none_o


L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . quanto ad essere informato, sicuramente lo sono .....
Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
. . . è che Macron vuole Lagarde a capo della commissione .....
"250 giorni dall’apertura del Giubileo 2025: le .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Salvo Liuzzo
E’ dovere di noi dirigenti del Partito Democratico raccontare la verità ai sostenitori del partito

26/2/2017 - 13:41


E’ dovere di noi dirigenti del Partito Democratico raccontare la verità ai sostenitori del partito

Le ultime vicende che hanno caratterizzato la storia recentissima del Partito Democratico, in special modo i fatti che hanno portato alcuni importanti quadri e dirigenti nazionali a lasciare il partito, hanno costituito, dal punto di vista mediatico, un enorme affare fatto di servizi giornalistici e non stop a ripetizione continua (il buon Mentana ringrazia la ditta) e, dal punto di vista della base, una iattura, qualcosa di apparentemente impossibile e invece, contro ogni peggiore ipotesi, assai concreta.
Non importa il dato numerico delle perdite che deriveranno dall’addio dei dirigenti che in altri tempi hanno fatto furore dentro e fuori il partito. Ciò che conta, al di là di ogni superficiale calcolo algebrico, è senza dubbio la sensazione di impotenza e smarrimento rispetto ad una frattura grave, la prima vera mai accaduta nel Partito Democratico da quando esso è stato fondato. La base, secondo i sondaggi, non ha apprezzato. A prescindere dalle colpe, dalle responsabilità e dalle volontà politiche di chi ha assunto la drastica decisione di abbandonare il più grande partito progressista europeo per approdare ad un nuovo soggetto di sinistra.
Bene hanno fatto Gianni Pittella e Teresa Bellanova durante l’assemblea di domenica scorsa, a precisare che nessuno, men che meno gli “scissionisti”, possono vantare di tenere in mano il copyright della sinistra, nella migliore accezione del termine inteso come collocazione di questa o quell’altra azione politica nel panorama ideologico attuale. Anche perché, se dobbiamo dirla tutta e solo per fare qualche esempio, è proprio durante la segreteria di Matteo Renzi che il PD ha aderito al PSE (è stato il suo primo atto da segretario dopo almeno cinque anni di sterile e infinito dibattito interno al partito). Per non parlare del sostegno dei parlamentari del PD alle politiche promosse dal governo guidato da Renzi in tema di diritti.
Argomenti come le unioni civili, a suo tempo oggetto di elucubrazioni infinite, proposte mai portate a compimento (ricordate i famosi PACS e i DICO?), sono entrati di diritto del vocabolario degli italiani e soprattutto nel nostro ordinamento. O le norme tese a favorire chi è affetto da disabilità (il Dopo di Noi vi ricorda qualcosa?). E come non parlare del jobs act, che ha creato più di seicentomila posti di lavoro veri nonostante la congiuntura negativa della recessione che tutti abbiamo subito.
Prima si discuteva solo di diritti dei lavoratori senza mai adottare misure vere per incrementare l’occupazione che oggi le statistiche più accreditate danno in crescita, sebbene in misura minore rispetto ad altre importanti realtà europee dove la crescita risulta sicuramente più evidente. O come non fare riferimento al tentativo riuscito del Governo di soluzione definitiva dello storico problema del precariato in ambito scolastico? E della recente notizia secondo cui nel 2016 si è verificato il record di 19 miliardi di euro recuperati dall’evasione fiscale, vogliamo parlarne? Alla luce di tutto ciò, ogni ragionamento volto a giustificare la scissione a causa di presunti motivi ideologici rispetto alla condotta del partito e del governo, appare non supportato da tesi fondate.
Dunque, al netto delle questioni ideologiche, come detto infondate almeno per quanto riguarda il mio modestissimo parere, bisogna conoscere i fatti e i retroscena per renderci conto del perché autorevolissimi esponenti del partito abbiano deciso di abbandonare la nave.
Io non credo che sia stato fatto tutto il possibile per impedire la scissione. O almeno questo tentativo non è stato fatto da tutti. Perché ritengo che quando si è separati in casa e la coppia deve riconciliarsi, è necessaria la volontà comune di addivenire ad un accordo “sentimentale”. Bene, è mancata la volontà e il sentimento. La buona volontà, nel contesto politico, in una trattativa può manifestarsi in proposte “accettabili”, dove tutte le parti ci perdono e dove nessuna di esse rimanga soccombente rispetto all’altra.
