lamenti della sua pensione poiché la sua intelligenza, la sua dignità ed altruismo è al di sopra di coloro che, come lei, vogliono mettersi in cattedra con i propri titoli di studio!!
Buon Anno.

1/1/2015 - 16:55

AUTORE:
Gianni

Sapevo che ci sarebbero stati questi commenti, e vi do ragione per quanto riguarda i poveri-poveri sempre più poveri. Ma in attesa di un mondo migliore che tutti voi sapete che non vedrete in questa vita (almeno io ne sono certo, non so voi), la morale a cui volevo portarvi è diversa da quella di scomunicare chi gode di una pensione alta, perchè magari ha studiato e fatto carriera. Quello che volevo trasmettere è che, pur avendo fatto un passo indietro nel mio tenore di vita, ho riscoperto un altro "tenore", più gratificante del primo, della solidarietà nel bisogno e della voglia di reagire senza lamentarsi troppo.
Certo, direte voi, ho una base solida su cui contare, ma se mi riducessero la pensione perchè considerata troppo alta, so che non mi mancherebbe la forza di reagire e mi farei venire in mente qualcosa. Quando sento che molti giovani hanno smesso persino di cercarlo, quel sacrosanto lavoro a cui avrebbero diritto, non posso fare a meno di sentirmi sconcertato.

1/1/2015 - 14:12

AUTORE:
stefi

Caro ricco-povero, le faccio presente che mia madre di 91 anni, percepisce da anni una pensione minima da 480 euro mensili, grazie a lei ora capisce la differenza fra un ricco-povero, ed un POVERO-POVERO!! Non perdo del tempo a spiegarle cosa significa e si prova a vivere da POVERO-POVERO ma ricco di principi e di dignità, resta il fatto che anche mia madre ha la casa di proprietà e non riesce a pagare l'imu, altrimenti pur mangiando come un uccellino non arriva a fine mese, faccia lei il confronto!!!!

1/1/2015 - 13:20

AUTORE:
Salvo Errori

Tutto è relativo, i 4 (quattro milioni) di lire equivalgono euro 2.065, 83 cent.
Ergo se ora la sua percipienza è di euro 2.600 i milioni di lire sono ?

..pressaunpioppo: sono lire 5.035.760 (senza contare dopo 1.936 lire i 270 centesimi di lira che son bazzecole.
Ma rimane il fatto che: il Sig. Gianni ora percepisce 535 euro in più da quando è quiescente.
..e pensare che il Berlusconi vinse le elezioni con una delle sue tante promesse e che era: elevare le pensioni minime ad un milione di lire al mese.
Ergo un'altra volta- 535x1936=1.035,760 (unmilionetrentacinquemila-lire)-salvo centesimi di lira-
Ergo ter, quanti Italiani purtroppo ancora oggi sono costretti a vivere con l'equivalente del solo aumento (euro 535) che riceve il "povero" ex "ricco" Gianni?
...ma come disse un mio parente: non guardare me che si c'ho si la pensione minima (un milione al mese) ma c'ho la 'asa la socera e l'orto! ma, chi non ha niente-niente!?
...niente reversibilità, niente fillioli, niente socera/socero, niente orto, niente casa: nisba 'nsomma; solo il minimo di pensione.

1/1/2015 - 11:27

AUTORE:
Gianni

Sono andato in pensione quando c'era ancora la lira con una pensione di 4 milioni mensili, ora prendo 2.600 euro mensili. Se considerate che la mancanza di lavoro mi costringe ad aiutare i miei figli, anche con la mia pensione stento ad arrivare in fondo al mese (ed ho la casa di proprietà). Sono diventato povero, ma ho mantenuto una vita dignitosa eliminando auto, vacanze e risparmiando sull'alimentazione e sui consumi in generale, mi faccio l'orto e vado nel bosco a far legna per il camino, baratto i prodotti che coltivo con altri che non ho. Abbiamo trascorso queste festività in famiglia con amici e conoscenti, sempre più numerosi per l'effetto della crisi, ed ognuno ha contribuito con quello che poteva mettere a disposizione. Un pò di lamentele ci sono state, è vero, ma alla fine abbiamo tutti convenuto che siamo stati meglio di quando si stava meglio, che sia questa la via da percorrere? Buon anno a tutti, e che la "ripresa" sia con voi.

31/12/2014 - 16:16

AUTORE:
XXXL

...non c'è da dir niente? Monti Mario ci disse che l'emolumento ricevuto come Senatore a vita non lo avrebbe incassato perchè essendo stato Emerito insegnante della Prestigiosa Università Bocconi, Commissario dell'U.E e poi Presidente del Consiglio, du' lire per tirare a campare non gli mancavano certamente; così come ha stabilito Matteo Renzi che chi è Deputato o Senatore e poi Ministro della Repubblica Italiana, di stipendio o l'uno o l'altro e...certamente il Sangiulianese Enrico Letta non poteva fare modifiche altrettanto costose a sue spese come fece il fidanzato della Pascale per ri/ammodernare Palazzo Chigi e Palazzo Madama.
...poi vedremo in seguito cosa avverrà ma, tutti occupano "il Palazzo" appena arrivano al potere (vedi dal Palazzo d'Inverno e Palazzo Chigi e tira giù)...non credo che se un domani toccasse a Landini Maurizio, poi riceverebbe i capi di stato dal Gobbino 'mbonifia.
...vedi l'ultimo capo sindacale nazionale che è andato in pensione con una carrettata piena zibilla di soldi e..tanti saluti.

