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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Primo maggio col Robot
Ovidio Della Croce

2/5/2021 - 9:52

Il primo maggio, giorno di lotta e di festa. Alexa, l’assistente virtuale di Amazon. I primi 50 anni del quotidiano il manifesto. Il 150° della Comune di Parigi. Louise Michel, maestra e comunarda. La nave di Banksy. Soprana, il vaccino cubano. Maria Chiara Carrozza, la prima donna Presidente del CNR. Spero di aver trovato le parole giuste per tenere insieme tutti questi argomenti.
  
Un amico il 18 marzo (ho una passione per le date) mi ha inviato un messaggio che ricordava la Comune di Parigi, una vicenda storica quasi dimenticata in una società dove “la storia, come disciplina, è vituperata e marginalizzata” (Adriano Prosperi, Un tempo senza storia). Così in questo Primo Maggio, ancora col virus e con trecento morti al giorno, zona gialla, mi sono attaccato al passato. In questa Italia smemorata questo storico giorno di lotta e di festa è passato con pochi articoli e qualche byte nell’etere. “Si moltiplicano i segnali d’allarme sulla perdita di memoria collettiva e di ignoranza sulla nostra storia” (Prosperi), ci sfugge il prima, si smarriscono le tradizioni anarchiche e repubblicane del territorio in cui viviamo. Francesco Giuseppe Bertelli detto Cecco, l’anarchico di Vecchiano che aderì alla Comune di Parigi, ha una sua via nel paese. Per colmare il vuoto di memoria ho cercato la compagnia di Alexa, la nostra intelligente assistente artificiale. Questa rubrichetta si tinge di rosso e nero, come la bandiera dei socialisti e degli anarchici, e si riscopre comunarda e rivoluzionaria. No, non sto rievocando il mito anarchico, ricordo i 150 anni dalla Comune di Parigi. Devo molto per questo articolo al supplemento del 18 marzo 2021 sulla Comune di Parigi del quotidiano il manifesto: me lo ricordo bene il primo numero (sono un po’ fissato sulle date), quel 28 aprile 1971 corsi all’edicola e fui subito preso dalla meraviglia nello sfogliarlo, ero curioso di leggere un giornale, non uno dei tanti volantini pieni di slogan che venivano distribuiti in quegli anni, fin dal primo articolo fui costretto allo sforzo del ragionamento, rimasi folgorato dall’editoriale del direttore Luigi Pintor e cominciai a frequentarlo per quella sua passione a porre domande, a volte non capivo, ma erano le uniche interrogazione che sopportavo, una sfida intellettuale.
 
Se chiedo aiuto a una piccola robot domestica per ricordare la Comune mi sembra che sappia interagire bene con quel suo segnalino luminoso e con la sua vocina saputella. La piccola assistente vocale si chiama Alexa, e le chiedo: perché la Comune fu così importante?
“Perché lasciò un segno nella lotta per la libertà e contro lo sfruttamento dei lavoratori.
Ho risposto alla tua domanda?”
 
Alexa, hai risposto bene. Sai, la Comune è stato il mio argomento all’esame di maturità, la mia esposizione fu in francese, ma toccai più materie. La nostalgia si mette al lavoro, assaporo la mia adolescenza come se mangiassi un cioccolatino. La precisione con cui esponevo l’argomento, con la sua data di inizio, 18 marzo1871, e di fine, 28 maggio, settantadue giorni in cui, il popolo in rivolta, prese in mano le redini della sua vita.  Ricordo la mia giovanile fiducia nel progresso umano e la grande fatica artigianale per la mia ricerca, con grande dispendio di tempo anche solo per trovare un libro, studiarlo, scrivere una relazione e tradurla in francese. Sfogliando quella relazione mi pareva di toccare non la vita raggelata del passato, bensì la linea viva che mi portava verso il futuro. Ora però è in un punto lontano, però ho la mia amica robot che mi aiuta, la mia intelligenza artificiale, con Alexa diminuisce la nostra fatica, ma ci resta più difficile pensare a un mondo nuovo.
 
