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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Le Parole di Ieri
Da Ciccia di Troia a Cincischiare

24/5/2015 - 11:03

 

CICCIA DI TROIA
Lett: nc.
Con questo buffo termine si voleva indicare una stoffa sottile, di poco spessore e consistenza, che si sgualciva facilmente. Era un termine con valore dispregiativo nei confronti di un tessuto, ma si utilizzava anche nei confronti di qualunque altro oggetto ritenuto poco consistente.
Come la ciccia (dispregiativo di carne) di una troia (dispregiativo di prostituta), che viene considerata cadente, cascante, sfatta.
 
CICCIRIMPOLLA
Lett: nc.
Era un gioco di bambini che si faceva con le figurine.
Le figurine erano foto di animali, di calciatori, e più tardi, con l’avvento della Tv, anche di qualche eroe dei cartoni animati.
Consisteva nel cercare di indovinare quante figurine il compagno aveva nella mano chiusa. Per questo venivano compattate, piegate, nascoste per non far capire all’avversario il loro numero. Un giocatore le teneva sul palmo piegate e coperte dall’altra mano messa di taglio. La mano di taglio veniva sollevata e riabbassata velocemente e l’altro giocatore doveva indovinarne il numero  basandosi su quello che aveva visto, solo per un attimo. Se indovinava vinceva le figurine, altrimenti pagava, sempre in figurine, la differenza.
Giocare genericamente a figurine invece era più semplicemente il lanciare da un posto sopraelevato, un muretto o uno scalino, le figurine per terra, una alla volta, cercando di coprire con la propria quelle già presenti sul terreno. Chi riusciva a posizionare la propria sopra un’altra vinceva tutte le figurine già lanciate. Le tecniche  e le tattiche di gioco erano diverse, si andava dal biscotto in cui la figurina andava molto lontano, all’accompagnamento in cui la figurina veniva spinta dolcemente per farla cadere vicino. I due giocatori potevano decidere in anticipo la grandezza della giocata, cioè il numero delle figurine da contendere. Una partita giocata di biscotto dava luogo a un campo di gioco molto vasto con impiego di un grande numero di figurine: in questo caso si parlava di pappatona. Basandosi la vincita sul contatto fra due figurine spesso questa dava luogo a grandi ed animate discussioni a causa delle valutazioni, molto spesso diverse, dei due o più contendenti.
Le figurine venivano poi collezionate e attaccate sull’album, rigorosamente Panini fin da quegli anni. La presenza della collezione generava tutto un mercato di scambio con la nascita di pezzi rari, figurine irreperibili, introvabili, con prezzi vertiginosi (in figurine naturalmente, pagate con i doppioni o con altri pezzi rari), talvolta addirittura con coinvolgimento dei genitori in richieste dirette alla ditta che le produceva.
 
CICISBEO
Lett: CICISBEO [sp. Chichisveo faccio la corte. Corteggiatore di dama. Galante. Vagheggino. Damerino. Cavalier servente, nel 18° secolo quando venne in uso questa parola]
Nel linguaggio comune un tempo la si utilizzava, ed aveva più o meno il medesimo significato in dialetto ed in lingua italiana. Si sente ancora in qualche commedia, in qualche opera teatrale ma nel parlare comune è quasi del tutto abbandonata.
[Il termine deriva probabilmente dal francese chichebeau che qualcuno traduce cece bello, detto come espressione carezzevole; ma probabilmente siamo dinanzi all’agg. chiche  piccolo, piccino, stretto, quasi dicesse bel piccino (fr. mignon) ovvero bellimbusto, attillato- Colui che impiega tutto il suo tempo a far la corte alle donne, Vagheggino, Damerino]
 
C.I.G.M.
Lett: nc.
C.I.G.M. erano le iniziali di Club Indipendente Giovani Migliarino, un’associazione nata nei primi anni ‘60 con l’intento di creare in paese un circolo culturale. Erano gli anni del boom economico ed i giovani cominciavano ad avvertire quell’ansia di cambiamento, quella voglia di partecipare, di fare “qualcosa”, che sarebbe poi sfociata, anche drammaticamente, nelle contestazioni giovanili del ’68.  Elessero un Presidente, crearono una biblioteca, fecero un timbro, redassero anche un giornalino stampato col ciclostile che veniva diffuso per il paese la domenica mattina. Il giornalino non poteva non contenere argomenti goliardici e scherzosi, ma a questi si univano articoli di politica seria o di satira che dimostravano, fin da allora, il grande fermento culturale dei giovani di quegli anni. Ci piace riportare qui l’articolo di fondo del primo numero de “Il Club Parla”, a firma Goffredo Canarini, non solo per ricordare questo nostro caro amico scomparso ma anche per evidenziare l’entusiasmo di questi giovani nella loro ricerca di crescita e di cambiamento.
L’articolo forse pecca un po’ di solennità, ma rende con estrema chiarezza la passione e l’orgoglio che questi giovani avevano messo nel loro progetto d’impegno civile.
Risalta nell’articolo il senso di appartenenza ad una comunità, sia pure piccola ed apparentemente insignificante come un paese, come condizione indispensabile per una crescita comune.
L’articolo si intitola “Abbiamo un giornale”:
 