30/12/2014 - 22:21

AUTORE:
Alessio Niccolai

Di fronte agli stipendi d'oro e alle pensioni da sceicco (un illustre personaggio come Mario Monti - tanto per citarne uno che mi sta particolarmente "simpatico" - raccoglie pensioni per oltre 50.000 € al mese, in barba a quei torsoli che lo accolsero come salvatore della Patria prima di accordare la stessa premura agli due altrettanto devastanti successori), c'è ben poco da dire naturalmente.
Ma bisognerebbe chiedersi come mai uno Stato che patisce in maniera inverosimile il blocco dell'impiego, la turnazione 1 a 5 e la Spending Review, dovrebbe continuare a fare a meno di tante competenze e professionalità retribuite il "giusto", mentre si permette il lusso di mantenere supermanager strapagati per arrecare ulteriori danni all'interesse collettivo.
La questione è semplice: nell'era delle privatizzazioni, dell'outsourcing e dell'esternalizzazione, servono gregari dei grandi interessi privati pagati per trafficare in beni pubblici come se fossero partite di droga o migranti schiavizzate per essere allocate sui mercati della prostituzione.
La verità è che più incapaci e ricattabili sono, più sono meritevoli di essere strapagati per continuare a rifuggire l'interesse di tutti.
La forbice fra ricchi e poveri si allarga come già ampiamente previsto dalla scuola marxista non meno di cento anni fa: la cosa buffa è che la testa della piramide - quella che ha incatenato lo Stato agli interessi finanziari (facciamo pagare il debito a chi l'ha prodotto e vediamo se chi vanta crediti nei confronti dello Stato non è responsabile per gli ammanchi!) - vede i peggiori scarti della società, le Bande della Magliana, i mediocri e gli incapaci della politica incollati alle poltrone e sigillati nelle stanze dei bottoni la miglior risorsa che il grande capitale sia in grado di dispiegare per assicurarsi una sopravvivenza.
La Lira significherebbe molto: intanto consegnare ai creditori dello Stato quelli che lo hanno indebitato (probabilmente, almeno per ciò che attiene la parte sovrana di esso, loro stessi!).
Eppoi riprendersi la sovranità politica per abolire l'articolo 81 della Costituzione e riprendere a respirare... poi con un po' di fantasia - neanche tanta - lascio immaginare ai lettori a chi tocchi finalmente pagare i conti!

30/12/2014 - 21:45

AUTORE:
Silvano Rucci

@ migliarinese

Se in Europa non si adottano politiche espansionistiche, come già da cinque anni hanno fatto negli USA con successo, dalla crisi finanziaria non credo si riesca ad uscire!

30/12/2014 - 20:18

AUTORE:
migliarinese

parlare di crisi di liquidità quando i tassi offerti dalle banche alla clientela non vanno oltre lo zerovirgola è una castroneria.
Non continuate a trincerarvi dietro la favoletta dei derivati, della bolla speculativa, della finanza internazionale ecc.
Se le banche non danno i soldi ad un imprenditore è perchè sanno che non li rivedon più.
Se non ripartono i consumi è chiaro che la crisi aumenterà
e, finchè si continuerà a spremere i poveri per dare ai ricchi, sarà difficile che i consumi ripartano.
e, per favore lasciate stare il 25 aprile, è immorale e vergognoso vederlo festeggiare agli affamatori del popolo italiano.

30/12/2014 - 19:02

AUTORE:
stefania

Euro o Lira, per cinque milioni di pensionati italiani non cambierebbe assolutamente niente, in quanto sono costretti a sopravvivere con seimila/diecimila euro l'anno, dall'altra parte ci sono un milione e cinquecentomila dirigenti nel pubblico impiego costretti "poveri disgraziati" a vivere con stipendi da ottantamila/novecentomila euro l'anno. Domanda: quanti poveri pensionati possono essere adottati da queste figure pubbliche??? CHE VERGOGNA che schifo......mi fermo anch'io

30/12/2014 - 16:10

AUTORE:
Silvano Rucci

O migliarinese

Per mancanza di capacità imprenditoriali o lavorative e per tassazione che non ha pari al mondo si riesce ancora a sopravvivere andando avanti per molti anni, ma per mancanza di liquidità, vale a dire di credito bancario alle Aziende, si fallisce e si chiude la saracinesca immediatamente! Questo è avvenuto e sta avvenendo ancora oggi sotto gli occhi miei e tuoi. Molti Imprenditori si sono anche
suicidati per l’impossibilità di far fronte ai propri impegni! Poi del malcostume in cui molti funzionari sia pubblici che privati avessero pensioni da novanta mila euro mensili sappiamo tutti che esistono, ma la crisi economica e finanziaria ha avuto origine negli Stati Uniti ed in Inghilterra a causa di speculazioni finanziarie, con le emissioni dei titoli di credito “Tossici”, vale a dire senza garanzia di restituzione del capitale investito dai risparmiatori! Questi Paesi “democratici e progressisti”, come dici tu, hanno usato la fantasia invece di usare la ragione e restare con i piedi sulla Terra. Ora invece di fantasticare occorre tornare a lavorare come subito dopo il 25 aprile!
Saluti ed Auguri per un prospero Nuovo Anno!

