Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Barbuti Lorella: assolta con formula piena
“Giustizia è stata fatta ma nessuno potrà restituirci il male ricevuto”
Il tribunale di Pisa ha assolto con formula piena la Sig.ra Barbuti Lorella, che era stata indagata per truffa ai danni dello stato per presunta falsa cecità.
Insieme a Lorella Barbuti, assistita dall’Avvocato Marco Guercio, ad ascoltare la sentenza di assoluzione erano presenti tutta la famiglia e gli amici più cari.
Queste le parole di Lorella all’uscita del tribunale: “Giustizia è stata fatta ma niente e nessuno potrà restituire a me e alla mia famiglia il male che ci è stato procurato.
In tribunale sono stata accusata di non essere cieca perché porto i tacchi, perché mi trucco, perché ballo e perché prendo il caffè senza far cadere in terra il cucchiaino. In pratica sono stata accusata di aver combattuto la mia disabilità cercando di condurre una vita normale e felice.
Ringrazio l’Unione Italiana Ciechi, che è sempre stata dalla mia parte e che si è sempre detta orgogliosa del mio percorso di riabilitazione funzionale. Ringrazio il mio Avvocato Marco Guercio e il supporto tecnico del Dottor Cruciani che hanno saputo dimostrare la verità con gli strumenti tecnici e giuridici.
Ma più di tutti ringrazio la mia famiglia, che in questi anni ha subito la cattiveria e il sospetto insieme a me. Abbiamo attraversato tutti insieme un incubo che è durato più di due anni; la mia famiglia è stata abbandonata da molte persone che credevamo amiche. Abbiamo dovuto affrontare il peso psicologico dell’esposizione mediatica e il peso economico del processo. Mio figlio adolescente è dovuto andare a scuola con sua madre in prima pagina. Mia figlia molto spesso non riusciva ad uscire di casa per le troppo domande e le troppe insinuazioni maliziose. Mio figlio maggiore, che faceva politica, ha dovuto rivedere il percorso di tutta una vita e ricostruirsi da zero un futuro senza l’aiuto di nessuno, vivendo in prima persona il clima di isolamento e sospetto in cui la mia famiglia era stata rilegata.
Ora che ci troviamo fuori da questo incubo, vorrei che la mia storia sia d’insegnamento a tutti coloro che per ignoranza e superficialità non capiscano che noi disabili possiamo e vogliamo vivere una vita armoniosa, gioiosa e il più possibile indipendente.
Adesso la mia battaglia continua. Per prima cosa voglio smascherare le persone che direttamente e indirettamente hanno innescato questo processo farsa, nel tentativo di distruggere me e la mia famiglia. Inoltre nessuno più dovrà essere posto sotto giudizio perché riesce a combattere i propri limiti fisici vivendo una vita quasi normale. Da oggi il mio impegno principale sarà quello di raccontare la mia storia e vorrei impegnarmi per realizzare un sogno: contribuire alla nascita di una scuola di danza per i non vedenti.”