E’ con fanciullesca trepidazione e smisurato orgoglio che scriviamo queste prime righe dando vita effettiva ad un giornale completamente nostro, compilato alla buona con mezzi di fortuna, generato dalla brama di avventure nuove e meravigliose, ispirato da un ideale profondo: come la speranza, giovane nel suo respiro e nei suoi propositi, e soprattutto…migliarinese!
 Il giornale è senz’altro il mezzo di propagazione e di informazione collettiva più efficace ed efficiente di cui l’uomo moderno disponga. E’ lo strumento fondamentale di una società che intenda illuminarsi e progredire, istruirsi e divertirsi, credere e sapere. E’ la fonte inesaurita ed inesauribile che permette al cittadino, sempre ed ovunque, di attingere alle sue acque cristalline e salutari, attuali e genuine. E’ l’incentivo del dinamico uomo moderno i cui occhi, pervasi da gioia e delusione, paura e speranza, spaziano febbrilmente pei cieli. E’ infine l’espressione sociale ed universale di gran lunga più spericolata e giovanile di tutte le altre; è l’essenza stessa dei giovani, e giustamente dai giovani doveva essere creato.
Non a torto quindi ci vantiamo di essere noi, membri del Club Indipendente Giovani Migliarino (C.I.G.M.), gli ideatori e i promotori di una istituzione così complessa e fantastica qual è indubbiamente un giornale paesano. Non abbiamo la pretesa, del resto inattuabile, di farlo uscire tutti i giorni; per ora ci accontentiamo di sfornarlo settimanalmente, e sarà compito assai arduo essendo le difficoltà molteplici, di carattere pratico e formale. Il nostro giornale busserà a tutte le porte, entrerà (col vostro permesso) in tutte le case; e sentirete allora una dolce ventata di freschezza nostrana, proverete un sentimento incontrastato di simpatia e d’orgoglio.
E noi ci accontenteremo di ciò.
Ci accontenteremo e saremo più che soddisfatti se il nostro rudimentale messaggio riuscirà, senza presunzione, ad insegnarvi qualcosa; a dimostrarvi se non altro che con la perseveranza e la fermezza d’animo, con la buona volontà e la fede nei più alti ideali ed in noi stessi si può affrontare qualsiasi impresa e portarla a felice compimento.
 Il “Club Parla” ci permetterà di conoscere meglio noi stessi e la nostra piccola comunità. Il suo schietto linguaggio, forse simpatico ma senza dubbio inesperto, renderà palesi e pubbliche tutte le nostre manchevolezze, i difetti, gli errori; i nostri meriti, i pregi, le qualità. Attraverso la nostra stessa parola scopriremo chi realmente siamo, conosceremo le idee, i progetti, le paure, le ansie di tutti noi.
E di certo tutto ciò avrà un’importanza preziosa, fondamentale, forse decisiva e ci sarà di sprone e di guida per un miglioramento radicale e radicato, integrale e integro.
Ci guarderemo negli occhi affrontando con polso e decisione qualsivoglia eventualità o impedimento, ci prenderemo per mano proseguendo uniti e fiduciosi quel cammino tortuoso che ci vide partire uno alla volta, disuniti, sbandati, poveri, soli. Ci sentiremo infine una grande pace nel cuore, una calma tranquillità derivante dalla consapevolezza di rappresentare un’entità notevole, una forza indistruttibile, una realtà evidente.
Tutto questo è un sogno, bellissimo e meraviglioso, ma pur sempre un sogno e noi ci prodigheremo affinché diventi realtà.
E le nostre forze saranno insufficienti se non sorrette dal vostro aiuto e dal vostro consenso. Abbiamo bisogno di tutto e di tutti. Di un sorriso, di un incoraggiamento morale e materiale; della vostra partecipazione insomma. E siamo fiduciosi e certi che tutti voi ci stenderete la mano aiutandoci a salire i gradini del nostro spinoso cammino.
Dimodochè potremo dire, un giorno forse non troppo lontano:
-Abbiamo combattuto duro, ragazzi, ma infine abbiamo vinto!-”
                                                                                                                Goffredo Canarini
 