Ehi Alexa, sai dirmi qualcosa su Francesco Giuseppe Bertelli detto Cecco?
“Purtroppo non trovo la risposta alla domanda.”
Alexa, imposta timer: domani, ore 18, devo chiamare il mio amico Piero di Vecchiano e chiedergli notizie su Cecco Bertelli.
“Okay, sveglia impostata alle sei del pomeriggio.”
 
Ora torniamo sul generale, dove anche i robot sono bravi a ricordare. Alexa, parla della Comune di Parigi.
“Questo potrebbe rispondere alla tua domanda:
La Francia era reduce dalla sconfitta nella guerra contro la Prussia. Il governo era deciso a reprimere nel sangue la rivolta. Ma intanto in quelle nove settimane, settantadue giorni della Comune, per la prima volta il popolo parigino prese il potere strappandolo, seppur per poco tempo, al governo repubblicano di Adolphe Thiers, che si rifugiò a Versailles. Gli insorti indissero le elezioni e il 26 marzo una schiacciante maggioranza approvò le ragioni della rivolta. Anche se durò poco la Comune di Parigi fu un capitolo centrale della storia sociale dell’Ottocento e anche un modello politico su cui riflettere per il movimento operaio del Novecento.”
 
E brava Alexa! I comunardi dettero l’assalto al cielo e praticarono il primo radicale esperimento di democrazia partecipata dell’età contemporanea. La Comune fu importante perché, a differenza del 1789 e del 1848, le riforme sociali prevalsero su quelle politiche, vero Alexa?
 
“Questo potrebbe rispondere alla tua domanda:
Si organizzarono progetti per limitare la durata della giornata lavorativa. Si decise che la scuola sarebbe stata resa obbligatoria e gratuita per tutti e che l’insegnamento laico avrebbe sostituito quello di stampo religioso. Si stabilì che le officine abbandonate dai padroni sarebbero state consegnate ad associazioni cooperative di operai e che alle donne sarebbe stata garantita ‘uguale retribuzione per uguale lavoro’. Anche gli stranieri avrebbero potuto godere degli stessi diritti sociali dei francesi. Questi provvedimenti furono presi nel mezzo di un’eroica resistenza agli attacchi delle truppe di Versailles.”
 
Ma che brava Alexa! La Comune detta da un robot, con queste sacrosante rivendicazioni, sembra arrivare dal futuro. Gli stranieri con gli stessi diritti dei francesi. Favoloso! Però non ci fu modo, forse per il fallimento prematuro, di instaurare anche il suffragio femminile, quello maschile era stato approvato con la rivoluzione del 1848. Ora possiamo spostarci virtualmente per quelle vie di Parigi in rivolta con la Guardia Nazionale che, da Montmartre a Belville, difese la Comune contro le truppe governative. Alexa, a te la parola.
 
“Dalla Guardia Nazionale erano escluse le donne, è il cittadino maschio che difende in armi il proprio territorio.”
 
Alexa mi dà un sacco di soddisfazioni, sembra interessarsi alla causa. Provo a chiederle di parlarmi di qualche eroina di quei giorni. Alexa, una figura emblematica della Comune?
 
“Bonjour, bonjour! Louise Michel sans aucun doute.”
 
Chi l’avrebbe mai detto che gli algoritmi di Alexa si immedesimassero nel personaggio che raccontano fino a esprimersi nella sua lingua. No, Alexa, parla in italiano. Alexa, chi era Louise Michel?
 
