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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
Chiunque sia di Genova...
Questo è un post di Giovanna Sissa che fu a capo del TED*

15/8/2018 - 18:43


Questo è un post di Giovanna Sissa che fu a capo del TED* di Genova.

 

Chiunque sia di Genova ...

sa che li sotto di morti ce ne sono tanti, ma tanti.

Chiunque sia di Genova sa che cambierà tutto a Genova, che finiscono per sempre gli anni ’60 e le loro illusioni di futuro.

Chiunque sia di Genova sa che sarà un inferno spostarsi, viverci. Sarà impossibile raggiungere l’aeroporto, spostarsi un treno verso nord (la ferrovia passa li sotto), sarà impossibile andare a Ovest, in Francia.

 

Chiunque sia di Genova sa che bastava già prima un nonnulla per bloccare la città: uno sciopero dei trasportatori, un incidente sulla A10, il vento di tramontana che impedisce ai tir di scaricare il carico perchè le navi portacontainer con il vento di tramontana si mettono di traverso e non si possono gestire gli scarichi.

Chiunque sia di Genova sa che non si tratterà solo di code o rallentamenti, ma di cambiare abitudini di vita, di trasporto, di mobilità, di scambio di beni.

Chiunque sia di Genova sa che non parliamo di giorni o settimane o mesi, ma di anni (e non pochi).

Chiunque sia di Genova sa che chi non è di Genova non capisce che non riguarderà solo noi genovesi o liguri ma l’Italia, dal nord Ovest al mare e da est o ovest. Da oggi la Spagna (e la Francia) sono molto più lontane.

 

Chiunque sia di Genova sa che il ponte era sottocontrollo e manutenzione da vent’anni (o giù di li) e che OGNI notte vi si transitava in direzione alternata perchè nutrite squadre di manutentori (eroici) calati come acrobati o alpinisti tentavano l’impossibile: salvare una infrastruttura insalvabile.

 

Chiunque sia di Genova sa che il ponte, nonostante gli interventi, i finanziamenti, gli ingegneri ed i tecnici era condannato e sarebbe venuto giù. Era condannato perchè la legge di gravità non ammette deroghe e quel cemento era fatto per durare meno e chi lo aveva progettato non poteva neanche immaginare che avrebbe dovuto tollerare un traffico ed un carico cento volte superiore a quello che aveva previsto il grande Architetto Morandi, che per quanto visionario e progressista e bravo non aveva la sfera di cristallo.

Chiunque sia di Genova sa che si poteva solo chiuderlo e demolirlo. Chiunque sia di Genova quando ci transitava sopra era contento di essere arrivato dall’altra parte.

Chiunque sia di Genova sa che sotto ci sono altre strade, la ferrovia che porta a Milano, e molti palazzi, di poveracci, ma grandi e popolati. Chiunque sia di Genova sa che la bruttezza di vivere sotto un ponte è una sorte che non è data solo ai clochard.

Chiunque sia di Genova sa era impossibile chiudere l’unica autostrada che collega l’Italia con la Francia sul mare e che l’unica possibilità (è la morfologia del territorio che è tiranna) sarebbe stata costruire la cosiddetta “gronda”, ovvero una bretella un po’ più a nord che consentisse al grosso traffico pesante (che non deve entrare a Genova ma solo transitarci per andare da est o ovest o viceversa) di bypassare il ponte Morandi.

Chiunque sia di Genova (e non sia stupido o in mala fede) non può non saperlo.

Chiunque sia di Genova non può dire che la gronda non serve! Ma alcuni si, invece, e proprio di Genova lo hanno detto, e sbraitato. E hanno anche convinto altri (che di Genova non sono) a sbraitare senza conoscere.

Si, sbraitare senza conoscere.

I media stanno dando le notizie con il contagocce, centellinano il numero di morti, inframmezzano le notizie della tragedia con il ritrovamento di qualche ferito.

Piove, si forte. Pare che la causa del crollo sia stato un fulmine.

 

Lo ritengo plausibile, erano dei tiranti metallici “a sostenere” (messi dopo, come “tapullo”) il secondo ponte d’Europa - ma il primo quando fu costruito negli anni ’30.

Io mi vergogno di non avere avuto il coraggio di intervenire pro-gronda con forza, perchè abito altrove e perchè non avevo voglia di litigare con i tanti (ex) amici contrari a priori. In un lungo processo partecipativo di una decina di anni orsono, portato avanti dalla Giunta Vincenzi, fra i vari tracciati possibili, uno era stato faticosamente scelto. Non se ne è più fatto nulla, molta acqua è passata sotto i ponti...

Ma oggi il governo del cambiamento ha decretato: “niente gronda” è un lavoro inutile.

 

* COS’È TED-

TED è un’organizzazione no profit che ha come obiettivo Diffondere Idee di Valore.