30/12/2014 - 15:13

AUTORE:
Ex Mezzadro della Storrigiana

Vannelo a ddi al Valentini, maanche a chi vendeva un caffè a millelire ed ora ad un euro e pè vedi se ènno più ricchi òra di 20/30 anni fa quando ancora noi si vendeva le scarpe a mezzomondo...poi ci chiesero le macchine per far le scarpe e...ora ce le stanno facendo a noi..le scarpe e anco su mesura perchè doppo le avergli inviato la maghine a chi viaggiava scalzo fin li...poi gli mandammo i nostri migliori 'ngegneri e ora ce le fanno su misura e..ed è giusto cosi! così si sta mpopò x uno 'ncollo a mamma.

piesse; a me nel /66 il conte Villaverde, marito di Carmezita Franco (la filliola del dittatore Franco di Spagna) perchè alla cacciata al fagiano nella bandita Salviati gli caricavo il fucile, portavo la seggiolina della su' mollie ed altre cosette che faceva una specie di servo, poi mi dette diecimilalire di mancia; me ne voleva dare otto di mila lire ma io il resto di due non lo avevo affatto per le tasche e quei soldi erano un quinto di una mia mensilità. (senza meditazione)

30/12/2014 - 12:33

AUTORE:
Silvano Rucci

Sicuramente il Signor Valentini,
vendendo i cavoli ad un Euro, in
quindici anni ha incassato i cavoli suoi! Meditate gente!

30/12/2014 - 10:56

AUTORE:
migliarinese

la mancanza di liquidità non so dove la vedi, la crisi perlomeno in Ialia non ha niente a che fare con l'euro e con la lira, tantomeno con codeste supposte bolle speculative.
La crisi è destinata ad aumentare in quanto la gigantesca spesa pubblica dovuta a eccezionali pensioni dorate ed a stipendi pubblici di dimensioni faraoniche finanziata con una tassazione che non ha pari al mondo, risucchia tutte le risorse dalle tasche degli italiani a discapito dei consumi che si riducono e provocano la chiusura di numerose attività commerciali ed industriali.
Ma vi sembra normale che un funzionario italiano di medio livello guadagni più di Obama e della Merkel?
o che ci siano in Italia pensionati da 90,000 euro mensili, ma dove esiste?
La crisi è quella lì, l'avete sotto gli occhi, inutile che la cerchiate nelle bolle speculative o date la colpa alla finanza.
Questi se dicenti progressisti e democratici si stanno letteralmente mangiando l'intero stivale.
Ci vorrebbe un nuovo 25 aprile che ci liberasse da questa marmaglia di
..........(mi fermo qui altrimenti mi censurano)

30/12/2014 - 8:38

AUTORE:
Ultimo.

.......... per dire se siamo poveri o fortunati! Due anni fa andai in vacanza in Madagascar e uno del villaggio della catena FrancoRosso mi volle regalare delle conchiglie che da noi non si trovano .......... beh ..... gli diedi 10 euro per ricompensa ....... ignaro di avergli dato un quinto del suo salario. Fece salti di gioia ..... poi venni a sapere che guadagnava 50 euro al mese. Allora se guardiamo e ci specchiamo in quella direzione ci vediamo ricchi e felici ........ felici di vivere nel mondo dell'Euro ...... chi si lamenta tanto guarda dalla parte sbagliata ...... da quella parte che rende infelici pur avendo avuto la fortuna di non essere nati in quei posti.

29/12/2014 - 23:49

AUTORE:
Indo Vinello

..il Valentini che vendeva i cavoli a mille lire l'uno ed ora li vende ad un (1) euro l'uno è sempre povero uguale?

29/12/2014 - 23:23

AUTORE:
Silvano Rucci

Un caffé prima costava mille Lire, ora costa un Euro, quando a rigore sarebbe dovuto costare mezzo Euro, equivalente a mille Lire. L'Euro ha dato luogo alla lievitazione dei prezzi raddoppiandoli! Lievitare i prezzi equivale alla creazione di bolle economiche speculative, equivalenti esattamente a quelle che hanno creato la Crisi! Questa attuale mancanza di liquidità evidentemente dipende dal fatto che raddoppiando i prezzi dei beni, per acquistarli tutti occorrerebbe una doppia quantità di moneta in circolazione! Ecco dunque la necessità di stampare nuova moneta affinché riparta l'Economia, bloccata dalla mancanza di liquidità! Ma se gli italiani si fossero accontentati di applicare dei prezzi in Euro equivalenti alla Lira, che hanno abbandonato nel 2001, l'Economia sarebbe rimasta "Reale"! Non avrebbe dato luogo al divario attuale fra ricchi e poveri, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, dal 2001 al 2015! In conclusione l’Economia è bloccata e gli italiani sono finanziariamente sempre più lontani fra loro! Tornare alla Lira non risolve il problema se insieme non vengono fissati e controllati rigorosamente i prezzi dei beni prodotti, oltre a mantenere questo monitoraggio per almeno quindici anni, tanti ne sono trascorsi per creare il danno che stiamo vivendo! Silvano Rucci

