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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di UM
SANI E LIBERI

30/3/2020 - 13:28

SANI E LIBERI


Ma l’hanno capito o no che fino a quando non saremo tutti vaccinati il Covid-19 non sarà sconfitto?

L’hanno capito o no che per scoprire un vaccino, sperimentarne l’efficacia, produrlo massicciamente, distribuirlo capillarmente e vaccinarci tutti, se va bene passerà almeno un anno?

Hanno capito o no che nel frattempo possiamo solo resistere, per ammalarci e morire di meno, ma senza vaccino il virus residuo resterà vivo da qualche parte, pronto a mietere vittime da contenere solo riprendendo, a scacchiera, quarantene e distanziamenti?

Sperando che i comportamenti attuali abbiano prodotto, oltre che la decimazione del virus, anche ospedali decongestionati e la ricerca ci abbia dato nuovi farmaci per guarire chi continuerà comunque ad ammalarsi. L’hanno capito o no che, se va bene, ci vorrà un anno per tornare ai comportamenti della normale vita quotidiana?

E alcuni scienziati parlano di due.


Se si è capito questo cosa si pensa di fare nel frattempo?

Seguire le istruzioni è la risposta giusta. Ma cosa pensa di fare oggi chi ha il potere e il dovere di dare le istruzioni?

Pensare che si possa resistere un anno, forse due, occupandoci solo del fronte sanitario, che va tenuto indispensabilmente col massimo impegno, senza occuparci di rimettere in moto l’economia equivale a programmare il fallimento complessivo del nostro Paese. Perché se la pandemia era imprevedibile, l’allarme per la crisi economica, della quale si cominciano già ad avvertire i primi effetti, è stato lanciato con chiarezza da tutti gli economisti.
Facendo la somma delle risorse per la sanità, con quelle per il sostegno ai redditi delle famiglie, quelle per non far fallire nei prossimi tre mesi un sistema produttivo in gran parte fermo, quelle per far vivere lo Stato, dalla sicurezza ai servizi essenziali come la scuola, la mobilità, solo per dire, si arriva a una somma gigantesca che non è immaginabile sostenere per un così lungo periodo, con un sistema produttivo fermo, che non produce reddito per riavviare i consumi delle famiglie e risorse per l’Erario chiamato allo sforzo più grande e prolungato.


Alcuni paesi hanno cinicamente scelto di non fermare la catena produttiva e del valore, considerando la vita umana come un rischio collaterale da correre in nome della loro indipendenza economica, che vuol dire della loro sopravvivenza come entità nazionale e statuale. Credo che quella scelta sia sbagliata.


Noi abbiamo scelto di salvaguardare la vita di ogni persona e ora non dobbiamo solo vincere la sfida della salute, ma dimostrare, a noi e agli altri, quanto sia più giusto il nostro sistema di valori. Perché è su questo, non sull’altro, che vorremmo fondare un futuro che sarà, comunque, differente dal passato. Ma per farlo dobbiamo garantirci la sopravvivenza dell’Italia attraverso la sua ripresa economica. Perché la solidità economica è presupposto indispensabile di indipendenza e libertà.
Pensare che questa doppia sfida, sani e liberi, si possa vincere senza che chi ha il potere di darci le “istruzioni” e il dovere di farlo con lungimiranza e previdenza, si ponga da subito il problema di definire un percorso di ripresa dell’economia per il prossimo anno o due di convivenza col Covid-19 sia saggio?


Occorre definire subito questo percorso. Perché solo per progettarlo e avviarlo, con prudenza, per fasi e in sicurezza, richiederà tempo, grandi competenze al lavoro, innovazioni normative e operative da condividere tra le forze politiche e sociali. Le condizioni per la ripresa economica, che vuol dire della vita del Paese, non si improvvisano e in questo anno o due prima della sconfitta definitiva del Covid – 19 non possono essere lasciate all’improvvisazione e allo spontaneismo.
Il prossimo mese di Aprile sarà cruciale per definire un piano di graduali riaperture da realizzare, a macchia di leopardo e nella massima sicurezza possibile, al più presto.


E’ preoccupante che chi ha questa responsabilità non dia segni di avere compreso che la posta in gioco è la sopravvivenza del Paese come entità nazionale e statuale indipendente. E che una politica sempre in ritardo si scagli contro chi le ricorda il suo dovere di agire tempestivamente nell’interesse generale. Ma è anche sorprendente che tante brave persone, evidentemente tenute all’oscuro dell’entità e delle ripercussioni della grave situazione economica, scambino la consapevolezza per propaganda e le proposte per polemica. La paura, evidentemente, appanna le idee, irrita o fa ridere scioccamente.

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