Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
Giornata di contrasto e prevenzione alla violenza maschile sulle donne.
Il Crocchio Goliardi Spensierati e La Brigata del Crocchio nascono nel 1921; dopo 10 anni vede la luce la Brigata dei Dottori.
Direi di iniziare proprio con l'atto di nascita.
Questo è l'incipit dell'articolo di Giulio Pinori, il padre della Brigata dei Dottori, pubblicato su RITORNO A PISA, numero speciale dell'ALAP (Associazione Laureati dell'Ateneo Pisano) nel 1968.
"Andò così.
Nacque alle ore 21,30 precise del 18 Luglio 1931, sotto un cielo pieno di stelle, nella più grande e spettacolare piazza di Padova: Prato della Valle.
Fu, immediatamente battezzata da un tripudio di acclamazioni da un pubblico imponente; testimoni ... immortali: Cecca e Pavolino.
Dietro le quinte, un personaggio in calzamaglia, dagli stinchi bitorzoluti. si asciugava una lacrima, mentre il suo corpo scoppiava di gioia e i suoi occhi lampeggiavano di orgoglio: era quel buonomo di Lanciotto, alias Giulio Pinori, padre della magnifica creatura che si chiamò Brigata dei Dottori.
Un nome piuttosto originale, ma non scevro di significato.
Dal 1928 al 1931 infatti tutti gli attori-goliardi che componevano l'allora gloriosa Brigata del Crocchio della nostra Università, si erano finalmente laureati a pieni voti e la sudata qualifica di 'dottore' li aveva, logicamente, allontanati dall'attività goliardica in generale e da quella filodrammatica in particolare.
E ciò era avvenuto non senza un intimo rammarico poiché quel brusco cambiamento significava dare un definitivo addio alla spensieratezza dei loro anni più belli.
Ma ecco, improvviso, il raggio di sole, fose segretamente desiderato, a vivificare tanta tristezza: un telegramma da Padova a firma Pinori, così concepito: 't'aspetto per ultima Cecca patavina. ritrovo domani caffè Pedrocchi".
L' avvocato Giulio Pinori dirigerà la compagnia fino alla sua morte nel 1977 abbandonandola solo per alcune tournée con compagnie di giro che recitavano in lingua durante le quali le redini passavano a Aldo Podestà "primadonna" ed anche autore di testi in vernacolo.
Il repertorio composto prevalentemente da parodie di opere celebri, Francesca da Rimini, Traviata, Otello, Pia de' Tolomei portò i giovani studenti in giro per tutta Italia.
Si ricorda una celebre trasferta in Sardegna.
Con la scomparsa dei due protagonisti la direzione passò a Giancarlo Peluso che dal 1975 al 1995 scriverà nuove commedie non più parodie ma storie tipiche della famiglia pisana Sbrana con risvolti di grande comicità..
Le commedie, da La Gita Premio del 1975 a La Malintesa del 1995 avranno un grande successo anche fuori della Toscana con rappresentazioni ad Amalfi, Bari, Modena, Vicenza, Mantova e Cremona.
Sia nei principali teatri che nelle feste di piazza fino ai piccoli ritrovi balneari, i brigantini sono sempre accolti con simpatia e applausi dispensatori come sono di continue e convulse risate.
Le commedie del Peluso affrontano anche risvolti sociali di un'epoca nella quale si respirava ancora il post miracolo economico italiano.
Il periodo da me vissuto, 1983-2018, è quello che Giorgio Casini definì con corretta intuizione, della "Brigata dei Dottori post Goliardica" con in repertorio solo le commedie e gli spettacoli a scenette del Peluso.
Per conoscere la storia e comprendere le differenze tra le due Compagnie c'è un esaustivo saggio di Giulio Allamandri dal titolo Il Crocchio Goliardi Spensierati e La Brigata dei Dottori , due vite parallele pubblicato sul libro Bimbe di Pisa - Il Teatro goliardico pisano a cura di Giorgio Casini pubblicato dal Centro Culturale Il Portone nel 1994.
Auguriamo alla Brigata dei Dottori ancora anni di splendidi successi nel tenere vivo il nostro linguaggio popolare, anche se, ultimamente, il vernacolo è sempre più accerchiato da dialetti di altre regioni e lingue straniere.