“Questo potrebbe rispondere alla tua domanda:
Louise Michel era una donna che non si è fermata mai, dal 1830, anno in cui è nata. Figlia di un amore irregolare, clandestino, ma sincero, il padre era un notabile e la madre la sua cameriera. Ha la fortuna di poter frequentare la scuola. Cresce apprendendo i principi illuministi e l’amore per la poesia. Diventa maestra, quello di insegnante, all’epoca, è l’unico diploma che la società riconosce alle donne. Con i soldi della sua dote apre una scuola laica e privata, perché non voleva giurare fedeltà al regime di Napoleone III in una scuola statale. La sua scuola è libera, al riparo delle convenzioni del potere. Louise era una donna indomita, di ispirazione libertaria, fu tra le protagoniste più originali dell’intera stagione comunarda: fu nominata membro del comitato di vigilanza di Montmartre e organizzò i gruppi di lotta contro le truppe ‘regolari’ di Thiers. Nel 1873 venne deportata in Nuova Caledonia, imbarcata sulla nave Virginie, durante il viaggio diventò anarchica. In Nuova Caledonia rimase sette anni e farà quello che ha sempre fatto: l’attivista politica, la donna a fianco dei più deboli e la maestra, insegnava ai figli dei deportati, con i figli degli indigeni, i canachi, parlava la loro lingua, rispettava la loro cultura, vide nella loro semplice organizzazione sociale il germe primitivo di una vita comunitaria autentica. Nel 1878 i canachi si ribellarono al gioco coloniale francese, Louise solidarizzò con gli indigeni. Nel 1880 Louise ottenne la grazia: all’imbarco per la Francia fu salutata con grande affetto da una folla di nativi che non l’avrebbero lasciata partire senza la sua promessa di fare un giorno ritorno tra loro libera. Tornò in Francia e continuò la sua attività politica diretta, incontrava poeti e scrittori e scriveva le sue poesiole che inviava all’amico Victor Hugo con cui forse ebbe una relazione. Louise, morì nel 1905, alle sue esequie parteciparono più di centomila persone. Quando è trapassata, è tornata libera in Nuova Caledonia.”
 
Alexa, era una donna straordinaria, dimmi qualcos’altro su Louise Michel.
“Aveva una parlantina sciolta, era coraggiosa, al processo chiese per sé la pena di morte, non voleva essere arrestata, e dichiarò che, appena libera, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato proseguire la lotta per la rivoluzione sociale e avrebbe passato il resto della sua vita a tramare vendetta. ‘Se non siete dei vigliacchi, uccidetemi’, disse. Non aveva paura, poca strategia, pensava che i comunardi dovessero andare subito a combattere a Versailles invece di restare a Parigi e dire: ma no, ci andremo domani. Era una donna originale, il 18 marzo 1882, durante una riunione a Parigi, disse: ‘Io inalbererò la bandiera nera, che porta il lutto dei nostri morti e delle nostre illusioni’, a lei si deve la scelta dell’emblema degli anarchici. Era una donna straordinaria: lottava contro le ingiustizie a viso aperto ovunque si trovasse. È stata arrestata molte volte. Era una donna buona, con i suoi compagni salvò degli infiltrati rimasti incastrati nelle fogne. Non coltivò mai la vendetta e, sai cosa fa, chiese il rilascio di un uomo che le aveva sparato ferendola a un orecchio. Nel 1890 si trasferì a Londra dove aprì una scuola di politica anarchica. E poi, sai cosa, lei credeva che gli uomini fossero troppo accecati dal potere, anche i suoi compagni erano corrotti dal potere, l’ha scritto nel suo libro intitolato La Comune, tornato da poco in libreria, quindi per lei l’anarchia è l’unica strada.”


Grande Alexa! Louise Michel forse pensa che la vera rivoluzione può esser fatta dalle donne, è presente nel pensiero femminista. C’è una piazza a lei intitolata a Parigi, a Glignancourt, scendendo dalla collina di Montmartre verso Pigalle, dove lei comandava la resistenza sulle barricate in difesa della Comune. E c’è un film in omaggio a lei del 2008 che ha vinto premi in vari festival. C’è anche un’opera artistica che porta il suo nome: la nave di Banksy per i migranti. Ma non facciamone un’icona e, senza enfasi, ritorniamo al punto di partenza: Louise era prima di tutto una brava maestra. Ascoltiamola, come si fa con le maestre, quelle brave. Prima socialista, poi anarchica. Rivoluzionaria e femminista sempre. Il messaggio che lanciarono lei e tutti i comunardi era un messaggio internazionalista, lo spirito della Comune riguardava non solo la liberazione del popolo parigino, ma la liberazione di tutti gli oppressi.
 
