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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di FRANCESCO BEI -La Stampa
Matteo Renzi: “La Finanziaria non è sufficiente, serve un piano choc per l’economia”

13/11/2019 - 23:56

Matteo Renzi: “La Finanziaria non è sufficiente, serve un piano choc per l’economia”


Il leader di Italia Viva lo presenterà a Torino venerdì: 120 miliardi in tre anni per rimettere in moto la crescita 

ROMA. 

Senatore Renzi, venerdì a Torino, alla prima iniziativa nazionale di Italia Viva, annuncerà «misure choc» per l’economia. La legge di Bilancio è insufficiente?

«La Legge di Bilancio ha evitato l’aumento dell’Iva. E dunque è un passo in avanti. Considero poi positive le misure su sanità e famiglia. Ancora c’è da lavorare per evitare qualche microbalzello che sembra più una impuntatura ideologica che non una reale necessità. Ma il punto è che non basta. Come sanno gli economisti, le previsioni segnano burrasca in arrivo. E dobbiamo essere capaci di rilanciare subito». 
Dove trovare i soldi?

Gualtieri ha già fatto i salti mortali per evitare l’aumento dell’Iva…«Può sembrarle un paradosso ma per questo piano choc l’Italia non ha un problema di soldi. Nei prossimi anni ci saranno enormi flussi finanziari per investimenti e infrastrutture, a maggior ragione in tempi come questo di rendimento negativo. Per la parte pubblica i soldi sono già stanziati e anche la disponibilità finanziaria privata non manca.

Il problema è sempre quello: i progetti non partono, sono bloccati. Abbiamo lavorato duro e abbiamo predisposto un piano più ambizioso di quello tedesco: 120 miliardi nel prossimo triennio.

Dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, energia, treni, strade, porti, aeroporti, piano casa, periferie: sblocchiamo tutto. Semplifichiamo le regole in via straordinaria, con il controllo dell’Anac come abbiamo fatto per l’Expo a Milano.

Questo serve all’Italia, non la tassa sulle auto aziendali». 
Nel Paese delle 4 mafie non è un grosso azzardo procedere saltando le regole ordinarie?
«Non propongo di saltare le regole, ma solo per questo piano choc di seguire regole più semplici. Siamo in emergenza. E i danni si misureranno in crisi aziendali, in posti di lavoro, in fuga dei capitali. Siamo ancora in tempo per intervenire, ma va fatto subito, nei primi mesi del 2020. Dopo sarà troppo tardi.

La nostra storia di governo dimostra che si può fare un ottimo codice degli appalti, ma anche correre in corsia preferenziale come abbiamo fatto a Milano per l’Expo e a Pompei per gli scavi. Attraverso il brillante lavoro dell’allora commissario Nistri, oggi Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, e del sovrintendente Osanna, adesso Pompei fa notizia per il flusso di visitatori mentre prima faceva notizia per i crolli. Quando c’è la pax burocratica gli italiani sono bravi a fare le cose: guardate come è andata con il ponte di Genova». 
 
I grillini hanno fatto le barricate contro lo Sblocca Italia, come pensa di convincerli?

 «Non li devo convincere. Per la ricostruzione del Ponte Morandi anche loro hanno operato con procedure straordinarie. E poi mi piacerebbe che sul progetto choc per il Paese ci ritrovassimo tutti uniti, maggioranza e opposizione». 
Lei propone un piano triennale mentre il governo sembra già arrivato a fine corsa…

«Un grande progetto di rilancio infrastrutturale può essere un elemento unificante per il governo e può incontrare anche il sostegno dell’opposizione. Perché questo è l’unico modo per evitare la recessione. Voglio vedere chi ha il coraggio di opporsi…». 
Nel frattempo però Ilva è diventata il simbolo di un Paese bloccato da poteri in conflitto tra loro: magistratura, governo, partiti. C’è un modo per uscirne o è troppo tardi?

«Se credi nella politica c’è sempre un modo per uscirne. Quando cinque anni fa con Andrea Guerra, Federica Guidi, Teresa Bellanova abbiamo iniziato i nostri viaggi a Taranto, quella città sembrava morta. Nessuno credeva alla bonifica e al salvataggio di Ilva, figuriamoci al resto.

