Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Ho letto con piacere che l'imminente rinnovo del Presidente e del Consiglio Direttivo del Parco MSM sono molto attesi e suscitano aspettative e preoccupazioni.
Essendo stato il Presidente dell'Ente dalla Primavera del 2012 a quella del 2016 (allora il mandato era di 4 anni; la nuova Legge Regionale sui parchi e le aree protette del 2015 lo ha portato a 5 ripristinando anche una forma di indennità ai presidenti) ed essendomi stato impedito,prescindendo dai risultati del mio lavoro, di proseguire il mio incarico per un secondo mandato ( cosa più unica che rara) dall'allora renzismo imperante a cui non risultavo gradito né su scala regionale che pisano /lucchese, mi sento in diritto di esprimere un mio sintetico giudizio sulla gestione di questo quinquennio che si va a concludere e su cosa auspicare per il prossimo.
Il mandato che sta terminando ritengo che sia stato contrassegnato da una sorta di ripiegamento e rinsecchimento del ruolo e della funzione complessiva che l'Ente aveva cercato di ritagliarsi negli anni del precedente,seppur contrassegnati dallo sforzo di salvataggio e risanamento finanziario che ci trovammo inopinatamente a dover fronteggiare compiendo scelte coraggiose e dolorose. Mi sembra cioè che :
1) il mancato rinnovo di Direttore di Andrea Gennai nell'Autunno del 2016,uno dei migliori direttori di parchi d'Italia,competente ,preparato,appassionato, sostituito prima da una strascicata reggenza e poi, dopo una ingiustificata vacazio ,da un onesto dirigente della pubblica amministrazione che si è sempre occupato d'altro e che è quasi al completamento del suo percorso professionale;
2) la drastica riduzione della pianta organica della struttura sia quantitativamente che qualitativamente;
3) l'incapacità di interpretare un ruolo geopolitico sia nell'ambito degli enti facenti parte del perimetro del parco che a maggior ragione di un comprensorio più ampio in termini di raccordo ed armonizzazione della pianificazione urbanistica ed in termini di coordinamento della governance dell' area "Selve costiere di Toscana" rientrante, per altri 10 anni dal 2016,per nostra iniziativa, nel programma MAB dell'Unesco;
4) l'assenza di una pianificazione di dettaglio che avrebbe potuto ,tramite mirate varianti ai Piani di Gestione , dare risposte in contesti specifici (Marine di Viareggio e Torre del Lago; spiagge attrezzate di Calambrone etc..) rimandando il tutto al nuovo Piano Territoriale che dopo 5 anni è ancora di là da venire;
5) la penuria di lavori sul territorio in termini di sentieristica (nonostante la convenzione stipulata a suo tempo con il Cai) ,di cartellonistica, di segnaletica varia sia didattica che toponomastica etc..;
6) la parziale capacità di intervento sulle emergenze in ambito di manutenzione e conservazione ambientale: più positiva in alcuni interventi boschivi sugli effetti dell'azione del "mazzucocco" e molto più labile ad esempio sul grande tema del risanamento del Lago e del Bacino del Massaciuccoli dove solo in questi giorni si ipotizzano alcune azioni di cui ancora non si conoscono i progetti ma solo alcuni titoli generici e sul quale ,in particolare anche per grave responsabilità regionale, si sono perduti 5 anni;
7) il mancato rafforzamento,rilancio ed ampliamento della rete dei Centri visita nell'ambito della fondamentale missione dell'educazione ambientale ;
8) l' assolutamente carente attività nell'ambito della promozione e quindi del ruolo del parco come volano di sviluppo sostenibile sia in relazione ai prodotti tipici che al turismo ;
9) la gestione della Tenuta di Sanrossore in cui ,invece di attuare ll ricco ed innovativo Piano di fruizione che nel precedente mandato il Consiglio direttivo aveva predisposto, invece di proseguire, esaltado la vocazione del luogo come centro di studio,ricerca,formazione e di svolgimento di eventi di livello nazionale ed internazionale legati all'ambiente (Route National dell'Agesci, convegno europeo dei parchi in occasione del 50 anniversario dell'istituzione del diploma europeo dei parchi, le gare di Endurance con il loro portato di rapporti politici ed economici con paesi esteri....) ,invece di realizzare celermente i nuovi lavori previsti sugli obiettivi prioritari quali la Villa del Gombo, il Centro visite, Cascine nuove si è andati ampiamente a rilento su questo ultimo tema e si sono abbandonati i precedenti preferendo conferire un sostanzioso incarico ad uno studio di progettazione del nord Italia per scoprire ulteriori nuove vocazioni al contesto; tutto questo schematicamente riportato ritengo definisca quella che si conclude come una fase di immiserimento del protagonismo, del prestigio e dell'autorevolezza del parco.
La nuova stagione che si apre, a partire dalla qualità della governance che si dovrà insediare, auspico che riprenda e rilanci una strategia di valorizzazione dell'ente a partire dalla forte e risoluta tutela delle sue prerogative ,ad iniziare da quelle pianificatorie su tutto il perimetro dei propri confini (i parchi si ampliano ,non si restringono di certo!), sapendo che nel superamento dell'emergenza climatico/ambientale che caratterizza i nostri tempi il ruolo dei parchi è e sarà sempre più cruciale.