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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
CULTURA E SPETTACOLO a cura di Giulia Baglini
Il Parco di Pinocchio riapre le sue porte con un nuovo percorso culturale e interattivo

26/7/2020 - 13:04

Il Parco di Pinocchio riapre le sue porte con un nuovo percorso culturale e interattivo

Il presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, Pier Francesco Bernacchi, ci parla del nuovo Parco di Pinocchio-Collodi
 
 Il filosofo Benedetto Croce, che considerava il romanzo di Carlo Lorenzini una fra le grandi opere della letteratura italiana, ebbe a dire: “Il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l'umanità”.
 
Una frase essenziale, che spiega il successo mondiale che questa favola pubblicata nel 1883 ha avuto e continua ad avere ai giorni nostri, spingendo bambini e adulti a riflettere e ad interrogarsi sull’eterna lotta tra il bene e il male e su ciò che è giusto o sbagliato.
 
Un romanzo di formazione che ha affascinato esseri umani, per tornare alle parole di Croce, di ogni generazione e di ogni nazione e che a Collodi rivive nei monumenti e nel parco creati in onore del burattino.
 
Parliamo del gruppo statuario bronzeo scolpito da Emilio Greco in onore di Pinocchio, della Fatina e della piazzetta dei mosaici, realizzato da Venturino Venturi: le opere furono il risultato del concorso nazionale indetto nel 1953, in occasione del settantesimo anniversario della pubblicazione del romanzo, da Rolando Anzilotti, sindaco di Pescia e presidente del Comitato per un Monumento a Pinocchio.
Tre anni più tardi, nel 1956, fu realizzato un parco commemorativo caratterizzato da un boschetto di lecci che circondava la succitata piazzetta dei mosaici, con muretti sagomati in cui sono state  riprodotte le scene dalla storia di Pinocchio.
Tutto intorno il meraviglioso parco settecentesco di Villa Garzoni, che con il suo stile barocco fatto di labirinti verdi, monumentali scalinate e giochi d’acqua, è stato di ispirazione per la Reggia di Caserta.
Ma è nel 1962 che il Parco diventa monumento nazionale, grazie alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, oggi presieduta da Pier Francesco Bernacchi: pesciatino di Veneri, con una laurea in Scienze Politiche all’Istituto Alfieri di Firenze, ha assunto nel corso degli anni incarichi di responsabilità nella sanità pubblica (ad esempio come direttore dell’ospedale di Pescia), nel termalismo (come direttore generale delle Terme di Montecatini per più di un decennio) e nella formazione. Bernacchi dirige anche la Società Sviluppo Turistico Collodi.
Tutte queste capacità a livello dirigenziale, nonché il suo naturale attaccamento ai luoghi collodiani, lo hanno reso protagonista di molte delle più importanti innovazioni legate al Parco di Pinocchio, arrivando per questo a ricevere due importanti onorificenze: quella di Commendatore della Repubblica e la Medaglia al merito culturale, rilasciata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
Il Presidente ci racconta che nel 1995 presentò personalmente alla Commissione Europea un vasto progetto dal significativo nome di Parco Policentrico Collodi Pinocchio, con l’obiettivo di “aggregare in un unico parco e in un'unica visione tutto ciò che aveva riferimento a Pinocchio”. Tra i luoghi collodiani per eccellenza il Presidente cita il Giardino e la Villa Garzoni: luogo di villeggiatura estiva per il piccolo Carlo, in cui i genitori prestavano servizio come giardiniere e come cameriera. Un luogo talmente importante per la formazione di Carlo Lorenzini, nato a Firenze nel 1826, che quando lo scrittore dovette scegliere uno pseudonimo per firmare il suo romanzo, optò proprio per Collodi.
Il progetto del Parco Policentrico ha preso finalmente corpo il 7 gennaio 2019, quando è stato presentato in Regione Toscana: avrà un costo di 50 milioni di euro e sarà sostenuto dal Comune di Pescia attraverso i suoi strumenti di progettazione e pianificazione urbanistica. Prevede come primo lotto un nuovo Paese dei Balocchi, che è attualmente in costruzione. Inoltre è in programma l'utilizzo di due cartiere dismesse da tempo, oltre a 20 ettari di collina in provincia di Lucca: qui sorgerà il Parco degli Amici di Pinocchio, che racchiude i personaggi delle grandi favole europee e che sarà uno degli snodi principali della Via Europea della Fiaba.

