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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Il Diario di Trilussa
Periferie-La Battaglia (Ikea)

27/11/2017 - 11:00


Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.
Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
PERIFERIE   (6.11.2007)


(Evidente il riferimento alla proposta della creazione della “Città da 200.000 abitanti” avanzata in quegli anni e sostenuta dal partito Democratico. Non ho idea se la proposta sia ancora in piedi, il giudizio rimane invariato).
 
Avete mai visto una periferia attraente, invitante, gradevole, con belle strade, grandi piante ombrose con piacevoli panchine, giardini ben tenuti pieni di fiori odorosi, servizi decentrati efficienti, scuole linde, pulizia, ordine (quello non è di destra ma di tutti!)?<br>
O invece quando si parla, o semplicemente si pensa, alle periferie ci vengono sempre alla mente i luoghi più degradati delle città, dove sporcizia, mancanza di servizi, prostituzione e spaccio la fanno da padrone.<br>
Questo perché le periferie sono di solito abbandonate a se stesse, poco servite dai servizi pubblici, poco pulite dai rari addetti, poco vigilate dalle forze di polizia che si occupano in misura maggiore del centro delle città dove hanno sede i comandi. Le periferie sono quelle dove si accampano i derelitti, dove questi disgraziati trovano spazio per erigere baracche, tende, ricoveri per la notte. Chi vive in periferia non ha il privilegio di essere vicino ai luoghi dove si svolge la vita attiva della città (negozi, uffici amministrativi, giudiziari, polizia) assieme allo svantaggio di essere maggiormente a contatto con la parte meno decorosa della società in termini umani e di strutture sul territorio. Il forno non pulito della cucina, per intenderci<br>
Questo ci stanno preparando i nostri amministratori locali perché in una futura città di 200.000 abitanti il nostro ruolo, il ruolo del comune di Vecchiano, non potrà infatti essere che quello di periferia urbana. <br>
Il progetto si chiama “Per una città di 200mila abitanti”, al comune di Pisa ci stanno lavorando da ben due anni e la presentazione avverrà nell’aula magna area Pontecorvo (ex-Marzotto) il 23 e 24 Novembre. Si tratta in sostanza di riunire in un unico organismo amministrativo i comuni di tutta l’area, come si legge:<br>
 <i>“un’area pisana che, mentre riveste già oggi le caratteristiche un sistema che lega assieme i Comuni che ne fanno parte, è sottoposta alle sollecitazioni non sempre concordanti di un’azione amministrativa sviluppata, sostanzialmente ciascuno per proprio conto, da questi stessi comuni, ovvero, oltre a Pisa, da Calci, Cascina, S. Giuliano, Vecchiano e Vicopisano.”</i><br>
Ci accontenteremo di avere una fermata del bus di città? Di chiamarci “rione Vecchiano”? Di far parte della grande e gloriosa città di Pisa con secoli di storia alle spalle?<br>
Sono belle cose, indubbiamente, ti fanno sentire importante, ti fanno entrare nella storia della città, una storia importante e non quella minuta e insignificante di una piccola comunità, di un minuscolo paese di campagna. <br>
Tuttavia, con tutto l’impegno di idee e di fondi che gli amministratori metteranno nel progetto, la nostra fine rimarrà quella di diventare una periferia e questo personalmente non mi attrae.  Preferivo restare un piccolo comune di campagna, con i suoi problemi, la sua piccola storia, le sue piccole beghe, con i consueti rapporti umani, con la qualità di vita di sempre.<br>
Se poi guardiamo il sondaggio di AGCOM proprio di questi giorni in cui alla domanda di quale sia il problema che preoccupa maggiormente i cittadini questi mettono al primo posto con il 61% “sicurezza e microcriminalità” e al  secondo, con il 47%, il “degrado urbanistico e ambientale” si capisce che diventare una periferia della città non sia il massimo dei desideri.<br>
Se poi caliamo il discorso su Migliarino la situazione si fa addirittura drammatica e le ultime vicende delittuose accadute fanno pensare di essere arrivati quasi a quel punto in cui il cittadino si rinchiude in se stesso e invoca una giustizia che spesso rischia di sconfinare nel giustizialismo.<br>
Io spero, con tutto il rispetto per chi deve amministrare la cosa pubblica e deve obbligatoriamente cercare di vedere più lontano, di programmare al meglio il territorio, che il Serchio possa fare da argine a questa unione, che ci possa difendere dal rischio di diventare una semplice periferia, che possa salvarci da un’operazione che annienterebbe per sempre la nostra identità e i nostri valori.
 
