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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Paolo Bilanci
I progetti di sviluppo a mare del porto di Livorno

2/10/2017 - 11:38

I progetti di sviluppo a mare del porto di Livorno


A Livorno stanno portando avanti il progetto denominato “Piattaforma o Darsena Europa”  che prevede l’espansione a mare del porto di Livorno riempiendo il mare davanti la linea di costa lunga 2 km  che va dalla diga del Marzocco fino alla foce del fiume Calambrone. 

Il progetto originario prevedeva il riempimento del mare con le banchine  per una superficie all’incirca di 2 km quadrati, scavando  fondali profondi fino  a -16 metri  in una zona di mare dove i fondali naturali arrivano a mala pena a – 5 metri,  il tutto protetto da una diga protesa in mare aperto per 1800 metri. L’obbiettivo era  ospitare fino a 3 milioni di containers…….praticamente il  40% di tutti containers movimentati nel 2016 nei 22 porti commerciali italiani. (escludendo Gioia Tauro che è solo per il trasbordo da nave a nave senza toccare terra), e  4 volte  gli 800.000 containers movimentati da Livorno nel 2016, fra l’altro in forte contrazione, del 9,7%, rispetto al 2017. 

  La scadenza del bando per la gestione di tale infrastruttura è stata rinviata 4 volte per mancanza di acquirenti, per cui Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e grande “sponsor” di tale megaprogetto, ha pensato bene di “rivedere”  l’opera  per renderla più  “appetibile”: Dimezzamento dell’estensione delle nuove banchine, realizzate riempiendo comunque il mare, per ospitare 1 milione e mezzo di containers, comunque sempre il doppio dei traffici attuali di Livorno, che nel 2017, è bene ricordarlo,  sono in forte calo del 9,7%.  La nuova diga sarà sempre circa di 1500 metri perché il bacino di evoluzione deve ospitare le nuove supernavi lunghe più di 400 metri e per questo motivo i fondali  addirittura saranno scavati fino a – 20 metri .
Conseguenze dannose per l’ambiente geomarino d’alto mare
Tenendo di conto che in quel punto di costa i fondali naturali sono di – 5 metri, significa che verranno sbancati 15 metri di sabbia  ( l’equivalente di un palazzo di 5 piani), presumibilmente inquinata dagli scarichi delle navi e delle industrie ubicate sul canale industriale del porto labronico e da sversare completamente in mare aperto.  milioni e milioni di metri cubi di sabbia dell’attuale porto,   sicuramente "sporca",  che andranno ad alterare l’equilibrio  florofaunistico della zona della Meloria peraltro facente parte del Parco dell’Arcipelago   Questi  sono i dati strettamente tecnici .
 
 
Storia dell’erosione della costa pisana
 il problema grosso è che il porto  Livorno, come quello di Ravenna e Venezia, insiste  su una costa sabbiosa con fondali bassissimi pochi metri e con caratteristiche geomorfologhiche particolari come  il promontorio sottomarino-scoglio della Meloria per cui ogni volta che a Livorno hanno costruito delle dighe marine ci sono state alterazioni tali delle correnti marine da devastare la spiaggia di Tirrenia e Marina di Pisa località posizionate poco a nord della città di Livorno.   Nel 1860 fu costruita la diga Curvilinea lunga 1.000 metri e parallela alla costa: entro il 1878  sparirono 45.000 mq di spiaggia , dopo tale data altri 43.000 mq.   Nel 1890 fu costruita la diga della Vegliaia,  a sud, lunga 500 metri, perpendicolare alla costa:  sparirono in 5 anni 27.000 mq e tra il 1905 e il 1909 altri 28.000 mq.  Nel 1908 fu costruita la diga della Meloria,  700 metri,  come continuazione della Curvilnea e più obliqua verso il mare aperto: sparirono altre migliaia di metri quadrati di spiaggia.
Cause dell’erosione della costa pisana
 I motivi di tale devastazione sono legati al fatto che le correnti marine corrono lungo la costa da sud verso nord,  e quando arrivano in prossimità di Livorno si trovano davanti il promontorio sottomarino -scoglio della Meloria e i fondali bassissimi per cui si dividono in una “corrente interna” che scorre tra la costa e il promontorio della Meloria e una  “corrente esterna”  che gira intorno a quest’ultimo  per poi riunirsi alla “corrente interna”  e proseguire il percorso verso nord. Le dighe marine  costruite nell’arco dei decenni  hanno sempre più bloccato la  “corrente interna”    e questo ha fatto si che la “corrente esterna”,  aggirante il promontorio sottomarino della Meloria,   acquisisse sempre più forza andando a martellare la costa pisana con  relativa  devastazione  e  sparizione della spiaggia erosa dalle correnti.  I danni registrati fino ad ora sono stati causati da dighe lunghe solo 800 metri;  cosa succederà quando verrà realizzata la nuova diga di 1500 metri?  La “corrente interna”  verrà completamente bloccata per cui la “corrente esterna”  avrà definitivamente il “via libera” per far sparire, a questo punto, definitivamente quel che resta della spiaggia di Tirrenia e Marina di Pisa.
I motivi per cui è inutile il progetto di espansione a mare del porto di Livorno

 
 C’è da dire che questo progetto è completamente avulso non solo dalla Toscana ma anche dalle infrastrutture esistenti  nel territorio pisano quali il canale navigabile dei navicelli e le aree industriali di ospedaletto e di Montacchiello  che distano da Livorno una manciata di chilometri.  In Italia esistono già alcuni porti con i fondali adatti ad ospitare le nuove supermegacontainers di ultima generazione: Trieste ha i fondali naturali a -18, Genova-Voltri  a -20 così come Vado ligure a Savona il cui nuovo terminal containers verrà inaugurato nel 2018, La Spezia a – 16.  In più c’è anche Piombino a – 20 e dista da Livorno solo 70 km.   5 Porti già pronti con i megafondali: ha senso  investire soldi sia pubblici che privati per un 6° porto? 

A Livorno sperano nell’arrivo dei cinesi ma i cinesi hanno già investito nel porto del Pireo come hub nel mediterraneo, stanno puntando su Cipro perché è nel cuore del medioriente e allo sbocco del canale di Suez e fra un anno gestiranno il nuovo porto containers di Vado ligure a Savona. Oltretutto stanno sempre più ingrandendo la linea ferroviaria diretta con L’Europa tanto e vero che sono già in funzione i treni merci diretti Londra-Shangai con dimezzamento dei tempi di percorrenza rispetto al viaggio in nave. Fra un anno cominceranno i traffici passando  attraverso il  Mar Artico sempre più libero per via dello scioglimento dei ghiacci, saltando il mediterraneo perché il porto naturale di arrivo sarà nel Nord Europa, a Rotterdam. 

Tutto questo per far capire che l’unico risultato certo di questo megaprogetto portuale sarà la devastazione della costa pisana  mentre il risvolto economico è tutto da verificare.

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