18/12/2014 - 10:00

AUTORE:
Alessio Niccolai

Caro Callaghan, il mio miglior augurio per chi "investe" (ovvero specula) in borsa, è quello di ritrovarsi in mutande costretto a dover guadagnare la pagnotta con un piccone in mano, visto e considerato che - pur spesso senza rendersene conto - ricercando redditività attraverso l'acquisto di un pacchetto azionario si è appropriato del frutto del lavoro altrui attraverso un furto legalizzato.
Ma, non fosse sufficiente il fatto che qualunque gesto si possa compiere in borsa è di per sé un'appropriazione indebita e un danno diffuso agli strati popolari della società civile - l'immissione di titoli altamente tossici sui mercati finanziari hanno reso decisamente imprevedibile ogni cosa: alcuni di essi sono stati concepiti letteralmente per funzionare come vere e proprie scommesse, tali che ben poca differenza ormai può dirsi esistere con il Superenalotto o il Casinò OnLine.
La cosa peggiore però è che la maggioranza di essi sono stati forzosamente collegati al debito pubblico, creando una spirale devastante di socializzazione delle perdite private tale da coinvolgere nelle bufere finanziarie anche l'incolpevole e inconsapevole società civile.
Ora, se mi permetti, tutta la cultura in materia economico-finanziaria (si tratta perlopiù della cosiddetta economia-politica) di cui un umanista convinto si può essere dotato, non deve essere messa al servizio di quella ridda di ignoranti patentati che, possedendo ingenti capitali li riversi nella bolgia infernale delle borse ma, al contrario, di chi subisca sempre meno pazientemente le conseguenze delle loro improvvide scelte.
Se hai un tracollo finanziario dunque, ben venga e ben ti stia: impara ad usare le tue risorse meno avidamente, meno speculativamente e governato dal faro dell'etica e del benessere collettivo.

Per Osservatore 3: cosa darebbe noia del mio intervento? L'accusa di "renzianità" della redazione, la pura e semplice verità a proposito della condotta dei circoli ARCI o la magnificazione di una grande persona quale è Ovidio Della Croce?
Fammi capire per bene, perché sparare la classica raffica di mitra non è da te... la VdS è stata letteralmente epurata dalle voci di dissenso e se ancora passa qualche mio intervento è probabilmente per salvare le forme!

17/12/2014 - 11:55

AUTORE:
Callaghan

si sente parlare spesso di economia ed a vari livelli di competenza, purtroppo tutti drammaticamente fuori strada.
Riprova ne è che la settimana scorsa la borsa greca ha perso un bel 12 percento e non una voce si era levata a prevedere questa debacle.
ed è anche di quest'ultima settimana
la perdita secca di oltre il 10 percento dei cambi delle nazioni del centroamerica produttrici di petrolio.
Ed anche qui non si è sentita una sia pur minima previsione nei vari talk show televisivi.
Tutti boni a sproloquiare sull'economia a posteriori, è quando si dovrebbero invece fare previsioni a priori che casca l'asino.
Ritornando all'euro che in definitiva
era l'oggetto iniziale della discussione, l'unica proposta sensata che è stata avanzata recentemente, proviene nientedimeno da Silvio Berlusconi, ed è quella che sostiene l'introduzione iniziale della doppia moneta, lira ed euro, e, solo dopo aver visto la reazione dei mercati, magari valutare se uscire dall'euro.
Questo secondo me è l'unico discorso valido che si può fare sull'uscita dall'euro.

17/12/2014 - 10:58

AUTORE:
Osservatore 3

Falso, supponente, aggressivo, sprezzante.
Questi gli aggettivi che si possono attribuire a questo post.
E' un dispiacere leggerlo.

