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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
di Matteo Renzi
Sono costretto ad annullare la presentazione del libro a Torino per una grave vicenda personale.

19/2/2019 - 9:00

Sono costretto ad annullare la presentazione del libro a Torino per una grave vicenda personale.

Da circa un’ora mio padre e mia madre sono ai domiciliari. Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato. Mai. Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana e lo dico oggi, con rispetto profondo, da servitore dello stato.Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano - oggi, casualmente proprio oggi - questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no.

Da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia. Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata. Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto.Ma voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale.Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta. Chi ha letto le carte dice che di questa storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione assurda. Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà. Forte delle mie idee. Forte dell’affetto di tanta gente che sa perfettamente che cosa sta accadendo.

 

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19/2/2019 - 16:01

AUTORE:
Matteo Renzi

.... E-News.
Pensavo di raccontarvi l'entusiasmo di questo fine settimana. Ho girato molto in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte per presentare il libro “Un’altra strada”. E ho trovato un’accoglienza superiore alle più rosee aspettative. Ovunque centinaia di persone, voglia di non mollare, desiderio di discutere. Le foto di questi giorni parlano chiaro: un calore persino inatteso, a cominciare dalla Sala Rossa di Firenze dove eravamo in 1.500. Ma anche da Roma, Sasso Marconi, San Lazzaro di Savena, Este, Mestre, Erbusco, Treviglio, Cernusco sul Naviglio, Milano. E poi la trasmissione da Fazio, i risultati su Amazon, le ospitate alla radio.
Poi ieri sera mentre firmavo copie a Nichelino, in un centro anziani della periferia di Torino (perché questo tour serve anche per ritornare in mezzo alla gente di tutti i giorni), la notizia più assurda che potessi ricevere, una notizia che gela il sangue: i miei genitori ai domiciliari.

Mentre ringrazio le migliaia di persone che mi stanno scrivendo per dare solidarietà (grazie!) ribadisco tre concetti molto semplici.
- Tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge. I miei genitori, come tutti, hanno diritto a un processo giusto e spero rapido. Non grido ai complotti: chiedo che i processi si facciano nelle aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali. Noi aspettiamo le sentenze, ma le sentenze si pronunciano in tribunale e non nelle piazze populiste.
- Chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme (emblematico il post di Enrico Mentana, che certo non può essere tacciato di renzismo).
- Chi conosce la realtà sa che quelle carte, peraltro, non corrispondono al vero. Ma per questo ci sarà il processo. Tra cinque anni, tra dieci anni, quando tornerà la calma e si potrà analizzare con serenità ciò che è accaduto in questo periodo alla mia famiglia, saranno in tanti a stupirsi. Chi ha letto il libro “Un’Altra Strada” sa a cosa mi riferisco.

A questo punto c’è solo una cosa da fare. Mantenere la calma. Sapere che il tempo farà giustizia di tutte le bugie. Avere lucidità e pazienza.

- Da uomo delle istituzioni dico: mi fido della giustizia. Questo è un grande Paese e io credo nell’Italia, sempre. Non riusciranno a farmi parlar male dell’Italia, non riusciranno a farmi parlar male dei giudici. Chi vuole il mio fallo di reazione, non lo avrà. Né oggi, né mai.
- Da figlio: ho il cuore gonfio di amarezza. Mi basta che lo sappiano i miei figli e i loro cugini. E vedere la loro chat whatsapp di queste ore mi commuove e mi fa pensare che i dieci nipoti conoscono bene i loro nonni. E sanno che persone sono.
Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo. Lo sanno anche i sassi. Se loro sono in questa situazione umiliante è colpa del mio impegno politico di questi anni. Tutti noi siamo figli. E sappiamo che è doloroso far soffrire la tua mamma, il tuo babbo. Ti capita di farli soffrire quando la pagella non è quella che pensavano, quando torni troppo tardi dalla discoteca, quando salti scuola, quando fai una stupidata adolescenziale. È capitato a tutti noi, è capitato a me. Non avrei mai pensato, però, di farli soffrire così. Per colpa del mio impegno civile. E mi piacerebbe dire: prendetevela con me. Non con la mia famiglia.

E tuttavia concepisco la politica non come figlia di un’ambizione personale, ma come un dovere civile. Dunque: non mollo di uno solo centimetro. Anzi. Mi scuso con gli amici di Torino che mi hanno aspettato ieri. Ho dovuto per ovvi motivi interrompere il tour di presentazione. Ripartiremo allora proprio da Torino: appuntamento per venerdì 22 febbraio alle 18. Ho chiesto di prenotare una sala grande il doppio di quella che avevamo fissato ieri. Perché deve essere chiaro anche plasticamente che io non mollo. Che noi non molliamo. Ci vediamo venerdì 22 febbraio alle 18 a Torino e alle 21.30 a Genova. Presentiamo “Un’Altra Strada”.

Se qualcuno pensa di fermarmi, non mi conosce.
Non ci conosce.
Matteo

PS Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello.

19/2/2019 - 10:04

AUTORE:
Lettore di Republica

"L'arresto dei genitori di Renzi? Niente da festeggiare". Così il ministro dell'interno e vicepremier Matteo Salvini sulla notizia degli arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi. La notizia relativa alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto madre e padre dell'ex premier è commentata da tutto il mondo della politica.


Cauto il M5S: un sms dello staff invita i parlamentari a non commentare. "Se concordate, eviterei commenti su Renzi, non c'è da gioire", avrebbe detto il capo politico del movimento, Luigi Di Maio, durante l'assemblea dei gruppi parlamentari 5S alla Camera.

"Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa" ha dichiarato Silvio Berlusconi a Quarta Repubblica su Rete 4.
L'arresto dei genitori dell'ex premier è "una cosa dolorosa che non sarebbe accaduta se la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, che è assolutamente urgente". Questa riforma, dice Berlusconi, tra le altre cose prevede "la custodia cautelare solo per chi è colpevole di un reato di sangue".

19/2/2019 - 9:55

AUTORE:
Umberto Minopoli

“Non cambiero' mai il mio giudizio su Matteo Renzi in base a vicende che non siano la sua attivita' pubblica, la sua prova in politica e al governo, le cose che propone. Che ritengo un bene per il mio paese: una risorsa, una ricchezza che faremmo bene ad usare. Sarebbe barbarico il contrario. Sarebbe uno spreco, enorme e ingiusto, rinunciare alle energie di un giovane, preparato, competente, ricco di idee, ambizioso con legittimita' per vicende e comportamenti non suoi. E invece siamo in un paese dove la barbarie e' possibile, dove la colpa non e' piu' individuale ( e nemmeno il premio, purtroppo), dove il giudizio e la selezione dei politici e' inficiato dal sospetto di uso di mezzi estranei. E in primis dell'uso politico dei mezzi giudiziari. Se non diventiamo capaci di garantire, nei fatti e nell'apparenza, il rispetto del principio-base dello Stato di diritto- la responsabilita' e' individuale e mai collettiva (e questo vale per la famiglia, la razza, il partito, la religione, la cultura, i gusti sessuali)- saremo una democrazia anomala, incompleta, difettosa. E questo al di la' del merito specifico delle imputazioni ai familiari di Renzi. Dove e' legittima l'inquietudine su accanimenti, strumentalita' dei tempi, spettacolarita' dei mezzi, torbidita' delle condotte investigative ecc. Per me, personalmente, si badi bene questo ragionamento- individualita' della colpa, garanzia di indagini corrette, estraneita' di ogni uso politico al merito delle indagini, esclusivo e congruo uso dei mezzi giudiziari, rifiuto di ogni spettacolarizzazione nell'uso dei mezzi di prevenzione investigativa- si applica a tutti. Non e' cosi da 30 anni. Non e' stato cosi' per Craxi e Berlusconi. Non deve continuare a non essere cosi' per ogni politico corrente. Anche per Salvini, certo. La non estraneita' della giustizia agli imperativi della politica, dobbiamo saperlo, e' enormente piu' grave della stessa colpa di un indagato. Perche' cambia la forma del nostro Stato. E i politici che, a turno, pensano di lucrare sull'avversario con tali mezzi sono piccini, meschini e disposti al boomerang. E la frase: "ho fiducia nella giustizia, nei magistrati, in chi indaga" non puo' diventare un mantra, un rituale quasi di tortura, una litania imposta. Se gli atti della magistratura non "appaiono" anche ( oltre che esserlo) atti dovuti, congrui, necessari. Saremo finalmente un paese civile, come gli altri in Occidente, quando (spero che ai miei figli sara' dato un giorno) i principi di garanzia e la separazione totale tra indagini e politica valgano per tutti: magistrati, politici, comunicatori. Fino ad allora saremo una democrazia dimezzata. A Matteo Renzi esprimo vicinanza, affetto e simpatia. E gli dico: resta in campo, non mollare. Anzi: prendi forza e impegnati ancora di piu'.

19/2/2019 - 9:33

AUTORE:
Debora Serracchiani

Le misure cautelari in Italia si dovrebbero applicare solo se sussistono esigenze cautelari. Nel caso dei genitori di Matteo Renzi, ho i miei dubbi. C'è un pericolo di inquinare le prove, dopo anni dai fatti? C'è un pericolo di fuga, per due persone miti? C'è un pericolo di reiterazione di reati, quando non esiste più l'impresa? L'impressione, assai sgradevole, è che questa sia una pena anticipata, applicata con obiettivi ben diversi da quelli di tutelare un processo penale. Questo preoccupa seriamente. Se si fosse trattato di persone "normali" sarebbe stata applicata una misura restrittiva della libertà personale?

19/2/2019 - 9:13

AUTORE:
Enrico Mentana

...dell'ordinanza sui genitori di Renzi: non ho trovato un solo elemento che giustificasse una misura così grave com'è quella dell'arresto. Invito qualunque persona spassionata, che non esulti o si disperi a ogni provvedimento giudiziario come fosse un derby, a leggere quelle pagine. Sono sconcertato, anche perché il Gip ha impiegato quattro mesi per decidere: e quindi non c'era rischio di inquinamento di prove, fuga o reiterazione del reato.
Qui non importa che siano persone anziane, o che abbiano un figlio importante, o perfino se siano colpevoli o innocenti. Qui importa capire quali siano gli estremi per una misura cautelare, al di là del fatto che la notorietà del cognome abbia portato ai soliti fenomeni di fanatismo patibolare o assolutorio a prescindere.
Le garanzie sono una cosa seria, e aspetto con interesse il riesame per capire se sono io che sbaglio.

19/2/2019 - 9:07

AUTORE:
Guelfo Guelfi

L’arresto ai domiciliari di Lalla e Tiziano Renzi trasforma un’indagine su presunti reati fiscali in una indecente pratica persecutoria. Peraltro coincidente, mirabilmente coincidente, con il bisogno di fumogeni sulla cronaca politica. Ma guarda te avvolte di cosa son capaci le coincidenze.