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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
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Il cuore
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se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di
Stefano Rizzi 16:30 Giovedì 15 Luglio 2021
"Massacro giudiziario contro Renzi",l'ex ministro Costa scuote la politica

16/7/2021 - 13:16

"Massacro giudiziario contro Renzi",l'ex ministro Costa scuote la politica

Un accanimento nei confronti dell'ex premier, consentito anche dall'atteggiamento di un gruppo dirigente pavido: "Dov'è finita la presunzione di innocenza?". Una lezione di garantismo di fronte a un muro di pavidità e convenienze

 
 “Ciò che accade a Matteo Renzi fa rabbrividire. Un massacro giudiziario senza precedenti, a livello personale, famigliare, politico. Pagine di giornali fondate sul nulla che non si dedicano neanche ai peggiori criminali. Chi si volta dall’altra parte scava la fossa alla politica”. Parole di Enrico Costa, parlamentare piemontese, che proprio nel governo Renzi è stato viceministro alla Giustizia (e successivamente ministro agli Affari regionali, incarico proseguito poi con Gentiloni). Un garantista a tutto tondo, liberale a 24 carati come il padre Raffaele, che a poche ore dall’assoluzione a Cuneo della madre dell’ex premier, Laura Bovoli, e dalla nuova gragnola di avvisi di garanzia recapitati a mezzo stampa al senatore di Rignano, affronta di petto la spinosa triade giustizia, politica e informazione.

 
Il suo tweet è un j’accuse in mezzo a tanti silenzi imbarazzati o complici. Lei soppesa sempre le parole. Quelle che ha usato sono pesanti anche e soprattutto nei confronti della politica, oltre che di una parte della stampa e della magistratura. Se lo ha fatto, dopo la notizia dell’indagine a carico di Renzi, un motivo c’è. Quale?“

 

 Io faccio un ragionamento a prescindere dalla condivisione o meno della linea politica di Renzi. Il punto è che c’è una persona che, insieme alla sua famiglia, fino a una certa data era considerata dalla giustizia italiana irreprensibile. Da un certo momento si è scatenato un bombardamento a tutto campo”.

Lei è un parlamentare di Azione, ma è stato anche viceministro della Giustizia, è avvocato. Le si potrebbe obiettare che le indagini vanno fatte.

“Assolutamente. Infatti quello che sta capitando a Renzi ed è capitato ad altri e purtroppo capiterà ancora, è una distorsione pericolosa. Le indagini sono atti dovuti che, però, in questo e altri casi vengono veicolati sui mezzi di informazione come fossero delle sentenze di decapitazione. L’iscrizione nel registro degli indagati dovrebbe essere un atto dovuto a garanzia dell’indagato, atti che dovrebbero essere coperti da una certa riservatezza invece il diretto interessato, come capitato anche a Renzi, lo viene a sapere dai giornali prima che dalla comunicazione ufficiale della Procura della Repubblica”.

 I giornali queste notizie non le trovano per strada…“Da qualche parte escono.

Io ho presentato un emendamento che prevede che quando una notizia, un atto giudiziario, il testo di un’intercettazione che non dovrebbe uscire dagli uffici giudiziari esce e viene pubblicato, le indagini su questa fuga di notizie non siano svolte dallo stesso ufficio, ma da un altro distinto e distante, un’altra Procura. Sia o meno un magistrato indagato o persona offesa. Troppo facile indagare in modo domestico”.

 
La norma dice che quando un atto è conosciuto dall’interessato può esser divulgato nel suo contenuto. “Invece gli atti escono prima. È normale che Renzi venga avvertito da un giornalista della sua iscrizione nel registro degli indagati, che molti altri lo scoprano dai giornali?”.

 Lei da sempre è molto critico, anzi decisamente contrario, alle conferenze stampa delle Procure, ce l’ha su con l’uso ormai comune di battezzare le inchieste.

Anche queste sono distorsioni di una giustizia malata?

“Intanto le conferenze stampa, se farle o no, lo decidono le Procure; ma dove è scritto che deve essere la Procura a decidere se dare o non dare una notizia e come darla, se fornire nomi oppure no? I nomi alle inchieste, poi, sono sempre un ulteriore timbro di colpevolezza ancor prima che si sia celebrato il processo. Dov’è la presunzione di innocenza?”.

 
Costa, lei sta raccogliendo un dossier proprio sulle conferenze stampa delle Procure, cosa salta fuori?

“Sfido ad ascoltare le parole di certi magistrati e vedere se è rispettata la presunzione di innocenza. Sto raccogliendo centinaia e centinaia di video”. 

 
Lei nel tweet sostiene che chi si volta dall’altra parte scava la fossa alla politica. Non è che a scavare s’è già incominciato da un bel po’?

“Certo, purtroppo la politica è debolissima sul tema giustizia e i partiti non hanno la capacità di tenere una posizione”.

 
Timore o convenienza?

“Bisogna resistere alla tentazione di un uso politico della giustizia. Quando arriva un’inchiesta nei confronti del mio peggior avversario politico devo avere la lucidità di capire che non attaccarlo su questo è una questione di democrazia. Se viene sconfitto solo per effetto di un avviso di garanzia, la democrazia è sconfitta”.

 
Non fa tutto da sola la politica, però…

Assolutamente, la magistratura troppo spesso agisce come se le persone fossero dei numeri. L’altro giorno un sindaco, incensurato, è stato arrestato per le firme false alle elezioni. Si arresta per questo? Lo si può sospendere dall’ufficio, ma l’arresto ovviamente è più eclatante, senza pensare che si rovina la vita a una persona innocente fino a prova contraria”.

 
Onorevole, le disfunzioni, i malfunzionamenti della sanità sono percepiti da tutti perché tutti vanno dal medico, prenotano una visita, vanno in ospedale. La giustizia, invece, da molti viene visto come problema di pochi, se poi si aggiunge che alcuni noti ex magistrati ripetono la solfa del “male non fare paura non avere”, una coscienza diffusa dei rischi che gli aspetti patologici del sistema giudiziario è difficile da creare. Lei pensa ci si possa riuscire?“

Questa è la sfida più grande. La presa di coscienza si può sintetizzare in una frase: potrebbe capitare anche a te”.

 
Anche su questo, la politica è troppo spesso assente o strabica, non trova?“

Guardi, io presenterò una proposta di modifica al regolamento parlamentare per introdurre il voto segreto nelle votazioni sulle norme che riguardano la giustizia. Sono voti che i partiti devono assegnare alla coscienza di ciascuno, evitando logiche di schieramento che spesso fanno leva sul populismo”.

 
Il garantismo paga in politica?

“Essere garantista forse non porta molti voti, però porta civiltà in un Paese”.

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