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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Bardi (c. d) 56% e rotti
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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“Se tu la duri ti caa la Befana!”
Le Madamadoré

4/1/2015 - 17:13


“Se tu la duri ti caa la Befana!”, se insisti ti arriva una brutta sorpresa, una punizione.

“Cosa t’ha caato la Befana?”, si diceva ai bambini il giorno dell’Epifania persapere cosa avevano trovato nella calza appesa sotto al camino. Perché un tempo la Befana i regali non li portava, li caava. Erano un arancio, du’ avallucci, un par di arùbe, tre o quattro cealini, du’ fii secchi e trenoce: per quelli buoni. A quelli‘attivi un ni caava nulla. Spesso quelli cattivi erano quelli poveri. E nonostante anche loro avessero raccolto il fastello, di legna da accendere nel camino la sera prima di andare a letto, “per iscardá r culo alla Befana”, la mattina restavano delusi. Ma la delusione passava quasi subito perché era un mal comune. E poi si faceva presto a convincersi che la Befana non esisteva ma che era un’invenzione per i più piccini o per i più baggiani.

 da Matavé, di Piero Chicca

Non siamo più né piccini, né baggiani, siamo tutti “sgamati”, eppure la Befana ci caa delle gran brutte sorprese, sempre più grosse e sempre più brutte, tanto che ci tocca dire che esiste davvero, sennò di chi è la colpa di tutto quel il mondo ci caa addosso?

Ecco il nodo della questione, trovare di chi è la colpa, trovare sempre dei capri espiatori, e magari non sarebbe male farne un mestiere, chissà se si ridurrebbe di colpo la disoccupazione. Come Benjamin Malaussène, il personaggio centrale nei romanzi del Ciclo di Malaussène di Daniel Pennac, che appunto, di professione fa il capro espiatorio.

Ma no, non sprechiamo posti di lavoro, noi ne abbiamo a bizzeffe di capri espiatori, uno per ogni situazione.

 

I politici, la casta, i dipendenti pubblici, gli evasori fiscali, i sindacalisti, i migranti, i medici, le partite IVA, gli zingari, gli stranieri, i fannulloni, i furbetti, i bamboccioni, i falsi invalidi e i malati seriali, i gay, la sinistra e la destra, ma anche il centro, i gufi…e via chi più ne ha più ne metta, in ogni discorso fatto o sentito esce fuori una categoria di persone da marchiare.  La domanda è noi dove ci collochiamo? No perché a forza di elencare diventa sempre più difficile starne fuori. Ma soprattutto ci colpisce un odio diffuso, un tutti contro tutti, che salva solo quello che in quel momento sta urlando contro tutto il resto del mondo.

Siamo una polveriera di cattiverie, rancori e disumanità carica di tensione distruttiva. e pensare che basterebbe dirigere una millesima parte di questa energia distruttrice, verso altri bersagli per farli fuori definitivamente, uno per tutti le diverse forme di mafia.   

E invece siamo preda della  paura che ci rende ciechi e sordi e facile preda dell’odio.

Eppure ci deve essere un modo…

Ma l’altra cosa che ci caa la Befana di questi tempi è una bicicletta ciascuno per pedalare, individualmente, pedalare tanto da non avere neanche il fiato per ribattere, per guardarsi intorno, per fermarsi a pensare…pedalare e zitti, ringraziare di avere almeno la bicicletta. Che fuor di metafora vuol dire accettare tutto quello che si sta prospettando…meno diritti, meno soldi, meno servizi, meno…meno…e meno male che puoi dire che avrai meno, c’è chi il meno non sa neppure che cosa è.

Eppure ci deve essere un modo…

 

Ecco noi vorremmo che la Befana caasse a tutti noi, uomini e donne un po’ di eresia.

Chi se non la Befana potrebbe caare eresia?

La Befana, termine femminile, singolare.

Femminile: unica  femmina delle festività, credibile quanto i maschi buoni e paciosi, come Babbo Natale e gli Elfi.

Singolare: perché  lei fa tutto da sola, non ha aiutanti, vaga nel cielo su una scopa di saggina, portando a spalle un sacco pieno di doni, per i buoni e cenere e carbone per i capricciosi. 

Ma è singolare, soprattutto che si sia riusciti a pensare che una femmina potesse fare tutto questo da sola e dalla notte dei tempi, il prezzo da pagare è stata probabilmente la sua mancata bellezza.

Per la chiesa cattolica è festa di precetto, una solennità pari a Natale, Pasqua, Ascensione…coincide con l'arrivo dei Magi a Nazaret, arrivati seguendo la stella cometa, per rendere omaggio al Nazareno, portando in dono oro, incenso e mirra.

Il Nazareno? ci ricorda qualcosa...

Oh che c’abbiamo una Befana anche al Governo che ci caa delle belle sorprese?

Non bastava la bicicletta e pedalare zitti e muti?

No eh...

Arriva come un dono inaspettato, la depenalizzazione della frode fiscale se il valore dell'imposta evasa non supera il 3% del reddito dichiarato.

E sparati qua e là come fuochi d’artificio avremo una serie di rincari sulle utenze e sui pedaggi, di restrizioni per la scuola pubblica, personale  docente ed ata.

Avremo ancora un territorio consumato e cementificato a velocità supersoniche, avremo le linee AV/AC, ma i pendolari continueranno a far tardi su treni sporchi e vecchi, su vecchie linee bisognose di manutenzione…

...e non solo...tanto l’anno che sta arrivando tra un anno passerà e noi…ci stiamo preparando? È questa la novità?

 

No, la novità, che vogliamo che ci cai la Befana, è una bella e massiccia dose di eresia

solo tu Befana puoi…

 

Eresia viene dal greco e vuol dire scelta.

Eretico è la persona che sceglie e, in questo senso è colui che più della verità ama la ricerca della verità.

E allora io ve lo auguro di cuore questo coraggio dell’eresia.

Vi auguro l’eresia dei fatti prima che delle parole, l’eresia che sta nell’etica prima che nei discorsi.

Vi auguro l’eresia della coerenza, del coraggio, della gratuità, della responsabilità e dell’impegno.

Oggi è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri.

Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è.

Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa.

Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie.

Chi non pensa che la povertà sia una fatalità.

Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza.

Chi crede che solo nel noi, l’io possa trovare una realizzazione.

Eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio. 

Don Luigi Ciotti

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