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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
Il Diario di Trilussa
Un cattivo affare-Parco-Piccole cose

14/3/2018 - 19:32


Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.

 
Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
Presentazione
Un cattivo affare” è una critica all’Amministrazione Comunale dell’epoca per aver trasformato la Piazza della Chiesa di Migliarino in un parcheggio. Inutile e soprattutto sbagliato culturalmente perché le superfici comuni non dovrebbero essere sacrificate per le automobili, da tempo programmate al di fuori dei centri abitati. Un errore culturale e progettuale.


“Parco” è un articolo legato ad un intervento sul giornale di alcuni turisti stranieri stupiti dal modo in cui viene utilizzato il Parco, la stessa Marina e sulla presenza addirittura di un poligono di tiro. Una questione annosa e che rimane difficile, se non impossibile da risolvere nonostante i tanti sforzi di diverse Amministrazioni. Diverso è il discorso della Marina, di stretta competenza di Parco e Comune, la cui destinazione dipende da scelte politiche.


Infine in “Piccole cose” del novembre del 2007 (governo Prodi) si parte da una piccola cosa per poi parlare di politica e del paese. Di una destra che in quegli anni sembra in leggero affanno e legata solo ai soliti slogan (Salvini è ancora a cifre insignificanti) mentre Berlusconi detta indisturbato le fila. A sinistra troppi partiti a cercare di fare i propri interessi invece che quelli del paese che stava entrando in crisi, troppe discussioni inutili, la mancanza di una linea comune, di un progetto unico e ambizioso, l’impantanarsi in mille contraddizioni con “le periferie al collasso, la scuola che non funzione, la polizia senza la benzina” . Serviva coesione, coraggio, buon senso e consapevolezza responsabile mentre la grande crisi economica era alle porte. Eravamo del 2007, forse si poteva ancora rimediare.
 
UN CATTIVO AFFARE  (3.8.2007)
Trasformare una piazza in un parcheggio è già di per se un errore. E' un errore culturale, grave direi,  ancora di più quando a commetterlo è un' Amministrazione pubblica. Con l'aumento costante del numero delle auto una decina di posti sono non solo inutili (pareggiano il conto del parcheggio in circa un mese o poco più) ma occupano uno spazio all'interno di una frazione sottraendolo ad altri usi più consoni e senz'altro più utili alla vita dei cittadini.
Questo è avvenuto in piazza della Chiesa a Migliarino dove si sono spese alcune decine di migliaia di euro dei contribuenti per fare un'opera tanto inutile quanto concettualmente errata. A questo errore si è aggiunta un'incuria totale, un abbandono e un mancato controllo della piantumazione che ha portato al mancato attecchimento della quasi totalità delle piante che, infine, sono state  addirittura estratte dal terreno. Ora la piazza ha un aspetto sgradevole, non solo di una cosa mal fatta, ma anche di una cosa vecchia, di una cosa abbandonata, la dimostrazione evidente e accusatoria di un mancato controllo del territorio da parte dei nostri amministratori, di una sciattezza amministrativa per i piccoli problemi locali, ancora più grave se si considera che alcuni di loro abitano proprio nella nostra frazione. Voglio lanciare un appello al Sindaco Pardini affinchè si faccia carico e si adoperi per porre al più  presto rimedio a questo inconveniente, per sistemare al meglio una piazza così importante per il paese e rimediare, con il suo abbellimento e manutenzione, almeno in parte all'errore progettuale oramai avvenuto.
 
 
Parco  (28.10.2007)
Cosa ci viene in mente quando si pensa a un Parco? Naturalmente silenzio, cinguettio di uccellini, refoli di vento sulle cime degli alberi, quella sensazione gradevole del contatto con la natura, la consapevolezza intima di essere in un ambiente protetto, lontano da tutto e da tutti, dalla confusione e dalla fretta di ogni giorno. <br>
Ora svegliatevi e pensate di essere a Marina di Vecchiano.<br>
Dovremmo essere in un Parco, anzi nel cuore del parco, nella zona più preziosa, protetta, quasi inaccessibile ed invece cosa ci troviamo? Migliaia di auto in estate e un poligono di tiro in inverno?
Possibile? Sicuro. Ma strano come riferito da quei due turisti del nord Europa che si sono sentiti in dovere di scrivere anche sul nostro giornale dichiarando il loro stupore e la loro incredulità nell’aver scoperto un poligono militare all’interno di un Parco Naturale.<br>
Per loro è impensabile ed anche un po’ oscuro il perché di questa collocazione. Senz’altro ascriveranno anche questo a tutte le stranezze e le incongruenze che avranno registrato nel viaggio nel nostro paese. Un Paese con una natura bellissima, ricco di storia e cultura, testimonianze di un passato eccezionale, culla di straordinari artisti eccellenti in ogni campo del sapere, origine di un grande popolo ma ridotto oramai, da una classe dirigente fallimentare, a vivere di espedienti ed in permanente crisi politica e sociale.<br>
Come può essere tollerato, naturalisticamente e culturalmente, un poligono di tipo militare a Marina di Vecchiano! Possibile che non esista un altro sito idoneo per svolgere tale attività? Non mancheranno certo montagne o luoghi isolati dove poter sparare senza creare danni o inconvenienti ai cittadini. <br>
Il comune di Vecchiano ha già un altro sito con servitù militare, si cerchi da qualche altra parte, in qualche altro comune della provincia

