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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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"250 giorni dall’apertura del Giubileo 2025: le .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Una vita vissuta: "Mio nonno Lino" di Paola Magli.

26/4/2021 - 21:24


 
[…] La mattina successiva l’uomo fidato dei Duchi venne a chiamarmi dicendo che mi avevano visto arrivare. Volevano consigli da me, io, che avevo vissuto con la guerra. Per far prima presi la bicicletta (o quello che sembrava), aveva il fascione regolare dietro e davanti aveva una corda al suo posto. Con la forza della libertà nelle gambe, pedalavo accompagnato dallo stridolio della ruota.
Quando arrivai alla villa mi fecero passare nella grande sala lussureggiante, dove troneggiava un grande tavolo da biliardo tutto ricoperto di panno verde. I tendaggi a drappi erano contornati da pesanti teli di damasco rosso. La libreria colma di libri, dirimpetto alle due finestre, sembrava enorme. Più in là, davanti al grande camino di marmo nero, sedevano sprofondando nelle poltrone i Duchi, Giacomo, Averardo e Pietro. Mi offrirono il caffè ma le loro facce lasciavano trasparire tensione e aspettative. Avevano paura per le loro vite, per i loro beni, la guerra distruggeva tutto. Non potei certo tranquillizzarli, visto che dei tedeschi si sentiva già la presenza. Lungo la lingua di terra di San Rossore e il Serchio avevano legato dei bidoni di nafta che serviva a loro come ponte sospeso per giungere fino al nostro paese dal mare.
Le bombe scendevano dal cielo, e dal cielo la villa era certo ben visibile nel suo bianco marmo.
Spiegai loro che le trincee che avevano scavato intorno alla villa non servivano, ma dovevano trovare un rifugio.
Quale migliore rifugio se non quello della Montagnola! Una cantina usata dal vecchio Duca Scipione per la preparazione dei vini particolari, scavata nel suolo della macchia, ricoperta da alberi e arbusti.
In quella occasione mi offrirono lavoro in mandria, ma io avevo paura di espormi troppo e così rinunciai.
 
I giorni passavano tra la disperazione, le violenze e lo strazio, ci portavano via tutto. Deportavano in Germania uomini per lavorare (così dicevano), i miei cugini furono spediti in un campo di lavoro, Mede, il Bobo, Beppe. Per uno sgarbo fatto ad un tedesco radunarono dodici persone, tra queste il figliolo del Bobo sedicenne, gli fecero scavare le loro fosse e poi li fucilarono.
Una disgrazia dietro l’altra tra parenti, gli amici, i conoscenti. Lo sgomento e la tristezza che passava nei nostri animi era lacerante.
 
Perché di tanta tragedia a noi, uomini comuni, il perché di tanta ingiustizia comandata da generali seduti ad un tavolo, la Patria così richiamata così tante volte a cospetto dei nostri sacrifici e del nostro sangue, sembrava non avere più valore con quel clima.
 
Io che nei momenti più neri ho fatto prelevare sempre l’istinto, mi nascosi insieme ad altri uomini in uno stanzino non visibile, quasi murato nella cantina di mia suocera a Nodica.
Stavamo rimpiattati tutto il giorno rinchiusi al buio, in silenzio, sentendo l’odore della morte ad ogni respiro. Uscivamo la notte per mangiare e prendere una boccata d’aria. Una notte si sentì un gran movimento, si sentivano i passi degli zoccoli di cavalli attaccati ai carri, un via vai di moto, macchine che passavano veloci. I rumori che giungevano da lontano sembravano echeggiare nel buio. Pensammo che forse era la notte che avevamo tanto atteso, se ne stavano andando. Gli americani arrivavano a salvarci, i tedeschi scappavano. Quella notte non uscimmo e aspettammo in gloria che le nostre speranze si avverassero.
Lasciammo quel nascondiglio con molta gratitudine, avendoci conservato la vita.
 
La miseria non mancava a nessuno, i tedeschi avevano portato via tutto quello che gli era stato possibile, le cose che erano rimaste le avevano spregiate.
Dovemmo rimboccarci le maniche e pensare al domani per poter ricostruire tutto.
Raccogliemmo il grano che era rimasto tagliato nei campi per farne la farina, ma gli insetti avevano deteriorato il chicco, macinammo quello che restava della buccia. Mangiammo un pane nero che non aveva sostanza di nutrimento, ma aveva il sapore della libertà. […]

 

Questo un breve racconto tratto dalla ricostruzione della vita di Lino Magli fatta dalla nipote Paola, che ha passato settimane intere a farsi raccontare la storia della famiglia Magli, abitanti di Migliarino e conosciutissima anche nel comune di Vecchiano.
Paola ora vive con la famiglia a Pisa, ma il suo legame con il paese natale si fa sempre più forte, tantoché si è decisa di fare un libricino dei ricordi del nonno.


Auguri Paola e benvenuta a “casa””!


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1/9/2021 - 13:07

AUTORE:
Micol

Cara Paola,
brava brava brava!
Un lavoro accurato di memoria della provincia è fondamentale.
Hai fato una cosa importante perché lasciare tracce chiare del passato dà un insegnamento per il futuro.

29/4/2021 - 7:11

AUTORE:
Paola

Caro Ultimo, chissà quante storie e quante belle persone hanno vite da raccontare...memoria di paesi vissuta da gente straordinaria.Persone imbarcate nell'avventura del quotidiano, sofferenze e gioie da ascoltare da scrivere...da leggere! Grazie per il tuo pensiero!

28/4/2021 - 14:25

AUTORE:
Ultimo

.............. ma ho conosciuto tuo nonno Lino, ero molto giovane, poco più che ventenne, e Lui un uomo adulto ............ ci incontravamo alle riunioni del PRI a Vecchiano. Sempre gentile e disponibile al dialogo specialmente con i più giovani come ero io allora. ...... Molti di noi hanno imparato da Lui il modo di rapportarsi col prossimo ....... in maniera pacata ma decisa. Adesso non sono molti i giovani che hanno la fortuna di conoscere persone come era Lui. ....... Puoi vantarti di essere Sua nipote. ........ Ultimo