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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Max Del Papa
Cirinnà, seggio, cameriera e Capalbio: che vita di sogno

27/8/2021 - 20:23

Cirinnà, seggio, cameriera e Capalbio: che vita di sogno


Sarà capitato anche a voi/Di aver la tenuta in Maremma/In cuccia ci trovi la strenna…/Con 24mila euro/Felici corrono le ore/Un giorno splendido perché/Li trovo mentre bevo il the.

Smaltito il mash-up, che altro dire se non che mirabili son le cose che capitano alla gente giusta? Per Ken Loach, l’ultimo dei cineasti marxisti, sui proletari piovevano pietre, sui proletari 24mila punto zero invece piovono soldi.

È la vita da non morir mai di Monica Cirinnà & Marito e qui la sigla societaria è d’obbligo perché i coniugi hanno investito quei quattro spiccioli del loro lavoro di politici piddini in una azienda con tutte le carte in regola dove si producono vino, olio, piselli, tutta roba un sacco naturale e un sacco buona, green e a chilometro zero. Beh? Che c’è? Cirinnà, Cirinnà, Cirinnà. Villa Monica è una roba molto equosolidale, politicamente corretta, nelle campagne di Capalbio, il mare dei compagni. Di merende. Al tofu.


Gli straccioni, popolaccio traspirante, bestia e fascista, se ne facessero una ragione: non c’è miglior capitalista degli anticapitalisti, che poi era il messaggio del vecchio Karl se si fossero presi la briga d’interpretarlo correttamente; va beh che in quel gran casino di Capitali, di Grundisse, di Manifesti dove si poteva trovare tutto e il contrario di tutto, purché sbagliato, non era facile orientarsi. Ed è chiaro che anche il fedele compagno dei compagni non può che essere all’altezza della situazione, canina noblesse oblige.

Niente ciabatte puzzolose/Giornali o lepri imbalsamate/Ma solo euro porto a te, yeeeeh, yeyeyeyeyeyeh.
Parlamento, tenuta e cuccia: che vita di sogno. Ma, ecco, il diavolo di destra ci mette la coda e l’incanto diventa la solita vita di merda: tutta colpa di quella ingrata d’una cameriera (sguattera, serva no, è fascista; donna è sessista; colf è oh, così piccoloborghese; cameriera va bene, cameriera è da rentier d’altra epoca). Traditrice, irriconoscente, sfaticata: “Era pure strapagata”, precisa Cirinnà arricciando la chioma. Strapagata quanto? Per 24mila euro/Che vita infame da sprecare/Il cane fuori da pisciare/La cuccia poi da sorvegliare”. E son drammi, son tragedie, mica come i pipponi di quegli altri ingrati di afghani che non accettano la conduzione democratica dei talebani e avrebbero preferito quel governaccio collaborazionista e sessista di stampo yankee.
Il fato si accanisce con Monica Cirinnà, odiata per le sue virtù: è donna; è bellissima; è democratica; è piddina; è impegnata nelle urgenze che contano davvero; è imprenditrice sociale che dà da campare a un sacco di inferiori; è coerente, soprattutto: anche il cane, rigorosamente non binario. E tu vedi un po’ se il destino doveva rovinarle l’estate prima facendole trovare un pacco di bigliettoni nella cuccia e poi facendole mancare la tuttofare. Non c’è gusto in Italia ad essere migliori. E siccome questo è un Paese di gentaglia povera, rancorosa, serbatoi di livore sui social, fortuna che un pezzo da Novanta del sindacato, della politica e della grammatica come Valeria Fedeli la difende con sacrosanta indignazione.

Nessuno tocchi Cirinnà, costretta a fare una vita che di merda che manco Dio-patria e famiglia (ipse dixit). Sentite cosa deve passare, dichiarato pubblicamente: “Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l’ortolana, la cuoca. Tutto questo perché la nostra cameriera, strapagata e messa in regola (sic!) con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all’altro”. Bastarda. Roba da trasudare solidarietà.

Invece povera Cirinnà l’hanno considerata, chissà perché, arrogante, classista, sprezzante. Lei, ridotta a fare l’ortolana, la lavandaia. E alla fine l’onorevole si è pure cosparsa la chioma di cenere: “Quando si sbaglia ci si scusa. Mi scuso quindi per le parole errate usate in questo momento difficile per dire che senza l’aiuto prezioso di una nostra collaboratrice ho avuto difficoltà”. Segue pistolotto su maestranze che rendono possibile i possedimenti di casato, di famiglia. Che donna! Che verve!

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28/8/2021 - 0:06

AUTORE:
vecchianese di s. Frediano

...Ma vedi al mondo ci sono i poveracci come me e quelli bravi come te, XXXL, Gigi e quello ancora più bravo di Migliarino.
Chi si contenta gode, gli altri seguono i capi. Finché gli fa comodo.
PS da te risposte argomentate solo se si parla di c.i.

