Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Il ruolo dei Parchi fra biodiversità e governo del territorio
Due recenti notizie propongono una riflessione sul tema dei parchi e delle aree protette. La prima è l’eradicazione dei mufloni dall’isola del Giglio, a cura del Parco nazionale dell’arcipelago toscano, realizzata con fondi pubblici (comunitari).
In questi ultimi anni ai Parchi è stato affidato il compito principale di difendere la biodiversità. Nel caso dell’eliminazione dei mufloni si dimostra come quello della biodiversità non sia un concetto univoco, ma piuttosto legato alle idee della disciplina prevalente di chi stabilisce quale sia la biodiversità da tutelare in uno specifico luogo. Un tavolo squilibrato al quale, componenti fondamentali come gli animali (in questo caso i mufloni) o le piante, non si siedono e non sempre sono rappresentati nel confronto che deve portare all’accordo che definisce le specifiche necessità biologiche e i comportamenti delle varie specie viventi.
Anche se in un modo irrituale, che non deve portare allo scontro di chi è dalla stessa parte, non ha sbagliato il presidente del Parco di Migliarino San Rossore a sollevare il problema, che incontra sensibilità diffuse che hanno bisogno di trovare risposte non solo tecniche o scientifiche.
I parchi dunque dovrebbero servire a qualcosa di più che alla conservazione della biodiversità o alla organizzazione di passeggiate. Un’idea diversa dei parchi forse non avrebbe permesso la seconda notizia. Sono stati venduti dalla Provincia di Grosseto 950 ettari della Diaccia Botrona, forse la più importante area umida della Toscana, dei quali 200 fanno parte della riserva naturale regionale, il resto della zona contigua Palude aperto.
Può darsi che questa privatizzazione non comprometta la conservazione dei luoghi, ma sicuramente è un segnale negativo. Ci dice che nella costa, dove si collocano i principali parchi e aree protette regionali (Arcipelago toscano, Migliarino San Rossore, Maremma, Apuane, numerose riserve regionali e provinciali) non si riesce a fare sistema e dare loro un effettivo peso strategico, trasformandoli in laboratori avanzati di governo di un territorio capace di rispondere e adattarsi alle modifiche climatiche. Solo i parchi con la loro cultura, legata alla storia delle comunità locali e ad un’arte consolidata di stare sul territorio (questa si che ha prodotto la biodiversità!) si possono proporre come luoghi dove sperimentare un modello alternativo alla fabbrica in crisi (si pensi alle acciaierie e alla grande industria storicamente localizzata sulla costa) e ad un turismo che consuma risorse e territorio.
I parchi possono essere un’occasione importante per l’innovazione in agricoltura, per la forestazione, per gestire l’acqua in territori da organizzare come spugne, quando abbondante o nei momenti di siccità, situazioni che si alternano repentinamente per le modifiche climatiche. Non significa lasciare le cose come sono, ma portare avanti un progetto alternativo alle grandi trasformazioni (porto di Livorno per esempio) con continui e costanti interventi di manutenzione, restauro e rigenerazione territoriale, muovendosi come un veliero nel proprio ambiente di riferimento: un veliero sostenuto dall’innovazione tecnologica.
Giovanni Maffei Cardellini
Architetto urbanista, Italia Nostra Versilia