Adesso le bonifiche sono iniziate, il quartiere Tamburi vede gli investimenti sulle scuole, il Museo MARTA è stato rilanciato, sul porto si fa sul serio.

Abbiamo fatto queste scelte prendendoci gli insulti e sentendoci dire che ammazzavamo i bambini appena entravamo in prefettura. E mi lasci dire: nel silenzio della classe dirigente di questo Paese che si è svegliata tutta insieme, solo nelle ultime ore.

Il signor Mittal è stato scelto in una gara del 2017: io dissi allora ciò che ripeto oggi. Non può pensare di prendersi il portafoglio clienti, chiudere un sito potenzialmente concorrente e andarsene. Perché la questione non è lo scudo penale oggi, la questione è perché Mittal è venuto a Taranto. Se davvero è in buona fede, una soluzione si trova». 
Voi però con gli emendamenti sullo scudo penale sembrate intralciare il lavoro di Conte. Se la destra votasse il vostro emendamento il governo potrebbe cadere. È questo che volete?

 «Al contrario: noi vogliamo togliere gli alibi. A tutti. Non parlerei di scudo penale ma di un principio semplice: chi inquina, deve pagare. Chi bonifica, deve essere aiutato.

E questo non può valere solo per Taranto ma per tutte le città, da Piombino a Gela. L’immunità c’era, è stata cancellata dal Conte-Salvini. Se devo star dietro alle polemiche è un disastro: nei primi giorni siamo stati accusati di non aver rimesso l’immunità al Senato. Poi di volerla rimettere. Qualsiasi cosa facciamo c’è chi si diverte ad attaccare Italia Viva. Evidentemente hanno paura di noi». È come se i partiti di maggioranza avessero smarrito la ragion d’essere del governo.

Il suo ex partito vi accusa di concordare una linea nei vertici e poi smentirla subito dopo.

«Ma dai, per favore! Io mi batto da sempre per evitare che aumentino le tasse. E il Pd lo sa benissimo, non c’è bisogno di un vertice per capirlo. Ci sono i partiti NoTav, che io non apprezzo. E ci sono i partiti NoTax, come Italia Viva. Quanto al nervosismo di alcuni ex colleghi di partito è comprensibile: noi abbiamo un obiettivo che è quello di fare ai dem ciò che Macron ha fatto ai socialisti. Assorbirne il consenso per allargare al centro e alla destra moderata. Il disegno è dichiarato. E io penso che nei prossimi tre anni si realizzerà. Ovvio che i dem ci attacchino. Trovo tuttavia che sarebbe più produttivo se attaccassero Salvini anziché attaccare me. Questo vizio di colpire il Matteo sbagliato non è stato positivo in passato».
Il premier vuole organizzare un conclave per fare squadra. Lei ci andrà o manda Bellanova?

«Non ho ricevuto alcun invito. E peraltro ho preso l’impegno con i Cinque Stelle che non avrei partecipato ad alcun tavolo: loro hanno detto pubblicamente “faremo un governo purché Renzi non partecipi alle riunioni”.

E io volentieri assecondo questa richiesta. Dunque se ci sarà un ritiro per fare squadra non ci sarò io ma Italia Viva ovviamente sì. Pronti a dire la nostra, pronti a dare una mano».
Con Conte ha recuperato un rapporto? Vi sentite mai?

«Ci siamo sentiti lo scorso settembre, sull’Iva, quando il premier è stato così cortese da volermi spiegare la sua idea sull’aumento delle aliquote. Gli ho illustrato la mia contrarietà. E vedendo come sono andate le cose dico che Conte si è comportato bene, cambiando idea e aiutandoci a evitare l’aumento dell’Iva.

Non ho alcun problema con lui, anzi mi auguro che faccia bene. Perché se fa bene lui, stiamo meglio tutti».
Giorgetti propone un patto per approvare insieme qualche riforma di sistema, a cominciare dalla legge elettorale. Lei sarebbe favorevole a un patto con Salvini?

«Sì. Le regole si scrivono insieme, sempre. Non so quale sia la legge migliore. Sono pronto al maggioritario, meglio se con ballottaggio ma in quel caso dovremmo tornare al monocameralismo. Sono pronto al sistema tedesco con sbarramento al 5%. L’unica proposta di legge che mi sembra assurda è quella di chi chiede il sistema spagnolo. Ormai Madrid è il modello di come le cose non funzionino, chiedere lo spagnolo oggi sembra quasi una barzelletta. Su tutto il resto ci siamo. E se Salvini è della partita è un’ottima notizia per lui, per noi e per le istituzioni».

