Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
Magli Giuliano.
Il primo di cinque figli, quindi il più grande e quello che doveva pagare.
Pagare cosa, per chi e poi perché pagare con la vita? Non avevi ancora sedici anni!
Nessuno in casa tua era colpevole di qualcosa, solo la disperazione di un esercito in fuga, la rabbia, il dovere di obbedire ad assurdi ordini ha provocata la tua uccisione.
Ma come è stato possibile che un soldato, penso poco più grande di te, avesse “dovuto” spararti così, senza nessun motivo?
Ci ho pensato migliaia di volte e penso sempre la solita cosa, rivedo la solita scena: il soldato tedesco “assassino” che mira, spara e chiude gli occhi.
Mi serve per calmare la rabbia.
“Vi vedrò di nuovo e godrò il vostro cuore e nessuno vi toglierà mai la vostra gioia”, questo riporta la lapide sull’edicoletta vicino a casa tua, eretta in tuo ricordo, non sono riuscito a sapere quando, proprio all’incrocio con la Via Francesca.
Da qui una stradina porta al podere Passatoio, dove i tuoi avevano già apposto la tua foto, un po’ sfocata, su un piccolo cippo ed è lì che ti vengo a trovare tutte le volte che entro nella tenuta Salviati, sia dove sia il mio accesso. Ho conosciuto il signore che ora vive in casa tua, conosce la tua storia e mi ha detto che non permetterà mai che nessuno oltraggi questi luoghi.
Sarebbe bello fosse vero, ma un’altra barbarie, non cruenta come quella del ’44, ma di una inimmaginabile crudeltà, ti ha colpito.
Ti ricordi la formella blu della Madonna che avevano messo sull’epigrafe? Te la ricordi sì, ti ha fatto compagnia settanta anni!
Sono duro a volte nell’attribuire aggettivi dispregiativi a certi tipi, ma non mi viene quello da affibbiare a quel “qualcuno”, quello che ha frantumata l’immagine sacra della Madonna!
Ora sei solo, ma non aver paura, caldo o freddo, sole o pioggia, ogni due, massimo tre giorni, ti vengo a trovare, ti porto i saluti di tua sorella Anna (l’hai lasciata che aveva due mesi ed ora ha figlie e nipoti) e di suo marito Mauro, miei cari amici, e delle nuove suore, non quelle tue vincenziane con il cappellone, queste sono straniere e francescane, ma sempre dedite ad educare nella nostra solita scuola.
“Passatoio” si chiama casa e podere, quasi a rimarcare un passaggio, da quello dei nobili romani a quello dei brutali tedeschi per finire ora ad un altro transito di esseri ignobili.
Ti sei accorto che c’era qualcosa di nuovo nella pineta il 28 settembre?
Mi avevano chiesto di accompagnare un gruppo di persone per la “Festa del Parco”, sai ora tutta la tenuta è Parco, e nella passeggiata era prevista una sosta musicale. Ma dove credi che li abbia portati? A salutarti, a farti conoscere, a farti ascoltare un po’ di musica, a far capire che la barbarie continua, a vedere la storia con altri occhi.
Oggi è il Tuo Natale Giuliano, domani quello di Gesù, due innocenti sacrificati.
Buon compleanno amico mio.
Buon Natale da tutti noi.