17/12/2014 - 9:27

AUTORE:
Alessio Niccolai

Vale forse la pena ricordare - a onor del vero - che l'occasione cui allude Orso Bruno mi ha visto al Circolo ARCI di Migliarino su preciso invito e nell'alveo di un'iniziativa di un certo spessore... che - è bene ricordarlo - ai tempi in cui il buon Ovidio Della Croce non era ancora inviso all'establishment renziano della Redazione della VdS - fioccavano in continuazione, in luogo delle estenuanti manifestazioni di regime attuali.
E, se è per questo, anche ieri sera - su invito del Direttivo del Comitato Genitori dell'I.C. "Settesoldi" di Vecchiano - incrociavo per lì.
Fatto è che - seppur mai stato in possesso di una tessera ARCI da almeno sette o otto anni - non è mai capitato che entrando in un circolo sia stato tradotto fuori in quanto non socio: generalmente - a suffragio della mia teoria secondo la quale i circoli altro non sono diventati se non "bar che non pagano le tasse", in demo alle funzioni sociali o alla vocazione aggregativa - quando chiedo un caffè (e ieri sera non è capitato), non mi viene mai richiesta la tessera, ma una cifra variabile tra i 0,90 € e 1,20 € sì.
Dunque non c'è fondato motivo per cui mi debba sobbarcare i problemi di un Circolo: avete debiti? Ve li pagate. Per quanto mi riguarda continuerò a bere il caffè finché mi verrà somministrato senza una tessera, dopodiché - laddove occorresse un ravvedimento operoso ed i circoli tornassero a fare il loro lavoro - deciderò il da farsi, se cioè bermene a casa di varietà Tatavelo - purissima arabica equo e sostenibile, o se comportarmi diversamente.
Un consiglio per Callaghan: hai dei soldi da investire? Crea un'impresa con qualche buon'idea, invece di continuare a finanziare quelle pessime - che si quotano in borsa - in attesa di ricavi facili.
Non è forse vero che comprare titoli azionari equivalga a divenire parzialmente proprietari di una grande azienda? Non è allora meglio divenire titolari ad interim di una PMI?!?
Certo: nel qual caso - oltre a rispondere in solido e a dover fronteggiare il rischio d'impresa - c'è anche da lavorare per poter guadagnare qualcosa... la speculazione finanziaria invece si pasce del lavoro altrui. Fai un po te...

16/12/2014 - 20:31

AUTORE:
Lettore della VdS

Lui (Ultimo) d'imperio decide sempre così quando non ci arriva all'uva: non ho fame...è acerba...
poi, poi tira sempre nel mucchio. Peggio di Erode.

16/12/2014 - 20:17

AUTORE:
Ultimo.

........... importante è apparire non essere ......... e qui è molto evidente. E' poca cosa quello che scrivono ........ lasciali perdere, amico mio, non c'è niente da imparare da loro. ........ Ultimo.

16/12/2014 - 19:30

AUTORE:
Callaghan

...ma se invece di fare questi sermoni, ci suggeriste qualche titolo azionario sicuro da comprar domani, per guadagnar qualcosa, ma non sarebbe meglio?
Quella sì sarebbe dimostrazione di competenza in materia economica

16/12/2014 - 13:23

AUTORE:
Orso Bruno

Dice Alessio:
Detto questo - poiché non vado a bere il ponce alla Casa del "Popolo" di Migliarino - mi perdoni l'"Osservatore 1" se non ho voglia di socializzare le perdite del circolo e desideri ardentemente che dei debiti che ha contratto rispondano in solido i soli soci - presenti e passati - e non io che con quella struttura non ho mai avuto niente a che fare!
................................

...vedi mpopò (dato che io l'ho persa) se ritrovi quella foto che tu eri vestito da frate medioevale e che ti ritrassi li sul palco della Sala delle Feste della Casa del Popolo di Migliarino; ricordi?
Quella cena aveva un ospite principale ed era Sergio Costanzo e...tu geloso come eri (sempre secondo me medesimo) cercavi sempre ed inesorabilmente di "offuscare" la sua scena di scrittore di libri medioevali e...certamente, sempre dopo di lui; con noi grebani ci facevi la tua bella figura con le tue chiacchiere effervescenti più del vino speziato che ci vendesti e che era buono e...quindi per quel breve tempo hai usato una struttura dei soci ARCI e...non ti vedevo tanto adirato anzi, eri (sembrava) a tuo completo agio e ti auguro da quì al 3.000 (tempo c'è) che tu colga l'occasione che ti offrimmo (noi Soci ARCI) di ri/passare un bel tempo di studio conviviale e divertente insieme.
Quindi mai dire mai.
Ti auguro un buon 2015 di lotta e di nuove conquiste sociali,
bb