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15/11/2019 - 12:02

AUTORE:
Giuseppe

Il segretario #Zingaretti dice che picconando il Pd, Matteo Renzi sbaglia , sono d'accordo con lui, cosi' facendo si apre un autostrada alla destra, sono ancora d'accordo con lui.
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Pero' fammi capire una cosa' segretario, non parlo del secolo scorso ,ma di appena qualche anno fa, quando #Speranza, #Bersani, #Cuperlo,#Dalema #Emiliano non c'era un giorno che non sputavano cicuta contro il loro segretario democraticamente eletto a stragrande maggioranza per ben due volte, in quale #sepolcro imbiancato eri #rinchiuso?
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Quando si brindava per la sconfitta della madre di tutte le battaglie politiche del PD , dove ancora non si é ricucita la ferita per il mancato rinnovamento del sistema paese, dove eri all'estero o eri strafatto ?
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Quante volte hai difeso, e quante volte ti sei indignato quando il governatore della Puglia Emiliano, uno dei partecipanti alla corsa della segreteria nazionale pd, chiedeva di votare per una banda di scappati di casa i 5stelle.
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Quante volte avete preso le difese del v/s segretario per le fake del Renzi-air-one aereo personale,
o per il caso Consip, o per il caso Tempa Rossa, o sulla lamborghini di Renzi o al posto di lavoro
dell'insegnante Agnese Renzi?
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Quante difese hai fatto sui genitori del Renzi Presidente del Consiglio.?
Quante volte avete preso le difese di persone della comunita ' come la Boschi, di DeLuca, Graziano e ancora,ancora.
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Quando tutti quelli della #ditta stavano a #picconare dalle fondamenta il pd, in televisione , sui social e sui giornali amici, insieme e con l'aiuto dei #costituzionalisti del sabato sera, quelli che paventavano una deriva democratica se passava il referendum di Renzi, invece stranamente indulgenti con Salvini e guarda caso non una parola,
non esiste deriva.
E poi ancora a parlar male delle manovre economiche e delle sue enormi e civili riforme sociali.
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Voi eravate opposizione pur stando al governo segretario, avete precise e grandi responsabilita' per questa situazione che stiamo vivendo ,per anni è stato fatto fuoco amico per il solo ed unico scopo di abbattere lui, il piu' #bravo, il piu' #capace, il vero #leader .
Lo si vede adesso, navigate a vista, senza personalita' e non sapete che pesci prendere.
La ditta, voi, tu , eravati intenti a consolidare le posizioni di rendita quando chi alecremente lavorava e portava il paese fuori dal pantano.
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Ho ancora davanti agli occhi i tuoi compagni di merenda minacciare h24 di andarsene e di formare una nuova formazione politica a due cifre , poi ridotta a prefisso telefonico, allora era legittimo segretario Zingaretti, era cosa buona e giusto, allora facevano bene al partito quegli attacchi.
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Ora ,io ,elettore deluso e smarrito, dico che é grave dire di svuotare il pd come sostiene Renzi.
Ma ancora piu' grave e sbagliato é stato combattere il proprio #segretario, per la funzione che esso rappresentava, un talento come pochi, ripeto eletto democraticamente da qualche milionata di elettori per ben due volte.
Continuiamo comunque a farci del #male, qui si che siamo i maestri , abbiamo gli Oscar della #stupidaggine, su questo non ci batte nessuno, anzi uno si #Dimaio

15/11/2019 - 8:51

AUTORE:
M.R - da Linkiesta

Il piano di Renzi per far ripartire l’Italia, 120 miliardi in opere pubbliche sul modello Expo
L’ex premier rilancia oggi a Torino lo schema che ha fatto volare l’economia di Milano: nuove infrastrutture, burocrazia semplificata e una gestione commissariale con un forte intervento pubblico. E prepara una campagna mediatica per farlo approvare da tutti i partiti in Aula

Replicare su scala nazionale il modello Expo per far ripartire l’Italia. Un piano monstre da 120 miliardi di euro in tre anni da spendere subito per sbloccare le opere pubbliche. La scommessa di Matteo Renzi è riproporre lo schema che ha fatto volare l’economia di Milano: nuove infrastrutture, burocrazia semplificata e una gestione commissariale con un forte intervento pubblico. Con o senza Raffaele Cantone. L’ex presidente del Consiglio racconterà a Torino i dettagli di "ShockItalia", nella prima tappa del suo “Giro d’Italia Viva”. Nessun riferimento al discorso Lingotto di Veltroni né ad altre cabale dem. Renzi vuole parlare a quel popolo che riempiva piazza Castello pochi mesi fa per dire sì alla Tav.

