Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Sono capitato a Neumarkt in der Oberpfalz due volte, e per il medesimo motivo: incidere dischi nella meravigliosa Reitstadel, una sala da concerto ricavata da un vecchio deposito di cereali. Siamo nell'Alto Palatinato, una regione a nord-est della Baviera che poco si distingue per risorse naturali o attrazioni turistiche di richiamo; anzi, è considerata una zona depressa, ma siamo in Germania, e le cose, qui, o funzionano o le si fanno funzionare! Vittima di tremendi bombardamenti durante l'ultima guerra, questa cittadina storica è stata ricostruita mattone per mattone così com'era.
La stessa sala da concerto dove sono venuto a lavorare era ridotta ad un rudere: niente tetto, mura pericolanti, macerie ovunque. La Reitstadel fu ricostruita fedelmente, migliorata nell'acustica e nei sistemi di sicurezza, e dalla sua riapertura nel 1980 ha ospitato i più grandi musicisti del pianeta nella sua brava stagione concertistica che vede i settecento posti disponibili puntualmente esauriti ad ogni appuntamento.
Oggi, grazie ad una politica intelligente di competitività imprenditoriale, compagnie discografiche di tutto il mondo vengono ad incidere in questo tempio sacro della grande musica a condizioni, mi dicono, molto vantaggiose. Tra l'altro, in questa bella sala risiedono due magnifici pianoforti Steinway da concerto, uno meglio dell'altro.
La Reitstadel è nel bel mezzo della città vecchia, un paesello poco più grande della mia Vecchiano; questa è attraversata da una strada maestra che funge, come un tempo, da piazza degli affari: vi sono negozi d'ogni tipo, costose boutiques, deliziose birrerie, ristoranti alla moda, ma non mancano cinque librerie, la biblioteca comunale, due cinema ed un centro ricreativo aperto a tutti: giovani e vecchi.
La gente è cordiale, educata, e pare avere dipinta in volto una soddisfazione misteriosa. Mi viene spontaneo volare con la fantasia a come potrebbe essere la vita da noi se solo avessimo lo spirito etico dei nostri cugini tedeschi: qui i teatri chiudono, la cultura langue, siamo il Paese che meno di tutti in Europa investe in queste cose, e i risultati si vedono. Lì, anche nei posti meno celebri, si respira la Cultura ad ogni passo. Se solo avessero il nostro caffé, vivrebbero in un'oasi felice.
Poco fuori città c'è un grande centro sportivo con campo da calcio, piste da fondo, campi da tennis e piscina olimpionica.
Torno a casa di domenica mattina; devo prendere un treno alle 6:45, e proprio alla stazione incontro un balordo che mi disegna nella memoria l'unico neo in quella che altrimenti sarebbe stata un'esperienza perfetta: è un tifoso di calcio, ieri sera si è ubriacato a dovere (non so se per festeggiare o se per dimenticare una sonora sconfitta), ed ora è qui che agita la bandiera della sua squadra e cerca di cantare uno di quegli inni che si intonano negli stadi. Ma non ce la fa: avrebbe bisogno di un bel caffé.
Peccato non abiti qui: gli avrei offerto volentieri un sorso della nostra civiltà, dopo aver goduto per qualche giorno della sua.