Se le proposte non sono sostenibili, evidentemente il tentativo non è finalizzato alla riconciliazione, come si vorrebbe far credere, ma alla separazione.Un esempio di mediazione inaccettabile è quella legata alle liste bloccate. Da fonti più che accreditate risulta che la minoranza del partito avrebbe chiesto a Renzi il cinquanta per cento dei seggi bloccati alla camera, a prescindere dall’esito del congresso. Proposta che nemmeno il più mite dei politici avrebbe mai accettato, non tanto per mere questioni di equilibri numerici ma perché ritengo pacifico che il potere politico, tradotto in rappresentanza negli organismi istituzionali dello stato, va a mio avviso applicato sulla base della valenza politica e numerica che solo la platea congressuale e gli elettori delle primarie potranno determinare.
Oppure la richiesta legittima di consentire adeguati “spazi di contendibilità”, tradotto in altri termini, tempo adeguato per consentire a tutti i concorrenti di fare conoscere le proprie tesi alla platea congressuale. A parte il fatto che reputo esagerato e anacronistico discutere per sei mesi di fila di tesi congressuali, mi vengono in mente le primarie del 2012 per l’individuazione del leader della coalizione di centro sinistra, dove i maggiorenti del PD imposero settanta giorni scarsi agli sfidanti di Bersani, tra cui Renzi, ai tempi sindaco di Firenze. Com’è possibile che gli spazi di contendibilità risultano angusti adesso e adeguati nel 2012? E delle regole vogliamo parlarne? Ricordo bene due fatti che hanno riguardato moltissimi aspiranti elettori proprio alle primarie del 2012. Anzitutto la possibilità di votare al ballottaggio, se astenuti al primo turno, se non dopo avere esibito adeguato materiale giustificativo.
Migliaia di elettori non poterono esercitare il loro diritto di scegliere il nuovo leader del centro sinistra perché, ad esempio, non erano provvisti di certificato medico che spiegasse la causa di indisponibilità del paziente al primo turno o della copia del biglietto aereo che dimostrasse la reale impossibilità di espressione di voto per un viaggio. L’altro fatto riguarda i Giovani Democratici che in quell’occasione non furono ammessi al voto. Non solo non furono garantiti adeguati spazi di contendibilità, ma tanta gente è stata volutamente tenuta lontana dalle urne per evitare possibili “scalate” indesiderate.
Orbene, sono convinto del fatto che è dovere di noi dirigenti del Partito Democratico raccontare la verità ai sostenitori del partito. Probabilmente ciò non tornerà utile ad alleviare la rabbia della base per quanto accaduto, ma consentirà ad essi di potere giudicare i fatti con contezza della realtà.E la verità, o almeno quasi tutta, afferisce ad un elemento di debolezza di una parte dell’opposizione interna, che ha preferito rinunciare a scendere in campo e giocare la partita. Per la verità, in occasione della campagna referendaria per la riforma costituzionale, D’Alema e Bersani avevano provato ad approfittare del vento favorevole ai sostenitori del no tentando invano di intestarsi l’eventuale vittoria.
Naturalmente, mostri sacri della comunicazione e maggiorenti di altri partiti e movimenti, Grillo in primis, non hanno concesso il benché minimo dividendo politico ai due ex leader del PD. A tal proposito è bene sottolineare che la scissione, o almeno il prologo di essa, risale proprio al 4 dicembre scorso quando alcuni dei dissidenti hanno brindato per il risultato che credevano di potere conservare in bacheca. E la scelta di sostenere il no al referendum non era determinata da legittime opinioni legate al quesito referendario ma dal tentativo di approntare la prima fase dell’assalto alla diligenza che sarebbe stata ultimata con il congresso.
Quest’altro ragionamento è dimostrato da un fatto apparentemente inspiegabile: Bersani riguardo al referendum aveva cambiato idea diverse volte durante la campagna referendaria. Inizialmente aveva giudicato la riforma come utile agli italiani, tanto da averla votata in parlamento. Improvvisamente paventava il rischio di deriva autoritaria. E non credo che Bersani non sia abbastanza capace da proporre un giudizio serio riguardo ad un tentativo di ammodernamento della costituzione.
L’assalto è fallito. Ma la verità è tutto ed è elemento imprescindibile per un giudizio serio. Non tanto per identificare i responsabili di questa sciagura ma per far sì che i nostri elettori, tesserati o semplici simpatizzanti, non vengano presi in giro e conoscano il reale andamento dei fatti. E allora i dirigenti che hanno deciso di percorrere una via alternativa, che continuo a stimare e che ho sostenuto in tempi non sospetti, raccontino le vicende per come sono andate veramente. Serve a tutti ma soprattutto a loro.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

