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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Intervista di Giulia Baglini al vicesindaco Anna Maria Celesti
Dal Centro Aiuto Donna di Pistoia una via di uscita dalla violenza

5/5/2020 - 21:27


Dal Centro Aiuto Donna di Pistoia una via di uscita dalla violenza: intervista al vicesindaco Anna Maria Celesti

 

PISTOIA - "Chiedere aiuto è il primo passo per uscire dalla violenza": è l’invito lanciato dal Centro “Aiuto Donna” di Pistoia a tutte quelle persone che, nel chiuso delle loro case e all’ombra di una lunga quarantena, sono esposte al rischio di subire in silenzio maltrattamenti e vessazioni.Ne abbiamo parlato con Anna Maria Celesti, vicesindaco del Comune di Pistoia e assessore alle Politiche Sociali, nonché presidente della Società della Salute, il consorzio pubblico costituito dall’AUSL Toscana Centro e da nove comuni pistoiesi (Pistoia, Quarrata, Montale, Agliana, Serravalle Pistoiese, San Marcello-Piteglio, Marliana, Sambuca Pistoiese e Abetone-Cutigliano). La SdS si è costituita nel 2010 e ha preso in carico il Centro Aiuto Donna, già attivo dal 2006. In questi anni il centro ha costruito una rete a sostegno delle donne vittime di violenza domestica, collaborando con il Servizio Sociale territoriale, le Forze dell’Ordine e la Polizia Municipale,  i Servizi Sanitari, le professioniste specializzate in materia dell’Ordine degli Avvocati di Pistoia per la consulenza legale e con gli altri centri Antiviolenza in Toscana e in Italia. Il centro, gestito in collaborazione con l’Associazione Synthesis, fornisce una prima accoglienza telefonica e attraverso colloqui, assistenza psicologica, sociale e legale.

“Il Centro Aiuto Donna - racconta Celesti  - è un centro antiviolenza di secondo livello: non si limita solo all’ascolto e alla presa in carico, ma cerca di fornire dei percorsi con i quali far uscire la vittima, il più delle volte donna con minori, dalla situazione tragica che sta vivendo. La via di uscita normalmente avviene attraverso due obiettivi fondamentali: ridare dignità lavorativa e dignità abitativa alla vittima. Con l’emergenza sanitaria il servizio è rimasto attivo: attrezzandoci con le videochiamate, siamo riuscite a prendere in carico quattro donne. Inoltre, in continuità con il lavoro iniziato prima delle restrizioni governative, abbiamo in carico 65 donne, che seguiamo attraverso percorsi psicologici”.

Un lungo cammino quello del Centro Aiuto Donna: nel 2006, quando il centro è nato, le donne che si erano rivolte al servizio erano solo 32; da marzo 2006 al 31 dicembre 2018 ci sono state 1.027 richieste di aiuto, mentre solo nel 2019 sono state 105 le donne ascoltate e prese in carico. La fascia d’età più ricorrente è quella che va dai 35 ai 45 anni, mentre il comune dal quale proviene il maggior numero di richieste è quello di Pistoia; seguono Quarrata, Agliana, Serravalle e San Marcello. Il 96% delle donne che si rivolgono al centro sono italiane e il 42% di queste hanno un’occupazione lavorativa.

C’è orgoglio nelle parole di Anna Maria Celesti: “Il centro, che fa riferimento al Comune di Pistoia, è uno dei pochi servizi pubblici a livello nazionale. Questo gli permette anche di svolgere un’attività di accompagnamento al lavoro, di cui al momento stanno usufruendo 33 donne. Sembrano piccoli numeri ma sono numeri importanti anche i seguenti: 2 donne hanno fatto il servizio civile, 8 sono iscritte a un tirocinio, 15 sono state segnalate al progetto PI.SO.LA (percorsi di inclusione sociale e lavorativa) e 6 sono state segnalate al progetto OR.A.CO.L.O (Orientamento, accompagnamento,coaching: lavoro e occupabilita’)”.La violenza, come si sa, ha molte facce. Quella psicologica è la più subdola e sembra anche la più diffusa: "Abbiamo appurato che nel 90% dei casi, il maltrattamento non è di tipo fisico ma di tipo psicologico. Inoltre, esiste una violenza economica (per il 27% dei casi) e non è bassa neanche la percentuale legata allo stalking, che riguarda il 16% dei casi.