27/8/2021 - 23:56

AUTORE:
Lettore della VdS

...non pretenderai mica una risposta argomentata ...spero.😴
Dire e contraddire per da aria alla lingua e...poi basterebbe smettere di dare elementi di discussione e critica e ti fermeresti li perché di tuo non riesci a dire/fare ni-e-nte!😎

27/8/2021 - 22:50

AUTORE:
vecchianese di s. Frediano

Così di primo acchito mi sembra che i due autori, chi ha scritto il pezzo e chi ha lasciato un commento, sanno di destrosi. Va bene, ognuno tira l'acqua al suo mulino. Quello che mi ridere è il fatto che più o meno tutti i parlamentari hanno una vita del genere. Destra o sinistra non c'è differenza. E al colmo noi del popolino li difendiamo pure. Siamo pronti pure a farci la guerra fra poveri. Ma al netto delle parole e delle azioni, abbiamo un'alternativa a questo sistema ? Siamo sicuri che al loro posto saremmo diversi ? Oppure ognuno di noi, compresi gli antenati, abbiamo sempre mirato a stare meglio di chi ci ha preceduto ? Poi c'è chi ce la fa, chi ce l'ha fatta, con o senza " aiutini ", ma c'è pure chi non c'è l'ha fatta con o senza aiuti.
Esiste in natura anche quella cosa chiamata selezione naturale, così come esiste IL CULO di nascere nella famiglia giusta onella parte di mondo più fortunato.

27/8/2021 - 20:39

AUTORE:
PIERFRANCESCO

La senatrice dem si lamenta dell'ingrata cameriera."Mi ha abbandonata anche se era strapagata, e le pagavo anche i contributi. Ora devo fare io la lavandaia e la cuoca". La solita sinstra al caviale, buona a fare la morale agli altri e i propri interessi al momento giusto

Che dura la vita di Monica Cirinnà. La senatrice Pd paladina dei diritti lgtb prima si è ritrovata 24mila euro sotto il tetto della cuccia del cane nella sua magione di Capalbio che amministra insieme al marito Esterino Montino, anche lui prima fila nei dem capitolini (è sindaco di Fiumicino, che non è un comune come un altro ma una città da 80mila abitanti), poi, come ha raccontato sempre la Cirinnà a un giornale, oltre a dover affrontare l’attenzione mediatica per l’insolito e alquanto strano ritrovamento, è "stata abbandonata da un giorno all’altro dalla cameriera". Momenti davvero difficili. Un affronto mortale da parte dell’irriconoscente colf, e adesso la senatrice democratica si trova «nei pochi giorni di ferie a disposizione» a dover fare "la lavandaia, la cuoca, l’ortolana", ossia le faccende che le persone normali svolgono quotidianamente senza lamentarsi. Magari anche lavorando di più e guadagnando di meno. La Cirinnà è molto arrabbiata con la cameriera, che era "strapagata", e alla quale, guarda un po’, come lei stessa ha spiegato nell’intervista, versa "anche i contributi Inps". Bravissima Monica, paga addirittura i contributi, e se ne vanta con i giornalisti. Chissà, forse non la maltratta neppure e insomma da buona progressista non la comanda con lo stile di 'Mamy' di Via col vento. Insomma una vera paladina dei diritti.

D’altra parte c’è da capirla. La fatica di amministrare l’azienda vinicola ad altissimo rendimento in una zona di grande pregio (e valore) si fa sentire, stiamo parlando di Capalbio, anche perché la magione della bassa Maremma è solo una parte dell’impero immobiliare di una delle coppie più «in» della sinistra romana. La casa in affitto da Propaganda Fide è stata lasciata da anni, dopo che lo scandalo era scoppiato (pagavano al Vaticano 360 euro al mese di pigione per un immobile nel pieno centro di Roma: a quei tempi i preti non erano ancora i nemici) ma le proprietà sono numerose. E quindi ecco il nervosismo. Di cui la Cirinnà si è accorta, e di cui si è scusata con un tweet: "Ho sbagliato a parlare così della cameriera". Pure noi la scusiamo, anche perché la coppia Cirinnà-Montino non è per niente originale, ma è l’ennesima comparsa di sceneggiatura antica, quella messa in atto centinaia di volte dagli stessi attori della sinistra al caviale, o allo champagne visto che parliamo di vino, che si esprime in un modo e razzola nell’altro, che si fa paladina dei diritti dei più poveri e poi considera i diritti (leggi: i contributi Inps) una sorta di privilegio che elargisce a piacimento, che concepisce la lotta di classe solo se la classe al comando sono loro. Bravissimi a fare la morale al prossimo, come d’altra parte sono bravissimi a fare i propri interessi nel momento giusto.