È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte.
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”.
La tredicesima mappa.
C'è chi sostiene che la storia si possa ricostruire attraverso dodici mappe. Dodici mappe di dodici epoche diverse, accomunate dall'intento di chi le ha costruite di portare ordine e di rendere comprensibili le cose del nostro mondo. Ognuna di queste racchiude e svela una cosmogonia, un complesso di storie, di racconti e di miti, che riguardano l'origine dell'universo. Chi disegna una mappa è consapevole che sta facendo una scelta, che, insomma, scarta, tralascia, lascia fuori una parte non si sa quanto grande della realtà. Eppure l'intento di chi fa mappe non è quello di scartare, al contrario la sua scelta va verso la ricerca delle cose a cui dare un senso. La lettura delle dodici mappe più importanti della storia può diventare un esercizio affascinante, capace di svelare al lettore il segreto per entrare nei modi di interpretare il mondo propri di ogni epoca.
Bellissima e suggestiva la mappa omerica: il racconto di un Mediterraneo fatto di acque, di Lestrigoni, di Semidei, con la Maga Circe, Scilla e Cariddi, Polifemo e i Ciclopi, gli Inferi. Un mediterraneo vivo e antropomorfo, disegnato da un interprete che non è Omero, ma Ulisse. La cosmogonia mediterranea di Omero esalta spiega e rivela la grandezza e la miseria di Ulisse, uomo che sfida l'inconosciuto e disegna l'identità umana tracciandola proprio oltre i confini delle mappe.
Venendo a noi, alla nostra epoca che ci vede andare in giro con smartphone che georeferenziano tutti i nostri spostamenti, che ci collocano con esattezza in un punto del globo identificabile in modo univoco, che ci danno l'assoluta certezza e la tranquillità di trovarci come punti attivi su Google Earth e persino di vederci con StreetMap.
Venendo a noi, resta da capire quale sia la tredicesima mappa che ci possa rivelare oggi come è fatto veramente il mondo. Ecco, cari amici miei, io ne ho perso le coordinate. Io ho l'impressione che di quello che ci sta accadendo attorno, e che sconquassa le nostre coscienze, la nostra anima, i nostri cervelli, il nostro cuore, di tutto questo siamo in tanti ad aver perso le coordinate. Ma non disperiamo, fatti non fummo a viver come bruti, e la tredicesima mappa prima o poi riusciremo a disegnarla. Buon Natale a tutti.