Cominciata come una conferenza di 4 giorni in California (USA) 25 anni fa, TED è cresciuta per sostenere le idee che cambiano il mondo con diverse iniziative.La conferenza annuale di TED invita i migliori pensatori e creatori del mondo a parlare per 18 minuti. Il loro discorso è poi reso disponibile gratuitamente su TED.com.

Gli speaker TED includono Bill Gates, Al Gore, Jane Goodall, Elizabeth Gilbert, Sir Richard Branson, Nandan Nilekani, Philippe Starck, Ngozi Okonjo-Iweala, Isabel Allende e l’ex Primo Ministro inglese Gordon Brown.

Fonte: Tramite pg, fb di Tiziano Nizzoli
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20/8/2018 - 10:03

AUTORE:
marco

Parlare ora della gronda per riparare alla vergogna di aver tacciuto quando era tempo debito è motivo di ulteriore vergogna. Certo le motivazioni di abitare fuori genova e non avere voglia di discutere con gli amici fanno capire quanto fosse sentita l'esigenza del progetto. Forse prolungare il silenzio sarebbe stato più dignitoso.

I tiranti del pilone che è crollato erano in cemento armato e non metallici come lei sostiene. Chiunque sia di Genova dovrebbe saperlo.
L'ipotesi del fulmine fa davvero sorridere. Sicuramente dai filmati delle telecamere di sorveglianza posti sul viadotto si potrebbe meglio capire quali siano state le cause del crollo. Ma forse sono andati perduti...

E' un peccato che abbia speso così poche parole sulle responsabilità dirette. Visto che tutti sapevano...

17/8/2018 - 22:44

AUTORE:
LdB..

Tre domande per Umbertino . Ma in questo momento fa più clamore una gaffe del Presidente del Consiglio, o l'incapacità della dirigenza di Autostrade per l'Italia a dare delle risposte sul perchè il ponte è venuto giù ?
E' dal 2016 che esperti del ramo dicono che il ponte era pericoloso e che andava chiuso, loro non lo sapevano ?
Nello scritto parla di tutto, mai un accenno a chi ha responsabiltà dirette, Autostrade per l'Italia, non è che anche lei è fra i tanti investitori dei loro titoli di Borsa ?
Un' ultima cosa : dato che siamo in democrazia, per liberarsi di un governo, bisogna fare una cosa semplice, vincere le elezioni.

ndr, le ultime elezioni dei governi Monti-Letta-Renzi-Gentiloni-Conte non le ha vinte nessuno!

17/8/2018 - 8:37

AUTORE:
Umberto Minopoli

Fa l’avvocato ma fa una gaffe stratosferica, internazionale. Centuplicata per uno che fa l’Avvocato. Dichiara la revoca della concessione ad un gruppo ( italiano) quotato in borsa. Ne provoca il dissesto. Poi viene smentito da qualche bravo burocrate dello Stato che gli spiega che non puo’ revocare a piacere. Che ci sono leggi, procedure, condizioni da rispettare. E si rimangia tutto. E la buttano in caciara ( i finanziamenti dei Benetton) per distraci dalle gaffes. Intanto l’Avvocato con i due guardiani ha provocato il dissesto di un’azienda italiana ( con decine di migliaia di occupati o di risparmiatori italiani). A costoro, emerge sempre di piu’, fa difetto il senso dello Stato. Specie di uno Stato democratico e non islamico come la Turchia di Erdogan. Fa difetto a Mr. Conte e ai suoi due grandi elettori, la differenza tra Stato e governo. Quest’ultimo non e’ il proprietario dei beni pubblici. E neanche di quelli dati in concessione. Il proprietario e’ lo Stato. E Conte non dispone dei beni pubblici. Neppure Erdogan ne disporrebbe in Turchia. Che e’ formalmente ( per poco) ancora una democrazia. Ma Erdogan e’ fascista e se ne frega. E comanda sui beni dello Stato ( compresa la sua moneta) come ne fosse il proprietario. Si chiama dispotismo. I nostri tre malcapitati capi del governo imitano Erdogan. Per ignoranza, credo ( e spero). La concessione in gestione di un bene pubblico non e’ nelle disposizioni personali del governo. Riguarda tutti noi italiani, lo Stato. Per questo ci sono procedure, condizioni, obblighi dei contraenti che valgono sia per sottoscriverla che per revocarla. Conte non poteva non saperlo. La sua gaffe sarebbe da dimissioni. La sproporzione tra l’immensa tragedia di Genova e dei poveri connazionali morti e lo spettacolo di queste beghe miserabili, figure di cacca, disastri di Borsa, ignoranza del diritto, porta ciascuno di noi ad avvertire un senso di disgusto a dover parlare delle gaffes di un governo di inetti. Di cui occorrerebbe liberarsi subito. Ma ora si pensi a Genova. Il punto e’, purtroppo: ma questi teatranti incompetenti sono in grado di pensarci?