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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Una gita a San Rossore nel 1977.

8/6/2020 - 9:18


 
Nel 1948 in  Valle d'Aosta veniva fondato il Movimento Italiano Protezione della Natura (oggi Federazione Pro Natura) e, naturalmente, iniziarono le uscite della sua rivista. In quella del settembre 1977 apparve questo articolo di Andrea Romè, delegato LIPU  per la sezione pisana: Una gita a San Rossore.
In altre pubblicazioni, anni ’80,  Romè tratta di  uccelli presenti in Toscana e più particolarmente nella nostra zona di costa, palude e lago di Massaciuccoli, precisando anche i passaggi migratori e cita, come coadiuvatore,  Quaglierini L.

Luciano  Quaglierini, nodichese poi trapiantato a Migliarino, è stato un grande appassionato di caccia, di uccelli e del nostro territorio, ma non sono riuscito a sapere se fosse davvero lui quel famoso “L”.

Spero proprio di sì perché Alessio Quaglierini, uno dei più conosciuti ornitologi e fotografi dell’avifauna, sarebbe degno figlio di tale padre. (ultima foto, quello a sinistra).
Caro Andrea, ti sarebbe piaciuto vedere e annotare  un ibis sacro nella tua gita eh?
 
Un sabato pomeriggio di fine aprile ho avuto l’opportunità di effettuare una visita naturalistica alla tenuta di San Rossore che dista circa quattro chilometri dalla città di Pisa e costituisce un ambiente di rara bellezza.
Si tratta, per l’esattezza, di una tenuta agricola, solo in parte coltivata, limitata a nord dal fiume Serchio, a sud dal fiume Arno, a ovest dal mare e ad est da un canale artificiale che precede alcuni campi attraversati dall’autostrada Genova—Livorno. Un tempo tenuta reale, è attualmente riservata al Presidente della Repubblica, che ha a disposizione un’abitazione propria, ed è aperta al pubblico nei giorni festivi in determinate ore con accesso limitato ad alcune zone tra cui il noto ippodromo.
Ho potuto visitare la tenuta in varie zone significative e in giorno non festivo in quanto era stata organizzata una gita dalla delegazione regionale toscana della Società Ornitologica italiana. Mi ha molto colpito la netta differenza tra le solite zone che sapevo chiaramente belle, ma non eccezionali forse a causa dell’intensa presenza umana, e quelle che ho potuto vedere nella pienezza del loro fascino selvaggio.
Verso il mare per tutta la lunghezza della tenuta c’è una spiaggia sabbiosa, procedendo verso l’interno vi sono le dune, quasi ininterrotte, a cui fanno seguito delle lame naturali a volte artificialmente trasformate in chiari. segue quindi la macchia con zone di pini più o meno in salute e variamente estese che occupa il resto del territorio escluse ovviamente le aree coltivate. La macchia non è tuttavia omogenea in quantoché tra il viale che attraversa San Rossore nel senso della lunghezza e il mare si ha il bosco mediterraneo. mentre nella zona più interna, maggiormente umida, si ha una foresta subatlantica.
La flora delle lame presenta carici, cannette, tife, gigli d`acqua mentre attorno vi sono alcuni ontani, pioppi e frassini. Nella macchia prevale il leccio accompagnato dal corbezzolo e dalle tipiche piante del sottobosco come oleastro, lonicera. cisto salvifoglio, mirto ecc. Nella foresta vi sono farnie, pioppi, ontani, frassini e aceri campestri oltre a vitalbe, periploche (le nostre liane), carpini, rovi, felci.
La fauna è abbondante; per questioni di competenza dovrò limitarmi a citare i vertebrati. ma non si può ignorare che insetti e molluschi sono molto numerosi. I pesci d’acqua dolce vivono in vari canali e nel Fiume Morto che attraversa San Rossore a circa uguale distanza tra Amo e Serchio. I più comuni sono Tinca, Luccio, Anguilla, Muggine, Gambusia, Persico sole e Pesce Gatto che è un siluride importato dal Nordamerica. Tra gli anfibi anuri si rinvengono sia il Rospo comune che il Rospo smeraldino, la Raganella, la Rana verde e la Rana dalmatina, mentre tra gli anfibi urodeli si incontrano sia il Tritone crestato che il Tritone volgare. Tra i rettili sono frequenti alcuni serpenti come il Biacco e la Biscia d’acqua e sono presenti la Vipera comune e il Frustino. Tra le lucertole sono comuni sia la Lucertola campestre che la Lucertola muraiola che il Ramarro ed è presente anche il Geco; tra i cheloni è presente la Testuggine di Hermann e la Tartaruga palustre.