27/2/2017 - 17:56

AUTORE:
B B

Caro Giovanni,
Mi dispiace ripetermi ma se non hai capito alla prima, provo con questa seconda che si differenzia di poco dalla prima.
Sono stato dalemiano perchè condividevo con lui questo che copio/incollo.
.....................................Era il 1997. E Massimo D'Alema concludeva il suo discorso da segretario durante il congresso del Pds. Il potente e immaginifico video realizzato dalla regia, immortala parole che, se lette, potrebbero tranquillamente essere attribuite a Matteo Renzi e alla sua battaglia contro la minoranza del partito per riformare il mercato del lavoro.

"La mobilità, la flessibilità, sono innanzitutto un dato della realtà. È il grande problema che si pone a noi di sinistra [...] Dobbiamo costruire nuove e più flessibili reti di rappresentanza e di tutela. Se noi non ci mettiamo su questo terreno, rappresenteremo sempre di più soltanto un segmento del mondo del lavoro [...] Dobbiamo negoziare il salario e i diritti di chi sta nel lavoro nero, nel precariato, anziché stare fuori dalle fabbriche con in mano una copia del contratto nazionale del lavoro".
...................................

C'è anche un video ma non riesco a ritrasmettere quì, comunque il discorso è chiaro. Il D'Alema del /97 è il Renzi di ora e Cofferati è il D'Alema di oggi in tutto e per tutto (vedi la Liguria regalata a Giovanni Toti).
Quindi Lui è cambiato e non io.
Sono stato Bersaniano "indotto" il Segretario del mio partito era lui e quindi essendo sempre stato iscritto allo stesso partito dal /69 anche se troppo spesso cambia nome la mia coerenza rimane. Se Bersani era un gocciolino meglio lo apprezzavo di più, ma quello era e quello votai.
Al tempo di Berlinguer appartenevo alla corrente migliorista di Gianni Cervetti, Giorgio Napolitano, Giorgio Amendola, Gherardo Chiaromonte ed altri, mentre Pietro Ingrao era più a sinistra come lo è Orlando ora (forse) ma le nostre correnti non seguirono lo scissionista Armando Cossutta.

Io sono io e tu caro persichetti mi puoi dare del maritto ma il mio verso lo trovo da me come sempre e non ho la pretesa di non sbagliare mai. Diffido di chi non osa e se sbagliando si impara; ora ne so più di quando mi firmarono la prima tessera PCI Luigi Longo seg. nazionale e Mauro Tolaini sez di Migliarino P.

nb, Mao in Cina non c'è più, ora i cinesi oltre comprare il ristorante "Da Ugo sul Ponte" comprano a son di milionate di euro giocatori di footbal ed intere squadre di calcio ma non il Pappiana o lo SpA Vecchiano, ma Inter e Milan o e l'ultimo capo del KGB ora è il più ricco d'Europa e...te scusami persichetti giovanni che non conosco (forse) te la pigli con me...! suvvia, datti una regolata ed in confidenza ti dico: se mi dai del voi, vuol dire che mi conosci poetto, anzi poo x davvero!