16/12/2014 - 12:01

AUTORE:
Alessio Niccolai

Mi scuso innanzitutto per il "Pienotti", ma l'implacabile censura del correttore automatico mi è sfuggita una volta su tre.
Mi risparmierò repliche ad "Osservatore 1" perché con il suo ostinatissimo rispondere picche quando briscola è cuori finisce regolarmente per commentarsi da solo.
Mi permetto invece di dissentire rispetto al mio presunto fuori-tema: se si fosse voluta creare un'Europa dei popoli, un'Europa dal basso, un'Europa delle culture, dei territori e delle collettività, non si sarebbe posta - fin da subito - una pessima tegola, laddove ancora campeggiavano gli scavi macilenti e instabili delle fondamenta.
Il cuore del problema, è proprio e per contro la caduta tendenziale del saggio di profitto a cui si è tentato di ovviare attraverso la creazione di una moneta "forte": converrai con me - caro omonimo - che - laddove la produzione sia in caduta libera - risulti sufficiente a chi possiede ingenti capitali ridurre in modo cospicuo il potere di acquisto di tutti gli altri per mantenere percentualmente inalterato il proprio.
Ma, il vero problema è l'utilizzo strumentale e pretestuoso che un manipolo di persone ha preteso dover divenire la cosiddetta "moneta unica": il tipico approccio economicista - che si può concedere ai fanatici neo-liberal delle speculazioni finanziarie, ai mentecatti che si preoccupano soltanto di quanti e quali ricavi possa produrre un'operazione sbattendosene i c......i di quali costi sociali e/o ambientali essa possa indurre -, ma non a chi davvero si dica preoccupato per le sorti della scuola e della sanità pubbliche, per la bontà e la giustezza del cibo, per chi - in altre parole - intenda consegnare ai propri figli un mondo migliore di quello che gli è stato consegnato.
Lira o Euro di per sé, non significherebbero molto di più del valore che - da prospettive diverse - gli vogliamo attribuire: del resto ne' l'una ne' l'altro sono stati capaci di presiedere a cambiamenti epocali, ne' tantomeno a redistribuzione delle risorse o miglioramenti diffusi delle condizioni sociali.
Il problema sta nel fatto che l'Euro è stato preso a pretesto per scatenare tutta una serie di scelte in materia di politica economica assolutamente fuori dal seminato, dalle quali - peraltro - milioni e milioni di cittadini europei sono stati scaraventati fuori a colpi di maggioritari, di svolte autoritarie e di riduzione della rappresentatività.
Una triste sera mi sono addormentato italiano (e già mi pesava!) per risvegliarmi europeo, senza che nessuno mi avesse chiesto se davvero lo desiderassi; ma questo non sarebbe nulla: nessuno mi ha chiesto neanche se fossi stato disponibile a rinunciare alla sovranità politica - altro che monetaria - in nome di nessun beneficio presumibile, immediato o meno.
Le teorie deflazionistiche pan-tedesche su cui si impernia questa putrescente Europa, non mi appartengono e non sono disposto a sostenerle.
Quindi, dal mio punto di vista si rende necessario uscire immediatamente dall'euro-zona e stracciare tutti i trattati.
Questo non vuol dire che - ripulito il vecchio continente da una governance meritevole di marcire in galera per crimini contro l'umanità e azzerate le attuali inconsistenti, inutili e fuorvianti istituzioni europee - non si possa ripensare alla costruzione di un'Europa totalmente diversa da quella presente.
Detto questo - poiché non vado a bere il ponce alla Casa del "Popolo" di Migliarino - mi perdoni l'"Osservatore 1" se non ho voglia di socializzare le perdite del circolo e desideri ardentemente che dei debiti che ha contratto rispondano in solido i soli soci - presenti e passati - e non io che con quella struttura non ho mai avuto niente a che fare!

15/12/2014 - 21:28

AUTORE:
Alessio Pierotti

Alessio, la mia sarà anche una analisi segnata dall'imperizia (del resto non ho mai vinto il premio Nobel per l'economia...anche perché da biologo sarebbe tutto da ridere !) ma la tua, abbi pazienza, è altrettanto vergata da un errore. Un errore di ‘contenuto’. Non ti preoccupare: è normale. È un errore che commettiamo tutti e spesso anche frequentemente: trascinati dalla passione non ci rendiamo conto che le risposte che diamo a degli interventi che riguardano temi che ci stanno a cuore sono….fuori tema !
Io ho semplicemente cercato di spiegare perché secondo me uscire dall’euro è una scelta sbagliata: non ho parlato del concetto di denaro o di quante persone rientrano nei paletti del reddito medio o ancora della natura del potere sovrano. Non ho parlato di come andava impostato il progetto politico e sociale dell’Unione Europea o discusso se la libera circolazione delle merci sia una cosa positiva o meno, così come non ho analizzato la questione se con l’euro “settori parassitari della società civile europea si sono andati assicurando un incremento del saggio di profitto, anche a dispetto della riduzione dei consumi e della produzione”.
Ho semplicemente detto che il ritorno alla lira o comunque l’adozione di una valuta diversa dall’euro porti oggi come conseguenza una grande svalutazione (cosa che peraltro riconoscono anche gli anti-euro, leggendola però come un vantaggio competitivo) e quindi una grande inflazione, oltre che ad una sicura difficoltà sui mercati. Nella tua risposta non ho letto argomenti contro queste tesi (che peraltro sono mutuate da scritti di economisti). Non leggo da nessuna parte, se non sbaglio, che non è vero che s’innescherebbe una spirale svalutazione/inflazione che ci porterebbe rapidamente al default.
La tua è una risposta che discute altre questioni: alcune delle quali peraltro condivido. Anch’io mi incazzo al pensiero che mio figlio possa mangiare prodotti “trattati con ogni sorta di pesticida e schierati sugli scaffali dei supermercati”; anch’io m’indigno per l’abolizione dell’articolo 18 (su cui peraltro già scrissi qui sulla Voce…); anch’io vorrei una scuola sul modello finlandese o una gestione fluviale alla francese. Ma non ho parlato di questo nel mio scritto: anche perché converrai con me che questi problemi non si risolvono cambiando moneta (negli Stati Uniti hanno il dollaro ma su alcune di queste questioni sono messi peggio di noi) o uscendo dall’Unione Europea. Come ho scritto, il vero problema sono le scelte politiche (e qui mi sembra che siamo d’accordo): non il nome della moneta.
Io peraltro non ho mai scritto che lo Stato debba continuare ad accondiscendere gli interessi privati: ho scritto che la monetizzazione porterebbe a forzare la Banca centrale a comprare titoli pubblici. Ed ho scritto che questo ruolo di calmiere “potrebbe suggerire a qualche governo politiche disinvolte con una scarsa attenzione a questo debito”. Al massimo mi puoi accusare di avere poca fiducia nei governi…
Un’ultima cosa (avviso già che non intendo rispondere ad altri commenti: non già per supponenza ma perché dopo un poco il giochino diventa noioso): io potevo risparmiarmi il mio intervento è vero. E te la risposta ?