LA BATTAGLIA   (21.11.2007)


(Iniziava in quei mesi la battaglia Ikea che si protrarrà molto a lungo e di cui il giornale fu parte importante per raccogliere le versioni delle due parti contrapposte, non di rado scritte con spirito polemico e talvolta francamente offensivo, stante l’importanza dell’insediamento  e la nettezza della divisone fra le due fazioni. Il giornale cercò di mantenere, con grande sforzo dei redattori,  la più assoluta imparzialità dando spazio a tutte le opinioni. Che tutt’ora, ogni tanto, si affacciano nel Forum come segno di una ferita ancora non rimarginata).
 
I due eserciti stanno oramai ammassando truppe alle frontiere.<br>
Da una parte due enormi formazioni da guerra, grandi e possenti eserciti, apparentemente invincibili. Il primo è rappresentato da un grande gruppo di costruttori nazionali, leader nel loro settore, che può contare, oltre che sulla forza di impatto delle sue milizie, su rincalzi, sostegno bellico e logistico da varie strutture territoriali, giungendo fino a millantare appoggi anche dalla stessa Firenze. Accanto a questo, uniti per la vittoria, un esercito multinazionale proveniente dal grande Nord, dalle grandi foreste protette, dai paesi dove il rispetto dell’ambiente e della natura (umani compresi) è massimo, condiviso e rispettato. Guerrieri vigorosi e bene armati entrambi, sia l’erede del biondo e capelluto vichingo che quello discendente dai nobili, ma aimè obsoleti e un po’ dimenticati, vecchi ideali del socialismo. La loro forza è non solo la loro unione ma anche le illimitate capacità di approvvigionamento, resistenza, messa in campo di nuove strategie, conoscenze, pressioni, propaganda, promesse. Accanto a questi enormi e spaventosi eserciti un piccolo gruppo di cittadini,  un’inezia al confronto, oscurati dall’ombra di vane promesse e autodefinitosi difensori di un  improbabile sviluppo, forse illusi da qualche miraggio populista e in cerca di un improbabile riscatto politico, forse anche di un qualche rilancio di popolarità.<br>
A contrastare questa enormità guerriera sparuti gruppi di resistenza locale, partigiani mal equipaggiati e mal organizzati, con pochi mezzi, poche armi di difesa se non quella della persuasione e della logica, armi potenti su menti aperte e lungimiranti, armi spuntate e inconcludenti sui miraggi di futuro e sicuro benessere materiale. Avanguardie illuminate ma purtroppo deboli, accerchiate da gruppi ben più armati, forti di promesse, di sviluppo, di demagogia. La promessa pronta in tavola, subito, contro la possibilità incerta sulla carta, poi.<br>
Uno scontro sicuramente impari stante le due forse in campo, ma con un esito finale non scontato, in cui, siamo sicuri, prevarrà non la propaganda ma la realtà dei fatti.<br>
Questo perché da una parte la volontà e la ferma determinazione dei cittadini sono capaci, talvolta, di grandi imprese, e nel nostro territorio di questo abbiamo, già in passato, potuto avere sicuro riscontro. In secondo luogo perché il campo di battaglia, dove avverrà lo scontro finale, la battaglia ultima e vera, sarà comunque  il Consiglio Comunale dove equilibrio e saggezza sono soliti prevalere. Le sorti della battaglia e della guerra ci auguriamo quindi che rispettino questi principi basilari e siano condizionati da una valutazione obbiettiva della situazione, e non dalle forzature e della prepotenza con cui i due grandi eserciti si sono presentati cercando di imporre, con tutta la loro forza economica e mediatica, la soluzione che a loro più aggrada. Grandi e potenti formazioni che hanno lavorato da tempo al progetto anteponendo i loro interessi privati a quelli della comunità, ammantando di buonismo una scellerata operazione di distruzione ambientale, carpendo con l’inganno il consenso di chi crede, pensiamo in buona fede, nei loro finti buoni propositi di occupazione e di sviluppo.
 
 
 
 

 

 
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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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28/11/2017 - 17:54

AUTORE:
Comitato..

Avevamo ragione noi!!
Siamo orgogliosi di avere impedita una grande operazione finanziaria-edilizia nel nostro territorio.


https://www.inventati.org/cortocircuito/2014/03/06/pisa-e-non-solo-ikea-un-modello-da-smontare/