...una curiosità: credevo di rispondere ad un metatese o giù di li, poi ho letto "facessite" e questo è dialetto vecchianese...si fa per parlare eh...

Nota bene, su questo argomento che è della scorsa settima, se ci hai fatto caso, le letture erano in testa a tutte quante ed un motivo ci sarà ed il raffronto si vede anche con gli interventi; sono numerosi e sostanziosi, mentre altri partiti e Movimenti che appaiono nella sez. Partiti & Politica son li a "dilanguirsi nel sonno"
bona.

27/2/2017 - 16:29

AUTORE:
giovanni persichetti

Caro BB ma come fai a non vedere che se continuate a fare gli uomini di questo o di quello non andrete da nessuna parte?!?! Prima eri daleminao poi bersaniano poi renziano ... cosi scrivendo non ti rendi nemmeno conto di dare l'idea che sei uno che monti sempre sul carro del più forte e soprattutto di non vedere che a far vincere Salvini o Grillo non è quello alla tua sx (bertinotti, ingroia, prc, pdci, ora Bersani e Rossi e il suo DP) ma le leggi che avete fatto sinora e che hanno allontanato dalla sx gli elettori e quindi il popolo. Come fai a non vederlo? Smettete di fare i destri che Salvini e gli altri fascistoidi lo sanno fare meglio di voi; la fornero, le file al pronto soccorso a cisanello, il jobact e i vaucer vi hanno fatto schiantare.I comuni che non servono più a niente e l'argini dei fiumi abbandonati come ospedaletto o la zona indistriale di migliarino sono la vostra sconfitta. L'accoglienza migranti che sbandierate come principio ma che poi organizzate per far arricchire le vostre coop o qualche amichetto sono il vostro disastro. Rimettete in campo idee e soluzioni popolari, non è il capitalismo il vostro forte e concedete i diritti sanciti dalla nostra (Restistente) Costituzione e vedrai che avrete meno scissioni di vertice - poltronaie - e un ritorno di consenso dei ceti popolari. Magari voi del "sul carro sempre vincente" se vi facessite un po da parte (compreso all'interno della VdS) forse torneresti- anche per mia soddisfazione - egemoni nella società. A BB e a tutti quelli come lui, con rispetto ma senza sconti

27/2/2017 - 11:38

AUTORE:
Lettore della sez. Partiti e Politica

PARTITI & POLITICA
Sono disponibili 818 articoli in archivio:
[1] [2] [3] [4] ... [33]

di Salvo Liuzzo
E’ dovere di noi dirigenti del Partito Democratico raccontare la verità ai sostenitori del partito

26/2/2017 - 13:41
Rifondazione Comunsita Pisa
RETE SCOLASTICA NELLA CITTA’ DI PISA

26/2/2017 - 11:47
Sinistra Italiana
Sinistra Italiana muove i primi passi a Pisa.

22/2/2017 - 15:25
Lega Nord Val di Serchio
DENUNCIA RISCHIO INCOLUMITÀ DEL NUOVO SOTTOPASSO DI SAN GIULIANO TERME

22/2/2017 - 10:49
Comunicato F I
Visita del Senatore MAURIZIO GASPARRI a Pisa e in Provincia.

22/2/2017 - 0:27
di Leonardo Carloppi
Rinnovamento sociale e democrazia pluralista nei paesi dell’Est

20/2/2017 - 8:45
di Matteo Orfini Pres. PD
Sono ore molto delicate per il Pd. Il rischio di una divisione è concreto.

19/2/2017 - 0:39
Sinistra italiana Pisa
Profughi, accoglienza: cosa avviene a Pisa.