15/12/2014 - 13:22

AUTORE:
Osservatore 1

Infatti si ri/stabilisce che l'Alessio logorroico è quello che usa 7.120 battute per rispondere.

2° è degno del peggior Emilio Fedele che storpia i nomi (Pienotti)

3° prova a vienì a bere il ponce alla nostra 'Asa del Popolo (nostra perchè si è fatta intieramente noi nelle generazioni di onesti e liberi lavoratori e chi più aveva in denaro e forza fisica, più ha dato e continua a dare perchè niente è eterno; pavimenti e tetti si consumano come le stesse macchine del caffè ed i 180 milioni di lire prestati dai soci per gli ultimi ammodernamenti/aggiustamenti vorremmo ridarli indietro dopo tutti questi anni che si è goduto del nuovo e confortevole per la nostra gente tutta! ed abbiamo 'ntenzione di lasciare quel "capitale paesano bello ed unico": a chi è in avanti nel tempo; quindi il: pagherò 'nfondo al mese, segna...! può anche valere (anche se non usa più) mappoi seondo te medesimo, noi che si è costruito il "bene" con tanto sacrifizio, poi dovremmo rischiare di rimanere all'addiaccio per i nostri convenevoli del dopo lavoro...perchè te decidi chi ha uto ha uto (bevuto) e scordammoci oh passato; al Cerare quel che è del Cesare disseno 20 (venti) secoli orsono.

nb, si può fare con una sigaretta, se non me la ridai è uguale, lo può fare Andorra, ma non le settima potenza più industrializzata al mondo e non vorrei poi come dice la gente: andare a Livorno, chiedere un 5e5 e sentirmi rispondre: son ghieci miloni delle vecchie lire se vuoi schiacciata e cecina nel mezzo.