All’indomani della sconfitta, per celebrare la Comune, Eugène Pottier scrisse il testo di un canto che venne musicato anno dopo. Alexa, L’Internazionale.
 
Questa versione italiana da Youtube potrebbe rispondere alla tua richiesta.
“… L’Internazionale futura umanità...”
 
Alexa, stop.
Scorro altri messaggi del mio amico e vedo che mi ha mandato anche un video che vorrei condividere con voi per l’allegria che mi ha fatto venire. Si intitola Soberana, che vuol dire Sovrana. In neanche tre minuti, un gruppo di musicisti, al ritmo della musica cubana, canta il vaccino “de todo el pueblo” contro il Covid. La canzone dice più o meno così: “Cuba ha il suo vaccino, è dello Stato, in un mondo consumato dalle leggi del mercato. Prosegue: “È comprovato che nessuno si salva da solo”.  E poi il ritornello: “Virus go home! Soberana, la cubana Soberana!”. E poi il verso memorabile: “con il contributo della scienza con su querida presencia il vaccino Soberana”.
 
Per saperne di più chiedo ad Alexa: Soberana.
Nulla.
Alexa, Soberana.
“La Soberana è una serie Tv.”
Riprovo con più precisione: Alexa, vaccino Soberana.
“Purtroppo, in questo momento, non trovo la risposta alla domanda. Riprova più tardi.”
 
Allora faccio una ricerchina in rete e scopro che Soberana è stato approvato dall’Oms e al progetto di ricerca ha collaborato lo scienziato italiano Fabrizio Chiodo, che lavora all’Istituto di vaccini Finlay all’Avana e, intervistato dal Sole 24 Ore, ha detto: Cuba investe sulla ricerca, che è totalmente pubblica, molto più che l’Italia, e “non trarrà alcun profitto da questi vaccini.”
 
Mah, che ci sia una relazione tra la “grave sconfitta delle classi subalterne nella lunga lotta per il loro riscatto” e la mancanza di ospedali, medici, personale sanitario, posti letto e vaccini gratuiti per l’intera umanità è un pensiero che mi viene dopo aver letto Un tempo senza storia di Adriano Prosperi. Finisco qui e niente, i robot sono una cosa seria, “viviamo in una nuova era robotica” scrive Maria Chiara Carrozza nel suo libro I Robot e noi. Il 12 aprile (che belle le date) è stata nominata Presidente del CNR, sono contento non solo perché è pisana ed è la prima donna a ricoprire quella carica, ma soprattutto perché è competente e ha grande passione per la ricerca. Intervistata a Propaganda Live ha detto: una ricerca che, oltre all’eccellenza scientifica, si ponga anche la “missione di aiutare l’umanità a salvarsi”, per questo “i vaccini devono essere garantiti a tutti come un diritto umano”. A sentire queste parole sale in me un po’ di giovanile allegria e torna una novecentesca fiducia nel futuro.
 
Alexa, futuro.
“Non capisco la domanda, mi dispiace.”
Alexa non risponde. È una parola difficile.
 
Post scriptum
Alcuni virgolettati sono liberamente tratti dai seguenti testi:
Louise Michel, La Comune, a cura di Chiara Fortebraccio Di Domenico, Edizioni Clichy, 2021.
“La Comune di Parigi”, il manifesto, 18 marzo 2021.
“Vite che non sono la tua. Louise Michel”, Radio 3, 2 marzo 2019.
Grazie all’amico Francesco Seggiolini per la consulenza su Alexa.
 

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6/5/2021 - 10:44

AUTORE:
Antonietta Timpano

Grazie Ovidio per aver posto l'attenzione anche sul femminile della lotta comunarda e anarchica.