18/2/2017 - 23:16
Gruppo Consiliare M5S SGT
Lo strano caso del POC

17/2/2017 - 11:23
SI Toscana a Sinistra
Un gruppo di lavoro regionale per rivedere l’imposta regionale sul demanio idrico

16/2/2017 - 9:41
Lega Nord Val di Serchio
Allarme incolumità a San Giuliano Terme

15/2/2017 - 11:27
Rinnovamento per il futuro
IL BULLISMO L’esclusione al giorno d’oggi

14/2/2017 - 16:45
M5S
"ERICSSON HA "DEBITO" CON LA TOSCANA.

13/2/2017 - 12:55
di Chicco Testa
Quelli che… attaccano la globalizzazione

8/2/2017 - 8:18
Lega Nord valdiserchio
Emergenza profughi a Vecchiano e San Giuliano terme.

4/2/2017 - 13:34
di Federico Gelli
Pisa, strade provinciali in abbandono, si rischia la chiusura.

3/2/2017 - 12:43
Sinistra italiana a Pisa
Sabato 4 febbraio l'assemblea congressuale a Putignano

1/2/2017 - 17:11
Ucic e Rifondazione Comunista
Salvataggi bancari: il caso Monte dei Paschi e i suoi effetti sull'economia pubblica

31/1/2017 - 12:37
L'ALTRA SAN GIULIANO
Ci avremmo scommesso, la tele-novela continua
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Ergo se il PD con a capo Renzi rappresentava su scala nazionale e locale il 30% vedo che il rimanente 70% è rappresentato nelle proporzioni esatte.
(15 a 4) poi quando altri nuovi partiti o movimenti prenderanno vita saranno debitamente rappresentati...spero.

27/2/2017 - 11:33

AUTORE:
B.B

...quando loro facevano i renziani ante litteram.
Ho letto questo su L'Huffington Post e l'ho copiato sulla mia pagina fb con relativo video e mi riconosco nella parole dette da D'Alema nei confronti di Cofferati che lo sfidò al congresso di quell'epoca.
La verità dice il mi fratello Giordano: non sta da una parte sola; di certo c'è che io non ho cambiato idee e partito e se D'Alema, Bersani lo faranno perchè han cambiato idea...son fatti loro, non miei!
Buona lettura e buona riflessione sui fatti certi e non chiacchiere ''ntramescolate per chi è di corta memoria e poi va via da un forte partito di sinistra perchè la Tv gli propina le chiacchiere dei 12 che han votato contro e zittisce 117 favorevoli alla relazione di Renzi a Roma.
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::



Jobs act, D'Alema, Bersani, Damiano, Angeletti: tutti quelli che in passato avrebbero detto sì alla riforma di Renzi
L'Huffington Post
Pubblicato: 21/09/2014 12:50 CEST Aggiornato: 21/09/2014 14:09 CEST DALEMA E BERSANI


Infuria la polemica sul Jobs act di Matteo Renzi. E, come strumento per scardinare le resistenze dei sindacati e della sinistra del Pd, i sostenitori della necessità di una revisione dell'articolo 18 rispolverano antiche prese di posizione di chi oggi avversa la riforma del lavoro ma in passato la pensava diversamente.

Il Sole 24 ore a riportare le parole di Massimo D'Alema. Un intervento che nel 1997 gli costò un durissimo scontro con l'allora segretario della Cgil Sergio Cofferati: "La mobilità, la flessibilità, sono innanzitutto un dato della realtà. È il grande problema che si pone a noi di sinistra [...] Dobbiamo costruire nuove e più flessibili reti di rappresentanza e di tutela. Se noi non ci mettiamo su questo terreno, rappresenteremo sempre di più soltanto un segmento del mondo del lavoro [...] Dobbiamo negoziare il salario e i diritti di chi sta nel lavoro nero, nel precariato, anziché stare fuori dalle fabbriche con in mano una copia del contratto nazionale del lavoro".