15/12/2014 - 12:53

AUTORE:
Alessio Niccolai

Ciò che davvero tradisce questo intervento che - a dirsela tutta - Alessio Pierotti si poteva - ma soprattutto ci poteva - risparmiare, è la totale imperizia analitica in materia economico-finanziaria, dovuta - con ogni probabilità - ad una lettura non mutuata al materialismo dialettico.
Evidentemente il Pienotti è dimentico di un assioma inconfutabile della pur controversa analisi marxiana della realtà: il denaro - per sintetizzare al massimo e rendere comprensibile un concetto in verità assai più complesso - è la rappresentazione della produzione (intendendosi il totale delle ore di lavoro impiegate per darle luogo) e non un concetto astruso.
Scomodando l'altro imperituro assioma - centrale in ogni caso anche in questa discussione - a carico della "caduta tendenziale del saggio del profitto" - vorrei ricordare al Signor Pienotti che, stando al precedente semplicissimo sillogismo - l'Euro sembrerebbe - in concomitanza alle politiche di austerity e al perseguimento forsennato delle inclinazioni pan-tedesche verso le spirali deflazionistiche - aver sorretto il "potere d'acquisto" di non più del 5% della popolazione europea di fronte alla ricercatissima "riduzione della domanda interna" o, in altro parole, costituito uno spregiudicato artificio attraverso cui i settori parassitari della società civile europea si sono andati assicurando un incremento del saggio di profitto, anche a dispetto della riduzione dei consumi e della produzione.
Il denaro - in altre parole - da strumento di rappresentazione del reale, si è mutato in un'arma di coercizione dei popoli, senza aver minimamente invertito la tendenza irreversibile del saggio di profitto a "cadere".
La sua disamina dunque, oltre a non costituire fondamento di alcun ragionamento assennato, è per contro araldo di straordinaria confusione, laddove però - rifacendosi ad uno di quei fastidiosi dati statistici assolutamente di scarso rilievo, quello secondo cui il reddito medio (e sottolineo "medio") italico, aggirante intorno ai 23.000 € annui, subirebbe un tracollo stimato tra i 9.500 e gli 11.500 € - in ci chiarisce senza dar adito a dubbi la prospettiva da cui è stata avviata: quello cioè di quanti ancora rientrino tra i paletti di quel "reddito medio".
In verità, altri autorevoli studi collocherebbero un ritorno alla Lira col cambio alla pari dell'Euro, in una svalutazione non superiore al 7%, ma non è certo questo il punto.
Il vero problema del Pienotti è la sua pretesa di uscire dall'Euro continuando a rispettare le perverse logiche su cui è stata costruita questa dannata Europa (o la sua "Costituzione" di cui mi risultano essere stati scritti soltanto i capitoli finanziari o para-bellici) che ha presieduto alla distruzione sistematica dei territori e alla dissoluzione delle sue comunità, anziché alla loro valorizzazione.
Il concetto fondante dell'abbandono dell'Euro è per contro l'abbandono di quelle logiche, l'immediata ri-militarizzazione dei confini (inclusi quelli aeroportuali e portuali) e la rilettura del debito quale strumento attraverso cui uno Stato esercita la propria sovranità; serve una svolta epocale però, per abbandonare l'Euro.
Innanzitutto il congelamento di un debito immediatamente riconvertito in Lire, poi la disamina - step dopo step - di come si sia ingenerato, stornandone quella parte che ha retribuito l'interesse collettivo e facendo ricadere personalmente su chi ha prodotto quello restante la responsabilità di ripianarlo, rispondendo in solido con beni e patrimonio.
Servirebbe - ma preferisco dire "servirà" - una legge che renda sovrano l'interesse collettivo e preminente rispetto a quello privato, e superiore il bene comune rispetto alla proprietà privata.
Interessante è poi vedere come Pienotti sdogani la parte più devastante del problema, come se fosse la più grande conquista: "un’avventura che probabilmente ci porterebbe fuori dall’Unione Europea, con l’abbandono quindi di tutti quei trattati che permettono oggi la libera circolazione delle merci, dei capitali e delle persone".
Grazie alla cosiddetta "libera circolazione delle merci", tanto per dirne una, i produttori agricoli locali o - per così dire - la filiera corta, sono costretti a soccombere di fronte all'import di agroalimenti - spesso OGM - trattati con ogni sorta di pesticida e schierati sugli scaffali dei supermercati a 4 volte il loro costo di produzione nei Paesi d'origine; buono il Pecorino Sardo fatto con latte olandese, Sig. Pierotti? Buone le mele magrebine frutto sia del land grabbing che del predominio planetario di Monsanto?!?
Serviva un'Europa dal basso, un'Europa dei Popoli, un'Europa in cui i migliori paradigmi di ciascuno Stato fossero eletti fondamento dell'unione intera... perché non la Scuola Pubblica finlandese? Perché non la gestione fluviale francese? Perché non i salari norvegesi? Perché non Articolo 18 europeo?
Allora, stanti le cose in questo modo - avendo cioè realizzato la Merkel un progetto che lo stesso Hitler accarezzò a suo tempo, senza peraltro la medesima maniacale dedizione per finanzieri e banche - io dico che l'uscita dall'Euro sia intanto la prima cosa buona e irrinunciabile da fare, quale premessa per molte altre, senz'altro a danno di quel 10% di Italiani che si avvantaggiano dallo stato di cose presente.
Certo: non è l'unica, ma solo la prima necessaria. E per quanto si possano temere fughe di capitali, è sufficiente ritirare l'esercito dalle insulse missioni di guerra in mezzo mondo per dispiegarle in Italia a impedire che possano avere luogo (almeno le FFAA tornano al servizio dei loro cittadini).
Per il resto, le ipotesi del Pierotti sono pura speculazione: basti pensare all'idea in ragione della quale "il riappropriarci della sovranità monetaria e la ‘monetizzazione’ del debito pubblico significherebbe forzare la Banca nazionale a comprare titoli pubblici"; quale concezione dello Stato trasuda quest'osservazione? Quella per cui lo Stato e la PA debba continuare ad accondiscendere gli interessi privati, anziché perseguire quelli collettivi?!?
I Bolscevichi - più che gli islandesi odierni - insegnano che non c'è debito che si debba onorare ad ogni costo: tanto più se è stato creato ad arte da chi per pascere le proprie tasche.
Vuole scommettere il Pierotti che i maggiori creditori dello Stato sono o sono stati anche suoi governanti, direttamente o indirettamente?
Una legge sul conflitto di interesse che impedisca a chi detiene la pur minima quota di debito dello Stato di divenirne suo rappresentante, potrebbe a mio avviso essere sufficiente: non si può permettere a chi guadagna parassitariamente dalle passività pubbliche di governare i processi pubblici.
Alla fine i nuovi paradigmi post-euro, dovranno essere totalmente diversi: chi ha governato o amministrato inducendo debito senza corrispondere niente alla collettività, deve pagare di tasca propria. Chi ha alienato beni comuni, pezzi di demanio o dissipato risorse comprate con i soldi di tutti, deve rispondere in solido.
Altrimenti si chiacchiera di aria fritta: uscire dall'Euro e dall'Europa presuppone iniziare da subito a rigettarne ogni insulso paradigma!