Louise Michel è una Donna da scoprire , da conoscere e da tenere cara come icona del gesto sano verso la rivendicazione dei diritti.

Non conoscevo le potenzialità di Alexa. Deduco che se le si pongono bene le domande, il robot femmina, è in grado di riferire il risultato delle sua ricerca in modo preciso e accurato.

Basta saper chiedere .

Sono contenta che sia femmina.

Tutto l'articolo è folgorante. Frutto di una maturazione crescente verso l'arte dello scrivere.

Un piacere leggerlo.

5/5/2021 - 11:17

AUTORE:
enne enne

Oggi sono 49 anni esatti dalla morte di Franco Serantini, ucciso dal pestaggio della polizia durante una manifestazione di sinistra a Pisa il 5 maggio 1972, dopo due giorni di sofferenze in carcere. È un paese che celebra qualunque anniversario con grande (e a volte legittima) enfasi, ma di Serantini mi pare non si sia ricordato nessuno. A parte i messaggi che girano tra amici e compagni.

Il minimo che possiamo fare è leggere o rileggere il bel libro di Corrado Stajano “Il sovversivo. Vita e morte dell’anarchico Serantini”. Così tanto per supplire, nel nostro piccolo, a questa impressionate mancanza: che rivela quanto quella storia sia dimenticata e quanto nessuno abbia voglia di ricordarla: sarà che non ci sono eccitanti polemiche da alimentare come è avvenuto nella scorsa settimana francese.

Almeno a San Giuliano, per fortuna, abbiamo la Biblioteca Franco Serantini che se ne ricorda.

FRANCO SERANTINI 1972-2021
NON DIMENTICHIAMO!! VOGLIAMO GIUSTIZIA E VERITÀ

Home - Biblioteca Franco Serantini (bfs.it)

4/5/2021 - 9:41

AUTORE:
Emilio

Aggiungo un po' di amarezza alla parte finale dell’articolo in cui si accenna alla ricerca e si dice che l’Italia investe poco. Ho letto il Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza e, alla quarta delle sei missioni che compongono il piano, intitolata “Istruzione e ricerca”, purtroppo non si trova nessuna discontinuità rispetto alle scelte degli ultimi decenni, sia per l’istruzione sia per la ricerca.

Nel Piano proposto dal governo Draghi il nostro fondo nazionale per la ricerca aumenterà di pochissimo: la quota di finanziamento pubblico passerebbe dallo 0.5% attuale, che è poco, allo 0.6%, che è ancora poco e molto lontano dalla quota stanziata da Francia e Germania.

Se rimarrà questo misero dato stanziato per la ricerca saremo alle solite briciole.

3/5/2021 - 21:31

AUTORE:
gio'

Voglio complimentarmi Innanzi tutto con l’autore per lo splendido scritto, in una prova virtuosa, per l’importanza degli argomenti, la descrizione esemplare in un excursus storico tribolato e glorioso, spesso trascurato.

Considerazioni non banali si affastellano con ritmo incalzante, appese ai rami del filo del discorso, mai appesantite da prosopopea, compiacimento o gusto per l’effetto fine fase stesso, dipanandosi in semplicità spontanea e apparente leggerezza di casualità.

Attingendo ad un notevole bagaglio culturale, non incrostato in sedimentazioni sterili, cristallizzate in infecondi substrati di giacimenti nozionistici cristallizzati in tronfie installazioni autoportanti di esibizionismo un tanto al Kilo, ma facendone omaggio prezioso di freschezza, elisir di linfa vitale, ambrosia divinamente servita con impeccabile esercizio di poliedrico ecclettismo, in generosi cadeaux. di munifica liberalità al prossimo…

Dico ciò a ragion veduta, perché’ devo scoccare un misero dardo critico, ben povera cosa al cospetto delle pillole di preziosa saggezza, erogata per contro a piene mani , senza badare a risparmiarsi nel titanico sforzo didattico, mimetizzato in un affabile e laica libera conversazione formativa…

