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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Pisa
Perché investire a Pisa?
Ce lo spiega l’assessore Maria Luisa Chiofalo

19/12/2014 - 23:50

COMUNICATO STAMPA
Perché investire a Pisa?
Ce lo spiega l’assessore Maria Luisa Chiofalo: “La risposta è nel titolo di questa iniziativa: a Pisa ci sono strutture e conoscenze per accelerare le idee. La Cittadella Galileiana come luogo di mutua accelerazione tra chi fa innovazione nella ricerca, chi la applica a tecnologie e chi la sa condividere con linguaggio accessibile al grande pubblico, nasce da questo - e aggiunge - Un’idea che si sviluppa con la partecipazione di chi fa parte del mondo della ricerca, dell’impresa, dell’applicazione tecnologica, della diffusione della ricerca e dei servizi annessi, puntando su tre settori in cui la nostra città eccelle: ICT, Scienze della vita e Robotica”.
Quello di oggi è un primo momento di partecipazione e di raccolta di idee. La partecipazione, estesa il più possibile, continuerà attraverso un seminario online che valuterà proposte e osservazioni.
Guido Tonelli, in un’intervista a FDI Magazine, osserva: “Oltre a trovare una sorgente continuamente rinnovabile di competenze eccellenti nelle istituzioni di alta formazione e ricerca (…) Pisa offre un sistema educativo di alta qualità, strutture sanitarie eccellenti e una vita culturale straordinaria”.
Pisa, tre storie con epilogo
I fatti spiegano più delle parole, per questo vi raccontiamo tre storie effettivamente accadute che ci parlano della ricchezza di questa città.
 
Lettera di un ragazzo del ‘64
 
Racconto volentieri la mia esperienza se può aiutare a capire le possibilità che la mia città offre. Sono nato a Pisa il 15 febbraio del ’64, primogenito di sette figli. Mio padre era un musicista giramondo, mia madre era casalinga e religiosa. Io non sono mai stato religioso salvo un ripensamento a cui fui costretto molti anni più tardi.
 
Studiavo abbastanza bene, ma quando provai a mantenermi con una borsa di studio fui bocciato. Grazie alla lungimiranza di un imprenditore che credeva nei giovani e nell’innovazione, riuscii a continuare gli studi. Nonostante me la cavassi benino in Fisica e Matematica, babbo mi volle iscrivere a Medicina e, in quegli anni, quando i babbi dicevano una cosa era quella. Non mi è mai piaciuta e infatti, a distanza di tanti anni lo posso dire, non mi sono mai laureato.
 
Nonostante questo, anche per certi progetti realizzati nel frattempo, a 25 anni ho avuto un incarico a contratto per insegnare nell’ateneo pisano.
 
Non ero proprio un docente modello e dicevo molte cose che risultavano indigeste agli accademici. Loro ritenevano insopportabile anche il fatto che quando ero in cattedra mi rifiutavo di vestirmi come loro, a me piacevano gli abiti sportivi e informali. Tra le mie pubblicazioni di fine anni Ottanta troverete anche un libretto che cerca di spiegare le mie ragioni su questo.
 
A Pisa devo anche l’episodio che mi cambiò la vita. Visitando il Duomo, mentre un addetto stava provvedendo alle pulizie, vidi la grande lampada della navata centrale dondolare. È così che mi venne l’idea che sarà centrale per i miei studi successivi.
 
Quel che è successo poi è storia nota. Divulgare i miei studi e sostenere le mie idee non è sempre stato facile, ma la mia città mi aveva dato tanti strumenti, una ricchezza di spunti e un coraggio – quello di sperimentare sempre – che mi hanno consentito di fare tutto quello che ho fatto. Penso che se fossi nato altrove non sarebbe successo. Pisa è il luogo ideale per capire, ricercare e investire. Specie per i giovani a cui consiglio di praticare quel che di recente ha detto un altro non laureato irregolare come me: “Siate folli, siate affamati”. Tenete di conto, però, che certe cose non vengono capite subito.
 
(Il testo è liberamente tratto dalla biografia di Galileo Galilei)
Dove puntò il dito Henry Ford
 
Verso la fine degli anni ’60 Henry Ford II decise di lanciare la sua prima utilitaria per l’Europa, un prodotto di massa per il vecchio continente, una rivoluzione come quella che il padre aveva fatto negli Usa con la leggendaria Ford T. Supportato da un amministratore delegato che si chiamava Lee Iacocca, ed era il più bravo di tutti, diede vita a un progetto - nome in codice "Bobcat" – che prevedeva impianti di produzione e progettazione in loco.
 
Per individuare il sito più adatto fece una preselezione, sulla carta, che individuò 10 luoghi in varie parti d’Europa e, in ognuno di questi, inviò una squadra. Quando, tornati a Detroit, gli incaricati illustrarono le loro conclusioni, Ford non ebbe dubbi e indicò sulla carta geografica la sua scelta: valutati e incrociati i dati sulle infrastrutture (porto, aeroporto, ferrovie, viabilità), i centri di studio e di ricerca, la centralità, il clima, la qualità della vita, puntò il dito su Pisa che fu considerato il luogo di gran lunga più favorevole.
 
Per definire l’accordo incontrò, in una bella villa di un parco meraviglioso, San Rossore, il
presidente della Repubblica italiana, Giuseppe Saragat. L’incontro non portò da nessuna parte perché il presidente non fu in grado di garantire a Ford le condizioni di pace sociale necessarie all’impresa. D’altra parte era un anno per niente facile: il 1969.
 
E fu così che si optò per una situazione di ripiego, a Valencia in Spagna. L’insediamento iniziò ad essere costruito nei primi anni Settanta e la prima macchina vide la luce nel 1976. Si chiamò Fiesta. Se fosse stata fatta a Pisa, chissà, magari si sarebbe chiamata Torre.
 
Cosa fece Topolino prima di andare a Parigi
 
Un’altra storia poco nota di un altro grande investimento internazionale, iniziò subito dopo con un lungo setacciamento che durerà più di due lustri. Nel 1984 il capo divisione della Walt Disney Company, Dick Nunis, aveva selezionato circa 1.200 possibili sedi per insediare quella che si sarebbe chiamata Euro Disney.
 
Nel marzo del 1985 il numero delle possibili sedi era stato ridotto a cinque: Pisa, due in Francia e due in Spagna e la scelta fu sottoposta al capo che qui vediamo in una foto dell’epoca. Come è finita la questione è storia nota, ma Pisa ha avuto la conferma che, per la somma di favorevoli opportunità che può offrire, è tra i siti più appetibili d’Europa come oggetto di insediamenti e investimenti.
 
 
I due regali di Keith Haring
 
Frutto di alcune volontà e di mille coincidenze favorevoli nel 1989 Pisa riuscì ad arricchirsi di un’opera che, forse senza piena consapevolezza, è diventata anche lo specchio contemporaneo di un’altra opera che è conservata nel camposanto monumentale.
 
L’uomo che la concepì e la realizzò ha lasciato alla nostra città, oltre a quello, un altro grande regalo. Una frase sognante e affettuosa che ha il pregio di ricordare a chi la abita come può essere vissuto, da chi lo vede dall’esterno, questo strano luogo. Keith Haring ha detto di Pisa:
“Se esiste un paradiso, spero che sia come questa città”.
 
 

 



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