Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Cecilia Pamio, 39 anni, pisana, era la direttrice del patronato Acli di Livorno. Un male incurabile l'ha portata via in un brutto giorno dello scorso mese di novembre.
Siamo stati privati della sua presenza ma non ci priveremo del suo ricordo.
Soltanto chi l’ha conosciuta, chi ha apprezzato le sue doti umane, le competenze e la cordialità, prova lo sgomento di queste circostanze.
Perché? Non ci sono risposte ma possiamo e dobbiamo far sì che i suoi esempi non scivolino nel dimenticatoio.
Ricordare Cecilia non è opportuno, è doveroso.
Cecilia svolgeva anche un’attività di formatrice in campo nazionale, un incarico importante e delicato, essendo la formazione professionale uno strumento operativo primario, posto alla base di qualsiasi organizzazione che voglia pianificare al meglio la professionalità delle proprie risorse umane.
Cogliendo l’affinità fra questa attività e il mondo della scuola, le ACLI Provinciali di Pisa hanno deciso di promuovere la prima edizione del premio letterario "Cecilia Pamio".
Il concorso, patrocinato dal Comune di Cascina, è riservato agli studenti degli Istituti Comprensivi e delle Scuole dell'Infanzia pubbliche e paritarie presenti sul territorio di questo comune e si articola in più sezioni: grafica, poesia e prosa.
Per ogni sezione sarà corrisposto un premio in beni di euro 500,00 a sostegno delle attività della scuola cui appartiene la classe vincitrice.
Il tema del concorso verrà tratto dal libro di fiabe "Le avventure di Boscoborgo" realizzato da "Quelle di Boscoborgo" a supporto e in collaborazione con l'AVIPP (Associazione Volontari per l’Infanzia Pediatrica di Pontedera).
Ma chi sono "Quelle di Boscoborgo"?
Sono un gruppo di splendide donne che vedendo tanti bambini con seri problemi di salute hanno deciso di fare qualcosa per alleviare, se mai possibile, le loro pene e quelle delle loro famiglie.
All’età in cui la vita è vissuta senza conoscerla, perché ancora tutta da scoprire, in cui tutto dovrebbe essere divertimento e gioia pura nel vivere, questi bambini si trovano ad affrontare realtà difficili, per lunghi periodi lontani dal loro ambiente e dagli abituali compagni di giochi.
Per evitare che bambini e famiglie percorrano da soli il viaggio della malattia è cosa buona innescare quel rapporto di comunanza chiamato solidarietà.
Solidarietà che può passare anche attraverso lo scrivere una storia, una fiaba.
Raccontare può essere di grande aiuto, può far nascere un sorriso che in questi casi vale quanto una terapia farmacologica: è una terapia umana.
“Quelle di Boscoborgo” non sono autrici di opere letterarie, ma le loro penne sono state guidate dal cuore, dalla generosità e dalla volontà di fare qualcosa per questi piccoli.
Ecco che le idee esplodono, prendono corpo, piano piano si affinano e generano le singole storie.
L’insieme di queste storie realizza un libro che può essere raccontato e può far nascere quel momento di serenità e di nuova luce in occhi ingiustamente tristi.
Il libro può essere acquistato sapendo che il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto a sostegno delle famiglie dei più bisognosi che saranno individuate con l’ausilio di AVIPP.
Nella tristezza dell’informazione giornaliera, fornita dai giornali, TV e radio, dove continuamente sentiamo parlare di cronaca nera, della crisi economica perenne, dei ripetuti scambi di astiose battute dei nostri politici, conoscere realtà dove una o più persone provano ad aiutare gli altri cercando di alleviarne le pene (bicchiere mezzo vuoto) o migliorare il loro benessere (bicchiere mezzo pieno), può fare solo bene.
E queste realtà non sono poche, ma di loro non si parla mai.
Forse perché non fanno audience e non incrementano le vendite.