Nel piano del fondatore di Italia Viva, l'alta velocità non deve arrivare solo a Bari, ma fino a Lecce e in tutto il Sud, bisogna rilanciare il sistema dei porti e quello degli aeroporti, come quello di Firenze, dove mezzo miliardo di cantiere è fermo. Negli elenchi di opere pubbliche da sbloccare ci sarà anche la metropolitana a Roma e il sistema delle tramvie. Così come l'unità di missione sul dissesto idrogeologico approvata dal suo governo e bloccata da quello gialloverde. L'unico modo a suo avviso per ricostruire le fogne in Sicilia e nel resto del Mezzogiorno. Come fare? Renzi fa capire che una parte dei finanziamenti previsti per il 2024 potrà essere anticipato per cassa al 2022. L'anticipo non è considerato un problema dai renziani perché qualsiasi soggetto finanziario sarebbe pronto a garantire il pagamento con la certezza che i soldi possano rientrare. Renzi spiega ai suoi: «Sono stato due giorni a Londra a parlare con gli investitori e questo piano fa venire gli “occhini” entusiasti a tutti gli operatori finanziari. Così l'Italia riacquisterà forza e credibilità».

Il discorso di Torino non sarà un mero elenco. Renzi vuole indicare un metodo. E nei prossimi due mesi girerà tappa per tappa lungo l’Italia per discutere questa proposta di riforma con le associazioni di categoria, i sindacati e il mondo delle imprese

Il discorso di Torino non sarà un mero elenco. L'ex presidente del Consiglio vuole indicare un metodo. E nei prossimi due mesi girerà l’Italia per discutere questa proposta di riforma con le associazioni di categoria, i sindacati e il mondo delle imprese. Un martellamento mediatico con uno scopo preciso: trascinare sulle sue posizioni gli alleati di governo e costringere Giuseppe Conte ad appoggiare il decreto. Ma come si fa a convincere i 5 Stelle? «Hanno approvato lo sblocca cantieri che prevede cento commissariamenti, per cui in tempi non sospetti la pensavano come noi», dice un esponente rilevante di Italia Viva. «L'alternativa è la stagnazione. Se vogliono la decrescita infelice, basta dirlo, ma se ne assumeranno la responsabilità davanti agli italiani. Chi può dire di no a una proposta del genere?».

Non è un ultimatum né un diktat per la sopravvivenza del governo. Se mancherà l’appoggio del M5S, Italia Viva presenterà comunque questa proposta operativa in Parlamento. Chiederà il consenso di maggioranza e opposizione. Un patto trasversale per i cantieri. I renziani assicurano: è una proposta che non si può rifiutare. La mossa del leader di Italia Viva non vuole essere un fuoco d’artificio per far parlare per un giorno del nuovo partito, ma dinamite mediatica per dettare l’agenda e togliere in un colpo solo il boccino dell’iniziativa politica a Lega e Movimento Cinque Stelle. Per farlo, Renzi ha deciso di spostare il dibattito pubblico nel suo campo di gioco: infrastrutture e crescita.

L’obiettivo è posizionare Italia Viva nel settore più all’avanguardia per attrarre il voto di riformisti, moderati e liberal democratici a prescindere da che partito abbiano votato. Fino alla campagna elettorale per le elezioni del 2023 ogni discorso è prematuro. A pochi mesi dal voto si vedrà a che punto sarà il suo partito nei sondaggi. In quel momento il tifoso numero uno Viola deciderà se essere assist man alla Rui Costa come ha detto al Festival de Linkiesta, o il centravanti alla Batistuta. «Anche se io mi sento più Castrovilli», ironizza Renzi. Ovvero, la sorpresa del campionato.