Il progetto prevede anche strutture in grado di aumentare le possibilità di relazioni sociali e culturali per la popolazione residente, con la sede e biblioteca della Società Europea di Cultura che comporterà scambi e presenze di studenti, o con strumenti atti a favorire la frequentazione dei turisti in Collodi Castello, la parte alta e storica del paese che vedrà riaprire attività e luoghi di aggregazione, o con il parco fluviale che costituirà la spina verde per percorrere e vivere l'intero paese.
Il Presidente sottolinea la vera e piena fruibilità del nuovo Parco: “Fino all'anno scorso il Parco di Pinocchio aveva un proprio ingresso, il Giardino Garzoni, con la sua Casa delle Farfalle, ne aveva un altro. Da quest'anno, con un unico biglietto, si può visitare tutto il complesso del parco. Altra novità del nuovo percorso è il Museo Interattivo, inaugurato a dicembre 2019, dove le nuove tecnologie permettono ai visitatori di immergersi nella storia collodiana e di interagire con i personaggi.
A giugno dello stesso anno è stato anche inaugurato, in via Ricasoli a Firenze, il Museo multimediale di Pinocchio e Dante".
Bernacchi sottolinea la dimensione sia locale che internazionale delle attività promozionali della Fondazione: “In primavera avevamo 48mila prenotazioni da parte degli alunni delle scuole. Purtroppo sono tutte saltate. Fin dallo scorso ottobre siamo andati nelle scuole e alle grandi fiere del turismo, poiché il Parco vive di grande turismo internazionale e la nostra comunicazione è rivolta al mondo. Prova ne sia che nel 2019 le persone che hanno visitato Collodi arrivavano da 69 paesi del mondo, oltre l'Italia. Collaboriamo con tutti, dalle scuole locali ai grandi progetti internazionali, che sono quelli che ci danno la credibilità nel mondo.

Tutto è saltato: dalla Borsa Internazionale del Turismo, alle fiere che annualmente si tengono a Londra, Berlino e Mosca.

Tuttavia, la nostra comunicazione è continuata attraverso la rete, ad esempio con gli Istituti di Cultura Italiana all'estero. La fondazione è infatti accreditata, si trova nella tabella, ristrettissima, degli enti culturali dello Stato e quindi, opera, per conto dello Stato, nelle attività culturali che si svolgono attraverso le ambasciate, il Ministero degli Esteri e gli Istituti di Cultura Italiana all'estero".
Citando i ben 437 progetti attualmente aperti, il Presidente annuncia diverse novità: “Stiamo realizzando un Parco di Pinocchio in due paesi asiatici, Cina e Corea. Stiamo contrattando con il governo di Dubai una mostra su Pinocchio. Saremmo stati, se non fosse sopraggiunta la pandemia, a Los Angeles, per organizzare una grande mostra della durata di sei mesi, con contenuti relativi a pittura, scultura, teatro e cinema. L'inaugurazione, prevista per il 4 giugno, è stata rimandata ai primi di dicembre”.
Alla promozione che le istituzioni pistoiesi realizzano a livello locale, il Presidente Bernacchi riserva qualche criticità: “Ho partecipato all’evento celebrativo di Obiettivo Pistoia (il progetto di marketing territoriale che vuole promuovere Pistoia e il suo territorio, ndr). Per dire la verità, mi sono un pò lamentato: l'ho visto concentrato su Pistoia e la montagna, con un respiro un pò corto.