Poco dopo D'Alema arrivò da Palazzo Chigi, e nel 1999 avanzò la proposta di "consentire alle imprese con meno di 15 dipendenti di assumere altri lavoratori a tempo indeterminato con una moratoria di tre anni dell'articolo 18". Una riforma poi arenatasi, ma che sarebbe stata la "madre" di quella avanzata da Renzi.

Continua a leggere dopo il video:


È Pietro Ichino, con un post sul suo blog, a completare una guida ragionata di chi in passato si è esposto a favore della flexsecurity, il modello di mercato del lavoro danese alla quale si richiama a piene mani la struttura del Jobs act. Della lista fanno parte nomi insospettabili: da Pier Luigi Bersani a Luigi Angeletti, dallo stesso D'Alema passando per Cesare Damiano, oggi tra i più fermi oppositori del progetto del governo:

CESARE DAMIANO E TIZIANO TREU PER IL MODELLO DANESE
Dall’Unità del 2005: «Quanto ai servizi per l’impiego è la Danimarca ad essere depositaria del «modello vincente». È questo il parere di Tiziano Treu, Cesare Damiano e Paolo Ferrero nei giorni scorsi a Copenhagen in una sorta di «missione studio». […] la forte protezione sociale, l’accompagnamento del disoccupato a ricollocarsi sul mercato del lavoro e il coinvolgimento di sindacati e imprese in questo percorso: è il golden triangle danese. «Un triangolo dorato, composto da Stato, dai sindacati e dai datori di lavoro ed è veramente un modello funzionante – spiega Damiano -. L’entrata e uscita dal mondo del lavoro in Danimarca non è un problema perché esiste una forte protezione sociale». La mobilità del lavoro investe circa 800mila persone su 4 milioni «ma non fa paura – continua l’esponente diessino – perché l’accesso a un altro impiego è garantito, anche grazie al ruolo attivo del sindacato nella gestione del sistema di orientamento e formazione».

PIERLUIGI BERSANI “PRONTO ALLA BATTAGLIA CONTRO I MIOPI SINDACATI”
Dal Sole 24 Ore del 13 giugno 2009: “Ho un’idea del Paese che tiene insieme imprese e lavoro: e si fa con una riforma del welfare che arrivi a tutti. E con una riforma del mercato del lavoro che superi questo dualismo. Non va mica bene che c’è una parte di protetti e la metà che è senza tutele. Anche perché i ‘tutelati’ stanno andando man mano in pensione e sul mercato ci resteranno solo gli altri”. […] “Questo doppio regime nel lavoro non funziona più. E sono pronto alla battaglia con i sindacati. Perché, pure loro, si dimostrano miopi. E quando tutti i protetti andranno in pensione? Cosa rimane? rimane il far west“.

MASSIMO D’ALEMA PER IL CODICE SEMPLIFICATO E LA FLEXSECURITY
Dal Foglio del 13 ottobre 2009: “Qualche settimana fa, alla presentazione del quaderno di ItalianiEuropei dedicato al lavoro D’Alema, ha appoggiato il contratto unico nella versione hard di Pietro Ichino che prevede l’eliminazione dell’articolo 18 nell’ambito del progetto per la transizione alla flexsecurity. “E’ il D’Alema del ‘98″, chiosava con entusiasmo in quella sede il direttore della rivista della Fondazione dalemiana Massimo Bray riferendosi agli anni delle sfide dell’ex premier alla Cgil cofferatiana”

VANNINO CHITI TRA I PRIMI PRESENTATORI DEL PROGETTO DEL CODICE SEMPLIFICATO
L’ex-Vicepresidente del Senato, che oggi dichiara “Rivolgo un invito al presidente del Consiglio: sulla delega per il lavoro eviti forzature e diktat, procedendo invece a un confronto serio e ai necessari chiarimenti. Non può esservi una delega in bianco o densa di ambiguità. È senza
fondamento e non accettabile per la sinistra rimettere in discussione ciò che resta dell’articolo 18”, è lo stesso che nel 2009 figurava come terzo firmatario, insieme a Emma Bonino e a me, del disegno di legge n. 1873, contenente la prima edizione del Codice semplificato del lavoro con la riscrittura integrale dello Statuto dei Lavoratori (e ovviamente anche dell’articolo 18).