L’83% delle donne che ci chiamano chiedono un sostegno psicologico, il 17% cercano un sostegno legale. Nel 37% dei casi riusciamo a convincerle a denunciare".L’ultimo capitolo riguarda i bambini vittime di violenza assistita o diretta: nel 2018 il centro ha preso in carico 16 minori, nel 2019 14. A tutti è stato donato supporto psicologico. La violenza assistita c’è sempre e comunque.

Ce lo conferma la responsabile del centro, l’assistente sociale Daniela Giovannetti: “Alcune donne sono ancora convinte che un figlio, che magari dormiva al momento della violenza, possa non aver sentito niente. Questo non è reale: anche se i bambini non assistono alle violenze, risentono di un clima familiare brutto. Non importa essere fisicamente presenti al momento del maltrattamento”.Un altro dato interessante fornito dalla Dottoressa Giovannetti riguarda il numero delle richieste nel primo mese di quarantena: “C’è stata una flessione delle chiamate. Facendo parte di un coordinamento regionale, sappiamo che non siamo l’unico territorio ad avere avuto questo calo. Ci siamo rese conto che c’è stato uno smarrimento iniziale: le donne che si sono ritrovate con il marito sempre in casa non se la sono sentita di chiamarci. Negli ultimi 20 giorni c’è stata invece una riattivazione, le donne ci stanno chiedendo di aiutarle e di sostenerle nell’uscire da queste situazioni”.Nella rete dei servizi messi in atto dal Centro Aiuto Donna c’è anche uno sportello di ascolto per uomini maltrattanti, nato nel 2019.Dalle rilevazioni effettuate, è emerso che nel 69% dei casi si tratta di uomini italiani, dei quali la metà corrisponde a soggetti cosiddetti “insospettabili”. Solo nel 15% dei casi si tratta di alcolisti, l’8%  di tossicodipendenti, il 5% di giocatori d’azzardo o con disagio psichico certificato o presunto.Per Anna Maria Celesti “è necessario andare a fondo, prendere in carico anche l’uomo maltrattante e recuperarlo, nel tentativo di salvaguardare sia lui che la vittima. Laddove è possibile, è un compito non da poco. Noi volutamente lo abbiamo messo nella nostra rete.

E’ fondamentale fare un percorso sia per coloro che sono in carcere che per quelli che sono fuori. Il problema è che molto spesso c’è la reiterazione del reato: se si va ad analizzare la storia di chi ha commesso un femminicidio, si scopre che il più delle volte è l’atto finale di una serie di reati di violenza, compiuti da coloro che magari erano usciti dal carcere”.“Andrebbe ristabilita la certezza della pena per reati come il femminicidio, anzi andrebbe inasprita, senza prevedere alcuna attenuante". – precisa Celesti."Inoltre, le nostre carceri non sono in grado di realizzare un’opera di recupero. Io non credo a chi si proclama redento dopo aver ucciso una donna, a chi ottiene uno sconto di pena per buona condotta. Senza la certezza della pena, non dico che sei autorizzato a commettere il crimine, ma ti fai un bell’alibi”.Celesti ricorda il suo sostegno alle donne anche come vicesindaco e rappresentante delle istituzioni: “Quando muore una donna, vittima di femminicidio, ripeto il suo nome di fronte ai membri del consiglio comunale e faccio fare un minuto di silenzio. E’ importante mantenere sempre alta l’attenzione, ogni giorno e mese dell’anno, e non soltanto il 25 novembre”.Tutelare le donne, d’altronde, fa parte del suo Dna professionale: ginecologa dal 1985, rivendica un attegiamento laico di fronte ai problemi etici che la sua professione le ha imposto: “Con la Legge 194 dovevamo decidere subito se essere obiettori o no. Io ho scelto di essere dalla parte della donna, sempre e comunque, ma oggi sono molto preoccupata. Non avrei mai pensato che si perdesse la solidarietà che legava le donne negli anni ’70. L’interruzione di gravidanza è sempre un dramma, se una donna non conosce la storia personale di un’altra donna non si può permettere di giudicarla come un’omicida.

Sono retoriche di vecchia data che sono tornate attuali, insieme a un regresso femminile fortissimo. Inoltre, temo che la situazione economica e lavorativa che si sta determinando ci farà fare un ulteriore passo indietro. La donna rischia di pagare in prima persona questa crisi”.

Il Centro Aiuto Donna è raggiungibile al numero 0573- 21175 (la segreteria telefonica è attiva h24) e al seguente link https://www.aiutodonna.info/

Fonte: Giulia Baglini - dal giornale online Pistoia Sette
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