Oggi nel mondo del turismo si promuovono dei territori con un percorso completo. E' difficile che uno parta da Milano solo per vedere Pistoia. Bisognerebbe fare una proposta più inclusiva, con più attenzione ai territori della provincia”.
Ad una nostra osservazione sulla modernità di Pinocchio, Bernacchi rilancia: “Vive nei ragazzi di oggi, è un'icona moderna. La sua è una storia di vita, che sorprende spesso anche noi. Nell'800 la vita aveva i suoi sistemi, ma rileggendo il romanzo con i nostri occhi, si possono ritrovare degli elementi di attualità sconcertanti. Cambiano gli strumenti, ma la vita dell'uomo si ripete. Lorenzini ha fatto della vita di Pinocchio una grande metafora, ma il realismo di tante situazioni riflette le esperienze vissute dallo stesso scrittore fiorentino”.
“E' stato un uomo con una vita intensa”, ricorda Bernacchi. “Dopo aver combattuto nelle prime due Guerre di Indipendenza, è diventato giornalista e ha fondato quattro quotidiani. Era uno tra i critici d'arte più accreditati, avendo il merito di aver fatto conoscere al mondo la corrente dei macchiaioli. Era un critico teatrale e per finire diventò anche un funzionario di Prefettura. Noi lo conosciamo perché ha scritto Pinocchio e probabilmente senza questo romanzo pochi avrebbero conosciuto il Lorenzini scrittore. Resta il fatto che quando Giovanni Spadolini ha scritto i suoi volumi sul Risorgimento, ha messo tra i grandi di quell'epoca proprio Carlo Lorenzini”.
Anche la Fondazione persegue l’obiettivo di dare il giusto riconoscimento alla figura dell’autore di Pinocchio: “Al Senato c'è un'apposita commissione che decide a chi dedicare le Edizioni Nazionali, ossia la pubblicazione di tutte le opere e i documenti relative a grandi uomini di cultura, come Foscolo, Pascoli ed altri llustri scrittori. Noi stiamo curando l’edizione nazionale dedicata a Carlo Lorenzini e siamo arrivati solo al sesto di undici volumi. Attraverso le sue opere, possiamo sentire il Risorgimento vero: il pensiero, l'anima di chi ha vissuto quella stagione storica”.
Anche nella storia del Parco di Pinocchio ci sono state delle disavventure, che hanno tuttavia rinsaldato il legame della comunità locale e nazionale con uno dei suoi personaggi letterati più amati.
Il riferimento è ai proprietari che si sono succeduti nel tempo alla guida di Villa Garzoni: nel 1871 la proprietà, dalla famiglia Garzoni, passò al senatore Giuseppe Garzoni Venturi, poi alle sue figlie, le quali la cedettero poi negli anni trenta ai conti Gardi dell'Ardenghesca. La villa fu acquistata, nel 2000, da Enrico Preziosi, patron della Giochi Preziosi ed attualmente è in vendita per 19 milioni di euro. E' lo stesso Presidente Bernacchi a svelare alcuni aspetti di queste vicende: "E' finita la storia della famiglia che aveva gestito la Villa per tanti anni. Quando noi abbiamo cominciato ad attuare il progetto del Parco Policentrico, la Villa era già chiusa: il giardino era in condizioni disastrose e tutto il complesso aveva bisogno di forti interventi di restauro.

Arrivò Preziosi, attuale presidente del Genoa, ma all'epoca titolare della Giochi Preziosi, azienda di giocattoli con un fatturato che la rendeva la prima azienda del settore in Europa. Dopo aver acquistato la villa, ricevette da noi un iniziale sostegno, poiché ci sembrava importante un piano straordinario di recupero. Poi iniziarono i primi screzi: nelle varie fasi di presentazione del suo progetto andava dicendo a tutti che aveva acquistato Pinocchio e che era 'tutto suo'. Noi dovevamo rettificare, affermando con forza che Pinocchio è un libro e in quanto tale è patrimonio dell'umanità. Pinocchio non poteva essere di Preziosi, doveva limitarsi ad essere il proprietario di un bene. A un certo momento, abbiamo dovuto prendere le distanze. Preziosi poi, ha avuto una forte crisi economica, tutte le proprietà stavano prendendo la via dell'estero, sarebbero arrivati capitali gestiti da società straniere. A quel punto,  è emerso uno spirito di identità nazionale molto forte: c'era il rischio di perdere una grande azienda di giocattoli, ma soprattutto un grande monumento nazionale sarebbe rimasto tale, ma non sarebbe più stato nostro. Quindi avvenne un'operazione importante, in base alla quale i beni di Preziosi sono stati divisi in dieci lotti e la banca è riuscita a piazzare i dieci lotti a un imprenditore italiano, Fabrizio Bertola, che ha concordato con la Fondazione, prima di entrarne in possesso, cosa si sarebbe dovuto fare per restaraure la villa. Abbiamo messo in atto un percorso comune: lui è libero di vendere la Villa, però prima di iniziare i lavori ha concordato con noi la gestione per 30 anni. Ad oggi la villa è ancora in vendita ma allo stesso tempo Bertola sta sottoscrivendo con noi tutti gli atti per realizzare il Parco Policentrico di Pinocchio".
"L'obiettivo - conclude Bernacchi - non sta in chi possa essere il proprietario, l'obiettivo è che sia un bene che resta agli italiani e che fa parte di un percorso culturale. La proprietà può passare anche di mano, ma gli atti che riguardano la struttura sono vincolanti e restano validi per i nuovi proprietari. Preferirei continuare a trattare con questo proprietario, ma dubito che la vendita avverrà a breve, il potenziale acquirente dovrà interfacciarsi con molti soggetti coinvolti nel restauro, primo fra tutti la Sovrintendenza e quindi i tempi non saranno brevi”.


Fonte: Giulia Baglini - PISTOIA SETTE
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