LUIGI ANGELETTI SCHIERA L’INTERA UIL PER IL CODICE SEMPLIFICATO E LA FLEXSECURITY
Il segretario generale della Confederazione di via Lucullo, che oggi si affianca a Susanna Camusso accusando Renzi di “togliere protezioni a chi ce le ha”, è lo stesso che sul Corriere della Sera del 9 febbraio, sul Corriere della sera del 9 febbraio 2010, dichiara di condividere il progetto flexsecurity, ritenendolo una «soluzione intelligente e praticabile» e un’idea «moderna, che rende più efficiente il mercato e difende sul serio le persone», auspicando una «attenta riforma dei sistemi di protezione nel momento in cui si perde l’impiego, puntando sulla sussidiarietà e sul coinvolgimento delle associazioni territoriali». Ma ancora più significativa è la lettera di Luigi Angeletti del 7 novembre 2011 con cui egli fa proprio integralmente il progetto contenuto nel disegno di legge n. 1873/2009, invitando tutta la sua confederazione a sostenerlo.

27/2/2017 - 11:13

AUTORE:
E-lettore

Sarebbe utile, e anche corretto, che la redazione non pubblicasse solo articoli di renziani. Non hanno la verità in tasca, come anche il nostro BB di Migliarino.
Penso che Renzi da speranza sia diventato sciagura, per il paese e soprattutto per il partito. Continua a dire "cose non vere" con assoluta indifferenza. Ieri ne ha detto due, che la scissione è opera di D'Alema (e 1qualcuno, sempliciotto, ci crede) e che lui ha fatto di tutto per non farli uscire.
Bersani è uscito con grande amarezza personale e non certo perchè l'ha suggerito D'Alema e l'introduzione di Renzi nella direzione ha sbattuto in faccia la porta a chi voleva almneo essere ascoltato.
Non so quando i BB di turno capiranno, speriamo non troppo tardi.

27/2/2017 - 9:42

AUTORE:
Bruno Baglini Migliarino

...colui che mentre noi ci arrovellavamo su case serie per davvero, Lui andava in TV dicendo che avrebbe smacchiato il giaguaro (dopo sei mesi mio figlio Francesco mi disse: ma cosa voleva dire?) Il metaforo (per niente) vedeva i tacchini sul tetto ed i passerotti in casa come un mese fa vedeva le vacche nel corridoio (?) ma ormai il mio voto alle primarie lo aveva preso e poi era per statuto essendo segretario del mio partito; candidato Presidente del Consiglio.
Perse elezioni che sulla carta erano già vinte ed aveva già un brutto precedente ma Renzi ancora non lo conoscevo e...
Bersani dopo la caduta di Berlusconi non volle andare alle elezioni politiche dicendo: non voglio vincere e governare sulle macerie e appoggiò la proposta di Napolitano del governo tecnico Monti Mario&Fornero Elsa (con il mio voto purtroppo) si ebbe un governo appoggiato da Fratelli d'Italia, Forza Italia, Scelta Civica, Partito Democratico

Poi sempre Bersani voleva fare un governo di minoranza con Grillo e sempre contro la mia volontà ma ormai il mio voto lo aveva preso.
Matteo Renzi intanto cresceva e dette la semplice soluzione. Se non volete ritornare al voto con il "porcellum" e rimpaciarla, fate un governo con chi ci sta per poi fare le necessarie riforme che ci chiede l'Europa per non andare a caprioli ed una nuova legge elettorale maggioritaria per sapere la sera stessa chi ha vinto come succede in tutto il mondo.
Il vice di Bersani che non aveva detto come Bersani: con Berlusconi mai, ricevette l'incarico di formare un governo con chi ci stava quindi lo chiese sicuramente anche a SEL ma nisba, ai 5s nisba anche li.
Quindi il governo fu: PD-FI-SC e socialisti (con Fassina vice Ministro) poi Berlusconi se ne andò e Fassina pure.
nb, ora la colpa a Renzi dimesso da tutto non la possono più dare ma...se Alfano si decide manda a casa tutti in quattro balletti è nelle sue facoltà, Bertinotti docet. Menomale Lui è più cosciente e speriamo regga vero Bersani-Epifani-Speranza che volete la legislatura piena dopo che il 4/12/16 avete bocciato quel che il governo ed il Parlamento aveva votato a maggioranza.

