In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia
Le Associazioni e i Movimenti: Amici della Terra Versilia, Fridays For Future, Extintion Rebellion, Italia Nostra, Legambiente Versilia, LIPU, WWF Alta Toscana, trovano singolare leggere sulla stessa pagina della Nazione di Pisa del 24 luglio le dichiarazioni del Sindaco Conti sul Piano Intercomunale ed il Parco, affiancate dall’accorato appello della Coldiretti per la mancanza di campi per l’azienda zootecnica di pecore massesi.
Conti si compiace infatti di un Piano Intercomunale tanto “sostenibile” da non lasciare spazio sufficiente a far pascolare 1200 pecore massesi che si vorrebbero pertanto collocare all’interno della Tenuta di San Rossore dove ancora ci sono erba ed alberi. Ma forse non ancora per molto, visto che il Sindaco a gran voce rivendica al Comune le competenze urbanistiche del Parco per poi costruire senza “vincoli …che frenano l’economia” su quanto sopravvive di verde sul litorale pecore o non pecore.
Forse al sig. Sindaco sono sfuggiti un paio di dettagli:
§ che, attualmente, l’economia mondiale è in una crisi senza precedenti perché si è voluta ignorare l’esistenza di limiti e leggi che governano la rinnovabilità delle risorse; l’emergenza climatica ne è il segno più evidente;
§ che “le regole per il rispetto dell’Ambiente non sono vincoli”, ma garanzia di sopravvivenza.
E’ infatti solo grazie a questi “vincoli“, irrisi dal Sindaco e dall’ Assessore Dringoli, che i cittadini possono ancora godere di un polmone verde ricco di biodiversità, dalle dune costiere ai boschi, capace di fornire aria pulita, riserve di acqua di buona qualità, svago, paesaggio, tradizioni e cultura. Perfino di mitigare il clima a livello locale. Ciò fa di esso molto più di “un valore aggiunto”; ne fa un bene da cui dipende la qualità della vita delle persone e che rende “vivibile” la città, tanto è vero che il Parco è stato il luogo più frequentato non appena è terminata la quarantena.
Tutt’altro “che un corpo estraneo”, il Parco è infatti amato da tutti coloro che ne godono i benefici, gratuitamente, frequentando, non solo la Tenuta di San Rossore, ma anche quelle di Tombolo (dove si sono presenti ahimè aree non accessibili quali le basi militari), Coltano, Migliarino, Macchia Lucchese. Zone la cui porte resteranno sicuramente ”aperte” fino a quanto non saranno altrimenti “valorizzate”. Vale a dire trasformate in proprietà immobiliari private. Per questo chiediamo che nel nuovo Piano Integrato il Parco si conservi così com’è senza ridurne la superficie. Prevedendo anzi la ricostruzione di cordoni dunali, il rimboschimento di aree degradate, la creazione di corridoi ecologici ecc…(come previsto dalle normative). Aumentando la qualità del territorio a favore di residenti e turisti sempre più alla ricerca di spazi naturali. Un turismo “responsabile” e “consapevole” capace di promuovere le attività che rafforzano e non distruggono l’identità del territorio rispettandone le risorse.
Una qualità ambientale di cui il Parco si è fatto promotore. Come ad esempio i recenti restauri alla Bufalina e alla Macchia Lucchese e i progetti per una fruizione sostenibile del territorio quali, i parcheggi scambiatori e l’allargamento delle strettoie sulla via Vecchia di Marina (ancora in attesa di essere realizzati). Mentre sarebbe da evitare il prolungamento di via dei Biancospini prevista dal Piano Intercomunale che distruggerebbe irreparabilmente aree naturali di pregio.
Tornando alle pecore massesi che pare non abbiano più un posto dove pascolare, bene ha fatto il Presidente del Parco a tutelare l’azienda agricola biologica di San Rossore. Tanto più che il ricatto di Coldiretti appare incomprensibile, dato che questa stessa associazione da sempre collabora col Parco ottenendone indubbi vantaggi, come il bando regionale del PIT che ha permesso ai Comuni, ai Consorzi di Bonifica e agli agricoltori del territorio pisano di usufruire di 3 milioni di euro. Il sindaco Conti, da ex direttore del Consorzio Agrario, ne dovrebbe essere a conoscenza. Così come dovrebbe essere a conoscenza del fatto che, malgrado decenni di frammentazione e consumo di suolo selvaggio, nella Piana Pisana esistono ancora delle aree erbose, come i campi a sud di Ospedaletto dove, peraltro, vige l’assurda previsione di ulteriore edificazione a fronte di costruzioni inutilizzate e abbandonate da anni.