Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
Umiliati dal Tar e da un pezzo di carta. Povera Italia.
Gli stranieri anche oggi, per qualche frazione di secondo, ci giudicheranno, poi torneranno ai loro problemi.
Ai nostri ci penseranno D’Alema, Bersani e la Camusso, uniti in una comica associazione per la quale non trovo altro aggettivo. Mafiosa?
Per carità, la Mafia è cosa seria. E ieri abbiano appreso da Gratteri che la ‘Ndrangheta lo è ancora di più. Potente? Macché. Al massimo quanto un Gigolò novantenne. Dannosa? Con lo scarso potere che ha può fare piccoli danni, E allora? Penosa.
Si, quei tre veterani della ex sinistra del PD, sgangherati e affaristi, fanno pena.
Il loro metodo consiste nel dire il contrario di quello che dice la sinistra di Renzi. Basta questo, purtroppo, per rompere il vaso. Nessuno di loro tre paga, paghiamo noi. E così ogni mattina ci svegliamo, trovandoci incerti e ancora assonnati, cercando quale “brutto sogno” saremo costretti a vivere nelle ore diurne. Oggi possiamo piangere sul Tar, che cancella l’azione brillante di uno dei nostri ministri più bravi, esponendoci a una figura di merda planetaria.
E abbiamo di nuovo alla ribalta un insignificante pezzetto di carta, dal nome straniero, che venne istituito e poi rapidamente deposto perché funzionava a dovere. Offrendo un piccolo aiuto al lavoro precario, e una chiara emersione dal “nero bitume” dell’evasione fiscale. Si chiamava “voucher”, un nomignolo più adatto a un cioccolatino belga della famosa Lady Godiva, o a un profumo francese della Maison Chanel. Lo aveva inventato Monti, nel suo governo del dopo Berlusconi, e in tanti ne avevano fatto uso e abuso.
A cominciare dalla Camusso, che con quel ritaglio cartaceo sistemava molti conti dubbi della Cgil, il suo sindacato d’assalto.
Chi è a rischio stamane, per questi due banali motivi? Renzi, Franceschini, o il giudice amministrativo caposquadra del Tar del Lazio? Macché. Oggi è a rischio Gentiloni, quel bravo lavoratore della politica che, senza mostrare il fiatone, ed evitando di mettersi in posa, corre e si sbraccia come un dannato per salvare il governo che gli abbiamo affidato.
Sta facendo bene il suo difficile mestiere, e noi avremmo potuto dormire tranquilli. Ma ci sono in agguato i tre “tenori” stonati, che già tramano un nuovo sgambetto. Vuoi vedere che stavamo meglio quando stavamo peggio?
No. Questo non posso dirlo, perché farei un piacere a Salvini. Che non mi è simpatico.