 

PICCOLE COSE  (29.11.2007)
Oggi ho comprato il mio primo toner per la stampante laser. Il toner è praticamente l’inchiostro della stampante, senza il quale l’apparecchio non scrive.<br>
Costa assai, devo dire, circa la metà del costo della stampante ma serve per lavoro e quindi pace.<br>
Dentro una robusta scatola il toner e un foglio piuttosto grande, ripiegato e scritto in tutte le lingue. Incuriosito l’ho aperto e ho visto che era costituito da molte etichette, in tutte le lingue, che servivano per partecipare al “programma mondiale di recupero e di riciclo dei prodotti esauriti”. Ripeto un programma mondiale di riciclo di queste grosse cartucce di plastica contenenti residui sicuramente tossici di inchiostri o altre diavolerie. Ebbene ho cercato l’etichetta italiana accanto a quella inglese, irlandese, belga, lussemburghese, francese e tedesca ma non l’ho trovata. O meglio, non c’è un’etichetta italiana. L’etichetta, spiego, va incollata sulla scatola a rendere e inviata all’indirizzo stampato senza affrancatura, quindi senza spesa per l’utente. <br>
Due (amare) considerazioni. La prima è il dispiacere e la brutta figura di fronte a tutti gli europei che acquisteranno la cartuccia  per la dimostrazione che il nostro Paese, pur con tanti bei discorsi su Kioto, sul salvare il pianeta ecc,  non partecipi a questa lodevole iniziativa di salvaguardia ambientale. Un paese, si badi bene, che si vanta e gode di essere uno dei più grandi paesi al mondo, dal punto di vista economico, e sede al tavolo dei sette o otto Paesi che decidono la Storia (insieme alle multinazionali naturalmente, o subito dopo). <br>
La seconda è che da queste piccole cose da queste minuzie, si capisce come la nostra società non funzioni a dovere. C’è qualcosa che non va. Non credo siano necessari grandi finanziamenti per metter su in Italia un centro di raccolta di queste cartucce ed inviarle a destinazione, e nemmeno grandi energie o impiego di molto personale. E’ che i nostri governanti o amministratori hanno ben altro da fare. Si sprecano in beghe politiche o partitiche o anche di piccole correnti. Qualcuno si sente anche molto solo, gli manca la famiglia poverino, e cerca di consolarsi come può. Se beccato cosa fa? Si dimette dal Parlamento perché ha vergogna che lo chiamino onorevole? Macchè! Si dimette dal partito e ne fonda un altro dove lo chiamano Presidente e gli mettono a disposizione tutto quello che serve per un partito vero. Una bella promozione, insomma.<br>
Da destra continuano a predire la spallata (ora è un po’ in calo), o dicono in continuazione che il governo Prodi deve andare a casa. Certo che se da queste frasi si deve capire la loro strategia politica, il loro programma di futuro governo e la loro fantasia penso che vadano poco lontano. Non solo il concetto (uno solo) ma addirittura le frasi sono sempre le solite. Forse si dovrebbero mettere d’accordo e magari con una telefonata chiedere” tu cosa dici domani?”, “di nuovo la spallata oppure inviti ad andare tutti a casa, quasi quasi io riparlo delle mani nelle tasche degli italiani”: Sembrano marionette a molla, quelle che si caricavano con la chiavetta e partivano sparate e poi rallentavano piano piano con gli ultimi movimenti lenti lenti fino a quando si fermavano nelle più strane posizioni. <br>
A sinistra non è che la situazione sia molto più allegra. Stesso grande fermento, stesso spreco di grandi energie, spesso anche con fini spesso incomprensibili, sotterranei, contorti. Però, a sinistra, bisogna ammettere, con molta più varietà. Un giorno c’è lo scalone Maroni, un altro il Welfare, poi la Finanziaria, la Tav, la base militare, i lavavetri, i rumeni. A sinistra, diciamo, non ci si annoia come invece succede a destra dove se non ci fosse Berlusconi a vivacizzare e a fondare nuovi partiti (forse!) la piazza sarebbe una noia mortale. <br>
Tutte queste enormi energie, le molte persone intelligenti e illuminate presenti in Parlamento (e ci sono, magari accanto ai numerosi “rifugiati” politici, difficili da rimuovere) e le sicure buone intenzioni di molti sprecate in beghe da condominio, cavilli verbali da massaie, veti incrociati, estenuanti riunioni per accordi pasticciati che non accontentano nessuno, conferenze stampa fumose in cui si cerca di dire il meno possibile per non offendere la sensibilità di nessuno. Una politica del poi si vedrà, delle continue rese dei conti mentre il paese sta precipitando dal punto di vista e economico e morale, con le periferie al collasso, la scuola che non funziona, la polizia senza la benzina. Servirebbe ben altro che non i piccoli, se pur utili passi, dell’attuale governo. Servirebbe un cambiamento radicale.<br>
Se si può chiudere con una speranza i movimenti che ci sono in entrambi gli schieramenti non possono che essere visti con favore. Sia pur lontana e un po’ sfuocata si vede una piccola luce, quella della ragione e del cambiamento, una luce ancora debole e incerta ma che potrebbe, ce lo auguriamo tutti, diventare uno splendido sole che possa finalmente illuminare questo meraviglioso ma strano paese in cui viviamo.
 
 FOTO. Danilo (96 anni) 5 aprile 2005
 
 
 
 

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