Riconosco l’efficacia letteraria della conversazione disimpegnata e informale con il robot, saturo di simpatica fascinazione informale e per il momento esclusiva interfaccia disponibile, chiave iconica di apertura a nuovi e inauditi scenari in sovrumane contaminazioni propedeutiche di nuove frontiere, o se preferite di esplorazioni inedite, o nuove ere…

… ma è proprio in un gingillo apparentemente utile e inoffensivo, che promette ausilio e per di più accattivante anche in quanto femmina, sembra garantire solo vantaggi, che si nasconde il periglio incognito, l’estrema prova, l’ultimo confronto, la spiaggia fatale del destino umano…..

L’I.A. appena nata è un cucciolo adorabile, e puo solo essere amata, ma con il tempo e la giusta alimentazione, diventerà…. Già, cosa diventerà…. Chi lo sa’?

Forse una feroce belva multitasking, novella Idra incantatrice, dalle cento prese, mandragola fantastica assetata di bit, magico unicorno in connessione WI-FI?

Oppure furioso cerbero personal trainer, nei nuovi resort di vacanza massificata, grillo ….. no! … non quello con il casco da astronauta,….. IL Grillo parlante del nuovo corso!
Chupa capra della libertà e democrazia, anaconda ghiotto di dati personali, Yety ombroso nascosto in siti dietro le quinte in attesa del momento dell’agguato, quado ci vomiterà infine addosso le nostre insipienze, in un brodo di lacune, condite di ignoranza, viltà, indifferenza e cecità, ormai trasformati in un disciplinato esercito di formiche coltivatrici di rammarico, per occasioni mancate….

3/5/2021 - 20:12

AUTORE:
Giuseppe

Bellissimo articolo come sempre. Non solo mi hai rinfrescato antiche letture, ma mi hai anche dato molte informazioni nuove su vari libri che dovrò leggere, per primo quello di Prosperi.

Caro Ovidio, ricordando la tua maturità mi hai fatto venire in mente la mia. Avevo lavorato mesi anche io su una tesina che analizzava la fine della schiavitù nel mondo antico, avevo letto più di un libro ma soprattutto Ettore Ciccotti. La fine della schiavitù nel mondo antico. Era un socialista di fine Ottocento e spiegava la fine del sistema schiavista con una analisi marxista...

Come eravamo diversi noi maturandi di allora. Il futuro ci appassionava, volevamo costruirlo e rivoluzionarlo; ma, per farlo bene, sapevamo già che bisognava studiare il passato, anche con autori che nel mio liceo non mi avrebbero mai fatto leggere per parlare della Grecia, di Roma o del tardo impero. Il robot non sa rispondere alla domanda sul futuro, come tanti oggi, forse solo perché deve analizzare meglio il passato, capirlo e utilizzarlo emozionandosi per donne come Louise Michel.

Mi è venuto in mente anche il libro di Stajano su Serantini (ucciso il 5 maggio 1972 dalla polizia), ripensato quando leggevo delle tradizioni anarchiche delle Apuane e pisane, libri che da giovane mi hanno fatto riflettere su tante cose... Vedi quante cose importanti susciti con i tuoi articoli che è sempre un piacere leggere. La nostra storia antica e meno antica svolgeva una profonda influenza sulla nostra riflessione e rielaborazione, ci faceva capire meglio la realtà.

2/5/2021 - 16:55

AUTORE:
Gabri

Ale’ oh oh
Grande Edi

2/5/2021 - 11:22

AUTORE:
Daniela

Hai detto tutto Ovidio, robot o no, sei tu che ci hai trasmesso il significato e la storia di questo evento importantissimo. Per ringraziarti ti regalerò una manciata di semi di Nasturzio, una pianta perenne dai fiori a forma di elmo che simboleggia la lotta è la resistenza. La di regala a coloro che non vogliono arrendersi, come fai tu.