Subito sotto questo articolo di fondo, assai serio e impegnativo, troviamo l’altra anima dei giovani, quella della leggerezza e della fantasia, qualcosa di più goliardico:
 
“Annuncio Economico:
Centomila persone colpite da esaurimento nervoso, sono guarite di colpo inoculandosi il bacillo della serietà. Inviando lire 500 in francobolli al Laboratorio Biologico del C.I.G.M., lo riceverete franco di porto in busta aperta ai lati, con le istruzioni sul modo di usarlo. Se ci manderete (con l’importo) gli indirizzi dei vostri amici cui intenderete fare una gradita sorpresa, penseremo noi alla spedizione indicando il vostro nome come mittente!  (Baby) (?)”
 
CINCISCHIARE
Lett: CINCISCHIARE. [Tagliar male e disegualmente, tagliuzzare, sgualcire].
[Due opinioni sull’origine, o dal latino incidere col supino incisum da cui incisucolare e quindi incischiare e cincischiare oppure verbo onomatopeico dal rumore delle forbici che non tagliano, perché non affilate o per roba troppo grossa]
In dialetto aveva cambiato completamente il significato e aveva assunto quello di temporeggiare, essere incerto, indeciso, di procedere lentamente.
“’Un ti cincischiare!”: non perdere tempo, non ti trastullare.
Da notare il costante cambio dell’italiano “non” nel dialettale “’un”.

 

FOTO

Il sindaco Spinesi e Fabio Ceccherini visitano una centenaria (nome?)

 

 

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28/5/2015 - 19:50

AUTORE:
Fabio Ceccherini

Ricordare il C.G.I.M è riportarmi indietro di mezzo secolo e devo dire che fa un certo effetto.Il giornalino...Il ciclostile molto artigianale che controllava poco l'inchiostro e che spesso macchiava i fogli,spillare le pagine e la distribuzione settimanale all'edicola della Silvana e portata a casa dei più affezionati.Un particolare,nel giornalino oltre gli articoli sulla vita paesana e di politica c'erano descritti gli sponsor dal macellaio Franceschi all'officina di Mario e altri grande novità per quei tempi.Il nome C.G.I.M.?non molto bello per la verità tanto che molti lo chiamarono "cingomma"e la parola indipendente fu dovuta per non essere di evidente parte politica in quanto si gravitava anche per altre iniziative alla Casa del Popolo, a quel tempo, infatti, non era molto salutare specialmente per chi doveva trovare lavoro. Lascio per ultimo il grande Goffredo la mente di tutto che ha lasciato in quelli della mia età un ricordo che mai si potrà dimenticare..eccelleva in tutto..dal biliardo al giocare a pallone e sopratutto nella musica,unico nella storia del Comune di Vecchiano a partecipare al Festival di Sanremo.Lo fatta lunga e molti non leggeranno questi ricordi ma sono certo che altrettanti giovincelli lo faranno.

28/5/2015 - 8:32

AUTORE:
Roberta

Buongiorno a tutti e grazie della foto: la centenaria ritratta è la mia
bis-nonna Ada Maria Cerrai vedova Orsini. La foto è del febbraio 1979, infatti nonna Ada era nata il 22 febbraio del 1879.
Grazie per la bella emozione.
Roberta

25/5/2015 - 12:59

AUTORE:
rieschalbar

cosa c'entrava il paragone con la guerra non lo so, e comunque ci sono cose necessarie e inevitabili, ammenochè si sia stancato di fare l'osservatore e stia preparando la testa sul tagliere

24/5/2015 - 23:42

AUTORE:
Osservatore 3

Non è una bella parola, che non conoscevo, ma fa parte di quelle parole che un tempo si usavano con meno ipocrisia, quando una puttana era una puttana e non una escort.
Non è una bella parola ma ce ne sono di peggio, esempio guerra, e viene usata regolarmente senza che nessuno abbia da ridire.

24/5/2015 - 19:53

AUTORE:
eschalbar

Inserire fra le parole di ieri "ciccia di troia", ci sembra operazione di dubbia opportunità, più che una parola di ieri, ci sembra una parola da non usare nè ieri, nè oggi, nè domani.