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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Ric. e pubblichiamo un intervento di Michele Barretta, dottore di ricerca in storia e informatica

20/11/2018 - 13:40


sull'Acquedotto Mediceo
Michele Berretta 
A:lavocedelserchio@yahoo.it

 
Vorrei esprimere alcune osservazioni in merito alla proposta avanzata dall'amministrazione comunale, che prevede di smontare e ricollocare tre archi dell'Acquedotto Mediceo al fine di rendere "economicamente più sostenibile" la costruzione della tangenziale di Nord-Est.

Sebbene non sia contrario in linea di principio alla realizzazione di una infrastuttura che agevoli lo scorrimento del traffico e alleggerisca la pressione sul centro storico, non approvo un intervento che, pur ispirato dall'intento di risparmiare denaro pubblico, finirebbe per alterare irrimediabilmente un monumento.
 
Come già ricordato da vari studiosi intervenuti su questa tematica, in particolare dal prof. Renzoni, il caso della Chiesa della Spina, smontata nel 1871 e poi ricostruita, non è un esempio virtuoso, dal momento che durante il riassemblaggio la chiesa fu privata della sagrestia, di arredi, elementi decorativi e sculture.
 
In quella circostanza almeno sussisteva una causa di forza maggiore, ovvero un elevato rischio di cedimento strutturale e comunque lo spostamento interessò l'intero edificio; nel caso dei Condotti si tratterebbe dell'asportazione di una porzione che andrebbe ad intaccare l'integrità del manufatto.
Non voglio mancare di rispetto a chi ha avanzato la proposta, ma da storico non posso considerare la ricollocazione di un frammento all'interno di una rotatoria una "valorizzazione".
 
Tra i precedenti analoghi potrebbe essere citata la demolizione, avvenuta in due fasi distinte (1928 e 1962), di alcuni pilastri ed arcate dell'acquedotto lucchese del Nottolini, finalizzata a consentire il passaggio dell'Autostrada A11. L'intervento fu possibile perchè all'epoca non esisteva ancora una legislazione che tutelasse adeguatamente il patrimonio artistico e monumentale.
 
Ma oggi la sensibilità è mutata (per fortuna!) e dal 2004 vige il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. L'articolo 20, intitolato "Interventi vietati" stabilisce che i beni culturali non possano essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione.
 
Il fatto che l'Acquedotto Mediceo versi in cattive condizioni di conservazione a causa della scarsa o nulla attenzione dedicata dalle precedenti amministrazioni a questo importante manufatto non può giustificare un'ulteriore spoliazione della struttura.
 
Quanto alle presunte criticità relative alla costruzione di un sottopasso, si presentano ogni volta che si realizza una simile infrastuttura, data la natura del suolo di Pisa.
Nel Medioevo e nell'Età Moderna, prima delle bonifiche, la città era circondata da paludi e anche oggi in caso di abbondanti precipitazioni le aree in cui il livello del suolo è più basso tendono ad allagarsi, ma ciò non ha impedito la costruzione di numerosi sottopassi, ovviamente dotati di pompe e sistemi di smaltimento delle acque: ad esempio quelli di Via Bonanno e del Viale delle Cascine.
 
Se la memoria non mi tradisce il programma dell'attuale amministrazione prevede la realizzazione di sottopassi in alcuni quartieri periferici, un'iniziativa lodevole che migliorerebbe il collegamento di queste aree con il centro storico ed eliminerebbe le attese e le code ai passaggi a livello ferroviari. Non penso che costruirne uno a Ghezzano sia tecnicamente più complesso di quanto non lo sia a S. Ermete o ai Passi.
 
L'improvvisa preoccupazione per le sorti dell'Acquedotto e l'indignazione mostrate da chi adesso è all'opposizione ma ha governato la città per decenni e ha trascurato questo monumento mi sembrano tardive e poco sincere, invece mi trovo in piena sintonia con i pacati e costruttivi interventi dell'architetto Massimo Gasperini, che da anni si batte per salvare questo monumento e della dott.ssa Bongiovanni, presidente dell'ordine degli architetti: il risparmio non può essere anteposto al dovere di tutela e protezione del patrimonio artistico, che non appartiene soltanto a noi ma anche alle future generazioni.
 
Spero che l'attuale maggioranza, in seguito ad un sereno e trasparente dibattito, torni sui propri passi, magari presentando in Consiglio Comunale un emendamento che corregga questo specifico punto del Programma di Mandato e reinserisca nel progetto della tangenziale di Nord Est il "sottopasso dell'Acquedotto Mediceo" dettagliatamente descritto a pagina 56 della bozza di progetto del 30/04/2010, ancora consultabile sul sito del Comune, nella sezione Urbanistica.
 
Quanto al reperimento, almeno parziale, dei fondi, si potrebbero coinvolgere privati o lanciare un crowdfunding civico. Nel 2013/2014 ho fatto parte del gruppo di lavoro dell'Università di Bologna che ha presentato la candidatura dei portici di Bologna a Patrimonio dell'Unesco e ricordo che in quel periodo fu avviata una raccolta fondi intitolata "Un Passo per San Luca", grazie alla quale fu possibile avviare i lavori di restauro del portico lungo quasi 4 km e composto da 666 arcate che collega il capoluogo emiliano al santuario collinare della Madonna di San Luca.
Una campagna analoga potrebbe essere riproposta anche qui a Pisa.
 
 
Michele Berretta, dottore di ricerca in storia e informatica.

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