Enrico Letta già con la lettera in tasca di licenziamento dal suo partito, venne in TV e disse: da domani comincio a far qualcosellina riguardo le riforme e la legge elettorale.
...poi, poi venne il "patatracche" Renzi che io non ho mai votato ma sappiamo bene che da De Gasperi a Fanfani e Berlusconi il Presidente del Consiglio è eletto dai nostri rappresentanti eletti al Senato ed alla Camera dei Deputati e..."purtroppo vinse" le elezioni Europee ed i vecchi oligarchi padroni del PD ci rimasero così male vedendo che parte dei compagni che tentarono la fuga prima nella Lega Nord, poi in FI e nei 5s in tanti di loro ritornarono alla casa madre governata da chi si avvicinava più di tutti alle idee di Enrico Berlinguer.
Si proprio a Lui somigliava e somiglia perchè nei momenti di forte crisi e di attacchi terroristici Enrico e Matteo si sono alleati "anche" con Belzebu (Andreotti-Berlusconi).

La scissione PD è stata orchestrata da Massimo D'Alema, lui fuori dal Parlamento non vedeva bene di buon occhio che Bersani & votassero in parlamento le Riforme Costituzionali e li ha aspettati fuori dall'uscio convincendoli come sempre fanno i plagiati a seguirlo creando un inferno almeno per due generazioni. Paghiamo tutto doppio come la Romania per fare le leggi e...pur di non far vincere il PD di Veltroni, Fassino, Renzi, Martina, Orfini, Orlando, Padoan, Madia e...Angori.
Dopo aver scoperto che per la elezione primaria a Segretario; Renzi aveva il 75,5% di preferenze, Emiliano l'11% Rossi l'8% e Speranza il 5% i due minori di loro si son ritirati perchè avevano mezza giornata di distacco (come disse Moccolo quando passò il giro d'Italia sul ponte di Migliarino, l'altri erano già in Albavola e l'ultimo non vedendo (causa salita del ponte più nessuno avanti) domandò quanto ritardo avesse...mezza giornata, ti 'onviene ritirarti, fai meglio figura).
Chi vivrà vedrà se ho ragione io a tentar di far vincere il Partito Democratico di Orlando-Renzi-Emiliano e di quella sig.ra che non ricordo il nome che si candidano a guidarlo di nuovo o chi: copiando Ingroia butta via il suo voto come fu di: RC- PCdI-IDV e Verdi e forse stavolta con quella mossa li di scissione far vincere l'altro Matteo.
bona

27/2/2017 - 7:54

AUTORE:
Ex elettore Pd

Questa legislatura è nata nel 2013 , data del mio ultimo voto per questo partito , e allora non si parlava di modificare l'articolo 18 e di altre amenità fatte poi nel mondo del lavoro . Io , e molti altri , non avevamo votato il Pd per questo , eppure il governo Renzi lo ha fatte . Rivoglio il mio voto che gli ha permesso di governare senza nemmeno presentarsi come candidato...

26/2/2017 - 13:53

AUTORE:
Iscritto PD codice tessera 09092009100028555

Carissimi ex tre segretari del mio partito e non più vostro; pregasi oltre la tessera del partito che dite di restituire; che sia accompagnata anche dalla restituzione del mio voto elettorale dato a suo tempo a voi che vi ha consentito di essere eletti deputati in quota PD.

..cosi come chiedo all'ex Governatore della Toscana che con il mio voto e non per grazia ricevuta è andato a quell'alta carica.
Graze.