Per quanto riguarda gli uccelli non è possibile ricordare tutti quelli che in vari periodi sono stati osservati, infatti si tratta di circa 260 specie di cui 81 nidificanti, 83 di passo, 62 svernanti e le rimanenti accidentali. Tra i migratori sono abbondanti le Anatre selvatiche, le Folaghe. i Colombacci, mentre tra gli stanziali i più abbondanti sono la Ghiandaia. l’Allocco. il Merlo e il Verdone oltre ai Fagiani che però vengono regolarmente immessi per ripopolamento e quindi non sono selvatici.
  Tra i mammiferi vi sono circa 2000 Daini e 500 Cinghiali che, immessi qualche anno fa in numero limitato si sono ambientati e riprodotti fino a raggiungere il numero attuale. Vi sono poi almeno 15.000 Conigli selvatici. abbondanti Scoiattoli e Ghiri, varie Volpi, Donnole, Faine, Puzzole, Tassi, Ricci, Topi, Toporagni e vari Pipistrelli tra cui la Nottola.
Quel sabato pomeriggio ho visitato prima la zona delle lame attraverso dei campi in cui ho visto un Combattente e numerosi branchi di Daini composti da tre a dieci individui che pascolavano tranquillamente e si lasciavano avvicinare fino a una ventina di metri; vi erano famigliole composte dai genitori e dai figli dell’anno precedente, cioè di circa un anno (i giovani di quest’anno non sono ancora nati). Nella lama vi erano vari Aironi rossi ed anche un Airone cenerino; a circa una cinquantina di metri contammo 18 Garzette, interessantissimo fu poi l’incontro con una Sgarza ciuffetto, piuttosto confidente tanto da farsi avvicinare fino a circa 10 metri. Moltissimi Mignattini sorvolavano le nostre teste e fra essi anche alcuni Gabbiani che comunque formavano un branco numerosissimo in prossimità della spiaggia che in quel punto poteva distare circa 150-200 metri; vedemmo poi una Folaga e una Gallinella d`acqua ed abbiamo saputo dal guardiacaccia che ci accompagnava che varie nidificavano. Ci trasferimmo poi attraverso il bosco fino ad un chiaro, incontrando tre femmine di Cinghiale coi cinghialetti piccoli ancora striati e una Volpe. Arrivati sul posto potemmo vedere tracce di Scoiattolo e di Ghiro, un Colombaccio, uno o più usignoli di palude, vari Germani, alcune Alzavole, due Marzaiole e due Mestoloni.
II guardiacaccia ci disse che in quel momento non si potevano vedere molte anatre perché in parte erano partite per il volo migratorio e quelle rimaste avevano i piccoli e stavano più riparate.
Ciò che vedemmo e che qui ho riportato ha in realtà un significato relativo perché il tempo è stato breve e le zone visitate non molte, ma credo sia sufficiente per comprendere questo ambiente stupendo.
La zona nel suo complesso è veramente molto interessante e convenientemente protetta anche se viene esercitata sia l’agricoltura che la caccia, ma per una sua salvaguardia definitiva e totale, unitamente ad una valorizzazione naturalistica, è necessario che al più presto venga reso operante il “Parco del litorale”» che comprenderebbe San Rossore, Migliarino, Tombolo e si collegherebbe a Nord con la Macchia lucchese formando un’ampia ed unica zona di ambiente molto simile e ancora in gran parte intatto. Da vari anni ormai i protezionisti pisani lottano in tal senso e forse sta arrivando il momento in cui il successo non dovrebbe ulteriormente sfuggire; questo mio scritto penso potrà servire a far conoscere il valore naturalistico di una parte del progettato “Parco del Litorale”.
 
 
 

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8/6/2020 - 17:36

AUTORE:
u.m.

La ricerca se "L" coincideva con Luciano la avrei potuta fare prima, ma non riuscivo a mettermi in contatto con il figlio ed ero ansioso di inviare l’articolo. Stamani sono riuscito a parlare con Alessio che conferma la collaborazione di suo padre con Romè dal 1978 al 1980.
Un tassellino di “Fatti, personaggi, ambiente, cultura e tradizioni” dei paesi lungo il Serchio, caso mai se tanti se lo fossero dimenticato.